Nota legale: Harry Potter © 1997,
J. K. Rowling.
Il qui presente
intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva
dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto
- totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima. Titolo
© MacBeth, 1606, William Shakespeare.
Avvertimenti: slash "fantasmagorico".
Note:
Happy
nonsense.
And
yet are on 't
Ho sempre pensato che non
v'è nessuna felicità maggiore
di quella della
famiglia.
(Fëdor
Michajlovič Dostoevskij)
«Gli altri
lo avevano detto.»
Sirius accarezza con
lo sguardo la testolina blu elettrica di Teddy. Ha quasi due anni.
«Mh?»
Remus lo ascolta distrattamente, mentre osserva accigliato il figlio
arrampicarsi su un’altissima sedia.
«Che
l’avresti trovata, alla fine. Una famiglia.»
Teddy si aggrappa alla
tovaglia per mantenere l’equilibrio precario, ma il risultato
è fin troppo scontato: la caduta ha una colonna sonora di
cocci infranti e pianti. Senza contare il mezzo infarto di Andromeda.
Quando Lunastorta prova a consolare il bimbo cercando di prenderlo in
braccio senza successo, Sirius si scusa mimandogli una smorfia:
“Inconvenienti da fantasma”.
«L’ho
sempre avuta.»
Sorride.
Non sarà
male, l’eternità.
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