Rivali
di guerra
Capitolo
4
Entrambi sbarrarono
gli occhi appena videro l'enorme colosso sbucare d'innanzi a loro da
quella che pareva una foresta. La neve aumentava, la visibilità
era scarsa ed entrambi, troppo presi a bisticciare l'uno con l'altro,
avevano ignorato il pericolo.
Senza esitazione,
Darius brandì la sua ascia e con un espressione infastidita,
osservò l'enorme troll marciare verso di loro.
Tundle si chiamava se
non ricordava male.
-Siamo nei suoi
territori...-Mormorò Quinn fra sé e sé. -Non
siamo ospiti ben graditi.-
-è un nemico
quindi.-Quando mai c'erano amici? Faceva differenza?
Stringendo la presa,
si preparò per la battaglia.
Non era al meglio,
doveva ammetterlo almeno con se stesso.
Non sembrava avere
niente di rotto, ma la caduta l'aveva stordito non poco, altrimenti
mai si sarebbe fatto cogliere così impreparato da lei.
Pronta anche lei a
difendersi, mentalmente il suo pensiero andò alla balestra
distrutta e questo significava che non aveva armi con se. Fantastico.
Il suo più
fidato amico però, sembrava ancora svenuto tra la neve.
Ignorando il dolore,
corse verso di lui e lo prese tra le braccia. Con mani leggere, tolse
la neve da sopra le sue piume bluastre e rendendosi conto che in
quella battaglia era inutile, si limitò a fissare il noxiano
che aveva preso posizione di fronte a lei.
-Voi!!!-Le urla del
Troll investirono i due.-Siete nei miei territori! Morirete!-
-Questo è da
vedere!- Lo sfidò Darius stampandosi in volto un ghigno
strafottente. Quell'uomo era così dannatamente esaltato dalla
guerra che ogni dichiarazione nemica sembrava un invito a nozze.
Non appena si sentì
pronto, corse contro il nemico e in un tempo breve, la sua enorme
ascia cozzò contro la feroce mazza di Tundle. Non appena le
due armi si scontrarono, la neve aumentò e tutto sembrò
essere così lento e freddo.
Se Darius non le
avesse rotto la sua balestra, avrebbe potuto dargli una mano...
Rendendosi conto di
quei pensieri, si diede mentalmente un cazzotto e alzandosi in piedi,
decise di approfittare della sua distrazione per fuggire lontana.
Non doveva niente a
quel noxiano.
Aveva fatto fuori più
della metà dell'esercito di Demacia e aveva una ferocia
assurda.
Se il troll non si
fosse occupato di lui, l'avrebbe fatto il gelo. Stringendo a se
Valor, zoppicante e mantenendo un basso profilo, corse dandogli le
spalle verso la direzione esatta da prendere.
Più o meno
ricordava adesso dove si trovava. Il regno del Frejlord era diviso in
molte zone. Se avesse raggiunto i regni di Ashe, allora sarebbe stata
salva. Tra tutti in quella landa, era l'unica che fosse ben aperta al
dialogo.
-DOVE STAI
SCAPPANDO!?- Sobbalzò non appena la potente voce di Darius la
sorprese.
Merda, si era accorto
della sua fuga...
Stringendo i denti e
ignorando la caviglia, corse a perdifiato lontano dallo scontro con
la speranza di seminarlo.
Pazza anche solo a
pensarlo.
“Quella donna
pensava di farmela” si infuriò il moro non appena aveva
sentito i suoi passi e il suo respiro accellerare. Non le avrebbe
permesso di allontanarsi da lui.
Dando una potente
spallata a Tundle e mandandolo a terra, volse le spalle al nemico e
partì all'inseguimento.
Non era veloce,
poteva raggiungerla in poco tempo.
Lui sapeva chi era...
Sapeva che era una
specie di ranger e sapeva dove diavolo si trovavano.
Lei era la sua mappa
per tornare a Noxus ma anche ben altro...
In tempo record,
ho scritto il quarto capitolino.
Ebbene,
l'ispirazione deve essere sfruttata.
Cosa abbiamo qua
dunque?
Quinn che fugge e
Darius che la rincorre.
Il ragionamento di
Darius, sebben confuso, ha senso.
Quinn sa dove si
trova e lui no.
Quinn conosce alla
perfezione Demacia e lui, ovviamente no.
Con lei come
prigioniera, Noxus stasera festeggia con Tavernello e lampredotto.
Insomma, staremo a
vedere se Quinn raggiungerà mai Ashe...
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