Pavido, piccolo Draco di Isidar Mithrim (/viewuser.php?uid=4502)
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Pavido, piccolo Draco
Ti avvicini lentamente al Signore
Oscuro.
Costringi il volto a deformarsi in
una smorfia fiera, illudendoti che possa mascherare la paura che ti
contorce i visceri.
Hai ancora molto da imparare da tua
madre, che perfino ai tuoi occhi riesce ad apparire statuaria, fiera,
impassibile.
Eppure, sai bene quanto sia
terrorizzata per ciò che Egli pretende da te.
In quest’istante, però, non è del
dolore che hai timore, né – a differenza di Narcissa – del destino che
ti attende.
Sono gli innaturali occhi rossi, il
naso da serpente, la pelle cadaverica, la voce melliflua e la risata
fredda di Lord Voldemort a gelarti il sangue nelle vene.
Deglutisci a vuoto, prima di
riuscire a parlare.
Mentre con voce tremante giuri di
servirlo e di essergli fedele a costo di sacrificare la tua stessa
vita, c’è un unico pensiero che ti spinge a proseguire.
Mio padre sarà
fiero di me.
Poi è Bellatrix, entusiasta ed
esultante, a premerti il Marchio incandescente sull’avambraccio.
Mentre la tua carne sfrigola
ustionandosi, ti senti urlare a squarciagola.
Per una frazione di secondo,
perfino Narcissa dimentica di restare impassibile.
Mio padre sarà
fiero di me.
Eppure, lo sai anche tu che non è
quella la vera ragione per cui sei là.
E ci mette un attimo ad apparirti
nella mente quel nuovo, sgradito pensiero.
Se non lo
faccio, li ucciderà.
Tua madre è tornata impassibile.
**
“No?”
gli domandi tracotante. “Forse questo
le darà più sicurezza.”
Sogghigni, mostrando a Sinister il
Marchio Nero, vividamente impresso sul tuo avambraccio.
Terrore è quello che leggi sul suo
volto, mentre lo fissa ad occhi sgranati.
Tu, invece, non osi abbassare lo
sguardo.
Perché sai che, in verità, è te a
spaventare di più.
Cerchi di tenerti quel ghigno
stampato sulla bocca.
“Lo
dica a qualcuno” momori, “e
verrà punito. Conosce Fenrir Greyback? È un amico di famiglia, ogni
tanto farà un salto qui per assicurarsi che lei dedichi al problema la
sua piena attenzione”.
Amico di famiglia è un parolone,
Draco.
A meno che non si conti quell’unica
volta in cui, quando eri bambino, si presentò a Villa Malfoy.
Tu avesti gli incubi per due notti, a
causa dei suoi racconti. A causa della sua faccia.
**
I tuoi tentativi di omicidio hanno
quasi ucciso un altro innocente, oggi.
Stranamente, il fatto che fosse
Weasley rende la faccenda ancora più dura da sopportare.
Perché, qualche volta, ti è
capitato davvero di
augurargli la morte.
Lo guardi mentre riposa in
infermeria, la luce della Luna che gli illumina il cuscino.
Conti i suoi respiri, rilassati,
pieni, vivi.
È sollievo quello che provi.
In quel momento, decidi di lasciar
perdere tutte le alternative al tuo piano originale.
Funzionerà,
ti convinci.
E ci mette il tempo di una fiammata
di drago a sparire, il sollievo.
Perché sai che, se non funzionerà,
dei tuoi genitori resterà solo il cadavere.
**
Lacrime.
Le guardi sorpreso quando
cominciano a scorrere all’improvviso sulle tue guance.
Le cogli nel tuo riflesso prima di
percepirle scendere, prima di sentire il loro sapore salato bagnarti le
labbra.
Scendono copiose, frammiste ai
singhiozzi che non riesci a trattenere, mentre cerchi di ricacciarle
indietro, di lavarle via.
Non
funzionerà.
Il tuo piano è fragile come un
castello di carte, Draco, come una piuma di zucchero, ma non così dolce.
Guardi il Marchio che si staglia
netto sulla tua pelle, nero come la pece.
Stampato lì con il fuoco per punire
un padre, è ora diventato anche simbolo del fallimento del figlio.
Li
ucciderà.
È tutto ciò che riesci a pensare,
mentre le lacrime continuano a scendere.
E spetta a me l’ingrato compito di
correggerti.
Perché ‘ci ucciderà’ temo sia molto
più azzeccato.
O forse no. Forse lo sai già, che
morirai anche tu… ma è per loro che stai soffrendo come un cane.
Però questo neanche io me lo
aspettavo.
Che Mirtilla Malcontenta potesse
riuscire a consolarti, a darti coraggio.
Non trovi ci sia un che di
paradossale?
No, be’, come potresti...
Perché tu non lo sai e lei non lo
sa che avete in comune molto più delle lacrime.
Ma io trovo estremamente curioso il
fatto che la vita di entrambi sia stata distrutta dallo stesso uomo.
Dallo stesso mostro.
**
Funziona.
La gioia t’invade, ti esalta.
Non
li ucciderà.
Ora manca solo la parte più
difficile.
Quella a cui non hai ancora avuto
il coraggio di pensare.
**
“Non
credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente
facile come credono gli innocenti..."
Fissi Silente, la bacchetta tesa
contro di lui.
Il tuo cuore batte così veloce,
così potente, che temi tra poco esploderà.
Solo allora lo capisci.
Comprendi che non avrai mai il
coraggio di pronunciare quelle parole, di evocare quella luce verde e
letale.
Non contro il mago che, nonostante
tutto, vuole ancora salvarti.
Non contro innocenti colpevoli solo
di essere Sanguesporco o di non disprezzarli.
Continui a parlare, mentre le tue
certezze si sgretolano e volano via trasportate dalla brezza
primaverile.
Lasci parlare anche lui, illuminato
dal bagliore verdastro del Marchio Nero che splende sopra la Torre,
sopra di te.
Ancora una volta, testimone del tuo
fallimento.
Non entra in testa, a quel vecchio,
che non hai alternative. Che il Signore Oscuro li ucciderà, ti ucciderà – questa volta la
sfumatura non ti sfugge affatto – se non porterai a compimento il tuo
piano. Il suo piano.
Non ci sarà Ordine o prigione in
grado di proteggervi, se fallirai.
Eppure il tempo passa, le parole
scorrono e la tua determinazione scema sempre di più.
E all’improvviso, ti assale
lampante la verità.
Sono
un codardo.
Nemmeno per loro, nemmeno per te uccideresti.
E credere che pensavi di riuscirci
per la gloria.
Pavido,
piccolo Draco, ti sussurra insidiosa la tua mente con la voce di
Bella.
Per
fortuna c’è Severus a vegliare su di te.
Sempre.
**
I tuoi occhi si alzano
continuamente su di lei, come un ago che torna sempre al Nord.
Lei, la prossima vittima innocente
che sarai costretto a veder morire.
Lei, il cui volto visiterà i tuoi
sogni, impresso per sempre nella mente come quello di Silente.
Quando la fa rinvenire, abbassi lo
sguardo.
Non vuoi incrociare i suoi occhi
terrorizzati.
Ma, soprattutto, temi di diventare
l’ultima persona che la donna abbia guardato, prima di esalare l’ultimo
respiro.
E ti vergogni di quel timore
infantile, di aver chiuso gli occhi mentre la uccide a sangue freddo,
di essere l’unico a cadere dalla sedia, quando il corpo di Charity
Burbage crolla sul tavolo con uno schianto.
Non riesci a trattenere un conato,
quando Nagini l’azzanna.
Piccolo,
pavido Draco, cantilena la voce nella tua testa.
**
“Allora,
Draco? È lui? È Harry Potter?”
“Io
non… Non sono sicuro”
Un terrore improvviso ti assale.
Non osi avvicinarti.
Vuoi tenerti alla larga da Greyback.
Pavido,
piccolo Draco.
Vuoi tenerti alla larga da lui.
Perché anche da quella distanza
l’hai capito, vero?
Hai capito che quello è davvero Harry Potter.
Non importa quanto sia gonfio e
deforme il suo viso, lo riconosceresti tra mille, l’Indesiderabile Numero Uno.
Tuo padre, eccitato come mai
l’avevi visto, ti costringe ad accostarti a lui.
Ti indica la sua cicatrice, che
risalta tesa sul volto tumefatto.
“Non lo so” insisti.
Come sempre un codardo, quando si
tratta di condannare a morte l’ennesimo innocente.
Gli
ennesimi innocenti.
Ma non vuoi che anche i loro
sguardi disturbino il tuo sonno.
**
“Se
non hai il coraggio di finirli, lasciali in cortile, ci penserò io.”
Come ti conosce bene tua zia, piccolo, pavido Draco.
Mentre li porti fuori facendoli
levitare, per un attimo sei tentato di risvegliarli, di scuoterli, di
gridar loro di fuggire, più rapidi e silenziosi possibile.
Ma questi innocenti non li conosci.
Che poi tanto innocenti non sono, i
Ghermidori.
È questo che ti ripeti come un
mantra, mentre volti loro le spalle condannandoli a morte.
Pavido,
piccolo Draco.
Sconfitto, stai per rientrare nel
salone, quando l’urlo disumano della Mezzosangue ti gela il sangue
nelle vene.
Ancora e ancora.
E non sai se a spaventarti di più
sia la sua sofferenza o la consapevolezza che Bella si stia esaltando
nel procurarle dolore.
Solo quando sembra essere tutto
finito hai il coraggio di tornare dentro, ricacciando indietro il
pianto.
**
Alla fine, però, hai capito.
Quando ti sei stretto a lui con
tutte le tue forze a cavallo di quella scopa, unica ancora di salvezza
nel mare di fiamme.
Quando lo hai visto finire
Voldemort con un incantesimo di disarmo.
Quando il tuo Marchio si è spento e
sei tornato un uomo libero.
Codardo non è chi si rifiuta di
uccidere, coraggioso è chi sceglie di non farlo.
************
Ciao a tutti e grazie per
essere arrivati fin qui!
Prima di tutto, devo
sottolineare ogni frase in corsivo all’interno delle virgolette è
citata da Harry Potter e il Principe Mezzosangue o Harry Potter e i
Doni della Morte.
Mi sarebbe piaciuto scrivere
che Bella lo avesse canzonato anche da piccolo per i suoi incubi su
Fenrir, peccato fosse ad Azkaban.
Il “Sempre” riferito a Piton
che lo protegge avrei tanto voluto scriverlo in inglese, “Always”…
Riferimenti assolutamente non casuali ;)
Per Marchio “spento” intendo
non vivido, sbiadito. Mi pare di aver letto che non siano spariti del
tutto dopo la morte di Tom, ma che siano diventati diciamo cicatrici
della marchiatura a fuoco, senza essere magicamente vividi.
Ah, qualcosa di simile su
Draco l’avevo già scritto nella terza drabble di “Tatto”… Diciamo che
questa ne è la versione estesa.
Alla prossima,
Isidar^^
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