Drogato

di Tigre Rossa
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Drogato
 
 
 
 
Drogato.
 
Un’etichetta che mi porto dietro praticamente da sempre.
Un’etichetta che ho odiato ma che allo stesso tempo ho tenuto stretta a me con tutte le mie forze.
Un’etichetta da cui non sono mai riuscito a liberarmi, non del tutto almeno, nonostante tutti i miei tentativi ed i miei buoni propositi.
 
Drogato.
 
Sono un drogato, e ne ho provate, di schifezze.
Cocaina, nicotina, morfina, e chi più ne ha più ne metta.
Ho provato di tutto, ma qualsiasi cosa mi iniettavo dritto nelle vene, che fumano o che sniffavo, dopo fragili istanti di oblio e leggerezza, pochi momenti di beata eccitazione, scompariva così, lasciandomi vuoto, ancora più vuoto di quanto fossi prima.
E io continuavo a cercare qualcosa che annullasse questo vuoto, che lo riempisse, che mi facesse sentire finalmente vivo, vivo come non sono mai stato.
 
Drogato.
 
Ero e sono tuttora un drogato alla continua ricerca di una nuova droga, di una dose in più, di qualche altro momento di estasi.
Ma, se prima tentavo di dominarmi, di fermarmi, ora non avverto più questo desiderio, anzi, il pensiero non mi passa nemmeno nell’anticamera del cervello.
Non ora che ho scoperto questa nuova droga chiamata John.
 
Drogato.
 
Si, John, con quei suoi capelli biondi cenere, i suoi profondi occhi blu capaci di scrutarmi dentro, le sue labbra che sembrano fatte per combaciare con le mie.
John, il capitano romantico tutto patria e regina, il medico nato per l’adrenalina e il rischio, il famigerato Tre Continenti Watson capace di spegnere una vita e allo stesso tempo di salvarne un’altra.
John, che non credeva nel mio essere un drogato e non vedeva che, in fondo, lo era anche lui, adesso è diventato la mia droga preferita.
 
Sembra strano, eppure è così.
 
Sono sempre un drogato, ma adesso la mia droga è lui.
 
Lui, l’unico capace di annullare tutto il resto del mondo con una frase, un gesto, un semplice sguardo.
Lui, l’unico che riesce a farmi sentire vivo, veramente vivo.
Lui, l’unico che può saziare la mia fame.
 
Drogato.
 
Sono un drogato, e ne sono ben consapevole.
Sono un drogato che farebbe di tutto per una dose, e poi un’altra, e poi un’altra ancora.
Ed è proprio quello che faccio.
Mi prendo la mia dose a forza di baci, e di morsi, e di sospiri.
Respiro il suo stesso respiro, aspiro il suo odore come se fosse il più inebriante dei profumi, mi stringo a quel corpo che combacia perfettamente con il mio.
Divoro quelle labbra, rosse mele tentatrici dell’inferno, e mi immergo nel loro sapore, nella loro consistenza, nella loro perfezione.
Mi perdo nei suoi occhi, quei grandi occhi color del mare che riescono a trasportarmi in un universo parallelo, un universo dove non esistiamo altro che noi due, noi due e questo bisogno, questo legame, questo desiderio che ci unisce come un filo rosso, indistruttibile ed eterno.
Mi abbandono tra quelle braccia, libero per la prima volta in vita mia di lasciarmi andare, di potermi affidare totalmente a qualcuno, e mi lascio cullare da queste sensazioni indicibili che solo lui, solo il mio John è capace di infondermi.
 
Drogato.
 
Si, sono un drogato, e lo so bene.
E so che tutto questo quasi sicuramente non mi porterà niente di buono, anzi, mi distruggerà lentamente, pezzo per pezzo.
Ma non mi importa.
 
Sono un drogato, e John è la mia droga.
 
Tutto il resto non mi importa.




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