"Senpaiii!
Senpai, senpai, sveglia!"
Nel sogno di Rin,
incerto e surreale come tutti quelli che annunciano la fine del
sonno, lo scenario australiano di una spiaggia sconfinata ed un mare
agitato perfetto per il surf -Rin, da qualche parte, sa di essere un
incapace, in quello sport, ma nel sogno tutto è possibile,
anche starsene sotto il sole cocente senza diventare un'aragosta- si
trasforma in una foresta, senza preavviso, un gruppo di scimmie
moleste che saltellano ai suoi piedi, quell'appellativo per nulla
strano, sulle loro labbra.
Si tratta
semplicemente di scimmie molto rispettose.
Le scimmie
continuano a saltellare fino ad appendersi alle sue braccia,
dondolandosi con tutto il loro peso.
"Rin senpai!
Rin senpai! Sveglia!" gridano ancora, la vocina pronta a farsi
un varco nel cervello del ragazzo. La sente scavare come un piccolo
minatore diligente, ben intenzionata a svegliarlo con il mal di testa
più forte della sua vita.
Grugnisce, ormai
convinto che le scimmie siano più lontre e il responsabile di
quel risveglio troppo brusco sia un certo Mikoshiba del primo anno.
Apre un occhio, poi
un altro, alternativamente. La stanza è troppo luminosa, la
scimmia iperattiva troppo da sopportare a quell'ora del mattino.
Il primo pensiero
va' alla sveglia. Solitamente è lui il primo ad alzarsi,
andare a correre, fare una nuotata mattutina, il tutto prima di
colazione.
Come può
averlo sorpreso proprio Momo, tra tutti?
"Senpaiii!"
continua, un po' più lontano di prima ma sempre abbastanza
irritante.
Rin grugnisce di
nuovo, mettendosi a sedere e sfregandosi gli occhi. Riacquista la
lucidità necessaria, prima di lanciare un'occhiataccia alla
lontra molesta. Sembra che Sousuke sia riuscito ad allontanarlo
abbastanza da fargli smettere di scuoterlo, ma pare anche che si sia
riaddormentato nel tentativo, in un angolo del letto di Rin. Il peso
del suo corpo crollato sul più giovane lo blocca anche senza
bisogno che sia cosciente.
A Rin scappa una
mezza risata e Sousuke scatta con la testa verso l'alto, scuotendola
e biascicando qualcosa che potrebbe essere "Non stavo
dormendo". Considerando il numero di volte in cui è
successo durante le lezioni, a Rin non servono molte prove per ridere
davvero.
L'amico sembra
finalmente sveglio mentre lo guarda male, lo sguardo che gli comunica
senza parole che dovrebbe essergli grato, piuttosto, per aver
neutralizzato il pericolo lontra.
Lontra che cerca di
rimpicciolirsi il più possibile, il viso arrossato mentre cede
al peso del senpai sulla sua schiena.
Sousuke ha
verosimilmente pena abbastanza da lasciarlo andare, scivolando sul
materasso fino a mettere i piedi per terra.
Rin smette di ridere
per notare un'assenza. Non è che non se l'aspettasse,
dopotutto ha il dono di essere abbastanza mattiniero per ricordarsi
la data, ma almeno nel comitato di auguri si aspettava Aiichirou.
"Dov'è
Ai?" chiede, senza pensarci. Ci pensa solo dopo, quando mette il
punto di domanda ed intercetta lo sguardo molto più sveglio ed
attento del suo migliore amico. Non ha il tempo di vergognarsi, però,
perché Momo gli è subito addosso, l'imbarazzo
sostituito dall'entusiasmo con cui già ha tentato di
svegliarlo, le mani sulle sue spalle mentre lo scuote.
Ogni tanto immagina
Seijurou, l'altro Mikoshiba, fare gli stessi gesti. È buffo,
per la maggior parte del tempo, ma considerando i lividi che lasciano
le sue pacche amichevoli sulla schiena, scrollarlo gli dislocherebbe
una spalla.
"Senpai, non
devi avere preferiti, c'è la neve e dobbiamo fare una
battaglia prima che inizino le lezioni!" esclama Momo, serio
come se gli stesse spiegando una delicata questione internazionale.
"Non faccio
preferiti..." cerca di protestare, finendo scrollato di nuovo.
Momo scuote la
testa, poi annuisce e la riscuote, confondendolo.
"Dobbiamo fare
le squadre! Dobbiamo fare le trincee prima che gli altri ce le
rubino, senpai, è importantissimo!" continua, con lo
stesso tono urgente. Davvero pensa che in un liceo difficile e
prestigioso come la Samezuka, gli studenti abbiano il tempo di...?
Lo schiamazzo che
nemmeno le finestre riescono a schermare gli risponde senza che debba
porre la domanda.
Un'occhiata a
Sousuke lo informa che il pericolo più grande, per il momento,
è che lui si addormenti ed arrivi davvero in ritardo alla
lezione. Lancia un'occhiata alla sveglia sul cellulare, che indica
un'ora in cui non è più possibile cominciare la sua
routine giornaliera, ma in cui c'è probabilmente spazio per
una battaglia di palle di neve.
Sospira, sentendosi
come un padre di fronte al figlio un po' scemo ma troppo adorabile
per non essere viziato un po' e spinge Sousuke con un piede prima che
possa cadere di faccia sul pavimento.
La porta si spalanca
e l'unica persona che mancava, a quel comitato di auguri -non è
più sicuro che Momo si ricordi davvero che giorno sia- compare
inquadrata dalla cornice, il respiro affrettato come se non avesse
corso soltanto per gli otto metri scarsi che separano le loro stanze.
"Rin senpai!"
esclama, una sveglia a forma di gatto rosso in mano. La sveglia di
Rin.
Di Rin perché
è un regalo di sua sorella, non di certo perché davvero
potrebbe piacergli una sveglia-gatto con un adorabile campanellino al
collo.
A lui? Pfff!
Aiichirou ha gli
occhi pieni di lacrime, ma le trattiene per affrettarsi verso il
letto e posare l'oggetto.
"Mi dispiace
così tanto, senpai! Non ho visto che Momo aveva preso la tua
sveglia, ora sei in ritardo!" esclama, lamentoso, le dita che
salgono a tormentare il copriletto.
C'è stato un
tempo che quel piagnucolare è stato irritante, per Rin, un
tempo in cui si sarebbe alzato e sarebbe scappato il più
lontano possibile da quegli occhi lucidi. Adesso capisce e scompiglia
soltanto i capelli del kohai premuroso, scuotendo la testa.
"Non importa."
Saltare una volta la
sua corsa mattutina non influenzerà troppo il suo rendimento
atletico.
Momo, che di nuovo
sembrava pronto a sprofondare nel letto e non farsi più
ritrovare, sembra illuminarsi, affrettandosi per stargli più
vicino ed afferrarlo per la maglietta.
"Allora andiamo
a lanciare le palle di neve?!" chiede, così entusiasta da
poter accendere una lampadina.
Annuisce soltanto,
Rin e questo basta per far scattare in piedi il kohai e farlo gridare
abbastanza da svegliare gli ultimi studenti rimasti in dormitorio.
Il cortile è
ricoperto da uno spesso strato di neve e, manco a dirlo, fa veramente
freddo.
Rin affonda le mani
inguantate nella giacca, pentendosi di essersi lasciato convincere. È
solo un attimo, solo il tempo di osservare uno scivolone di Momo,
Sousuke che lo segue in terra nel tentativo di farlo rialzare e Ai
che si preoccupa per entrambi in un misto di rimproveri acuti e
braccia che si agitano.
No, ne è
valsa la pena.
Tutt'intorno non c'è
il silenzio a cui è abituato alle sei e mezza del mattino, non
c'è la calma piatta in mezzo alla quale corre sempre, con il
tempo e la giusta atmosfera per concentrarsi soltanto sul proprio
respiro, il rumore dei passi, il cuore che pulsa nelle orecchie.
Se si concentra,
riesce a sentire la neve scricchiolare sotto alle scarpe anche in
mezzo a tutto quello scompiglio, ma è una distrazione che gli
costa una palla di neve sulla nuca.
Riconosce la
risatina di Ai, quel suono adorabile e cristallino che fa quando è
davvero divertito, senza pensieri. Gli sembra passato un secolo da
quando è riuscito a conquistarsela, gli sembra passata
un'eternità senza averla sentita.
Ma è lì,
anche se sparisce quando gli lancia un'occhiataccia e si china per
prendere la neve tra le mani. La compatta mentre Aiichirou assume
l'espressione di una lepre davanti ad un predatore. Rin è
sicuro che, se potesse, abbasserebbe anche le orecchie.
E se lo facesse, Rin
probabilmente morirebbe troppo giovane, quindi a pensarci è un
bene che riesca ad andargli incontro con aria minacciosa,
osservandolo andare all'indietro, poi pattinare sul posto prima di
cadere seduto nella neve fresca.
"No, senpai!
Scusami!" esclama, ben conscio di meritare una punizione
esemplare. "Momo, è colpa di Momo!" aggiunge,
indicando il rosso che sta cercando di fare una palla grossa come la
sua testa e sollevarla, forse per andare in aiuto al suo senpai.
"Non è
vero!" cerca di difendersi, la prova del reato ben visibile
davanti a lui.
"È
verissimo." conferma Sousuke, seduto a terra accanto ed intento
a creare una sfera più grossa ancora.
"Soucchi
senpai!" sbotta Momo, l'espressione di qualcuno di tradito
dall'amico di tutta la vita. Rin per poco non scoppia a ridere, ma
intercetta un movimento alla propria destra, dove Ai cerca di
defilarsi il più velocemente possibile.
Sempre che scivolare
sul sedere all'indietro sia effettivamente considerato darsi alla
fuga.
"Non puoi
sfuggirmi."
È un dato di
fatto, la voce bassa come un predatore di fronte ad una preda
deliziosa. Per poco non ride ancora quando Ai lancia un grido
stridulo, spingendogli incontro la neve nell'ultimo tentativo di
difendersi. Gli è addosso senza nemmeno lasciargli il tempo di
finire il gesto, mani fredde e neve nel collo e sotto la maglietta,
la voce che si perde finalmente in una risata, il ruggito inquietante
che voleva fare perso in fondo alla gola.
"Noooo, Ai
senpai!" grida Momo, da qualche parte in quel groviglio di
braccia e gambe e risate trattenute a stento tra grida di protesta.
Momo ha le mani
gelide ed una quantità di neve addosso contro cui non può
fare molto.
Cerca di difendersi
come può dall'assalto combinato dei kohai e sta per uscirne
sconfitto quando Momo lancia un grido acuto, la sfera di neve di
Sousuke che ha centrato il bersaglio o vi è rotolato sopra.
Senza di lui, costringere Aiichirou alla resa è un attimo ed è
altrettanto velocemente che lo fa rialzare, sentendolo rabbrividire.
Hanno tutti e
quattro il respiro veloce, che si condensa in piccole nuvole davanti
alle labbra. A Rin fanno male le guance ed il petto, come non
succedeva da moltissimo tempo.
Sente Momo
abbandonarsi sul suo fianco, rantolante come se non avesse mai fatto
sport in tutta la sua vita, le mani infreddolite che cercano di
infilarsi nella sua tasca destra.
"Cioccolata?"
domanda Sousuke, togliendo distrattamente la neve rimasta da
entrambi.
La mensa della
Samezuka solitamente non è così tanto affollata, a
quest'ora, ma la neve ha infreddolito gli studenti, che reclamano il
loro pasto caldo.
Rin soffia per
l'ennesima volta sul caffè, troppo bollente per i suoi gusti,
tenendo d'occhio Ai e Momo alle prese con i dolci rimasti nella
vetrina.
Sorride, non può
impedirselo, anche se gli fanno male le ossa e ha troppo freddo per
stare seduto composto. Probabilmente finiranno tutti e quattro
malati, ma non riesce a darvi troppo peso.
È difficile
che sia di così buon umore, al mattino, anche se nuota proprio
per togliersi dalla testa i pensieri che lo opprimono.
"È un
peccato che sia un giorno di scuola." commenta Sousuke,
voltandosi verso la sua tazza di caffè ancora intatta ed
aggiungendovi l'ennesimo cucchiaio di zucchero. Rin fa una smorfia,
sentendo male ai denti solo guardandolo.
"Se fosse stato
di domenica, mia madre avrebbe assolutamente voluto che tornassi a
casa per fare le cose in grande." ribatte, cercando di scaldarsi
con le mani intorno alla tazza calda.
"Se non altro
non sei sparito con quelli lì di Iwatobi."
borbotta Sousuke, sorprendendolo. Sì, non scorre esattamente
buon sangue tra lui ed Haru, ma almeno Makoto? Makoto piace a tutti!
E Nagisa? Nagisa è un po' energico, ma non è così
insopportabile. Rei? No, Rei gli ha fatto saltare un paio di ore di
sonno, quindi agli occhi di Sousuke è imperdonabile.
Sospira.
"Non sono
quelli lì, sono miei amici. E non sarei sparito con
loro... non credo."
Rin ci prova davvero
a farli andare d'accordo. Non vuole fare preferenze, non vuole che
qualcuno si senta escluso ed ogni volta che Sousuke gli rinfaccia il
suo rapporto con i ragazzi di Iwatobi...
"Chissà
quali terribili cose ti avrebbero fatto fare con la scusa che sei il
più vecchio, accidenti."
Alza lo sguardo, la
mandibola che aveva stretto senza rendersi conto che si rilassa nel
vedere il sorriso che Sousuke nasconde dietro il palmo su cui è
appoggiato. L'altra mano è sul tavolo, un pacchetto sottile e
lungo sotto le dita.
"Buon
compleanno."
Rin gli tira un
calcio ben meritato, sotto al tavolo, ma sbaglia mira e prende la
sedia, facendosi anche un po' male. Non ci riprova, però, lo
schiamazzo degli altri due in avvicinamento che lo distoglie dalla
vendetta.
E la vista
annebbiata. Solo un pochino.
Tira su con il naso
prima che Aiichirou possa vederlo.
"Nooo! Soucchi,
cos'hai fatto, prima deve soffiare sulle candeline!" sbotta
Momo, sedendosi con le ginocchia sulla sedia, il corpo allungato sul
tavolo e le dita che cercano di verificare che il pacchetto sia
intatto.
Altre mani posano un
dolcetto in mezzo, una candelina accesa che traballa dal picco di una
montagnola di panna montata. È una tortina di fragole, troppo
piccola per quattro persone, ma abbastanza da portarlo
pericolosamente sull'orlo delle lacrime.
"Tanti auguri,
Rin senpai." sussurra Aiichirou, il tono spezzato come se gli
stesse confessando qualcosa di segreto ed imbarazzante. Ha le guance
arrossate, le dita che sfiorano la carta del pacchetto, accanto a
quelle di Sousuke e Momo.
"Tanti auguriii
a teeee...!" canta il rosso, con tutta la potenza dei polmoni di
un dorsista. O di una lontra.
È così...
così tremendamente imbarazzante.
Rin cerca, ci prova
davvero, a non nascondersi dietro le mani, ma sente gli occhi troppo
umidi, le guance troppo calde e vorrebbe contemporaneamente
nascondersi in un buco ed abbracciarli tutti e tre.
Sente una specie di
gridolino che conosce troppo bene e cerca di nascondersi ancora di
più.
"...carino."
aggiunge invece Ai, facendolo morire.
"Il capitano
senpai è troppo carino!" conferma Momo e, dal suono,
sembra accasciarsi sul tavolo senza aver finito davvero la
canzoncina.
Almeno quello.
Sousuke ride
soltanto ed è quello che lo fa riemergere per guardarlo male.
Ma non dura
abbastanza, gli ricapita lo sguardo sulla torta, sul pacchetto rosso
fiammante un po' rovinato sui lati e riesce soltanto ad attirarlo a
sé per sedare la propria curiosità.
Fa attenzione,
nonostante lo stato della carta, a non romperla troppo. Non che sia
sentimentale, ma gli piace tenere la carta dei regali importanti.
No, non è
sentimentale.
Eppure, rimuovendo
l'ultimo strato di carta, non può fare a meno che farsi
scappare un verso di sorpresa commossa, qualcosa di simile ad un
singhiozzo senza lacrime, in bilico tra la commozione e la felicità.
C'è una foto
incorniciata, lì, una foto di loro quattro il giorno della
staffetta, i visi rilassati e felici nonostante tutto, la spalla di
Sousuke decisamente rossa, un contrasto perfetto con la sua
espressione contenta. Loro quattro, la loro prima ed ultima staffetta
ufficiale, quella destinata a legarli per sempre.
Dietro il vetro, un
Rin felice si riflette nei suoi occhi, un Rin che ha realizzato un
sogno e se n'è visto strappare un altro, ma non può
fare a meno di sorridere per la propria conquista. Alza lo sguardo
verso Sousuke e il suo migliore amico fa una smorfia troppo forzata,
nascondendo una felicità che, seppur minima, non l'ha lasciato
da allora.
"Momo voleva
modificare la spalla con photoshop." confessa, divertito. Mesi
fa, Rin sarebbe scoppiato a piangere davanti a quell'informazione.
Ma ne hanno fatta di
strada, da allora.
Riabilitazione,
parole nel buio, discorsi sul futuro, sulle operazioni che Sousuke
dovrà subire, confessioni appena sussurrate delle paure di
Rin... Un passo alla volta, fino a rendere solida quella felicità
sottile.
"Voleva fargli
un tatuaggio da Yakuza." aggiunge Ai, nascondendosi le labbra
mentre ride. Rin non può fare a meno di ridere a propria
volta, Momo che gonfia le guance, offeso.
"Era un'idea
geniale." protesta, allungando le mani verso la foto
incorniciata per voltarla.
"Vero."
ammette Sousuke.
Dietro la cornice
c'è un foglio di carta, tre scarabocchi dei tre alunni della
Samezuka con la grafia peggiore, dediche per non perdersi di vista e
non dimenticarsi di loro quando sarà in Australia.
La voglia di
abbracciarli tutti e portarli con sé diventa bisogno, una
stretta al petto che non diventa un singhiozzo solo con un estremo
sforzo di volontà.
"Grazie."
mormora Rin, portandosi la cornice al petto. "La porterò
con me."
Non singhiozza, Rin,
anche ad un paio di mesi dal momento in cui dovranno salutarsi. Cerca
di trattenere le lacrime, perché la candela pericolosamente
inclinata resiste ancora sulla sua tortina di compleanno, pronta ad
essere spenta, pronta ad esaudire il suo desiderio.
Un desiderio
semplice, che in parte sa di avere già ottenuto.
Porterà con
sé quella foto anche se non rischia di dimenticare le persone
che più sono diventate importanti per lui.
Il desiderio che
esprime serve soltanto ad assicurarsene.
Angolo Autrice
È passato
davvero tanto tempo dall'ultima volta in cui ho scritto così
tanto in così poco tempo... forse sto recuperando le energie
perse dietro alla novel!
Avevo davvero
voglia di scrivere qualcosa sull'amicizia tra questi quattro, come ho
già scritto dell'amicizia tra Ai e Rin in Kairos... Ovviamente
chiunque può vederci hint ;)
Per il compleanno
di Rin mi ero ripromessa del fluff senza angst e forse sembra che sia
passata sopra ai problemi che i quattro devono affrontare a questo
punto dell'anno scolastico (soprattutto Sousuke e la sua povera sotto
trama abbandonata dalla KyoAni) ma diciamo che per un giorno cercano
di non pensarci troppo XD
Da qualche
settimana sono senza connessione internet (e nemmeno telefono, non
potete capire che pace a non ricevere trenta telefonate al giorno da
PincoPallino che offre igloo riscaldati per pinguini) quindi non sono
riuscita a pubblicare le storie natalizie finite all'inizio di
gennaio... abbiate pazienza, si spera che la situazione migliori e
torni a pubblicare con una certa regolarità.
Grazie per aver
letto :3
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