Ma liberaci dal Male

di HypnosBT
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            «E tu chi diavolo sei?» esplose Lem, sputacchiando tra i denti marci.
 
Zoe non rispose. L’uomo fece per bloccarle la gola con il proprio bastone, ma Anguy lo fermò.
 
            «È solo una ragazzina, guardala»
 
            «Pecora, lupo o leone?»
 
            «O forse… un pesce?!» aggiunse maliziosamente Tom Sette, accompagnando al proprio ghigno qualche nota acuta.
 
            «Speri sempre che siano delle fottutissime trote, non ti capisco Sette»
 
            «Non hai mai avuto a che fare con i Tully, tu» rispose Tom in modo pacato, senza abbandonare la propria smorfia sardonica.
 
            Lemcloack si concentrò di nuovo su di lei: «Rispondimi, donna!»
 
Si sforzò di parlare, senza avere idea di cosa avrebbe detto. Un balbettio rauco le scivolò fuori dalle labbra spalancate e si scontrò con le nuove minacce di Lem.
 
            «Falla finita e lascia che parli, la stai spaventando» lo rimproverò Auguy. Prendendo in mano la situazione.
 
            «Qual è il tuo nome?» le domandò avvicinandosi. La ragazza si ritrasse istintivamente, senza nascondere il gemito di dolore.
 
            «Zoe» riuscì a rispondere.
 
            «Perché sei qui, ragazzina?»
 
            «Le fiamme mi hanno portato nel vostro mondo» che cosa stava dicendo? Non avrebbe dovuto confessare la verità. Avrebbe potuto spacciarsi per una bastarda qualunque, una Snow, una Water… «Il fuoco ha incenerito le mie ossa» respirava a fatica, il volto rigato di lacrime secche. L’avrebbero uccisa se non avesse immediatamente inventato qualcosa di convincente, e quella intrapresa di certo non era la strada per la salvezza.
 
            «Vi prego, aiutatemi» concluse disperata, la voce nuovamente spezzata dal pianto.
 
            Un lungo silenzio accompagnò le sue parole.
 
            «Questa è pazza» proclamò Lem, estraendo un piccolo pugnale dal fodero.
 
            «No!» Anguy gli si contrappose velocemente, bloccando la sua avanzata. Zoe aveva sgranato gli occhi.
 
            «Tu le… credi?» chiese disgustato.
 
            «Hai già visto anche tu il Lord resuscitare grazie al fuoco, più e più volte. Non spetta a noi comprendere questa situazione» disse Anguy.
 
            «Introdurresti una spia nel nostro campo, seppur nel nome di un dio?» nemmeno Tom era d’accordo.
 
            «Sarà compito di Thoros decidere il valore di questa testimonianza. Io dico di portarla a lui»
 
            Anguy fissava Lem, che a sua volta fissava la ragazza. Rifletté attentamente. Con un calcio fece volare delle foglie secche sul ventre di Zoe, che si contrasse nuovamente, spaventata.
 
            «La responsabilità è tua. Ficcatelo bene in testa, Arciere» si voltò e fece per andarsene, irato. Tom Sette estrasse una benda e la diede ad Anguy.
 
            «Non temere. Avrai modo di dimostrare la veridicità delle tue parole»
 
             Le fasciò accuratamente gli occhi. Zoe riusciva a sentire solamente l’odore nauseabondo dello straccio calato sul naso.
 
             Cercarono di farla camminare, senza successo. Innumerevoli cadute dopo, qualcuno (forse Lem) la caricò sulle proprie spalle. Nonostante tutto si trovò a sospirare sollevata: stava per incontrare Thoros di Myr.

             Ondeggiando, al buio, Zoe costruì il proprio piano.



 




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