Capitolo
I
Un
altro nuovo inizio
Dopo
ciò che le era capitato negli ultimi due anni, aveva imparato
la lezione. La rinuncia alla NYADA, la veloce ascesa a Broadway, la
disastrosa esperienza televisiva le avevano lasciato i segni, ma le
avevano anche insegnato che bruciare le tappe non porta più
velocemente al raggiungimento del proprio sogno, ma solo a
precipitare più rapidamente.
Ho
deciso di prendermi il tempo giusto per ogni passo.
Aveva
scelto di ricominciare da dove aveva interrotto: la NYADA. Aveva
pregato, scongiurato Madame Tibidaux e alla fine era stata riammessa.
Le
era costata fatica rinunciare allo spettacolo di Broadway. Per un po’
l’idea di calcare nuovamente quel palcoscenico l’aveva
accarezzata: sarebbe stato un sogno recitare nuovamente in un
musical.
Con
Jesse St. James.
Aveva
scelto la NYADA, la strada più difficile.
Ho
rinunciato a Broadway … a Jesse.
Sapeva
che se solo avesse voluto lo avrebbe avuto. Un passo di danza a due,
solo loro due. Il bacio che si erano scambiati l’ultima volta e
la canzone che avevano cantato ne erano la prova.
Un
bel duetto. Un ottimo bacio.
Da
quando Finn era morto, Rachel si era sentita persa e sola, con il
cuore talmente vuoto da essere difficile da riempire con qualcosa di
banale.
Finn
il mio primo grande amore.
Una
lacrima le solcò il viso e lei la lasciò scivolare.
Aveva sempre pensato, durante tutta la loro storia, anche nei momenti
di difficoltà o di separazione, che un giorno, dopo aver
raggiunto il meritato successo, sarebbe tornata a Lima da lui.
Ma
Finn è morto.
E
lei era diventata una vedova senza matrimonio. Con il palmo della
mano tolse delicatamente la lacrima dalla sua guancia.
Aveva
ripensato a tutti i ragazzi con cui era stata.
Puck,
solo per dimostrare che anche il brutto anatroccolo può
frequentare il figo della scuola.
Un
fallimento. Niente li accomunava, troppo selvaggio, troppo egoista e
con poche aspirazioni per renderla felice.
Jesse
e il suo fascino, il suo talento e la sensazione di sentirsi una diva
senza avere il palco sotto i piedi.
Si
era divertita con lui e si era sentita amata, ma tutto era stato una
finzione, un illusione e una vera umiliazione perché
quell’egocentrico aveva iniziato una storia con lei solo perché
era stata Shelby a volerlo.
Finn,
casa. Nulla da aggiungere.
Amore
amore amore. Il quarterback della scuola era stato il suo grande
amore, ma Lima era troppo piccola per contenere la loro storia e New
York era troppo grande. E così era finita.
Poi
Brody, l’ipocrita, il falso.
Stando
con lui aveva avuto l’illusione di poter diventare quella che
non era mai stata: una donna sensuale e sexy, capace di conquistare
il ragazzo dei desideri. Alla fine si era scottata, perchè
Brody l’aveva tradita con mille altre donne. Per soldi, non per
amore, certo.
Ma
quale è la differenza? Un tradimento è sempre un
tradimento.
Tra
lei e Puck non aveva funzionato perché entrambi erano
innamorati di altre persone, mentre con Jesse le bugie del ragazzo le
avevano sottratto tutto il sentimento, ma essere traditi per soldi
non era accettabile, soprattutto per una ragazza piena di orgoglio
come lei.
E
infine Sam, la sua ventata di freschezza.
La
loro breve relazione le aveva ridato serenità e tranquillità.
Una sorta di ritorno a casa, ma Sam non era Finn e lei non poteva
accontentarsi della sua controfigura. Perché l’affetto
non può riempire il vuoto lasciato dall’amore. E così
anche con Sam era finita, senza sceneggiate ne tradimenti.
La
felicità, quella con la F maiuscola l’aveva avuta in
premio con il suo Finn, quella che ogni giorno che ti svegli è
un giorno speciale. Quella in cui se chiudi gli occhi non desideri
altro, perché hai già tutto ciò di cui hai
bisogno. Quella in cui se pensi di dover morire subito non ti importa
perché sai che lo farai tra le braccia del tuo amore.
Eppure.
Con
Jesse sono stata felice, anche se è durato lo spazio di un
secondo.
Cantare
con Jesse la rendeva felice. Sentirlo cantare la rendeva felice.
Un’altra lacrima le solcò il viso. Era la voce di Finn
che le sussurrava all’orecchio. Non riusciva però a
riconoscere la canzone che le stava cantando. Con il palmo della mano
scacciò anche la seconda lacrima, questa volta con un po’
più di rabbia.
E’
il mio nuovo inizio. La mia rentrée e non voglio essere
triste. Addio Finn, Au revoire Jesse. A mai rivederci Brody. Andate
in pace Puck, Sam e tutti voi con i quali non ho mai avuto una
storia.
Alzò
lo sguardo verso la porta di ingresso della NYADA. Si era svegliata
presto quella mattina, o forse non era andata neanche a dormire, era
talmente stanca da non ricordare.
Eppure
l’adrenalina che le scorreva in tutto il corpo le davano il
giusto senso di euforia, necessario per affrontare la difficile
giornata che l’aspettava: un nuovo inizio, in un posto in cui
se ne era andata sbattendo la porta.
Per
questo sono qui, per ricominciare. Benvenuta nuova vita.
Si
alzò dalla panchina sulla quale era ormai seduta da ore e poi
si sedette di nuovo. Era ancora presto per entrare. I primi studenti
stavano varcando le soglie di quella scuola, ma lei non voleva essere
tra i primi. Tutti troppo giovani ed agitati per non dare l’idea
di vivere quell’esperienza con paura e terrore.
Lei
era più brava, più matura, aveva esperienza e doveva
dimostrare di sapersi controllare. Per questo si sedette nuovamente e
riprese a volteggiare tra i suoi pensieri.
Aveva
fatto bene a rinunciare allo spettacolo, glielo aveva detto anche il
professor Shuster, ma rivederlo, così cambiato – più
maturo, più rilassato e sereno – ma sempre così
uguale a se stesso – pieno di talento e di sicurezza nelle
proprie capacità – le aveva lasciato un senso di
inquietudine addosso.
I
pochi minuti passati con Jesse le avevano fatto dimenticare Sam e le
avevano dato l’idea di avere una prospettiva. Qualcosa a cui
aveva rinunciato con la morte di Finn e che le era sembrata
nuovamente accessibile con un semplice bacio sfiorato: la felicità,
quella con la F maiuscola. Eppure lo aveva lasciato andare e lui non
aveva insistito per convincerla ad accettare l’offerta di
Broadway.
Ho
detto au revoire Jesse St. James.
Ancora
una volta, Rachel e Jesse avevano preso strade diverse. Una ruga le
si formò sulla fronte. Era il destino che aveva stabilito che
loro due non dovevano stare insieme. Non poteva essere altrimenti.
Come il destino aveva deciso per lei e Finn,
Era
evidente che il suo percorso doveva essere solitario. La fama e il
successo doveva raggiungerli con le sole sue forze. Non c’era
altro da dire.
Sospirò,
lasciandosi scivolare sulla panchina. In fondo Jesse St. James non
era la soluzione ai suoi problemi. Probabilmente i suoi sentimenti e
le sue illusioni erano semplicemente dettate dal ricordo che aveva di
lui e del tempo speso insieme a lui.
Tempo
passato tra Jesse e Finn.
Bel
tempo. Desiderata, amata, ammirata.
Probabilmente, il suo desiderio di pensare a Jesse era
legato alla sua voglia di ricordare Finn.
Si
ricompose, e poi concluse che in fondo, la verità era che lei
doveva andare avanti, senza più guardarsi indietro.
Si
alzò nuovamente e questa volta cominciò a camminare
verso la porta d’ingresso della NYADA. Il suo obiettivo era
risalire la china: laurearsi, diventare un’attrice di Broadway
e vincere uno o più Tony Awards e tutto questo lo doveva fare
da sola.
Ciao
a tutti. Mi è capitato di scrivere delle storie su Glee, o
meglio su Rachel e Jesse e visto il modo in cui si è conclusa
la serie non potevo non scrivere questa terza storia.
So
che se Cory Monteith fosse vivo il finale sarebbe stato completamente
differente e che Rachel sarebbe tornata da Finn, ma purtroppo così
non è stato e secondo me quello scelto da Ryan Murphy e’
stata forse la scelta più sensata. In fondo Rachel e Jesse
hanno sempre avuto una certa alchimia.
Anyway.
La storia racconta il modo in cui i due si ritrovano e si innamorano
a New York. Ci saranno altri personaggi (gli immancabili Kurt, Blaine
e Santana; Cassandra e Brody e altri), ma i protagonisti sono Rachel
e Jesse, no doubts … e in un certo senso anche il ricordo di
Finn … non è che un grande amore può dileguarsi
come neve al sole .
Ultima
cosa. Il titolo della storia “Goodbye, Hello” richiama la
canzone dei Beatles (che anche il Glee cantò nella prima
serie), ma con le parole invertite: l’arrivederci è per
Finn, il ciao è ovviamente per Jesse (doppio riferimento alla
canzone di Lionel Richie).
Enjoy.
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