Disclaimers: Percy Jackson
non è una mia creazione.
Can you feel it come back again?
Thalia è di fronte a lui. La sua pelle bianca
sembra traslucida e l’eyeliner nero sopra le ciglia gli ricorda un incrocio fra una Marines e un panda. Luke vorrebbe ridere, ma si
trattiene. La divisa delle Cacciatrici mette in mostra un paio di gambe da antilope,
lunghe e sottili. L’espressione furtiva dei suoi occhi, mentre guarda con
circospezione i dintorni della baia, gli ricorda una cerbiatta.
Luke sente un grumo di parole in gola e gli occhi lucidi, ma rimane
fermo, immobile. Nonostante Thalia sembri nervosa, c’è
qualcosa di pacifico nelle onde dell’oceano che si arricciano, esalanti, sul
ciglio della spiaggia. Tutto è troppo calmo: il mare è un suo nemico, adesso, e
non è mai stato gentile con lui negli ultimi mesi. È da questo piccolo,
insignificante particolare che Luke ha capito di essere in un sogno. Lui, pur
essendo un mezzosangue, non ha mai avuto questo dono, o maledizione, a seconda
di come la si vede. Non l’ha mai voluto: a Luke piace osservare la realtà e
analizzarla. Questo è il suo dono. Ma Thalia è figlia
di Zeus, ha dei poteri che ignorano sia lei che suo padre, e il vecchio Hypnos ha sempre avuto un debole per le figlie di Zeus, un patetico tentativo di ingraziarselo da quella volta che ne subì l’ira per aver obbedito a Era.
Quando sposta gli occhi dalla sabbia, trova il viso di Thalia così vicino che deve indietreggiare di un passo. Si sente,
suo malgrado, le guance in fiamme e il cuore in subbuglio.
Con stizza, esordisce: «Non credevo che le schiavette di Artemide
dormissero la notte.»
Thalia si limita a grugnire, storcendo il
naso, ma non sembra infastidita. Piuttosto, preoccupata. «Sta’ zitto. Stare con
quel mummia di un titano ti ha rincitrullito? I nomi degli dèi hanno ancora
potere, se pronunciati. Anche qui.»
Luke si rendee conto di aver fatto un’enorme
cazzata a parlare di Artemide. Avrebbe dovuto pensare che Thalia
non avrebbe mai dovuto avere a che fare un uomo, men
che meno lui, e che la dea della luna ha particolari affinità con il regno del
sonno. Ma quando c’è di mezzo Thalia, gli riesce difficile
rimanere con la mente lucida. Anche ora, il suo odore di resina e bruciato è
quasi insopportabile, ma stranamente confortante, e lo fa vacillare, come se
sostenesse ancora il peso del cielo sulle spalle.
«Stai zitto, adesso», constata tagliente Thalia.
«Ho poco tempo.»
«Perché mi hai cercato nel sogno, Thalia?»
Lei arrossisce profusamente, abbassando lo sguardo e mordendosi il
labbro, e Luke si sente suo malgrado sorridere.
«Cerco di… Luke, guardati intorno. Te la
ricordi?»
Non ha bisogno di guardarsi intorno per capire cosa intende. Ricorda benissimo.
È una delle tante spiagge in cui lui e Thalia, insieme
a Annabeth, hanno campeggiato in passato, quando lui
avrebbe potuto dire di avere una famiglia. C’era un rifugio, se non ricorda
male, risalendo il fiume.
La sabbia, che nella realtà era cosparsa qua e là da alghe secche e
lattine vuote, in sogno è così bianca da essere abbagliante. O forse è la pelle
di Thalia, rischiarata dall’immortalità.
«Ti ricordi quella volta sulla spiaggia?» continua lei,
sussurrando. «Annabeth dormiva. Tu eri andato a
cercare qualcosa da mangiare e, quando sei tornato, io cercavo le tue impronte
sulla spiaggia…»
Ha ancora il sangue al collo e sulle guance, ma lo guarda in viso con
i suoi due occhi verdissimi cerchiati di nero, come code di un pavone. Quando fa
un passo avanti, questa volta Luke non arretra. I piedi di Thalia
hanno coperto le impronte dei suoi, di piedi, e il sospirò che rilascia gli dà
la sensazione che entrambi siano all’ombra dopo giorni di deserto. Luke si lecca
le labbra, nervoso.
«Non dovrei essere qui.»
Thalia lo guarda triste. «è l’unico posto dove dovresti stare.»
Poi scappa via, correndo fra le onde, facendosi vento come una ninfa.
Quando Luke apre gli occhi, nella sua cabina sulla Principessa Andromeda, sente ancora fra
le dita i granelli di sabbia.
N.d.A. Hypnos nell’Iliade avrebbe obbedito a
Era ed addormentato Zeus per permettere a Poseidone
di aiutare i greci. Io ho solo immaginato che tentasse di rientrare nelle
grazie di Zeus aiutando i figli. How wrong, lo so.
Mi sono auto-promptata, ohibò. @piscinadiprompt
Va beh. Percy Jackson è il mio nuovo amore e
si possono scrivere infinite cose e sono felice, sì!
Detto questo, grazie a tutti per aver letto, per chi recensirà, per
chi preferirà etc.
Bye,
Kaho