Troppo vuoto per farlo

di Ronnie92
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Cosa dici a una persona che va via da te?
Un tempo indefinito, che può essere un anno o tutta la vita.
Cosa dici a chi ti lascia perché non è pronto ad amarti, come tu ami?
La puoi lasciare davvero senza strascichi, senza rimpianti e senza perdere parte della tua anima?
Io no.
Io sono morto e rinato, tante volte quanto mi hanno raccolto e abbandonato.
Non starò a dire “è la vita, funziona così”. Non me ne frega niente di come va la vita.
Non fa meno male perché, bene o male, capita a tutti.
Certi dolori non scompaiono mai. Si attenuano, ma non scompaiono.
Restano sepolti nel fondo del barile. Di quelli che basta smuovere un po’ le acque che subito ritornano a galla, pronti a dilaniare le ferite che, pian piano, hai cercato di ricucire.
Non sono mai davvero cicatrici, perché sotto ancora pulsa vita, è carne viva.
Come fai a non guardare indietro, quando è proprio dietro che ricordi la vita?
Come fai a non versare lacrime quando una persona così non la ritroverai più, in virtù dell’unicità di ogni singola persona?
Ho il mal di vita certe volte.
Vorrei solo smettere di pensare, cadere follemente in amore, amare e vivere di quell’amore per sempre.
Poi penso che non potrei più scrivere.
E’ strano che la mia fonte principale di ispirazione sia il dolore? Non credo.
Anche perché il dolore è ciò che ci plasma, ci rende forti.
E proprio a te, te che sei solo e vuoi un abbraccio d’amicizia, d’amore, un semplice saluto.
Proprio tu, ti do il mio abbraccio.
Perché capisco il dolore della perdita, il sacrificio della sconfitta, la cattiveria del “non poter scegliere”.
Siamo tutti su una barca piccola e scomoda quando parliamo di dolore.
E non è facile farlo smettere, non lo è mai.
Ma il conforto, anche solo per qualche istante, lo si può ricercare in ciò che amiamo: la musica, la scrittura, la corsa, il confronto, la dialettica, un abbraccio.
E si, il dolore spinge la mia scrittura, afferra il mio stomaco come una tenaglia, ma la scrittura è la mia catarsi.
Mi libera, per qualche istante, di un male che porto dentro da solo. Proprio perché so che ognuno di noi porta questo peso, a te mia: amica , amante, confidente, ti lascio la parte di me che più amo. La parte di me che è più pura e senza maschere, senza filtri, né censure né  finzioni. Il vero me, il mio dolore.




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