Risveglio

di mamie
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RISVEGLIO
 
La prima cosa che vedi sono le stelle. Puri fuochi immensamente lontani. Sono così lucenti e così distanti che solo dopo un po’ ti accorgi delle lacrime che ti scendono dagli occhi nel rimirarle di nuovo.  Fai un respiro e senti l’assoluta felicità dell’aria fredda della notte. Sotto la tua guancia l’erba soffice profuma di vita. Allunghi esitante una mano fino a toccare il tronco vicino e poi la ritrai, quasi scottata dall’impeto della linfa che scorre veloce nell’albero. Senti il sussurro incessante delle foglie. I lunghi steli delle carote selvatiche che ondeggiano facendo dondolare in una morbida danza le ombrelle candide dei fiori. Ciascuna ha al centro un cuore rosso infuocato.
Chiudi le mani e poi le riapri, solo per sentire che ancora si muovono. Chiudi gli occhi e poi li spalanchi di nuovo , solo per riempirti ancora di meraviglia. Ti alzi in piedi e gli alberi ti fanno corona, mormorano nella loro antica lingua parole che il tuo cuore ama.
 
A lungo hai camminato per i sentieri di un infinito crepuscolo, aspettando che guarisse la tua anima addolorata. A lungo hai rimpianto lo splendore dei Tempi Remoti  e meditato sul Fato degli Eldar. A lungo hai ricordato l’orrore e la paura, la lunga fila degli esuli stremati sul sentiero montano, il demone urlante creatura del Male, l’abbraccio infuocato del dolore e poi il gelido sollievo della morte, i semplici fiori di montagna che mani pietose posavano sulla tua tomba, e le ginestre dorate che crescevano fra i sassi, sul passo di Cirith Thoronath, ostinate nel vento e nella luce, finché il mondo fu cambiato.
A lungo la Tessitrice ha cantato per te, ti ha preso per mano per consolarti, come si consola un bambino sperduto. Finché la tua anima non è stata in pace, di nuovo lucente, di nuovo forte come una lama appena uscita dalle fucine di Aulë. Finché non è tornato in te il desiderio della vita.
 
La notte lentamente si consuma, le stelle compiono il loro viaggio sul tuo capo. Sorridi nel sentire freddo, e fame, nel ritornare alle necessità di un corpo che ha bisogno di nutrirsi, di coprirsi, di essere curato. Sorridi mentre cammini di nuovo e la notte lentamente sbiadisce fino al colore di perla dell’alba.
La Terra di Mezzo ti si apre davanti come un fiore che aspetta di essere colto. Un fiore fragile e tenace, che non si chiude all’arrivo del buio. E tu lo coglierai ancora.
 




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