ATTENZIONE: Quasi tutti i personaggi di questa storia sono tratti da Lilium inter Spina, una bellissima Originale che si trova in questa stessa sezione. Consiglio a tutti di leggerla, io da parte mia ho impiegato tutti i miei sforzi per far sì che i personaggi si possano seguire anche da chi non conosce la long-fic di nydrali e credo di esserci riuscito...ma vi consiglio in ogni modo di leggerla, sicuramente non ve ne pentirete :)
Joey salutò con un cenno della mano gli ultimi amici rimasti
nel bar, dopodichè uscì dal locale e
guardò in alto verso il cielo.
Pioveva a dirotto e lui si era dimenticato l'ombrello, questo voleva
dire che doveva farsi una bella corsa fino alla macchina per evitare di
inzupparsi completamente.
Fece mente locale sulla posizione esatta in cui l'aveva lasciata,
dopodichè si strinse il giubbotto addosso e
iniziò la sua corsa. Aprì la porta velocemente,
si buttò nel veicolo e poi si chiuse dentro. "Che freddo!"
pensò fra sè e sè mentre metteva in
moto.
Diede un'occhiata all'orologio presente nel cruscotto della macchina e
vide che segnava le 23:50. "Avevo detto a Lily che sarei stato a casa
al massimo per le 23" pensò. Uscì dal parcheggio
del bar e una volta in strada schiacciò a fondo
l'accelleratore; non poteva far aspettare oltre Lily, altrimenti una
volta a casa chissà quanti rimproveri avrebbe ricevuto.
Sorrise al solo pensiero di sua moglie che lo sgridava. Era come se
riuscisse già adesso a sentire le sue parole nelle orecchie:
"Ma Joey, ti rendi conto che ore sono? Avevi detto che saresti stato a
casa oltre un'ora fa! Cos'hai fatto per essere arrivato così
tardi? E ad Alexander non ci pensi? Come possiamo dargli il buon
esempio se ti comporti così?" e chissà quante
altre domande del genere.
Sorrise nuovamente perchè si immaginò a
supplicare il suo perdono, senza avere un reale scusa per giustificare
il suo ritardo se non quello del piacere di stare con i suoi amici.
Sorrideva soprattutto perchè ormai, dopo tutti quegli anni,
sentirsi urlare contro da Lily non faceva altro che intenerirlo
ulteriormente.
Molti anni prima, invece, se solo qualcuno si fosse permesso di farlo
lui gli avrebbe rotto il collo ancora prima che quella persona potesse
terminare la propria domanda.
Perchè Joey non si chiamava veramente Joey e Jacquet non era
certo il suo vero cognome.
Anche nella scelta del nome Lily l'aveva influenzato, lui le aveva
sempre risposto che trovava Joey un nome idiota, ma lei continuava a
insistere che come nome si legava molto bene al loro nuovo cognome
Jacquet. "Pensa!" gli diceva, "così potrai abbreviare le
tue iniziali con J.J.! Non ha forse un tono melodioso?" e lui
guardandola ridere perdeva ogni forza per opporsi. Finì
così per accettare di chiamarsi Joey, rimanendo Joey per
venti lunghi anni.
Quanto era cambiata la sua vita, in tutto quel tempo. Solo vent'anni fa
Joey Jacquet non esisteva, esisteva solamente James Hawk, quello che
veniva apostrofato dai suoi nemici come "il peggio figlio di puttana
esistente su questa terra" per via della lunga serie delle sue
malefatte.
James era un assassino. Uno stupratore. Un ladro e un bestemmiatore,
veniva soprannominato Dagger
per via del fatto che aveva sempre un coltello con se, qualsiasi cosa
stesse facendo in qualsiasi posto si trovasse riusciva a tirarne fuori
uno, anche se solo un attimo prima ne sembrava sprovvisto. Anche se
prima era stato perquisito dal più esperto dei controllori,
un secondo dopo James Hawk aveva già un coltello in mano e
se qualcuno gli aveva fatto un torto beh...quel qualcuno era morto.
Questa vita di peccati finì però nel momento in
cui incontrò Lily.
Lei, così candida e innocente, gli aveva fatto perdere la
testa.
Lily si era messa in un brutto pasticcio, di certo non per colpa sua, e
l'unico modo per uscirne era quello di rivolgersi a una persona che
solo James conosceva. Fu così che i due si incontrarono e
James si rese conto, passando del tempo con lei, che Lily era solo in
apparenza fragile e sprovveduta. Al contrario, era una ragazza
estremamente perspicace e dal carattere forte, che sapeva tirare fuori
solo quando le serviva veramente.
Ci provò a lungo, James, a non innamorarsi di lei, ma gli fu
impossibile. Lui l'aveva protetta per lungo tempo, aiutandola a trovare
la persona che voleva incontrare e quando tutto finì si rese
conto che non avrebbe potuto vivere senza di lei. Durante tutto quel
tempo anche Lily si era accorta che James nascondeva un lato buono e
sincero alla vista di tutti e così decisero di andarsene
dall'America dove era nato, gettarono via per sempre il nome James Hawk
e si trasferirono in Provenza.
Qua James si mise alla ricerca di un cognome "utilizzabile" per i loro
scopi, ovvero un cognome che risultasse valido per permettere di creare
una nuova famiglia legalmente valida, e trovò Jacquet.
Glielo chiese molte volte se era proprio sicura di volerlo fare, di
abbandonare l'America per scappare via con lui in Francia, ma era
convinta che James sarebbe potuto cambiare grazie al suo amore e
rispose sempre in maniera affermativa. E così Lily, che
all'anagrafe era Lily Munari per via delle suo origini italiane,
divenne Lily Jacquet moglie a tutti gli effetti di Joey Jacquet,
l'ormai ex James Hawk.
Non fu affatto facile per lui redimersi dal suo passato pieno di ogni
tipo di violenza, ma Lily fu sempre paziente e James non
potè che ricompensarla dimostrandole di voler diventare una
persona migliore. Fu così che James, ormai diventato Joey a
tutti gli effetti, smise di bestemmiare, di bere e di essere violento.
Vivere con Lily gli cambiò completamente la vita e ben
presto ebbero anche un figlio, Alexander.
Il bimbo per lui fu un grosso problema. Joey non aveva avuto
un'infanzia facile, come Lily aveva ovviamente intuito. Joey veniva
picchiato dal padre e ignorato dalla madre, nato e cresciuto con
un'unica certezza: se fosse morto da un momento all'altro nessuno
avrebbe pianto la sua scomparsa. Era spazzatura, esattamente come tutte
le persone che vivevano in uno di quei paesini poverissimi ai confini
dell'Alabama. Questo rendeva di fatto impossibile a Joey diventare un
buon padre: non aveva mai ricevuto affetto come figlio, di conseguenza
non sapeva neanche di che natura fosse quello paterno.
Fin quando nei primi anni si trattò solamente di cullarlo
quando piangeva o di cambiargli il pannolino, fu tutto abbastanza
facile. Lily non lo lasciava solo per un momento e Joey la
ringraziò sempre silenziosamente per la sua presenza
rassicurante. I problemi nacquero quando Alexander iniziò a
crescere e ci fu bisogno di comportarsi da padre e questo Joey non lo
sapeva fare.
Nel bene o nel male alla fine il rapporto con suo figlio non era poi
così disastroso, sola che Alexander aveva preso molto
più dalla madre e questo lo portò da sempre ad
affezionarsi di più a Lily che a lui. Gli ultimi anni erano
stati ancora più difficili poichè era diventato
maggiorenne ed era alle prese con tutti i problemi legati a
quell'età, problemi su cui ancora una volta James faceva
fatica a dare consigli.
Un tuono illuminò la macchina a giorno e si rese conto solo
in quel momento che stava ripercorrendo fra mille pensieri tutta la sua
vita. Da quando si era trasferito in Provenza, anche se erano passati
vent'anni, gli capitava spesso di ripensare all'Alabama, a com'era un
tempo prima di conoscere Lily ed avere Alexander.
Percorse gli ultimi chilometri a grande velocità e
arrivò a casa nel giro di pochi minuti. Scese dalla macchina
per aprire il garage e prima ancora di riuscire a tirare su il portone
basculante si ritrovò completamente fradicio. La pioggia si
era intensificata e sembrava che il temporale fosse proprio sopra casa
sua da tanto si sentiva tuonare. Ritornò
velocemente in macchina e la parcheggiò al sicuro,
dopodichè richiuse il garage e fece di corsa la strada per
entrare in casa. Oltre alla pioggia che scendeva sempre più
copiosa si era alzato anche un fastidiosissimo vento gelido e
stringersi nel capotto non gli fu più di aiuto per trovare
un po' di calore.
Fece di corsa i tre gradini che lo separavano dalla porta di casa e si
fermò. Davanti a sè trovò la porta
aperta con la maniglia distrutta abbandonata a terra. Joey rimase a
fissarla per qualche secondo, con il terrore negli occhi. Incurante
della pioggia che iniziava a farsi strada al di sotto del suo giubbotto
bagnandogli i vestiti, spalancò lentamente la porta.
All'interno della casa sembrava non muoversi nulla.
Fece un passo per entrare, schiacciò l'interruttore per
accendere la luce ma non successe niente. Lo schiacciò di
nuovo ma niente, doveva essere saltata la corrente.
- Lily? Lily amore dove sei?- la sua voce gli risuonò nelle
orecchie incredibilmente spaventata. Aveva un brutto presentimento e il
fatto che sua moglie non rispendesse non faceva nient'altro
che fargli crescere una certa ansia.
- Lily? Lily? Da quanto la luce non funziona?- le sue domande non
ricevevano risposta.
Fece qualche passo dirigendosi verso la stanza successiva, ma un lampo
illuminò per un attimo l'intero ingresso e Joey vide un
braccio spuntare dalla scala che portava al piano superiore.
- LILY!- urlò fiondandosi sul primo gradino. Appena mise
piede davanti alla scala si rese conto che qualcosa di appiccicaticcio
lo stava trattenendo; guardò in basso e vide sangue. Molto
sangue, l'intera scala ne era imbrattata. Facendo fatica a respirare,
percorse velocemente tutti i gradini che lo speravano dal piano
superiore e quando li terminò trovò il corpo di
sua moglie disteso sugli ultimi gradini davanti a lui.
Sentì uscire dalla sua bocca un lievissimo rantolio, un
rumore che gli permise per un attimo di ritornare a respirare. Si
chinò velocemente accanto a lei e le alzò piano
la testa.
- Lily...Lily cos'è successo?- le chiese controllando il suo
stato di salute. Per quel poco che si poteva vedere nella penombra
delle scale l'intero suo corpo sembrava imbrattato di sangue, i vestiti
erano strappati e lei sembrava in fin di vita. Cercò di
rispondere qualcosa ma le uscì dalla bocca solamente un
gemito. Joey, che aveva iniziato a tremare, rendendosi conto del suo
stato ritirò immeditamente la domanda.
- No non parlare amore..Dio santo...as...aspettami qui ok? Corro a
prendere la macchina e ti porto subito in ospedale-
riappoggiò delicamente la testa di Lily sulla moquette che
ricopriva la scala e corse fuori a riprendere la macchina. "Dio
santo...Dio santo..." continuava a ripetersi. "Che è
successo Lily, che è successo?"
Da sempre, soprattutto nei primissimi anni in cui si erano trasferiti
in Francia, aveva avuto paura che qualcuno lo avesse potuto seguire per
vendicarsi sulla sua famiglia di qualche sua malefatta passata. Ma
ormai erano passati vent'anni ed era convinto che niente del genere
sarebbe più potuto succedere, cosa era accaduto allora?
Aprì velocemente il garage e portò la macchina
vicino alla porta di casa, si precipitò nell'ingresso e
prese in braccio il corpo quasi assente della moglie. Appena la
sollevò sentì un rumore come di un oggetto che
cade, non ci fece troppo caso e la portò rapidamente fuori
da casa. La pioggia investì immediatamente anche lei e Joey
fece di tutto per fare più in fretta possibile mettendola al
posto del passeggero.
- Ora ti porto in ospedale ok? Così ti riprendi e mi spieghi
cos'è successo- le disse mettendo in moto e recuperando il
cellulare. Chiamò il pronto soccorso avvisandoli che in
pochi minuti sarebbe stato lì con una donna in fin di vita e
poi riattaccò immediatamente. Di tanto in tanto si voltava a
guardarla ma il volto di Lily era irriconoscibile, segnato da profonde
ferite e da una continua smorfia di dolore. Sembrava stesse combattendo
fra la vita e la morte proprio in quei momenti.
Joey guidò alla velocità massima consentita dalla
macchina e arrivò presto in ospedale. Lily aveva
già smesso di lamentarsi poco prima del loro arrivo ma lui
non volle accettarlo, la condusse ugualmente al pronto soccorso e la
consegnò ai medici, che non poterono fare altro che
constatare il decesso.
Lily non c'era più.
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