hetalia - caffè
Ciao
a tutti, cari lettori! ^__^ Spero sia un bel periodo anche per voi!
Il mio è bello denso e anche pieno di soddisfazioni ^__° E in
questa densità, facciamoci rientrare anche questa piccola fanfic che
spero vi regali qualche minuto di simpatico divertimento!
Tutto
è nato con me che, in pausa dallo studio, ripensavo a un giretto per
Napoli fatto ultimamente, e di colpo mi sono chiesto come avrebbe
reagito il nostro Romano al contatto con un caffé tanto famoso
quanto diverso dal nostro come quello americano... XD
La
mia risposta è stata: con un moto d'orgoglio! XD
Un
pò leggeretta come storia, ma spero possa essere comunque
apprezzata, magari mentre anche voi vi prendete una pausa ^__°
Buona
lettura!
"In
sostanza" -si avviò a chiudere l'argomento Francia, il
presidente d'assemblea di quel giorno- "ricordatevi tutti di
fare una capatina da Italia per l'esposizione universale che inizierà
tra qualche giorno, sarà un evento grandioso a cui non potete
mancare!"
Il sopracitato intanto se ne stava con le dita
nascoste sotto il tavolo, strettissimamente incrociate...
"Per
allora dovrebbero avere finito, no? Dovrebbero..."
"Come
dici?"
"N-n-niente, fratellone!"
"Très
bien! Ora, passando al prossimo punto in agenda..."
Quelle
poche parole bastarono a far sospirare sommessamente il resto del
mondo lì riunito: un altro punto, dopo che ce ne erano già stati
tanti altri. Dopo l'"avvicente" test << La crisi
c'è o non c'è? Dite la vostra! >>, l'ennesimo litigio
fraterno tra Russia e Ucraina, le secchiate d'acqua a quel sedicente
tizio vestito di nero che ogni tanto passava sotto la loro finestra a
spacciarsi per stato, le impressioni sull'ultimo episodio della
telenovela preferita di Cuba, e vari ancora, si sentiva il disperato
bisogno di una pausa che sgranchisse ginocchia e rinfrancasse gli
stanchi animi.
E
quale compagno migliore delle pause che quel soave, adrenalinico,
liquido nero dall'inconfondibile aroma, amico di tante nottate da
passare in bianco?
Francia
non sembrava però di quell'avviso, ecco perchè si richiedeva più
che mai l'intervento di un eroe. Nella fattispecie l'eroe che con una
scusa se l'era filata in bagno dopo i primi dieci minuti e ora si
apprestava a sfondare con un calcio la porta della sala per
conquistarsi la sua quotidiana razione di gratitudine e gloria!
"Ehilà,
gente tutto lavoro e niente svago!" -urlò America, svegliandoli
già un pò col suo vocione squillante.
Incurante
degli sguardi allibiti e degli infarti sfiorati intorno a sé, iniziò
a fare il giro del lunghissimo tavolo con un grosso vassoio tra le
mani: era carico di alti bicchieroni di cartone formato XL, tra cui
spiccava l'XXXL che aveva, ovviamente, preso per sé!
"Forza
gente, abbiamo lavorato abbastanza da permetterci un break!"
"Abbiamo?"
-lo fulminò con lo sguardo Inghilterra!
"Lasciate
che l'eroe impavido e generoso vi offrà un bel caffé fumante per
riprendervi! È quello che fanno a casa mia!" -disse Alfred
prendendo a distribuire i bicchieroni alle nazioni ciascuna al loro
posto- "Non serve mi ringraziate, la mia gioia sta nella vostra
gioia, e nel fatto che con tutti questi caffé ho preso tanti di quei
punti che ho vinto una TV al plasma!"
"Spendendo
esattamente quanto avresti speso acquistando una TV al plasma..."
-commentò Inghilterra.
"Si, ma con la differenza che l'ho
vinta!" -ribattè America con logica inoppugnabile.
"......
Dammi il caffé e basta."
Venuto
in un momento di grande stanchezza, il gesto cortese di America fu
unanimamente apprezzato dai presenti... finché questi non passò
vicino i due fratelli Italia.
"Oh,
bene!" -esclamò sprezzante Romano- "A quanto pare quel
bietolone ogni tanto fa qualcosa di buono!"
"Ve!"
"Ecco
a voi ragazzi! Ricaricatevi!"
Romano
restò interdetto: cos'era quello strano oggetto che non era nè una
tazzina di ceramica né un bicchierino di vetro o plastica? Lo toccò
con circospezione, come potesse mordere o esplodere. Davvero si
trattava di caffé? Lo sollevò, lo rigirò tra le mani, lo osservò
da tutte le angolazioni, nel mentre che il fratellino mandava giù il
suo a grosse sorsate.
"Mmm,
particolare... Però secondo me il tuo è più..."
Senza
ascoltarlo, Romano staccò il coperchietto di plastica e bevve
finalmente anche lui.
"Uh?
Fratellone..."
"......"
Percependo
dalla sua grassa risata che si trovava a passare dietro di lui,
Romano agguantò America per la giacca, costringendolo a fermarsi:
"Ehi, tu... Questo è caffè?"
"Eccome!
Eh eh eh! Ottimo, vero?"
"Questo... per te è caffè?"
America
annuì con un sorrisone: "Ne vuoi dell'altro?"
"......"
Non
avrebbe sorriso se avesse saputo stava meditando di rompergli il
cranio con una mazza ferrata, ma non sorrise neanche quando, con gran
sforzo di volontà, Romano abbandonò quel proposito e si limitò a
prenderlo per un orecchio e trascinarselo via!
"AHI!
AHIO! EHI?! CHE SUCCEDE?!"
"Chiudi il becco e vieni."
"OUCH!
Aiuto! AHI! Aiutatemi! Romano mi ha preso l'orecchio e mi sta
trascinando non so dove! Fate qualcosa!"
"E
tu non lasciarglielo fare, no?" -scrollò le spalle Inghilterra-
"Sei grande e grosso..."
"Ma lui è italiano! Come
si fa a prendersela con gli italiani? Sono così carini e simpatici!
Sigh!"
"Oh,
lo so bene..." -mormorò Germania.
"Ve!
Germania!" -lo chiamò Feliciano raggiungendolo al suo posto-
"Ricordi quei documenti importanti che mi avevi affidato? Li ho
confusi per altre carte, li ho ritagliati e ci ho fatto gli
aereoplanini di carta durante la riunione! Mi dispiace tantissimo!
Sono mortificato! Scusami!"
"URGH!
ITA..."
E
cosa poteva mai fargli se gli mostrava il suo sguardo triste e
dispiaciuto con gli occhioni lucidi?
"...
Sigh..."
Nient'altro
che consolarlo carezzandogli la testolina, e voltarsi per piangere
amaramente!
"AHI!
Ehi! Non tirare così forte!"
Inghilterra
sbuffò: "E va bene, vado con loro a controllare. Voi continuate
pure la riunione."
"Oh,
si , una gran bella occasione per svicolarsi da una lunga riunione,
eh?" -commentò Francia tra un sorso e l'altro.
Inghilterra
ci passò sopra con indifferenza da gentleman e corse appresso quei
due, come garante dell'incolumità del loro generoso benefattore di
caffeina.
"Credevo
mi volesse portare in qualche luogo abbandonato per farmi fuori come
in qualche fighissimo film sul crimine, e invece mi ha solo
trascinato in un bar vicino casa sua! Mah!"
"Avresti
preferito la prima opzione?" -lo rimbeccò Arthur.
Era
un bel bar, con mobili e decorazioni antiche, miscele di caffè in
vendita sugli scaffali, dolci vari per la colazione, e tanti clienti
ad animarlo con le loro concitate chiacchiere. I tre erano in piedi
davanti al bancone, con Romano al centro tra i due anglosassoni.
"Che
senso ha avermi trascinato in un bar dopo che gli ho offerto il mio
squisito caffè? Proprio non lo capisco!"
"Forse ci
capiremmo qualcosa di più se Romano la smettesse di parlare
solamente in dialetto..."
Da quando erano entrati poco prima
infatti, il loro trascinatore era impegnato in una amichevole e
gesticolante conversazione con i due baristi, ma a parte il tono
allegro, i due non riuscivano a comprenderne una parola!
"Ué!
Addò e uscit' chist'? Pare nu cowboy!" -fece sorridendo uno dei
baristi all'indirizzo di America, il quale, comprendendo solo
"cowboy" restò contento e non si fece domande.
L'altro
barista invece aveva preso a fissare il serafico Inghilterra,
composto, impettito, e silenzioso, probabilmente un tipo che lì si
vedeva poco.
"..."
"..."
"..."
"E
magnate n'emozione!"
"What?"
"Ragazzi,
questi sono due miei amici... diciamo... Preparate loro un caffé che
se lo ricordino tutta la vita!"
Si
trattava solo di questo dunque, restarono esterefatti i due.
Pochissimo
dopo, tre bianche tazzine, calde, fumanti e già zuccherate, venivano
disposte, su tre piattini e con tre bicchieri d'acqua, dinanzi a
loro.
"Lo
offri anche a me?" -chiese Inghilterra- "Non è
necessario."
"Figurati: non esiste che in casa mia siano
gli ospiti a pagare. Diciamo che ti è andata bene a venirci dietro."
"Cavoli,
Romano, a me piacciono le cose gratis come a tutti..." -prese a
protestare America- "Però ci avevo già pensato io a portare il
caffé a tutti, che senso ha venire qui a prendere altro caffè, per
giunta così piccolino? Mi hai quasi staccato l'orecchio!"
"Tu
il caffé non lo conosci, americano del cavolo! Bevi!
"Se
volevi l'XXXL bastava dirlo!"
"Bevi!"
"Ok,
ok! Lo bevo!"
Stufo,
America sollevò la tazzina.
"Se
questo ti fa contento............"
"Uh?"
Posata
la tazzina di nuovo sul piattino, Inghilterra vide improvvisamente
America circondato da un aura luccichini e chicchi di caffé
svolazzanti, con le labbra e gli occhi stretti a trattenere purissima
gratificazione!
"Ehm,
America?"
"Allora,
com'è?" -sghignazzò Romano.
"È
nu capolavor'!"
"?!?!?!"
America
annuì deciso, quasi commosso: "Chist'è café!"
Mentre
Romano e i baristi si scambiavano uno sguardo trionfante da missione
compiuta, Inghilterra era sbiancato!
Osservò
con timore la tazzina di fronte a sé: quella nera e diabolica
bevanda aveva avuto il poter di far parlare in dialetto pure America!
Una cosa che non sarebbe riuscita neanche alle sue pozioni magiche!
Davvero il caffé dalle parti di Romano era qualcosa di così
potente?
Quindi
se lo avesse bevuto sarebbe successa la stessa cosa pure a lui?
Terribile! Che ne sarebbe stato del suo magnifico accento britannico,
del suo aplombe, della sua risaputa classe da lord e da 007? Però a
sentire America doveva essere proprio buonissimo... Una bella
tentazione!
"Ehi,
tu non lo bevi?" - domandò Romano.
"N-no..."
-declinò Arthur- "Ho un pò di problemi allo stomaco, meglio di
no."
Romano
non diede segno di curarsene troppo: "Come vuoi."
Ma
America era di un parere completamente diverso!
"Ué! E che
sono queste maniere? Non facciamo gli scostumat' in casa d'altri!
Bevi!"
"Ti
ho detto che non lo voglio!"
"Ja,
che è buon'!" -insistette America agguantandolo e tenendolo
bloccato con un braccio- "Tant'è pagato già!"
"EHI!
MOLLAMI, BASTARDO!"
Il
sorriso di America gli sembrò una risata crudele mentre con una mano
gli impediva di divincolarsi e con l'altra prendeva ad avvicinargli
la tazzina alla bocca.
"HO
DETTO CHE NON LO VOGLIO BERE! MOLLAMI! NO! NOOOOOOOOOOO!!!"
Sentì
un grande calore e poi...
Qualche
minuto dopo le nazioni riunite si voltarono verso la porta della sala
che si riapriva.
"Oh,
alla buon ora! Abbiamo quasi finito ormai!" -li rimbeccò
Francia.
Romano
però non si curò minimamente del rimprovero, né diedero segno di
pensarci America e Inghilterra, entrambi attorniati da un'aura di
luccichini che non mancò di lasciare un pò di perplessità!
I
tre nel tornare ai propri posti passarono accanto al frastornato
Germania; Romano lo superò velocemente, America e Inghilterra
lentamente come due zombi dall'aria appagata.
"Ehm,
Inghilterra?" -provò a fermare uno dei due- "Sembri
strano... Tutto a posto? Ti senti bene?"
"Stong'
n'ammore, cumpà!"
"?!?!?!?!?!?"
Come
Giappone al ritorno dal viaggio in Italia con Feli, ma molto, molto
peggio!
Con
la mascella slogata e pallido come un blocco di ghiaccio, Germania si
voltò verso Romano che si sedeva accanto al fratello.
"Ve!
Ciao, fratellone!"
"Ciao."
Il
possente Germania tremò come un bambino!
"I-i-i-i-i...
ITALIANI!!!"
Povero
Germania... siamo la sua croce! XD
Voglio
premettere che non ho mai provato il caffé americano (quello di una
certa celebre compagnia che inizia con la "S" per
intenderci) quindi non voglio con la presente esprimere il mio
giudizio (so solo che è più acquoso ma con un maggiore contenuto di
caffeina), ma so per certo che il caffé napoletano rimarrà per me
sempre imbattibile! (se non l'avete provato, DOVETE!) *__* Inutile
dire che anche Romano la pensa così XD
Spero
vi sia piaciuta! ^__^ Nel caso siate invece in vena di una fic
hetaliana dal sapore più serio e storico, in questi tempi sto
scrivendo una raccolta a tema grandi battaglie della storia, dal
titolo "Sanguis scripta est – Le grandi battaglie", che
trovate naturalmente nella mia gallery ^__°
Alla
prossima, gente!
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