Una breve shot; tanto per vedere se ho capito bene
come si pubblica ^^’
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Ti osservo, deliziosa Kagura,
mentre ti allontani dal mio trono per eseguire i miei ordini.
Come fai spesso, ribelle e indispettita, mi
hai chiesto ragione delle mie istruzioni; questa volta ho deciso di risponderti
semplicemente che non ti serve capire, basta ubbidire.
Come si sono dilatati i tuoi occhi! Le mie
labbra si sono curvate appena in un sorriso, ma so che l’hai notato e hai
capito che mi stavo divertendo. Così, con quel che restava della tua grande dignità, ti sei voltata e te ne sei andata, per non
essere costretta a guardarmi mentre rido di te.
Ah, piccola figlia mia … ancora non riconosci la qualità delle sbarre che ti imprigionano, e
questa tua cecità rischia di condurti ad una fine dolorosa.
Innaturale figlia del mio corpo, non
capisci che sei ciò che sei, perché io ho deciso di
darti questa forma e questa sostanza? Possibile tu non ti chieda mai la ragione
per la quale aneli così ostinatamente una libertà che ti è irraggiungibile? Perché non somigli a tua sorella Kanna,
per esempio?
D’altra parte, io conosco me stesso, e in questo mio viaggio per scoprire sempre
meglio ciò che sono e ciò che posso diventare, tu mi sei stata compagna fedele.
Pensi che sia crudele? E’ forse crudele il
bimbo che, cauto, ruba l’ago da cucito della madre per impalare a terra lo
scarafaggio appena catturato, e poi spiare la lenta agonia dell’ottuso insetto,
mentre questi si agita disperato, alla ricerca di un’inutile via di fuga dal
dolore che lo attanaglia, senza ottenere altro che aggravare la propria agonia?
No, non è crudeltà; ma non mi aspetto che tu possa capirlo.
Mia ribelle Kagura,
ti agiti per sfuggirmi, e non ti rendi conto che il tuo bisogno di scappare
alla mia presa … io te l’ho messo in corpo.
Ti ho resa bellissima, orgogliosa e forte,
così che la vista dei tuoi vani sforzi mi sia più
dolce e prezioso.
Non sei completamente malvagia, no … una
piccola parte del tuo cuore trema di orrore per quel
che ti costringo a fare, anche se badi a che nessuno se ne accorga. Ma io lo so, poiché io ti ho fatta, e io tengo il tuo cuore
nel palmo della mia mano.
Sei prigioniera della tua
sete di libertà; una prigione da cui non ti sarà mai possibile fuggire.
Non trovi che sia uno splendido paradosso?
Forse un giorno te lo dirò, per vedere la
tua faccia mentre ti renderai conto di ciò che questo significa. O forse no.
Forse un giorno ti dirò a chi stavo pensando, mentre ti davo vita, Kagura.
Pensavo a lei naturalmente. Ora posso ammetterlo a me stesso. Pensavo a quella
donna. Per quanto tu sia forte nella mente e nella volontà, Kagura, non sei per me che una sua pallida copia. Kikyo. Quanto ho desiderato averla
tra le mie mani, piegandola e dandole la forma da me scelta, un po’ di più ogni
giorno; osservarla, bella e fiera, come una magnifica farfalla, lottare per
sottrarsi alla mia morsa senza poter sperare di vincere.
Purtroppo gli eventi, cinquanta anni fa,
non andarono come io avevo pianificato, e non fu mia.
Così mi accontento di te.
Ma bada, figlia
mia. Ho lottato duramente per sbarazzarmi una volta per tutte
dell’anima del volgare brigante. La mia temibile avversaria, Kikyo, ha i giorni contati; non mi sfuggirà di nuovo,
perché non provo più alcun interesse per lei. La cupidigia di colui che mi rendeva debole non ha più spazio dentro di me.
Così, questo gioco sta rapidamente smettendo di dilettarmi. Ti ho creata per dare soddisfazione e, a un tempo, esplorare le
oscure profondità dell’anima di colui che era conosciuto con il nome di Onigumo. Ma tutto questo
appartiene al passato.
Posso ancora usarti, ma non ho più bisogno
di te. Abusa della mia pazienza, e brucerai come una falena che è volata troppo
vicina alla fiamma della candela.