Un giorno come un altro...

di psichepazza
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Cera una volta, in un paese lontano, una classe di ragazzi indisciplinati e ingenui, cerano i piu politici e i piu calmi. Tra di loro c'era anche una ragazza che , anche se cercava di rendersi utile con compiti e favori, non veniva ascoltata da nessuno,nessuno la vedeva e a nessuno importava di lei. Per questo motivo diventava sempre piu schiva, cattiva, isolata e inqiuetante. Anche fuori dalla scuola era un tormento. Aveva passato i tre anni delle medie, che per molti sono i migliori della carriera scolastica, in modo pietoso, sia a casa, sia a scuola, sia in palestra. Un giorno uno stupido capriccio di una prof fece divampare il fuoco tra lei e i suoi compagni, la ragazza perse le staffe. Per tutta la giornata fu ancora piu scontrosa, fredda... seduta in un angolo, in silenzio. La mattina dopo la ragazza entrò in aula raggiante, felice e gentile con tutti, ma il suo sorriso trdiva una certa malvagità e cattiveria. Alla seconda ora, tre delle cinque classi della scuola andarono in gita. A scuola restarono solo le due terze. I suoi compagni erano tutti in classe, nessun assente, le ante delle finestre chiuse, come la porta. Allora la ragazza decise che era ora di mettere in atto il suo piano. Estrasse da una tasca del suo zaino una custodia scura, la aprì e prese il suo contenuto: un coltello lucido da macellaio. Bastarono dieci minuti e la lama poné fine ai petulati, ai saccenti, ai locuaci e agli snob, e non era costato neanche un grido... un gioco facile e veloce. Ma non poteva lasciare il lavoro a metà, allora aprì la porta e con una felicità malata si diresse verso l'uscita, dove sedevano le bidelle... Antipatiche, noiose e inutili. Il coltello si macchiò di nuovo... Poi, con una calma innaturale, si diresse verso l'ultima classe, quella in fondo al corridoio. Entrò facendo sbettere la porta e la scuola fu invasa da urli e grida di terrore. Quell'ultimo fu un lavoretto appagante, i ragazzi imploravano pietà e aiuto... ma nessuno li avrebbe salvati. Dopo cinque minuti di agonia anche l'ultimo studente fu a terra, morto. Ma il suo piano non era finito li, con non poca fatica portò tutti i corpi nell' ultima classe, separò gli arti e la testa dal busto e fece dei grandi mucchi per ogni categoria. Si sedette solo a lavoro finito, in mezzo alla sua opera. La classe era magnifica, il rosso del sangue era in contrasto con il bianco del pavimento e del muro, anche in corridoio c'erano scie di sangue ancora caldo. Fu proprio così che mi trovarono: in mezzo a un mare di teste, gambe, braccia e busti. Soltanto una testa avevo in grembo. Mi piacevi proprio tanto, Omar...




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