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di Phenix893
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Fu come se un fulmine mi colpisse in pieno. Mai avevo provato un’emozione del genere, così intensa, pura e viva. Esatto, mai m ero sentita così viva.


Quando il suo sguardo incrociò il mio è come se il cuore mi fosse balzato in gola. Era oscuro e profondo, attraente e ipnotico, come se il buio volesse inghiottirmi e m’attirasse allo stesso tempo. Una calamita a cui non avrei mai saputo oppormi.


Era una giornata di primavera come tante, nel tornare da uno dei miei quotidiani appostamenti mi fermai nel solito bar per prendere una birra, era proprio quello che ci voleva dopo una lunga giornata noiosa come quella. Ed a casa non sarebbe cambiata di certo. La solita routine, un lavoro che mi occupava gran parte delle ore, tempo libero impegnato da sonno palestra e qualche piccolo svago ogni tanto. Non avevo tempo per una relazione stabile, una di quelle in cui ti svegli la mattina e devi pensare al benessere di un'altra persona.


Un appartamento in pieno centro spesso vuoto, una montagna di bollette da pagare, frutta che ormai fugge nel cestino da sola, polvere che prende possesso delle superfici di ogni mobile, un letto che spesso non viene mai fatto perché prediligo qualche minuto in più di sonno che il resto. Nel frigorifero esistono solo cibi a lunga conservazione e la maggior parte delle mie cene viene sfornata da aziende di surgelati.


Le mie relazioni sono esclusivamente a livello sessuale. Non importano parametri sociali, interessi, hobby o cultura. Qualunque uomo incontrato in un bar per una notte di sano e puro sesso andava bene ed un bicchiere in più non faceva che alleviare questa sensazione di riluttanza che ogni donna può avere prima di finire sotto le lenzuola di chissà chi. E prima che la sveglia del mio compagno di letto suonasse io mi trovavo già nel mio appartamento con la mia voglia di pudore ormai sanata.


La mia vita avrebbe continuato a seguire lo stesso corso. Da quel pomeriggio invece cambiò tutto, nulla ormai è come prima. Entrai nel solito bar un martedì pomeriggio come qualsiasi altro giorno. Fuori stava iniziando ad esserci buio e le luci dei lampioni stavano dando il loro saluto a migliaia di passanti che questa città ospita. New York stava per chiudere uffici, aziende e lasciare spazio a ristoranti, pub e cinema. La mia unica compagnia fino a quel momento era una birra, in un angolo all’interno di un sudicio pub di periferia ascoltavo il vociare dei clienti e di sottofondo una fastidiosa radio locale trasmetteva una canzone blues.


Il mio sguardo si perse all’interno di quella sala, senza una destinazione specifica. Esattamente nell’angolo opposto era seduta una donna solitaria tanto quanto lo ero io, vestita elegantemente con un tailleur nero, con uno sguardo incerto fissava dei fogli posti sul tavolo davanti a lei. Poteva essere benissimo l'intruso all'interno di un gioco enigmistico, non aveva nessuna attinenza con il luogo circostante. La penna a sfera si muoveva incessante fra le sue dita. Insicurezza, disagio, nervosismo, si potevano cogliere mille aggettivi in quella figura. D’un tratto il suo viso si levò da ciò che aveva di fronte ed i suoi occhi casualmente si scontrarono con i miei. Un leggero sorriso si dipinse su quel volto al quale risposi in modo totalmente naturale.


Lasciai il denaro sul tavolo con qualche dollaro di mancia e uscii dal locale. I giorni passarono e quella donna era sempre presente all’interno del pub. Non sono una persona che si lascia prendere dall’ansia e dalla vergogna, al contrario. Sia per il lavoro che nella vita affronto tutto ciò che mi capita. Lasciai trascorrere una settimana e mi avvicinai a lei, prontamente non a mani vuote. Al bancone m ero fatta servire la solita birra e con stupore scoprii che nel bicchiere quella sconosciuta aveva sidro di mele, un alcolico spesso presente nei pub anglosassoni.


Non mi aspettavo niente da un intrusione nella privacy altrui, ma speravo di trovare una compagna di bevute che non sapesse nulla della mia vita. Mi accostai al suo tavolo e con delicatezza appoggiai il bicchiere sul pianale senza far trapelare nulla dall’orlo.


A volte bere in compagnia allontana i cattivi pensieri” potevo inventarmi qualcosa di meglio ma al momento non era venuto in mente nient’altro. Il suo viso si alzò dal tavolo ed inquadrò il mio volto. Rimasi quasi attratta da quegli occhi tanto che le mie mani ebbero un attimo di esitazione nello staccarsi dal bicchiere.


Ha ragione, in questo luogo non dovrebbero esistere preoccupazioni” mi rispose lei con un leggero sorriso stampato sul volto.


Ricordo ancora quell’inizio come se fosse accaduto tutto ieri. E poi il suo nome…

Regina… Regina Mills piacere di conoscerla, Miss?”

Swan… Emma Swan”


La sua mano appoggiò la penna al tavolo e si stagliò verso di me. In modo del tutto naturale risposi a quel gesto. Mi accomodai solo dopo che lei me lo concesse, quasi per la prima volta scettica sul da farsi. Parlammo del più e del meno senza entrare nel personale, solo lo squillo del suo cellulare mi scostò da quella donna e nell’osservare l’orologio mi accorsi dell’ora fatta. Nel vedere che la conversazione proseguiva feci intendere che dovevo proprio andare. Salutandola con un gesto della mano e lasciando i soldi sul tavolo tornai a casa. Qualche ora di sonno separava quella giornata da un nuovo turno lavorativo, un turno che mi avrebbe portata a svegliarmi prestissimo.


Fu una giornata interminabile, una di quelle in cui guardi sempre l’orologio ed il tempo non passa mai. Ero talmente stanca di stare seduta in un auto che i primi passi che feci fuori da quel veicolo mi fecero dolere tutte le gambe. D'altronde tenere d’occhio le persone era il mio lavoro, fare il garante di cauzioni mi piaceva, avevo sempre adorato quel settore fin da ragazzina. Mi dava modo di conoscere tante persone, tranne quelle di cui essenzialmente avevo bisogno. La mia famiglia.


Entrai in quel locale e seduta al solito posto trovai quella donna, cosi come ogni giorno di quella settimana interminabile. Il week end era alle porte ormai e per non ritrovarmi nuovamente sola a cenare in un ristorante di prima classe chiesi compagnia a Regina. Che accettò l’invito istantaneamente. Nella mia mente speravo vivamente che lo facesse, avevo voglia di uscire da questa monotonia. Avere un'amica. Ci accordammo sull’orario e sul luogo prima di salutarci fuori dal locale. La sera stessa m’ero già prefissata di andare in una qualunque discoteca per “incontrare” un uomo con cui passare alcune piacevoli ore notturne, trovando quel piacere che mi avrebbe appagato di una settimana d’astinenza.


E così fu. Quell’uomo dagli occhi vitrei, dalla barba incolta, con un fisico che piacerebbe a qualsiasi donna mi fece passare una nottata che pochi uomini mi avevano fatto provare. Non ricordo il suo nome, forse Killian, ma non ne sono certa, alla fine non davo mai troppa importanza ai nomi. Come sempre uscii di casa prima che lui potesse accorgersi del mio risveglio. Una lunga doccia lavò dal mio corpo quell’odore di piacere che quella notte aveva portato con se. Passai il pomeriggio a fare Jogging nel parco, Central Park offriva quella natura viva che in città non esisteva. Tornai a casa in tempo per un'altra doccia e per prepararmi per quella serata alternativa che mi aspettava.


Arrivai stranamente in anticipo ma Regina era già all’esterno del ristornate che mi aspettava. Rimasi quasi allibita nel vederla, era di una bellezza a dir poco invidiabile, poteva stare bene semplicemente con una tuta, ma in quel caso indossava un completo grigio chiaro con una giacca in abbinato dello stesso colore. Per quella serata decisi di vestirmi anch’io in modo elegante un abito rosso aderente ricopriva il mio corpo, non volevo affatto mettermi in mostra ma il mio classico look giornaliero non era adatto per quel genere di ristorante.


Dopo esserci salutate entrammo ed il cameriere ci accompagnò al nostro tavolo. Per cominciare ordinammo del vino, mentre tra le nostre mani i menù venivano sfogliati con estrema accuratezza. Si decise per dei piatti classici, che erano a dir poco sublimi. Notai fin dal principio quanto le movenze di quella donna rispecchiassero il suo nome. Regina di nome e di fatto. Il modo in cui mangiava, beveva, si poneva verso di me e verso il cameriere dava segno di familiarità in un mondo di privilegi.


Fui stupita nel vedere come le ore passarono senza essermi mai annoiata dei discorsi affrontati, al contrario, ogni argomento toccato mi incuriosiva, mi allettava. Mi rispecchiavo molto nei ragionamenti e nei pensieri. Aveva detto tutto e niente di se, non sapevo che lavoro facesse, dove vivesse, se aveva famiglia ma era come se la conoscessi da una vita. Per la prima volta stavo ascoltando con piacere quello di cui si parlava. Ed in un modo totalmente ambiguo mi sentivo attratta da una persona che era esattamente l’opposto di quello che avevo sempre voluto. Un uomo.


Quando uscimmo dal locale era ormai tarda serata, l’orologio di li a poco avrebbe battuto le 23.30. In modo inaspettato mi chiese se mi andava di bere qualcosa a casa sua. Non ebbi nemmeno il tempo di riflettere sulla risposta che la mia bocca aveva pronunciato un si deciso. Scoprii non con molto stupore che ella alloggiava in una delle case più grandi e belle del miglior quartiere della città. Mi sentivo quasi in imbarazzo di fronte a tanta lussuria, io che avevo sempre vissuto in un misero appartamento. Era un enorme villa bianca, un porticato che nemmeno io avrei mai potuto immaginare, ma solo quando entrai mi resi conto di quanto l’esterno non poteva essere minimamente paragonabile all’interno. Tutto era arredato con la massima accuratezza, persino i fiori sul tavolo sembravano essere scelti appositamente per quella stanza.


Mi fece posizionare il soprabito nel sotto scale, che era grande tanto quanto la mia cucina. La seguii fino a giungere in un fantastico salotto, un piccolo divano ed un una poltrona erano messi l’uno di fronte all’altro ed al centro della stanza vi era un tavolino su cui era poggiato un portafrutta contenente delle mele talmente rosse che paravano finte. Capii solo in quel momento perché quella scelta al pub, lei prediligeva quel frutto, il frutto proibito lo chiamerebbero i più religiosi. Non avevo mai provato fino a quel momento sidro di mele ma devo ammettere che mi piacque non appena le mie labbra si posarono sul bicchiere che mi aveva appena offerto.


Fu un susseguirsi di sorsi, non feci più caso allo scorrere del tempo. Ma quando mi alzai per poter tornare nel mio piccolo appartamento in centro mi accorsi che la macchina avrebbe dovuto sostare fuori dal cancello di Regina fino al giorno seguente, perché non ero nelle condizioni più adatte per sedermi al volante. La mora mi accompagnò alla porta, recuperai il mio soprabito e nel voltarmi mi trovai esattamente davanti a lei. Fu come un sussulto, il tempo e lo spazio in quel momento si bloccarono, i nostro occhi erano esattamente riflessi tra loro. Non seppi spinta da quale folle esperienza, mi appoggiai a quelle labbra rosse come il fuoco con la consapevolezza di essere respinta nel giro di un millesimo di secondo. Ed invece no. Quella donna ricambiò quel semplice bacio, come se ne sentisse il bisogno.


Fu uno sguardo carico di magia quello che ci scambiammo quando le nostre labbra si staccarono. Era stato come se una pesante pietra fosse caduta sul mio stomaco, tanto era forte quell’emozione che ebbi sentito. Le mie mani quasi prive di ogni mia decisioni si posizionarono sui suoi fianchi mentre le sue mani si appoggiarono in modo dolce e delicato sul mio viso. Nulla in vita mia fu più bello. Come magneti le nostre labbra si unirono nuovamente, dolce fu il contatto con la sua lingua, non c’era fretta in quel bacio solo la voglia di assaporarlo fino in fondo.


Resta” fu solo quella la frase che Regina riuscì a dire prima che le nostre labbra si unirono di nuovo. Più i passi si allontanavano dalla porta più i vestiti iniziavano ad essere di troppo. Le mani vagavano su un corpo nuovo, un corpo sconosciuto, un corpo che mai prima d’ora avevo desiderato. Ricordo il suo bellissimo sorriso quando tenendomi per mano mi condusse su per le scale, fino al secondo piano e mi portò all’interno di camera sua. Non feci troppo caso all’aspetto di quella stanza, di certo valutando il piano sottostante doveva di certo avere uno stile unico. Rimasi incollata a quello sguardo mentre i nostri vestiti venivano tolti e gettati a terra senza nessun ordine. Fu una sensazione bellissima quando il suo corpo si appoggio al mio, nessun petto villoso, nessuna ruvidità sul viso, solo un corpo caldo, un tatto tenero, delle labbra morbidissime e delle mani che mi toccavano in modo talmente delicato che se fosse stato in un altro contesto avrei di certo iniziato a ridere per il solletico creato.


Succedeva tutto in modo così naturale, come se quel corpo sopra il mio non fosse di una donna. In quelle labbra scoprii un piacere mai provato, in quei movimenti potevo godere ad ogni spasmo, in quei respiri avrei potuto soffocare. Mai e poi mai avrei immaginato che una donna così potesse farmi provare il più puro e sano piacere della vita. I suoi baci non tralasciarono alcun centimetro della mia pelle quasi fossero golosi, avidi. Il mio corpo era come se si stesse plasmato in ogni momento a suo piacimento e per la prima volta non ero io quella dominante nel letto, mi lasciavo trasportare, cullare da quelle movenze quasi ipnotiche tanto da sentirmi immune da ogni forma di stanchezza. Non ci volle molto prima che il mio corpo crollasse di fronte al più puro piacere. Le mie mani s'aggrapparono alla sua schiena quando il piacere ebbe la meglio su di me. Era come se in quel momento ogni parte di me si sciogliesse sopra quelle lenzuola.


Innumerevoli dolci baci si susseguirono quella notte e non ho la minima idea di quando il sonno e la stanchezza ebbero la meglio si di me. Posso garantire che mai fino a quel giorno dormii cosi bene. Solo quando le palpebre lentamente si mossero, capii che per la prima volta non sarei stata io la prima ad alzarmi da quel letto. Ci volle qualche secondo prima che i miei occhi si adattassero ad iniziare una nuova giornata. La mia compagna notturna non era più presente al mio fianco, mi sentii sola, triste ed allungai il braccio per poter capire se quel posto occupato fino a qualche ora prima era stato lasciato di recente. Non era caldo. Questo significava che era da molto che ero sola in quel letto sconosciuto, sul mio volto probabilmente si dipinse un espressione triste, ora potevo immaginare cosa i miei amanti di una notte potevano provare al loro risveglio. La mia mente ripercorreva ancora quei recenti ricordi di una nottata indimenticabile, forse la migliore della mia vita ed ora ero sola. Quando avrei desiderato vivamente trovare accanto qualcuno. Trovare accanto lei.


Uno scricchiolare mi distolse da quelle immagini, la maniglia molto lentamente si stava abbassando, ero pronta a tutto. Un marito di ritorno dal lavoro, un bambino che di prima mattina irrompe nella camera dei genitori. Tutto ma non lei. Lei, con un'elegante vestaglia di seta, un sorriso radioso stampato sul volto e già perfetta di prima mattina. Non avrei cambiato quel momento per niente al mondo.


Buongiorno straniera” ammiccò lei

Buongiorno a Voi mia Regina” risposi di getto.


Le nostre labbra si incontrarono per l'ennesimo bacio. Non mi stancherò mai di guardarle, di assaggiarle, di sentirle sulle mie. Ogni bacio è come se fosse il primo come se in quel momento cominciassi a respirare. La colazione a letto fu uno dei primi lussi che mi diede, come la doccia insieme di prima mattina, il tenersi mano nella mano per strada, il vivere sotto lo stesso tetto, l'esigenza di passare ogni istante libero insieme, di avere voglia di andare a letto e ricominciare ogni giorno con lei accanto come se fosse il più bel regalo che la vita potesse offrirmi.


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Salve a tuttiiiiii

Si lo so dovrei continuare Scherzo del Destino ma la mia mente ha sfornato solo una one shot che magari un giorno potrà diventare l'inizio di una nuova FF.

Nella speranza che Vi sia piaciuta, Vi chiedo di avere pazienza che il più presto possibile aggiornerò anche l'altra

Alla prossimaaaaaa

Trish





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