Prova
Il Mito Ritrovato
Quando
l'uomo le rivolse l'ennesima domanda stupida, Dìann non ebbe
più alcun dubbio.
La poltrona era molto comoda, ma la situazione decisamente
più scomoda. Si
alzò senza preavviso e senza neanche un cenno di saluto
lasciò lo studio televisivo.
Il rumore dei tacchi sull'asfalto faceva eco alla rabbia che si portava
appresso. Nella mente la faccia da ebete del conduttore televisivo
mentre usciva dallo studio. Non solo senza cervello, ma pure di
insignificante bellezza. Sul serio si era illuso che una come lei
avrebbe assecondato le assurde pretese di un pessimo talkshow?
Evidentemente sì.
La furia e l'indignazione che camminavano insieme a lei erano quasi
tangibili. I passanti, animati da un provvidenziale sesto senso, la
scansavano.
Dìann si era laureata in Archeologia.
Aveva iniziato il proprio iter in Egitto, tra Piramidi
e mummie di faraoni, tra cunicoli, sabbia e un caldo insopportabile.
Non esattamente il suo habitat naturale, ma abbastanza interessante da
non perdersi l'esperienza. Era andata avanti così per anni
nella
consapevolezza che non avrebbe potuto ignorare per sempre la storia
della sua
famiglia. Prima o poi sarebbe andata incontro al proprio destino
trovandosi
così dinanzi alla temuta scelta: custodire il segreto oppure
mettere il mondo a conoscenza di una verità che lo avrebbe
stravolto?
Tante
volte si
era detta che ci avrebbe pensato a tempo debito, ma qualcuno aveva
infine smontato i suoi piani dandole un ultimatum.
Si trovava a Roma quando apprese la notizia.
Archeologo
visionario diventa l'uomo del momento.
Lambert Fuchs: l'archeologo che dimostrò il mito.
Lambert "Scudodiquercia" Fuchs conquista Erebor. Tolkien, non
un semplice scrittore.
Ritrovata Archengemma. La Montagna Solitaria esiste. Silenzio stampa da
parte dei parenti di Tolkien.
Fuchs trova Erebor. Fan di Tolkien in delirio.
L'archeologo che studiò la letteratura: Lambert Fuchs sui
fantastici sentieri di J.R.R. Tolkien.
La rivincita di Lambert Fuchs: da pazzo visionario a eroe moderno.
«Signor Fuchs, come ha scoperto la Montagna
Solitaria?»
«Signor Fuchs ci
parli dell'Archengemma»
«Signor Fuchs ha trovato segni di vita recente a
Erebor?»
«Signor Fuchs
crede davvero che i Nani di Tolkien siano esistiti?»
«Pensa di tornarci?»
«Dov'è adesso la pietra?»
«Incontrerà
gli eredi di Tolkien?»
«Qual è il prossimo passo?
Cercherà Minas Tirith?»
Per gran
parte della sua vita di archeologo, il tedesco Lambert
Fuchs si era dedicato alla ricerca di miti. Atlantide prima, la Terra
di Mezzo poi.
La prima gli aveva fatto guadagnare l'appellativo di visionario, la
nomea di pazzo squilibrato. Molti, anche nell'ateneo di
Dìann,
dicevano che era stato tanto promettente da studente quanto un
totale fallimento come archeologo professionista. Per una bella fetta
degli studenti
di Archeologia, però, Fuchs era lui stesso un mito.
Le pagine di tutte le testate giornalistiche, i titoli di tutti i
telegiornali e gli script di tutti i programmi televisivi non parlarono
d'altro per mesi e mesi. Fuchs, però, costrinse tutti quanti
alla mera formulazione di discutibili ipotesi rifiutando sempre
di rilasciare interviste. Aveva infatti scelto un videomessaggio per
annunciare la scoperta. Lo aveva lui stesso caricato sul proprio canale
YouTube concludendo con un provocatorio «Colleghi, studiosi e giornalisti di tutto il
mondo, ora non vorrete mica credere alla scoperta di un
visionario?».
Loro,
ovviamente, ci avevano creduto.
Non avendo un'idea migliore, Dìann si era messa davanti alle
telecamere con il solo obiettivo di spostare
l'attenzione dei media su argomenti diversi da Erebor. E per attirare,
invece, l'attenzione di una sola persona.
"Andiamo Mark Fuchs, dove diavolo sei finito?!", pensò
mentre pestava
letteralmente l'asfalto con un incedere tutt'altro che femminile.
Detestava i tacchi, li aveva sempre detestati, ma aveva dovuto fare di
loro il suo miglior alleato. Essere alta un metro e cinquanta - se lo
ripeteva spesso con tono ironico, scandendo bene "un metro e cinquanta"
- non era certo un vantaggio in un mondo fatto di spilungoni.
Mark era il figlio dell'archeologo che con la sua scoperta aveva messo
in seria difficoltà Dìann. Era uno studioso
dell'universo Tolkieniano ed era l'unica persona che potesse aiutarla
ad ottenere un colloquio privato con Lambert Fuchs.
Il piano B prevedeva l'irruzione in casa dell'archeologo.
Il suo telefono squillò diverse ore dopo quella disastrosa
diretta televisiva, in piena notte.
Il metro e cinquanta di donna rotolò letteralmente sui
generosi
fianchi di cui la natura l'aveva dotata e rispose malamente allo
sconosciuto interlocutore.
Fu tutt'altro che una conversazione, ma fu la cosa migliore che fosse
capitata a Dìann negli ultimi mesi. Aveva infine messo in
moto il
meccanismo che l'avrebbe condotta alle sue radici, a quelle origini che
si portava addosso da una vita. Una vita più lunga di quanto
si
potesse credere guardandola.
Il giorno successivo i giornali parlavano prevalentemente di lei e di
come aveva
abbandonato il talkshow. Il che significava aver raggiunto lo scopo.
Due settimane più tardi prese un volo per Londra e da
lì
un elicottero privato che la trasportò all'indirizzo che
Mark
Fuchs le aveva indicato telefonicamente.
L'abitazione era perennemente assediata da giornalisti a caccia di
scoop e sostenitori di Tolkien in cerca della verità. La
struttura ricordava, per eleganza, una costruzione elfica. Villa Fuchs
vista da fuori dava l'impressione di essere infinita ed estremamente
sfarzosa. La cosa non intimorì affatto Dìann che
anzi,
provò l'immediato interesse di scoprire cosa celava al suo
interno. Attorno ad essa uno sconfinato prato costellato di aiuole
coloratissime, alberi curati e carichi di frutti e perfino un lago
artificiale. Da non crederci.
Dìann aveva scelto di non indossare scarpe col tacco in
quella
occasione e la sua non era una scelta casuale. Che poi la cosa le fosse
tornata utile al momento della discesa da quel rumorosissimo elicottero
era un altro paio di maniche.
Sul portico, ad attenderla, c'era una figura alta - non che fosse
davvero indicativo dal punto di vista di Dìann: erano tutti
alti
per lei - e molto seria. I lineamenti indicavano un'età
ancora
giovane, perciò doveva necessariamente trattarsi del figlio
di
Lambert. I due si salutarono e fecero ingresso nella villa.
La donna conosceva molte più cose di quante potesse rivelare
e
sapeva, ad esempio, che ciò che aveva dichiarato Fuchs non
era
per nulla un'assurdità.
Anche se J.R.R. Tolkien si era spacciato per un letterato, per uno
scrittore, questo non significava che fosse del tutto vero. Di scrivere
aveva scritto, è chiaro: almeno un paio di generazioni di
tutto
il mondo avevano letto la storia della Terra di Mezzo sapientemente
raccontata da quell'uomo, molti ne avevano a tal punto apprezzato i
dettagli da farne materia di studio. Questo aveva portato Lambert alla
conquista della Montagna Solitaria testimoniando che la Terra di Mezzo,
che Arda, non era una fantsiosa alternativa al Pianeta Terra, ma la
Terra stessa
vista da un'altra angolazione. Per chi voleva crederci, naturalmente.
Era come la faccenda della Creazione e di Dio: era vera se ci credevi.
Dìann non era una che si perdeva in chiacchiere,
così,
quando fu al cospetto di Lambert, arrivò subito al dunque.
«Erebor
e quanto c'è al suo interno non le appartengono. Il che, in
parole povere, significa che se ha prelevato il Cuore della Montagna
deve restituirlo».
Dopo averla osservata con molta attenzione, l'uomo scelse di non
parlare.
Questo irritò Dìann. «Forse non sono stata abbastanza chiara. Riporti
l'Archengemma dove l'ha trovata». Il tono era piuttosto
minaccioso.
Di nuovo
Fuchs padre la osservò. Il figlio aveva lasciato la stanza.
«Crede che sia così sciocco da portar
via il Tesoro ai Nani?», domandò lui retorico.
Dìann non aveva mai condiviso la decisione di raccontare
tutta la
storia di Arda ad un uomo appartenente alla Gente Alta, sebbene si
dicesse che la scelta era stata a lungo ponderata e molto si era atteso
prima di trovare la persona giusta, quella che la divulgasse sotto la
forma più corretta e geniale. I Saggi avevano ritenuto che
non
esistesse modo migliore di celare qualcosa rendendola di pubblico
dominio attraverso una storia fatta credere inventata. Un fantasy, si
disse poi.
Era andato tutto bene finché Fuchs non aveva trovato Erebor.
Perfino tutti i linguisti che si erano messi a ricostruire l'elfico o
la lingua nera non avevano davvero minacciato il segreto
perché,
sostanzialmente, non avrebbero mai potuto trovare riscontro. Un punto
su una mappa, invece, era molto più che un riscontro.
«Qual
è allora lo scopo del suo video?»,
domandò lei,
presa in contropiede dalla risposta di lui. Dìann aveva
creduto che
l'intento di Fuchs fosse vendicarsi di tutti quelli che lo avevano
screditato negli anni.
Lui le
rivolse il sorriso di chi, comprensivo, cerca di far intendere l'ovvio
ad un pessimo osservatore.
«Davvero non lo capisce, signorina
Dìann?».
L'insinuazione nel tono di voce fece irrigidire la donna. Forse anche
quell'uomo conosceva più di quanto non dicesse in giro.
Non ricevendo risposta, Fuchs proseguì.
«L'ho fatto per ottenere risposte»,
mormorò.
«Quindi non ha trovato la Montagna»,
rispose lei.
«Oh, sì, l'ho trovata ed è
affascinante, mi creda». Ancora quel tono di voce.
«E
ha trovato anche le risposte che cercava?», chiese
Dìann
tentando di mantenere la calma anche se i geni non l'aiutavano affatto.
«Me
lo dica lei, signorina. Le ho trovate?», continuò
Fuchs
senza lasciarle il tempo di rispondergli. Prese a camminare lentamente
nell'ampia sala. «Vede,
signorina, tra tutti i giornalisti, i curiosi, i fan ed i colleghi con
cui mi trovo ad avere a che fare ultimamente non ce n'è uno
che
mi abbia chiesto di tacere. Tranne lei. Strano comportamento, non
trova? È un'archeologa di discreta fama, con un curriculim
non
indifferente e dotata di una notevole intelligenza a detta di tutti. La
mia scoperta è un'occasione. Un domani un altro archeologo
troverà la Contea e passerà alla storia.
È il
nuovo sogno dell'Archeologia».
Espresse il ragionamento con calma, come se stesse riflettendo con se
stesso ad alta voce. Poi tornò a guardare la donna.
«Lei, invece, si preoccupa di custodire il
segreto», mormorò, «Perché lei il segreto lo conosce, non
è così?».
Dìann capì che il gioco che aveva creduto
di condurre l'aveva infine messa in trappola. Pensava di aver cercato
lei Lambert Fuchs ed invece era stato lui a farlo per primo con lei.
Arrivato ad Erebor aveva capito che Arda non era un'invenzione e aveva
iniziato a guardarsi attorno. La fortuna era stata buona con lui:
cercando tra i suoi colleghi aveva scovato una piccola donna che
sembrava incredibilmente saltata fuori dal mondo descritto da Tolkien;
quindi aveva
pubblicato quel video. Poi aveva atteso.
Se l'archeologo aveva ragione, quella donna era andata a nascondersi
esattamente nella categoria di persone che avevano più
probabilità di scoprire la verità in merito alle
storie
di Arda. E da lì aveva osservato, pronta a intervenire se
necessario. Geniale.
La donna chiuse gli occhi per un momento. Quando li riaprì
erano di nuovo carichi di sicurezza.
«Non so di quale segreto stia parlando»,
mentì, «Ha
preso in considerazione le conseguenze delle sue scelte, signor Fuchs?
Pensa che i turisti avranno lo stesso rispetto che lei ha mostrato nei
confronti del Tesoro? Crede che rispetteranno le costruzioni dei Nani e
tutto quello che verrà scoperto in futuro? È di
questo
che mi preoccupo ed è per questo che sono venuta fino a
qui», disse sperando di essere stata credibile.
Dìann aveva deciso di giocare allo scoperto pur mantenendo
un
ultimo muro di difesa: aveva deciso di farsi passare per una delle
tante persone che credevano fermamente in Fuchs e nella sua scoperta.
Una che, però, guardava avanti e si preoccupava del destino
di
quella rivelazione.
L'uomo
scosse il capo.
«Le
dico io come stanno le cose, signorina. Lei fa parte della stirpe dei
Nani ed è custode di un antico segreto. Forse è
l'unica
su questa Terra a conoscere le invisibili vie che conducono ad Arda, le
vie che altri svelarono al signor Tolkien e che lui tramandò
a noi in una serie di romanzi».
Un minuto di silenzio. Dìann sorrise, mascherando il
turbamento.
«Sa
che le dico io invece? Che se l'è davvero meritata la nomea
di
pazzo visionario. Senza contare che è un gran maleducato.
Dirmi
che sono una Nana solo perché sono più bassa
della
media... Ne ha di fantasia!».
Ancora un
frammento di silenzio.
«Tenace.
Un tentativo coraggioso da parte sua. Forse sarebbe perfino riuscita
nell'intento se non avesse avuto a che fare con me, ma io non me la
bevo».
Dìann si sentiva messa alle strette.
«Ammettiamo per un attimo che lei abbia
ragione», disse.
«Io ho ragione», intervenne Fuchs con
irritante sicurezza.
Respirò
profondamente. «Se è così convinto di avere
ragione, cosa vuole da me?», domandò stizzita.
«La verità», rispose lui
avvicinandosi.
I due si
guardarono intensamente. Poi lei si voltò, si diresse verso
una poltrona e si accomodò.
«Da dove vuole che inizi?», chiese
Dìann.
«Dall'inizio», fece lui, un
luccichìo negli occhi curiosi.
N.d.A.
Mi piacerebbe così tanto che il nostro Pianeta fosse Arda,
che non posso fare a meno ogni tanto di scriverci su qualcosa.
Spero che questa breve storia vi sia piaciuta e vi ringrazio per averla
letta. Un parere, positivo o negativo che sia, è sempre
gradito.
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