Ingannata

di Lady Diamond
(/viewuser.php?uid=115301)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Le nuvole su me vivono perenni, troppo spesso mi ritrovo a pensare a te, al male che mi hai fatto e a quanto tu mi abbia fatta sentire sporca, indegna… inutile.
E fa male, sai?
È un dolore che squarcia dentro, ti dilania l'anima riducendola in mille pezzi, è una sensazione che mi costringe a ricordare quanto io sia stata stupida ed ingenua a fidarmi di te.
Perchè ti ho ascoltato quando mi dicesti: "Prendi il pullman con me, ti farai venire a prendere".
Stupida, ecco cosa sono. Una stupida ingenua che in quel periodo aveva solo diciannove anni quando mi hai distrutta.
Io lavoravo per te, tu eri il mio capo, dovevi sposarti per giunta, ero anche amica della tua ragazza. Te lo ricordi questo?.
Ogniqualvolta che salgo su un maledetto pullman non riesco a non pensare a te, alle tue odiose mani che s'insinuavano sotto alla maglietta ed io non sapevo che fare.
Ero bloccata, incapace di parlare e di pensare.
Persa, direi con la consapevolezza degli anni.
E poi mi hai rubato un bacio con l'inganno, ricordo ancora con disgusto e rabbia le tue dure labbra sulle mie e ancora una volta non sapevo che fare.
Ricordo la mia schiena rigida contro quella maledetta poltrona, di quel maledetto pullman, di quella maledetta sera d'aprile.
Disgusto, ecco cosa provo.
Ma tu hai mai pensato a quello che mi hai fatto?
E le lacrime, non sai quanta forza facevo per trattenerle.
Non volevo mostrarmi debole, eppure lo sono stata.
Tu, grande uomo più grande di me, che continuavi a toccarmi anche se io ti dicevo di no.
Tu, mio odiato ex capo, non ti sei fatto schifo toccandomi dove non dovevi?.
So solo che avevi paura e la chiara dimostrazione sono le chiamate assillanti che mi facevi (a cui io non ho mai risposto). Avevi paura che raccontassi a qualcuno cos'è successo?.
Oh, si che l'ho fatto.
Il mio ragazzo, ecco chi mi ha salvata.
Lui che subito mi ha tirata fuori da quel lavoro e che mi ha accompagnata per anni nonostante i miei silenzi rumorosi.
Ora capisco perchè lo odiavi.
Anzi, dovevo capirlo dalle tue frasi vuote e false.
Viscide come te.
"Sono attratto da te" mi dicesti.
Un corno!
Colui che solo dal tono della mia voce ha capito che non stavo bene e solo con lui sono riuscita a sfogare quello che stavo provando.
Ma poi, perchè ho pianto?
Sono passati anni e me lo chiedo ancora e nonostante tutto mi sento sporca, vuota, inutile.
Tutto ciò è molto ironico.
Io sono solo una tua vittima, quella che hai toccato con occhi lussuriosi senza il mio assenso, quella che hai baciato senza che io volessi.
Eppure sono io quella che sta ancora male quando in realtà il male sei tu.
Ho nuovamente indossato la mia maschera, ho finto i sorrisi migliori cercando di dimenticare e ancora oggi non ci riesco.
So solo che troppo spesso mi odio, quasi come se il tuo tocco bruciasse ancora su me come un tatuaggio che deturpa la mia anima, bruciandola.
Mi hai ingannata.
 

 
 
 
 
Spazio autrice:        
Non voglio dire nulla su questo mio componimento, so solo che avevo bisogno di scrivere.
Spero che il messaggio arrivi a voi lettori…




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3103393