Pioggia

di Angel Nikki
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Piove, di quelle pioggerelle gentili e tranquille che ci sono solo di primavera. Il piacevole odore di ioni che impregna l'aria m'invade le narici riempiendomi di quella triste dolcezza che solo questo tipo di giornata è in grado di suscitarmi e io cammino, immersa nei miei pensieri aggrovigliati e inconcludenti. I lampi illuminano il cielo di questo pomeriggio grigio e i tuoni mi fanno sobbalzare riscuotendomi dalle mie confuse riflessioni e facendomi rimettere a fuoco la realtà. Mi piacciono quelle goccioline leggere e fresche sulla pelle e la quiete irreale che c'è in strada perché tutti quelli che proclamano di amare la pioggia se ne stanno al chiuso. Come disse D'Annunzio "piove sui nostri volti silvani, sulle nostre mani ignude..." Peccato che stia piovendo solo sul mio volto e sulle mie mani perché tu sei lontano e mi manchi, non sai quanto. La vita va avanti e i desideri si realizzano ma la tua assenza è come uno spillo conficcato nel costato, un fastidio che rovina l'equilibrio precario che si è da poco creato. Comincio ad avere freddo. Mi accendo una sigaretta per acquietare l'ansia del futuro che nella solitudine mi attanaglia. Riesce a rendermi tranquilla per qualche minuto, finché l'effetto non svanisce. Fisso un punto senza in realtà vedere nulla, il mio sguardo è vuoto come quello delle mucche che fissano il treno passare. I pensieri vorticano nella mia mente in subbuglio, è così facile perdere se stessi quando piove. Dove andrò? Cosa farò? Qual è la mia strada? Un venticello leggero scuote le fronde degli alberi e io mi siedo ad ascoltarlo, anch'esso contribuisce a farmi sciogliere la mente nel mio mondo, dove nulla può ferirmi. Una mano si posa sulla mia spalla, leggera e gentile, mi distrae dai miei pensieri. La pioggia inizia a scendere con più forza e insistenza e io m'incammino verso casa.




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