Odio e amore.

di mychemicalromance96
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Mercoledì 8 marzo. 
Nel pomeriggio aveva cominciato a piovere ed io, con la testa appoggiata alla finestra di camera mia, osservavo pensierosa il paesaggio cupo e triste come il mio animo.
Vagavo di tanto in tanto con gli occhi sulle macchine ferme lungo i marciapiedi, sui passanti, oppure restavo per tanto tempo a fissare un punto fisso all'orizzonte, tra nuvole e lontani lampi.
Con la mano toglievo l'umidità che di tanto in tanto si formava sui vetri della finestra.
E' difficile condurre un esistenza divisi tra dolore e noia, senza riuscir a sentirsi veramente appagati.
Alla fine si vive di soli bisogni momentanei, perché, soddisfatti poi ne subentrano altri e altri ancora.
Questo è il tormento dell'uomo.. non sentirsi mai felice per sempre ma solo per poco tempo.
Ecco, io mi sentivo in quello stato da molto tempo, da quando avevo imparato a conoscere me stessa, o meglio il mio animo interiore.
Di certo non è facile imparar a conoscere se stessi.
Sapevo bene che avevo ancora molto da imparare di me, anche se una vita sola non sarebbe bastata.
Ero insoddisfatta dal profondo dell'animo, vivevo in un mondo che non sentivo mio, vivevo i miei giorni posta in questo mondo ma proiettata in un altro mondo, esattamente come la coscienza infelice di Hegel.
Apparentemente non mi mancava nulla.
Avevo dei genitori che mi amavano dal profondo del loro cuore, una bella casa, amici fantastici, il profitto scolastico era ottimo..
Eppure, non riuscivano a colmare il vuoto dentro me.
Questo non stava ad indicare che non mi rendessero felice, anzi, se sapevano che stavo male facevano di tutto per farmi sorridere.
Forse ero proprio io il problema oppure il mio animo, oppure ancora... no, non saprei.
Ero in continua lotta con me stessa, e non accettavo il mio carattere troppo complicato per la mia età.
Non sopportavo a volte l'idea di non piacermi oppure di avere un modo diverso di pensare da molti ragazzi della mia età.
Sapevo che la mia era semplicemente maturità, però a volte mi consumava dentro perché avevo proiettato lo sguardo troppo avanti, e adesso guardavo la società diversamente, con un certo pessimismo e amarezza..
La felicità ecco!
Quanto dura la felicità? Poco o niente
, si insomma è come il semplice schiocco delle dita.
Mentre si vive un momento pronto a riempirci il cuore di gioia pronto a illuminare una giornata, ritorna il vuoto e il buio assoluto.
Strano vero?
Che tipo di magia nera è mai questa?
La felicità non dovrebbe durare più a lungo?
Dolore e noia squarciano l'animo in uno stato forse anche di pigrizia, ma non la solita pigrizia, quella che ti immobilizza sul divano e addio mondo.
No, una pigrizia nell'animo che lo rende stanco di fronte alle situazioni, di fronte a tutto ciò che accade, come se sapesse già come andrà a finire..
Ma quella fine è davvero il tormento dell'uomo?
O è l'eterno a spaventarlo?




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