Le mie prigioni

di Isidar Mithrim
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Capitolo 2

Giorno 2

Hermione è già sveglia quando la porta si apre.
Siede stremata, la schiena posata alla parete di pietra e le braccia troppo deboli perché la mano possa salire a proteggere gli occhi dalla luce.
Intravede Malfoy entrare titubante con qualcosa nelle mani. Sembra volersene liberare il più velocemente possibile, poi ci ripensa e ignorando il cattivo odore si avvicina lentamente a lei, gli occhi fissi sulle mani pur di non incrociare i suoi.
Le posa accanto un piatto di biscotti, una bacinella vuota con dentro una brocca colma d’acqua, una tunica pulita.
Osa lanciarle uno sguardo fugace, poi si rialza per andarsene, voltandole le spalle.
“Portala via” mormora Hermione, la voce resa roca dalle urla del giorno prima, la mano faticosamente posata sulla brocca.
Malfoy si ferma, girandosi esitante. La sua faccia assume un’espressione sorpresa quando capisce a cosa lei faccia riferimento.
“Preferisci… preferisci il latte?” domanda stupidamente, un misto di pietà e compassione nella voce.
“Portala via!” lo supplica lei con disperata urgenza.
Lui – gli occhi lucidi e le labbra contratte – non ha la forza di non accontentarla.
Quando esce il buio ritorna e Hermione cerca a tentoni il piatto. Mastica lentamente i biscotti, impastandoli bene con la saliva. Con piccoli gesti contenuti abbandona i vestiti Babbani, lerciati dal sangue e non solo.
Poi si costringe ad arrancare fino alla porta e lega un altro capello accanto al primo.
È la mattina del mio secondo giorno di prigionia e non ho sete.


“Parla, sudicia Sanguesporco!” esplode Bellatrix furente, interrompendo la tortura.
Hermione è accasciata al suolo, la testa che pulsa irrequieta, il respiro affannato e la pelle color cadavere.
“Io… io non so niente, lo giuro…” sussurra.
Bellatrix la fissa sprezzante.
“Il tuo amichetto Paciock non ti ha mai raccontato cosa succede a chi si rifiuta di rivelarmi i suoi segreti?”
Hermione non è l’unica a trattenere bruscamente il respiro.
Bella scocca un’occhiata disgustata al nipote prima di rivolgersi di nuovo alla sua vittima.
“Non sarà rimasto nulla in quella testolina brillante, quando avrò finito con te” dice minacciosa e compiaciuta.
 “Ma…” mormora Malfoy, esitante. Hermione è sorpresa: sa che lui deve aver racimolato tutto il suo coraggio per interrompere la zia. “Il Signore Oscuro ha detto di non –”
“Taci, stupido ragazzo! So benissimo cosa ha detto!”
Forse Hermione dovrebbe avere ancora più paura, sapendo che Voldemort ha altri progetti per lei, ma per un attimo è sollievo quello che la pervade.
C’è solo una persona di cui Bellatrix rispetterebbe gli ordini e quella persona mi vuole lucida.
Per adesso.


***********

Questa volta ho solo una specifica da fare: il sangue sui vestiti di Hermione è quello delle ferite causate dalla caduta del lampadario. Ho immaginato che l’abbiano curata, nonostante tutto (magari maldestramente).

Ps: facendo una revisione della storia ho anche deciso di semplificare tutte le note, limitandole a specifiche sulla storia e tagliandole del tutto quando superflue. Per questo motivo non troverete più i ringraziamenti che avevo inserito alla fine di ogni capitolo, ma vi ringrazio ora per tutto <3
Pps: a breve i capitoli diventeranno un pochino più lunghi ^^






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