Umbratile creatura
immobile ed ascosa
ti estingui in un nero sole
di stoffa
terra inesplorata
dagli ignoti confini
sconosciuta persino a te stessa.
Getto l'ancora ed approdo
dinanzi a te
come pellegrina su suolo straniero
ma con un cuore che
tra prediche e preghiere
parla la tua lingua,
quella delle donne.
Lasciami instaurare
coi tuoi occhi - finestre
sull'animo -
un intimo colloquio
e svelami, in confidenza...
Perchč?
Chi ha scelto per te?
Cos'č per te la vita, e cosa
la libertā?
Rimbalzano i miei dubbi
sul tuo scudo
io resto in attesa:
quando vorrai
mi troverai qua. |