Nel silenzio della notte la campagna
dormiva un sonno
irrequieto, disturbato da qualche macchina randagia, luci abbaglianti e
suoni
improvvisi. Grattando distrattamente lo sterrato con la zampa,
Napoleone sbuffò
infastidito. Era più burbero del solito.
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Lafayette! Ehi, Lafayette! Svegliati!
Il Basset Hound sdraiato a terra
uggiolò, cercando di cambiare
posizione.
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- Ah,
Napoleone, sono stanco, voglio dormire!
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Chiudi il becco, e guai a te se chiudi gli
occhi! Ti degrado a soldato semplice!
Non soffiava un filo di vento.
Calò il silenzio tra i due,
rotto solo dal ticchettio dei denti del piccolo cane dalle lunghe
orecchie.
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- Ho freddo…
Il tono lamentoso del cane fece
sbuffare il comandante. Eppure,
dopo un breve conflitto interiore, il Bloodhound si stese accanto
all’amico,
che gli si accucciò. Napoleone arricciò il muso.
Gli prudeva il naso, ma non
gli importava. Ne aveva viste di tutti i colori, non si sarebbe
lasciato
intimorire da niente.
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-
Quanto mi manca la cesta di vimini… - mormorò
Lafayette, con tono sognante.
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- Eh,
bei tempi quelli! Davvero bei tempi… si…
Ancora silenzio. Sembrava che in quel
momento non ci fosse
neanche un grillo con l’insonnia. Il Basset Hound stava
cascando dal sonno, ma
cercava di non addormentarsi. Aveva ricevuto un ordine dal suo
superiore, e
andava rispettato. Riprese di nuovo la parola, piano, come a non voler
disturbare
la pace della campagna.
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-
Napoleone…
-
- Che
vuoi, Lafayette?
-
- ... Perché non si
è fermato?
Il grosso cane scuro represse a
stento un ringhio. Stava cercando
di non pensarci.
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- Non
lo so. Quel figlio d’un uomo! – abbaiò
arrabbiato
– L’ho rincorso fino alla fine della strada. Poi
l’ho perso, ma…
-
- Lo
so. Quante gliene hai dette!
Lafayette sorrideva, ripensando a
quando aveva sentito in
lontananza le ingiurie di Napoleone contro il conducente. Ripensandoci,
aveva
detto anche qualcosa di poco carino sul conto della madre di
quell’ubriacone. In
quel momento non ci aveva fatto caso. Come avrebbe potuto?
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-
Gliele ho abbaiate di santa ragione! - rincarò l'altro -
Appena trovo
l’auto, gli distruggo i pneumatici. Era una…
-
- Una
Detroit Electric 1910, motore elettrico,
trazione posteriore, nuova di fabbrica… beh, almeno lo era
prima.
Napoleone si spazientì un
po’. L’udito dell’amico rimaneva
un pelino più acuto del suo. Beh, c’era da dire
che lui quell’auto l’aveva
sentita da vicino…
-
-
Napoleone?
Il Bloodhound si riscosse, prestando
attenzione all’altro
cane.
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-
Napoleone… forse io… stanotte…
-
-
Risparmia il fiato, Lafayette. Il capo sono io,
sono io che decido se un soldato deve ritirarsi o no. E tu ancora devi
combattere, perciò non vai da nessuna parte.
E
mentre l’altro sospirava
dolente, Napoleone sperò ardentemente di avere ragione
almeno per una volta.
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