Buon
Natale a tutti. Dedico la mia storia a chiunque abbia voglia di
leggerla, sperando possa essere per voi un regalo di Natale gradito.
AND SO THIS
IS CHRISTMAS
is
Christmas Time!
I pirati non vanno mai in vacanza e anche durante le feste vagano per
gli oceani, alla ricerca di nuove avventure e di tesori. La rotta del
Grande Blu in particolare è famosa per essere percorsa da
ogni tipo di pirati. Di solito si tratta di gente strana, senza
scrupoli ma anche di tipi decisamente insoliti e curiosi. Tra questi
ultimi rientrava a pieno titolo la ciurma si Rufy Cappello di Paglia.
Avevano lasciato da poco la fortezza di Navarone dopo essere tornati
dall’isola nel cielo. Durante il loro viaggio avevano vissuto
un numero incredibile di avventure. Il loro capitano Rufy e il loro
spadaccino Zoro si erano guadagnati una taglia e la marina era disposta
a pagare per la loro testa rispettivamente cento e sessanta milioni di
Berry. La loro nave faceva rotta sicura verso la prossima isola,
seguendo le indicazioni del log pose. A bordo i ragazzi stavano
consumando un tranquillo pasto natalizio. Almeno, era tranquillo
rispetto al solito.
“Wow,
Sanji! Hai superato te stesso!”
Disse Usup guardando
come ipnotizzato la tavola imbandita con i manicaretti del loro cuoco.
Per il pranzo di Natale aveva dato il meglio di sé.
“Non dire
sciocchezze, Sanji supera sempre se stesso. È il migliore
cuoco di tutti i mari!”
Disse Rufy
assaggiando qua e là. Non riusciva a resistere alla vista di
tutto quel ben di dio anche se sapeva bene che il cuoco lo avrebbe
calciato via. A lui non importare, quelle squisitezza valevano il
rischio di una rissa con Sanji.
“Grazie
Rufy!”
Rispose Sanji
accendendosi una sigaretta soddisfatto. Amava cucinare e non poteva che
essere felice che i suoi sforzi venissero apprezzati. Il capitano
rimase stupito dalla mancata reazione del cuoco. Alzò le
spalle e continuò a rubare il cibo, il natale aveva messo di
buonumore anche Sanji.
“Tze!”
Mormorò
Zoro alle spalle del cuoco.
“Che vuoi
testa d’alga? Sei geloso per caso!”
Disse Sanji
aggredendo lo spadaccino. Non si odiavano davvero, era solamente il
loro modo di fare.
“No, penso
solo che Rufy non sia un giudice obiettivo.”
Rispose lo spadaccino
tranquillo. Ogni occasione era buona per provocare il damerino, anche
se era Natale. Dovevano pure divertirsi in qualche modo, no?
“E per
quale ragione, sentiamo?”
Chiese Sanji
preparandosi a una delle famose risse con lo spadaccino. Gli altri
guardavano la scena rassegnati. Quei due erano incorreggibili.
“Perché
mangia qualsiasi cosa!”
Rispose Zoro
sfoderando le sue spade. Sanji non si spaventò e si
portò il posizione di attacco.
“Non la
smettono nemmeno a Natale?”
Chiese Chopper a
Robin.
“Così
pare..”
Rispose
l’archeologa divertita dalla scena.
“Accidenti
ho la pancia piena, non riuscirei a mangiare neppure una
nocciolina.”
Dichiarò
Rufy una volta finito di mangiare. A differenza degli altri aveva fatto
parecchie volte il bis, come al solito. Quando c’era del cibo
il loro capitano si trasformava in una sorta di pozzo senza fondo che
inghiottiva qualsiasi cosa.
“Anche
io!”
Concordò
Usop massaggiandosi lo stomaco.
“Ci
vorrebbe un po’ di movimento. Giusto per smaltire il
pranzo.”
Osservò
Zoro.
“Non
c’è mai la Marina quando serve!”
Disse sconsolato Rufy
scrutando l’orizzonte dove non c’era nessuna nave
in vista.
“Ma siete
impazziti?”
Chiese Nami fissando
il capitano e lo spadaccino come se fossero due alieni. Erano pazzi a
voler andare a cercare la marina l’unica volta che non
l’avevano alle costole.
“Perché?”
Chiese con fare
innocente Rufy. La navigatrice scosse la testa, stupita dalla
stupidità del suo capitano.
“Lasciala
dove sta la Marina che è meglio.”
Concluse Nami
arrabbiata.
“Ma io mi
annoio.. Facciamo qualcosa?”
Si lamentò
Rufy.
“Rufy ha
ragione. Volete sentire una storia?”
Chiese Usop
preparandosi a narrare una delle sue innumerevoli avventure frutto
della sua immaginazione.
“No, non ne
possiamo più delle tue storie. Risparmiaci almeno a
Natale.”
Protesto Sanji con
l’appoggio dei compagni fatta eccezione di Chopper. Per
qualche strana ragione la piccola renne credeva a tutto quello che Usop
raccontava, anche le storie più assurde.
“Sei
cattivo!”
Brontolò
il cecchino.
“Lo so,
sono anche pericoloso!”
Rispose Sanji
preparandosi a sferrare uno dei suoi potenti calci.
“Aiuto!”
Urlò Usop
scappando a nascondersi dietro Rufy.
“Però
l’idea del nasone non è male.”
Osservò
Nico Robin chiudendo il libro che stava leggendo.
“Grazie
Robin, meno male che tu mi capisci.”
Disse Usop, felice
che almeno qualcuno lo capisse.
“Visto che
è Natale ognuno di noi potrebbe raccontare del regalo
più bello che abbia mai ricevuto per Natale.”
Propose Robin
sorridendo. Era una buona occasione per scoprire qualcosa di nuovo
sugli altri membri della ciurma. Questo per loro era il primo natale
insieme.
“Accidenti
questa si che è una bella idea!”
Esclamò
Nami sorridente.
“Bene,
comincio io. Il regalo più bello che abbia mai ricevuto
è stato una cravatta rossa. È stato il primo
regalo che mi ha fatto Zeff. Quando me lo ha dato ho capito che
nonostante tutto mi voleva bene.”
Raccontò
il cuoco ritornando con la mente a quel momento. Era passato qualche
anno dal naufragio ma lui era convinto che il vecchio Zeff lo odiasse
ancora. Per colpa sua aveva perso tutto, la sua nave, la sua ciurma e
persino una gamba. Quel regalo era stata la dimostrazione di quanto il
vecchio tenesse a lui.
“Patetico!”
Commentò
Zoro a mo’ di provocazione.
“Zitto
stupido spadaccino!”
Gli rispose acido il
cuoco accedendo l’ennesima sigaretta della giornata con fare
nervoso.
“E tu
invece?”
Chiese Chopper allo
spadaccino.
“Questi tre
orecchini a forma di spada. Me li ha regalati la persona a cui ho
promesso che sarei diventato lo spadaccino più forte del
mondo.”
Rispose Zoro
indicando gli orecchini che portava sull’orecchio. Il suo
pensiero tornò alla sua cara amica d’infanzia e
alla sua prematura fine.
“Robin?”
Chiese Nami curiosa.
“Una penna
e un quaderno. Me li aveva mandati mia madre. Li conservo
ancora.”
Rispose Robin
ripensando a quel regalo. Sua madre glieli aveva donati con la speranza
che gli servissero per scrivere dei cento anni di vuoto. Sua madre
sperava con tutto il suo cuore che lei riuscisse a compiere quello che
non era riuscita a portare a termine lei, aveva riposto in lei tutta la
sua speranza e non poteva deluderla.
“Dai, tocca
a te Nasone.”
Disse Robin guardando
il cecchino curiosa di sapere qualcosa su quel ragazzo così
strano. Diceva molte bugie ma era un ragazzo dal cuore d’oro
che aveva sofferto moltissimo nella vita.
“Una
fionda. Mio padre ci aveva già lasciati e noi eravamo molto
poveri così mia madre me la costruì con le sue
mani.”
Raccontò
tristemente Usop con lo sguardo perso nel vuoto. I compagni capirono
che non si trattava di una bugia ma della verità. Nelle sue
parole non c’era risentimento per quel padre che li aveva
lasciati per inseguire i suoi sogni nel mare ma solo molta nostalgia.
Era sicuro che prima o poi lo avrebbe rivisto, che si sarebbero
incontrati e che suo padre sarebbe stato fiero di lui e di quello che
era diventato.
“Che storia
triste.”
Commentò
Chopper triste.
“E tu
dottore?”
Chiese Nami.
“Beh, non
c’è nessuno oggetto in particolare. Il regalo
più bello che ho mai ricevuto è stato la fiducia
della dottoressa.”
Mormorò
Chopper mentre gli occhi diventavano lucidi. Per lui era strano che gli
altri si fidassero di lui.
“Nami?”
Chiese Zoro.
“Un
ciondolo a forma di mandarino.”
Disse la ragazza
sorridendo.
“Ma allora
è una fissa..”
Borbottò
Usop a mezza voce.
“Che hai
detto?”
Sibilò
Nami arrabbiata fissando intensamente il cecchino.
“Niente!”
Si
affrettò a rispondere il ragazzo spaventato dalla reazione
della navigatrice.
“Meglio
cosi! Me lo ha regalato mia madre.”
Rispose Nami
addolcendosi all’improvviso ricordando sua madre.
“E tu Rufy?
“
Chiese Sanji curioso.
“Come se ci
fosse bisogno di chiederlo. Il tuo capello giusto?”
Osservò
Usup sicuro. Rufy sorrise.
“No, quello
me lo ha affidato Shank. Il regalo più bello che ho mai
ricevuto per Natale è questo bracciale. “
Disse Rufy indicando
il suo polso. Era un bracciale molto semplice in cuoio.
“Chi te lo
ha regalato?”
Chiese Nami curiosa e
sorpresa. Tutti loro pensavano che l’unica cosa a cui il
capitano tenesse davvero fosse il suo cappello di paglia, non
immaginavano che quel braccialetto fosse così importante per
lui.
“Mio
fratello. Diceva che era di nostra madre, ne aveva due uguali. Uno lo
ha lasciato a me e l’altro a mio fratello Ace.”
Spiegò il
capitano fissando intensamente il bracciale. Gli ricordava il suo
fratellone e gli faceva sentire vicina quella madre che aveva
conosciuto per così poco tempo. Chissà se la sua
vita sarebbe stata diversa se fosse cresciuto in una famiglia normale,
con un padre e una madre, e chissà che cosa stava facendo
Ace, era tanto che si erano separati. Gli mandò mentalmente
gli auguri di Natale.
Qualche isola
più in là un’imponente nave della
Marina era ormeggiata in una baia. Nella calma più totale
c’era una ragazza che correva frenetica sul ponte, alla
ricerca di qualcuno.
“Capitano
Smoker?”
Mormorò
timidamente una strana ragazza con gli occhiali guardandosi intorno e
individuando alla fine un uomo seduto a un tavolino che sorseggiava un
the.
“Che vuoi
Tashigi?”
Chiese in malo modo
il capitano, intento ad accendersi l’ennesimo sigaro. Era
incredibile, riusciva a fumarne anche più di uno alla volta.
“Volevo
farle gli auguri, oggi è Natale.”
Rispose la ragazza
prendendo di sorpresa l’uomo. Si era completamente
dimenticato del Natale. Dare la caccia ai pirati di Cappello di Paglia
assorbiva tutte le sue energie e gli faceva dimenticare tutto il resto.
“Davvero?
Non ti facevo così sentimentale.”
Commentò
Smoker, cercando di recuperare la sua freddezza. Tashigi
però si era accorta che aveva stupito il suo superiore.
“Oh beh..
Io..”
Balbettò
la ragazza.
“Che ti
prende?”
Chiese Smoker
allibito dal comportamento della ragazza.
“Le ho
preso un regalo.. Tenga..”
Disse Tashigi
lanciandogli in braccio un pacchettino e scappano subito dopo rossa in
viso.
“Quella
ragazza è davvero strana.”
Disse Smoker
scuotendo la testa. Il suo sguardo cadde sul pacchetto che la ragazza
gli aveva lasciato. Incuriosito lo aprì e ci
trovò un accendisigari. Prese dalla tasca un sigaro e
collaudò immediatamente il regalo.
Nel bel mezzo del
deserto vi era un regno nel più totale caos. Nel palazzo
reale, situato nella capitale di quel piccolo regno, tutto era pronto
per festeggiare il Natale. O almeno, tutto sarebbe stato pronto se la
principessa non fosse sparita nel nulla.
“Principessa?
Dove sarà andata a finire?”
Chiese Chaka entrando
in un salone dove dei camerieri stavano apparecchiando per il pranzo di
Natale e facendoli sobbalzare spaventati.
“Bibi?”
Chiamò Re
Cobra preoccupato. La sua unica figlia Bibi era scomparsa, nessuno era
in grado di dire dove si fosse cacciata. L’intero palazzo la
stava cercando con trepidazione e lui non poteva starsene con le mani
in mano, non era da lui.
“Dannazione
Pell come hai fatto a perderla di vista?”
Sbottò
Igaram furioso. La sua Bibi, non era da lei sparire così.
Temeva che si fosse cacciata nei guai. Dopo tutto quello che aveva
passato per liberare il regno dalla morsa di Crocodile non poteva
permettere che soffrisse ancora.
“Non sono
l’unico mi sembra.”
Rispose il falco in
modo sicuro, facendo arrossire Igaram. Bibi era sparita riuscendo a
sfuggire al controllo di tutti loro.
“Basta
discutere e cercate mia figlia.”
Li
richiamò all’ordine re Cobra con fare severo
mentre scuoteva la testa rassegnato. A volte gli sembrava di avere a
che fare con dei bambini, quando si trattava di Bibi perdevano tutti la
ragione.
“Sire si
calmi, non può essere uscita dal castello.”
Osservò
Chaka cercando di tranquillizzare il re.
Fuori dal palazzo una
ragazzina stava guardando l’orizzonte, con le gambe a
penzoloni oltre le mura della città.
“Karl
è così bello qui..”
Disse Bibi chiudendo
gli occhi e gustando a pieno il vento caldo che soffiava dal deserto.
Quel posto le ricordava molte cose. Era stato teatro di una terribile
battaglia che era riuscita a vincere con l’aiuto di una
ciurma davvero speciale. La principessa si chiese cosa stavano
combinando in quel momento. Una voce la distrasse dai suoi pensieri.
“Buon
Natale bella principessa!”
“Kohza! Che
ci fai qui?”
Chiese Bibi, stupita
di trovarsi di fronte il suo caro amico d’infanzia. Durante
la guerra civile entrambi avevano combattuto per il bene del loro paese
ma poi lui era tornato all’oasi di Yuba e non si erano
più visti. Ognuno doveva portare a termine i propri compiti
in città diverse per il bene del regno.
“Mio padre
doveva vedere il re, così ne ho approfittato per venire con
lui e rivedere una vecchia amica.”
Spiegò
l’ex capo dei ribelli con un sorriso sulle labbra, felice di
poter passare un po’ di tempo con Bibi come ai vecchi tempi,
senza che nessuno cercasse di ucciderlo o di uccidere lei.
“Hai fatto
benissimo! Mi sei mancato tanto!”
Disse la ragazza
abbracciandolo. Era così bello rivederlo dopo tanto tempo,
era come se non se ne fosse mai andato. Era stata molto in pensiero per
lui, ed era felice che non fosse morto durante gli scontri di qualche
tempo prima.
“Anche tu!
Penso sia meglio tornare a palazzo.. Ti stanno cercando
tutti.”
Disse dolcemente
Kohza.
“Uffa, sono
troppo apprensivi! Non sono una bambina.”
Si lamentò
Bibi. A volte non sopportava tutte quelle regole, servivano solo a
limitare la sua libertà e a farle pesare i propri obblighi.
“Sei la
principessa del regno e un giorno ne sarai regina. È normale
che si preoccupino per te.”
Osservò
Kohza divertito. I due ragazzi si avviarono verso il palazzo e
incrociarono un agitatissimo Igaram. Appena li vide gli corse in contro.
“Principessa
Bibi! Sire eccola! Che dio si ringraziato!”
Urlò
l’uomo con le lacrime agli occhi.
“Grazie
Koza! Perché non ti fermi con noi per Natale? Ovviamente
è invitato anche tuo padre.”
Disse il re, felice
di rivedere la figlia e quel ragazzo. Aveva fatto molto per il regno,
era pronto a dare la vita per Alabasta. Re Cobra non poteva
dimenticarlo.
“Sono
onorato per l’invito.“
Rispose Kohza, felice
di passare la giornata a palazzo.
Il pranzo fu
abbondante e squisito ma Pell non fece a meno di notare lo
strano comportamento di Bibi. Era più silenziosa del solito.
“Che
c’è Bibi? Sembri pensierosa..”
Chiese il falco con
dolcezza.
“Sta
pensando a una certa ciurma di pirati..”
Rispose Igaram
leggendo nella mente della ragazza.
“Si, mi
mancano molto.”
Ammise Bibi con un
sorriso triste. Le capitava spesso di pensare alla Merry e ai pirati
che solcavano i mari con lei. Molte volte si era chiesta come sarebbe
stata la sua vita su quella nave, con loro. Sarebbe stata senza dubbio
diversa ed entusiasmante. Su quella nave non ci si annoiava mai, o
meglio. Con Rufy non ci si annoiava mai.
“Ti
dispiace non essere partita con loro?”
Chiese Kohza
all’improvviso. Quella domanda gli girava in testa da un
po’. Bibi sembrava davvero felice insieme e loro, erano molto
affiatati nonostante si conoscessero da poco tempo.
“Il mio
dovere era rimanere insieme al mio popolo e fare in modo che tutti gli
sforzi fatti per cacciare Crocodile non fossero andati persi. E poi
sono sicura che prima o poi ci rivedremo. Anche se siamo lontani la
nostra amicizia non avrà mai fine.”
Rispose la
principessa Bibi con decisione. Il suo destino era diventare regina e
il suo sogno era rendere Alabasta un paese felice e prosperoso. La
ciurma si Rufy gli aveva insegnato a credere nei sogni e a inseguirli
fino alla fine, anche quando sembrano irrealizzabili. Non li avrebbe
delusi. Sarebbe diventata una regina e li avrebbe accolti a braccia
aperte quando si sarebbero incontrati ancora anche se questo sarebbe
significato mettersi contro la Marina e il Governo, i suoi amici erano
più importanti.
“Che belle
parole principessa.”
Disse Chaka ammirato.
“Sei
cresciuta davvero tanto.”
Osservò
Kohza fissandola intensamente. I suoi occhi mostravano amicizia,
rispetto e ammirazione. Sarebbe stata una grande regina, lo sapeva.
“Che ne
pensi dei tuoi regali? Ti sono piaciuti?”
Chiese re Kobra con
un tono affettuoso.
“Il regalo
più bello è riavere ancora tra noi
Pell.”
Rispose Bibi
sorridendo e correndo ad abbracciare l’amico che aveva
creduto morto dopo la battaglia contro Crocodile.
Su un’isola
poco frequentata della rotta maggiore c’era molto fermento.
Un gruppo di uomini era riunito intorno ad alcune tende e stava
mangiando, bevendo e cantando. Oltre a loro non c’era nessuno
sull’isola. La bandiera che sventolava sulla loro nave teneva
le altre navi pirata al largo.
“Ciurma,
dobbiamo festeggiare. Preparate i calici e facciamo un
brindisi!”
Urlò un
uomo dai capelli rossi richiamando l’attenzione delle persone
che lo circondavano. Sembrava abbastanza ubriaco ma nonostante questo
incuteva rispetto ed ammirazione dei suoi sottoposti. Chi lo conosceva
bene sapeva che la sua aria allegra e ridicola ingannava, in
realtà era uno dei pirati più temuti della rotta
maggiore.
“Ma
capitano Shank, sei sicuro? Non mi sembri troppo lucido..”
Gli rispose un uomo
con una strana fascia in fronte, smettendo per un attimo di pulire una
pistola.
“Certo
Yasop, oggi è un giorno speciale.”
Rispose Shank
barcollando verso il cecchino e porgendogli una bottiglia di rum.
“Per te
è sempre un giorno speciale se si tratta di bere.”
Fece eco divertito un
altro uomo alle sue spalle brandendo un grosso cosciotto a
mo’ di arma.
“Eh si, hai
ragione ma oggi lo è di più. È
natale!”
Osservò
divertito l’allegro capitano, versandosi
un’abbondante dose del liquore.
“Hai
ragione capitano, lo avevo dimenticato.”
Rispose Lucky Lou,
scatenando le risate dei compagni.
“Per forza,
sei sempre ubriaco come una spugna.”
Disse divertito il
capitano, lanciando lontano una bottiglia vuota. Per lui essere pirati
voleva dire passare la vita per mare andando all’arrembaggio
e vivendo mille avventure. Non era importante fare soldi ma divertirsi
e avere sempre una buona bottiglia tra le mani.
“Senti chi
parla!”
Mormorò
Yasop alle spalle del capitano, dandogli un’amichevole pacca
sulla spalla.
Molte miglia
più in là una nave stava affrontando sicura le
onde. Una donna era sul ponte e guardava l’orizzonte
appoggiata alla balaustra.
“Ehy
Albida.”
Disse Bagy
avvicinandosi alla donna.
“Che
c’è Bagy?”
Rispose lei senza
voltarsi.
“Mi
chiedevo se potessimo fermarci su un isola e andare in una
locanda.”
Iniziò
Bagy.
“Pensavo
dovessimo trovare un tesoro e cappello di paglia..”
Osservò la
donna fissando incuriosita l’uomo. Era una richiesta molto
strana da parte sua. Di solito Bagy era contrario a tutto
ciò che li distraeva dai loro obiettivi.
“È
Natale, potremmo fare una pausa e festeggiare con la ciurma.”
Propose Bagy.
“Hai
ragione. Facciamo rotta per la prossima isola!”
Approvò la
donna. Bagy a quelle parole sorrise e si voltò verso la
ciurma.
“Avete
sentito gente? Alla prossima isola scenderemo a festeggiare!”
Urlò
rivolto ai compagni. Immediatamente si levarono grida di approvazione.
Erano tutti felici di festeggiare il Natale.
“Evviva il
natale!”
Urlo Moji felice,
improvvisando un balletto con il suo leone Richi.
“Capitano?”
Chiamò
Kabaji cercando si nascondere un pacchetto che teneva tra le mani.
“Che
c’è?”
Chiese Bagy stupito.
“Noi ti
abbiamo preso un regalo..”
Rispose Kabaji
porgendo il pacchetto al capitano.
“Un regalo
per me? Non dovevate!”
Esclamò
Bagy stupito e commosso. Albida guardava la scena da lontano.
“Beh si,
sei il nostro capitano e ti vogliamo bene.”
Disse Moji. Bagy nel
frattempo aveva aperto il pacchetto e si era ritrovato tra le mani un
naso da clown nero.
“È
fantastico!”
Esclamò il
capitano provandoselo e guardandosi in uno specchio. Sembrava davvero
un terribile e feroce flagello dei mari.
“Ti piace
davvero?”
Chiese Kabaji
insicuro.
“Certo,
è il miglior naso finto che abbia mai ricevuto! Tutti i
pirati mi temeranno d’ora in poi!”
Disse felice Bagy.
“Evviva il
nostro capitano dal naso nero!”
Urlò Moji,
scatenando di nuovo l’allegria di tutta la ciurma.
In una zona di mare
poco frequentata una vecchietta guardava il mare da un piccolo scoglio
nel mezzo dell’oceano, un’isola talmente piccola
che la sua casa la occupava quasi tutta. Abitava lì sola da
molti anni ma la solitudine non gli pesava, aveva tanti ricordi a farle
compagnia. In quel momento stava guardando incuriosita una barca molto
piccola sulla quale c’era uno strano ragazzo con i capelli
scuri e il volto tempestato di lentiggini.
“Che ci fai
da solo in mezzo al mare straniero? È Natale, dovresti
essere con la tua ciurma.”
Chiese la vecchia
signora a quello strano ragazzo. Era molto giovane, non poteva avere
più di ventuno anni. Probabilmente era un pirata, o almeno
così le suggeriva il grosso tatuaggio che gli occupava tutta
la schiena. Doveva essere il simbolo di Barbabianca.
“Sono sulle
tracce di un uomo. Non posso tornare fino a che non
l’avrò trovato e punito.”
Rispose Ace pugno di
fuoco, per nulla infastidito dalle domande della donna. Era molto tempo
che non parlava con qualcuno.
“Non essere
sciocco. C’è sempre tempo per combattere, vieni
dentro e festeggia Natale con una povera vecchia sola.”
Disse vecchia signora
con decisione lanciandogli una cima per legare la sua imbarcazione.
“Grazie
mille, è molto gentile.”
Ringraziò
il giovane pirata, felice di avere trovato un posto dove mettere
qualcosa sotto i denti. La signora sembrava molto simpatica e
interessante, doveva averne viste davvero tante sola su quel piccolo
fazzoletto di terra. Doveva essere molto tosta per riuscire a tenere
testa ai pirati che battevano quelle zone. Forse da giovane anche lei
era stata un pirata si disse Ace.
La casa era molto
strana, piena di foto che ritraevano tantissime persone diverse. Doveva
avere viaggiato molto in gioventù e ora quelle foto le
tenevano compagnia.
“Non ti
senti mai solo? Sei così giovane.“
Chiese la vecchia
signora dopo avere finito di mangiare. Quello strano pirata la
incuriosiva.
“Sono un
tipo solitario. Lo sono sempre stato fin da piccolo.”
Disse Ace sorridendo.
La sua mente tornò al suo passato, oltre a Rufy non
frequentava altri ragazzi. L’abbandono del padre lo aveva
segnato, non riusciva a dare fiducia alle altre persone per paura di
essere deluso e ferito.
“Non hai
nessuno al mondo quindi..”
Osservò la
signora con una punta di tristezza nella voce. I ragazzi dovrebbero
essere circondati da amici e da compagni, la solitudine è
per i vecchi che hanno i ricordi a fare loro compagnia.
“Ho solo un
fratello con la calamita per i guai. Anche lui è un
pirata.”
Raccontò
Ace, tornando con la mente al suo adorato fratellino. Non
riuscì a trattenere una risata. Sapeva che il fratello era
riuscito a battere Crocodile e che ora la sua taglia era aumentata.
Chissà in quanti gli stavano dando la caccia ora. Era molto
fiero di lui ed era anche sicuro che in quel momento stava sicuramente
combinandone qualcuna delle sue. Probabilmente si era cacciato nei guai
e aveva trascinato con sé la sua ciurma. Ace
sospirò. Quei ragazzi dovevano avere davvero una pazienza
infinita con Rufy.
“Non
vorresti essere insieme a lui a festeggiare invece che in questa
baracca?”
Chiese la vecchia
porgendogli uno strano dolce. Ace rimase in silenzio e
cominciò a mangiare, come se riflettesse su quello che gli
aveva detto l’anziana signora.
“Ma io sono
contento di essere qui con te. Certo, mio fratello mi manca molto ma
sono sicuro se la sta spassando. Anche se è più
piccolo di me se la sa cavare benissimo da solo e un giorno ci
incontreremo ancora. Quel giorno entrambi saremo grandi pirati e il
mondo intero tremerà al suono dei nostri nomi.”
Disse alla fine Ace,
ingoiando in un solo boccone il suo dolce.
“Hai le
idee chiare vedo!”
Osservò
ridendo la vecchia.
Sulla Merry
c’era un atmosfera festosa e stranamente tranquilla. Dopo
avere raccontato dei loro Natali passati erano diventati tutti di colpo
più silenziosi. Ognuno stava pensando alla sua famiglia, a
ciò che si era lasciato indietro e si stava chiedendo cosa
stessero facendo le persone a loro care. Improvvisamente Robin ruppe
quel silenzio.
“Ragazzi,
apriamo i regali?”
Disse
l’archeologa stupendo i suoi compagni.
“Certo!”
Esclamò
felice Rufy.
“Ci sono
davvero i regali?”
Chiese Chopper felice
e commosso. Era così strano sentirsi accettato ed amato per
quello che era. Adorava ognuno dei suoi compagni. Non si era per nulla
pentito di essere partito con loro e ringraziava Rufy per avere
insistito così tanto.
“Certo
Chopper, li abbiamo presi io e Robin sull’ultima
isola.”
Spiegò la
navigatrice trascinando un grosso sacco vicino al tavolo. Gli occhi dei
ragazzi si illuminarono per la gioia.
“Siete
eccezionali ragazze.”
Eclamò
Sanji con gli occhi a cuoricino.
“È
bellissimo!”
Esclamò
Chopper con le lacrime agli occhi tenendo fra le mani il suo nuovo
stetoscopio. Cominciò a saltellare per la stanza felice,
impaziente di poterlo provare.
“Mi sta
benissimo..”
Esclamò
Sanji provando la camicia rossa che le ragazze avevano preso per lui.
“Stai
scherzando? Fai ridere, io sto benissimo.”
Disse Zoro
guardandosi allo specchio con la sua nuova camicia blu. Il cuoco si
voltò verso di lui e i due iniziarono l’ennesima
litigata della giornata.
“Ragazzi
che ve ne pare?”
Chiese Rufy provando
un paio di occhiali scuri.
“Ti stanno
benissimo gli occhiali scuri! “
Osservò
Sanji interrompendo la sua discussione con Zoro. Con quegli occhiali il
capitano sembrava più grande, quasi una persona seria. Robin
e Nami annuirono, felici di vedere i ragazzi entusiasti per i loro
regali.
“Grazie
ragazze, la nuova fionda è fantastica.”
Ringraziò
Usop provando il suo nuovo regalo.
“Hai visto
Nami, hanno apprezzato!”
Disse Robin felice.
Era la prima volta da molti anni che passava un Natale sereno come
quello. Quei ragazzi oltre ad avere salvato la vita le avevano
restituito il sorriso e la voglia di vivere, con loro era sempre una
grande festa. Era fantastico poter ricambiare scegliendo dei regali per
loro.
“Meno
male!”
Mormorò
Nami sorridente. Nonostante la ragazza fosse molto attaccata ai soldi
era stata felice di spenderli per fare dei regali ai suoi amici. Loro
erano sempre pronti a fare qualsiasi cosa per difenderla, quello era il
minimo che poteva fare per ricambiare.
“Che avete
preso per voi?”
Chiese Usop, notando
che le ragazze non avevano aperto nessun regalo. Conoscendo Nami era
impossibile che non avesse preso nulla per se stessa e per Robin.
“Beh, le
donne amano i gioielli. Belli vero?”
Disse Robin con fare
misteriosa. I ragazzi guardarono straniti Nami che aveva preso alcune
collane di perle da un cofanetto e le aveva indossate.
“Qualcosa
mi dice che li avete rubati..”
Osservò
Zoro ridendo.
“Il lupo
perde il pelo ma non il vizio, no?”
Rispose Nami
facendogli l’occhiolino.
“Ragazzi
che ne dite di un brindisi per Natale?”
Propose Sanji
prendendo un bicchiere. I ragazzi si avvicinarono a lui, tutti con un
bicchiere tra le mani.
“A noi e ai
nostri sogni!”
Disse Rufy alzando il
suo bicchiere.
“A NOI E AI
NOSTRI SOGNI!”
Ripeterono gli altri
imitandolo.
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