Il mio nome è Ashley, Ashley Graham.

di Halpha0
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Mi catapultai di nuovo in quella situazione: mostri che potrebbero spuntare da ogni parte pronti ad aggredirmi, pronta a correre per salvarmi e con la paura alla gola. Ripresi un attimo coscienza e corsi verso la città istintivamente mentre sentivo dietro di me spari, urla ed esplosioni… Pensavo a mia madre e a mio padre ma non potevo tornare indietro perché mio padre mi disse: “Ashley, qualsiasi cosa dovesse succedere, scappa! È importante che non ti ritrovino!”. Quella era una questione seria e dovevo fare la mia parte! In preda al panico continuai a scappare mentre vedevo elicotteri dirigersi verso casa mia. Ero sfinita e mi adagiai ai piedi di un albero e respiravo con fatica. Sentivo tanta energia mischiata con paura calmarsi e suotarsi dentro di me. Oh no, chiunque potrebbe riconoscermi, devo stare attenta! Mi rialzai ma stavolta camminavo a passo lento e affaticato. C’era una fermata dell’autobus, un autobus mi porterebbe in città dove mi sarei rifugiata in qualsiasi stazione di polizia. Vidi un autobus in lontananza e corsi alla fermata, mentre l’autobus arrivava mi guardai alle spalle e toccandomi il petto respirai profondamente esitando a piangere. Salii sull’autobus. L’autista non mi guardò fortunatamente. Dirigendomi verso uno dei posti una signora mi guardò ed io abbassai il capo. Mi sedetti guardando fuori dal finestrino. Mentre c’era la curva vidi che arrivavano in corsa 2 ganados alla fine della strada dove c’era la fermata dell’autobus e mi si gelò il cuore. Mi nascosi per non farmi vedere. Dopo 3 fermate salì un controllore e per la paura di essere scoperta feci per scendere ma lui mi fermò piazzandosi davanti alla porta posteriore: “Mi scusi dove crede di andare signorina? Mi dia il biglietto, prego.” Io ero impietrita e mi guardavo intorno abbassando il capo… “Aspetti ma lei non sarà mica la figl…” quando una mannaia gli trafisse la spalla e lui spalancò gli occhi e tremando guardò la mannaia urlando come un ossesso. Urlai anch’io e la signora mentre l’autista scappò chiamando la polizia. Io e la signora scappammo verso la porta principale dell’autobus. Stavamo per scendere quando un ganado molto robusto si piazzo davanti a noi guardandoci prese la signora e la scaraventò fuori dal finestrino, perché mi era davanti, scioccandomi. Ci guardammo per 2 secondi ed io scappai dall’altro lato ma mi ritrovai quell'altro ganado, che aveva ucciso il controllore. Mi avevano accerchiata, non mi arresi ed in preda al terrore cercai di scappare fuori dal finestrino rotto ma uno di loro mi prese dalla caviglia e caddì di testa su uno dei sedili.




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