resident evil
Disclaimer: Albert Wesker, Alex Wesker e tutti gli altri personaggi appartengono a Shinji Mikami, alla Capcom e
a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata
scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine
lucrativo. Nessun
copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta
invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"In this world love has
no color, yet how deeply my body is stained by yours."
- Izumi Shikibu
-
You
couldn't hate enough to love
Settembre 2011
La casa è troppo piccola, le stanze troppo luminose.
Una goccia di sangue cade sul pavimento della doccia e comincia ad
allargarsi, spirali rosse e bianche.
Plic, plic, plic.
L'acqua è troppo calda, l'impiantito troppo freddo sotto
piedi ridicolmente piccoli.
Plic, plic, plic.
Bambini che ridono, un cane che abbaia in lontananza, il ronzio pacato
della televisione accesa in salotto.
Plic, plic, plic.
Sangue tra le dita, sangue che grida.
Plic, plic, plic.
Sangue che disegna un volto non suo, sangue che chiama un nome ormai
morto.
Plic, plic, plic.
"Natalia, tutto bene?"
Plic.
La voce di un fantasma risponde per lei.
Bury
all your secrets in my skin.
Alex è tiepida: bollente,
se paragonata ad Albert.
Wesker si arrotola contro di lei e ne invade lo spazio personale, un
serpente che cerca il calore di una pietra scaldata dal sole.
Ha la pelle morbida ed è così cedevole sotto le
sue mani che Albert vorrebbe quasi aprirla
- farla a pezzi con la
stessa gentilezza con la quale la possiede ogni volta.
"So cosa stai pensando." gli dice, e il suo sorriso è bianco
e rosso, tutto denti e sangue: il suo
sangue.
"A volte è quello che vorrei fare anche io."
Albert ride contro la sua spalla senza alcuna vergogna.
Ottobre 2011
Le hanno fatto degli esami.
Il virus ha legato
perfettamente con il suo DNA, dicono.
Il virus non
è più nella sua fase contagiosa,
rassicurano.
La bambina
starà bene, confermano.
È libera di
andare, sottoscrivono.
Barry le prende la mano, sorridendole.
Natalia sorride di rimando; Alex trattiene l'impulso di strappargli le
viscere direttamente dalla gola.
The
air around me still feels like a cage.
Ci sono regole non scritte in quello che fanno - in quello che vivono.
Ci sono parole che non possono essere pronunciate, sentimenti che
devono essere lasciati marcire nel petto.
Ci sono momenti da nascondere, speranze da ignorare.
"Albert."
Ci sono nomi da non pronunciare, desideri da evitare - da soffocare.
"Alexandra."
Alex socchiude le gambe, accoglie le sue spinte; nel suo respiro
l'unica regola che nessuno dei due può rispettare.
Maggio 2012
Moira le porge una tazza di latte, dondolando da un piede all'altro.
Fruga nel sacchetto dei biscotti e gliene allunga un paio, facendole
l'occhiolino.
"Non dirlo a Barry: sai quanto può essere rompipalle quel
musone." le dice, voce bassa e cospiratrice.
"Non lo farò." risponde Natalia, occhi sinceri e un lieve
rossore sulle guance "Stai tranquilla."
Moira le passa una mano tra i capelli, scompigliandoglieli: un momento
d'affetto atto a sancire una complicità nata nel fango e
nella miseria di quell'isola maledetta.
"Lo so, Nat, lo so."
Moira esce dalla cucina, Natalia la osserva ancora per qualche istante,
il latte che va raffreddandosi e i biscotti sciogliendosi tra le dita.
Il dolore la svuota d'ogni altra reazione.
I
still press your letters to my lips.
La prima volta che la tocca è per assestarle un pugno che
quasi le sfonda il cranio.
La seconda è per difendersi, bloccandole la mano da quello
che sarebbe stato un colpo mortale al petto.
La terza è per sbaglio; uno sfiorarsi che è
più dovuto alla fretta che ad altro.
La quarta è per rassicurarla; per raccogliere gli avanzi di
una donna piegata dal suo stesso dono.
La quinta è per congratularsi; il T - Phobos è
nella fase avanzata di sviluppo e promette grandi cose.
La sesta è per trattenerla contro il suo corpo e spogliarla
d'ogni remora, labbra sporche di sangue e voglia.
La settima è per supplicarla.
La settima è un momento di debolezza, un momento di cui
entrambi dovrebbero vergognarsi (ma non lo fanno.)
La settima sono le sue mani sul viso di Alex, sulla sua bocca, lungo
gli zigomi, ovunque
- che implorano, che chiedono, che desiderano.
La settima è la resa assoluta di Zeus alla sua Era.
Giugno 2013
Il mondo sta cambiando,
ancora.
Barry si muove in fretta per la casa, gridando qualcosa a Polly.
Moira gli risponde per la sorella, piccata.
Il sole brucia il vetro della finestra, Lottie uno sguardo stolido e di
plastica che le sorride dalla sedia nell'angolo.
"Natalia!" la chiama Moira "Sei pronta? Sta per arrivare Claire."
Alex snuda i denti e fa ciao ciao
a una bambina morta da almeno due
anni.
Deliver
me into my fate, if I'm alone I cannot hate love.
Malati.
Non c'è altro modo di definirvi.
Alex ha cercato il significato della parola amore
tra vecchie pagine e
vecchi ricordi, ma ha trovato solo un buco nerissimo e ingordo - un
pozzo senza fondo.
Albert non si è mai neppure posto la domanda, un cuore che
aveva sempre e solo battuto al proprio ritmo.
Eppure...
"Cosa siamo?"
"L'evoluzione necessaria."
"Chi siamo?"
"Esseri superiori."
"Noi. Noi,
Albert: cosa siamo? Chi siamo?"
Pelle umida di sudore e
orgasmi spezzati? Unghie lungo la schiena e
sulle cosce? Desideri vischiosi e inconfessabili?
La risposta si perde tra due corpi che si cercano nel buio e nella
disperazione di un'esistenza mai posseduta davvero.
Aprile 2014
A scuola è una bambina tranquilla.
Siede nel suo banco in ultima fila e ascolta tutto - tutti.
Le sono cresciuti un po' i capelli e indossa abiti che le vanno stretti
a ogni cambio di stagione, un corpo che cambia e muta in continuazione,
sano e forte - invincibile.
Polly ha preso la brutta abitudine d'entrare nella sua camera da letto
dopo aver avuto un incubo, perché
Moira si arrabbierebbe, si
scusa sempre.
Natalia annuisce e basta, spostando lo sguardo oltre la finestra.
"Puoi fare andare via i mostri?" le chiede una notte, raggomitolata
contro il suo fianco "Ne ho sognato uno orribile."
Natalia piega le labbra, scopre i denti.
"No." le dice poi "I mostri non posso essere mandati via, Polly:
bisogna solo imparare a conviverci."
"Ma tu sei forte." persevera la piccola di casa Burton "Tu sei in grado
di farlo."
"Non posso." Non
voglio.
Polly rimane in silenzio, spostandosi sotto il lenzuolo e dandole le
spalle.
Natalia si porta le ginocchia al petto e comincia a piangere.
But
all of that was ripped apart.
La rabbia gli esplode negli occhi, nel cuore.
Virano a un rosso cupo le sue iridi, una tempesta di sangue e fuoco.
"Non fallirà."
Alex si stringe le braccia sotto al seno così forte da farsi
male, la pelle tirata, i capelli aggrovigliati.
"L'Uroboros ha un buon livello d'infettività, ma quale virus
espone così crudelmente il suo unico punto debole?" mormora,
mangiandosi le parole e i sentimenti.
"Stronzate."
Alex chiude gli occhi, la tensione una corrente che trasforma il suo
respiro in un ansito.
"Guarda." gli dice - lo supplica "Guarda tu stesso."
"No."
Alex stringe i denti, reprime la rabbia.
"Il cuore è esterno,
Albert. L'Uroboros è puro,
ma soffre dello stesso difetto del Tyrant virus, ovvero estroflette il
cuore. Se l'avversario si avvicina abbastanza si è facili
bersagli."
"La rigenerazione è tre volte più veloce di
qualsiasi altro virus: nessuna ferita potrà mai essere
letale." bercia Wesker, camminando intorno al tavolo - intorno a lei.
"Fallirà."
Dita fredde sul collo, lungo la carotide.
"Alexandra."
Unghie curate, laccate di nero - feroci nell'incidergli la carne e
lì rimanere.
"Vuoi forse morire, Albert? È così forte questo
tuo desiderio di morte? Di
fuga?"
Silenzio.
Alex ascolta il peso delle parole non dette e crolla sotto di esso.
Luglio 2015
Barry ha deciso di fare una grigliata per la festa del quattro luglio.
Barry ha invitato tutti quelli che lui chiama amici e Natalia ha
dovuto
reprimere un brivido quando la mano di Chris Redfield le ha stretto una
spalla.
"E così tu sei Natalia." esordisce, voce forte, limpida
"È un piacere conoscerti."
Natalia sorride, socchiude gli occhi, piega teneramente il capo.
"Anche per me." replica "Barry mi ha parlato tanto di te. Sei un eroe."
Albert mi ha raccontato
ogni cosa, ogni particolare. Sei un mostro.
Chris si toglie gli occhiali, mostrando occhi azzurri come il cielo,
velati da qualcosa che Natalia riconosce subito come rimpianto e
rimorso.
"Non credo proprio d'essere un eroe, Natalia. Semmai un soldato; un
buon soldato, nulla più."
Natalia gli cerca la mano, percependo la ruvidezza di una pelle segnata
dalla guerra e dal sacrificio.
"Se non fosse stato per Claire saremmo morti su quell'isola. Devo
ringraziare la tua famiglia se il mondo è un posto migliore.
Devo ringraziare voi Redfield per
tutto."
Se non fosse stato per
Claire ora non dovrei giocare alla brava
bambina. Oh sì, devo proprio ringraziare la tua famiglia se
il mondo è un posto così di merda. Grazie mille
Redfield per avermi portato via tutto - tutto!
Chris le regala un sorriso bellissimo e che lo ringiovanisce di almeno
cinque anni, le sue dita - forti e corte - che s'intrecciano alle sue -
lunghe e insospettabilmente resistenti.
Una cicala frinisce alla calura estiva, Barry urla che la carne
è pronta in tavola.
La pupilla di Natalia si stringe come quella di un serpente pronto ad
attaccare.
Is
that supposed to be enough?
Ci sono cose di loro due che nessuno saprà mai.
Nessuno saprà mai che Alexandra soffriva il solletico e che
amava il modo in cui Albert la baciava.
Nessuno saprà mai che Albert era un estimatore della musica
classica e che sapeva ridere delle cose più improbabili -
più disturbanti.
Nessuno saprà mai che odiavano entrambi Spencer con una
forza inarrestabile e che non erano immuni alla tristezza - alla
malinconia.
Nessuno saprà mai quali siano stati i suoi ultimi pensieri,
a cosa abbia dedicato il suo ultimo respiro.
"Master Alex?"
Ma tutti conosceranno la vastità della sua solitudine -
l'enormità della sua rabbia.
Dicembre 2016
Claire le ha portato un regalo.
Claire crede ancora che sia Natalia a sorriderle e a stringerle le mani
attorno alla vita, inconsapevole di come una piccola pressione
possa spezzarla in due.
Natalia Alex ne osserva la carta rossa e lucida, il gigantesco fiocco
dorato che fa bella mostra di sé e il piccolo biglietto che
penzola da un lato.
"Spero ti piaccia." dice - canta.
Natalia Alex ne disfa gli angoli con calma, dita sottili che dividono
la carta con precisione chirurgica e maniacale.
"Ho saputo da Barry che ti piace molto leggere."
Il fiocco scivola al suolo, filamenti di sogno e illusione.
"Puoi sempre prendertela con lui se non è di tuo gradimento."
Natalia Alex sfiora la copertina del libro, ne ascolta ogni piega e
ogni rumore.
"Grazie Claire." replica - sussurra, olio nerastro e viscoso che si
agita sotto la pelle "È bellissimo."
La giovane Redfield amplia il sorriso, raddrizzando le spalle.
La voce del serpente le si attorciglia attorno al cuore come la
più bella delle sinfonie.
It
took the death of hope to let you go.
La febbre è così alta che Stuart comincia a
temere seriamente per la sua padrona.
I primi sintomi si erano manifestati qualche giorno prima (mal di
testa, dolore alle ossa, leggera apatia) ma erano peggiorati
esponenzialmente nelle ore successive, riportando Alex a uno stadio
quasi animale.
Stuart si tortura le mani, strappandosi pezzi d'unghia e pelle,
lasciandole sanguinare senza alcuna cura.
Alex digrigna i denti e serra le dita così forte sul tavolo
da spezzarlo, un suono secco e aspro come la sua voce.
"Master Alex..." mormora Stuart "Che cosa posso fare?"
Alex scuote la testa, lasciandola dondolare senza peso.
Qualcosa le striscia sotto la pelle e gli occhi virano a un rosso
così cupo da essere quasi nero.
"Master...?"
Alex rovescia la testa all'indietro e grida.
Settembre 2017
Natalia si è svegliata nel cuore della notte, urlando.
Barry è subito corso in camera sua, accendendo tutte le
luci. (perché il buio faccia meno paura)
"Natalia." la chiama e Alex chiude di scatto di occhi, nascondendo un
rosso violento come i tremori che la scuotono.
"Ho fatto un incubo." pigola, detestandosi per questa debolezza
improvvisa.
Barry le accarezza i capelli, le spalle, mani forti e ruvide.
"Cosa hai sognato?" le chiede, occhi morbidi e rassicuranti, voce calma
e pacata - il padre perfetto.
"L'isola..." mormora - sputa.
Barry aggrotta le sopracciglia, stringendole più forte la
mano.
"È tutto finito, Natalia. L'abbiamo uccisa."
Alex ride, sangue tra i denti.
"Lo so." bugie bugie bugie, vili menzogne.
"Sei al sicuro adesso."
Oh, la parabola dell'eroe. Affronta il nemico, salva la donzella,
gioisci della vittoria.
E guadagnati anche tu il tuo posto tra gli dèi dell'Olimpo,
o mio Zeus.
"Ma il mostro..."
"Il mostro è morto, Natalia. Sono tutti morti." ripete
Barry, sorridendo nella penombra della stanza.
"Ma nel sogno era tutto così vivido, così
reale..." ma nel sogno c'era un inferno di lava a divorarmi i piedi.
C'erano le sue grida e quelle di Redfield. C'erano il mio dolore e la
mia stanchezza. C'erano... c'erano i mostri. C'eravamo noi.
"Ci sono io a proteggerti, Natalia."
Alex piange per quell'unico mostro che non è riuscita a
salvare.
So break yourself against my stones.
Alex non sa che giorno sia.
Solleva le palpebre e le percepisce pesanti, ogni osso del suo corpo
fuori posto e dolorante.
Flette il braccio un paio di volte, cercando di svegliarlo dal suo
torpore, e muove le dita nell'aria per riacquistarne la
sensibilità.
Qualcuno le sfiora la fronte, scostandole i capelli e chinandosi verso
di lei nel buio della stanza.
"Alexandra."
"Sei venuto."
Il materasso si abbassa sotto il suo peso, le lenzuola un groviglio di
sudore e sangue ai suoi piedi.
"Sì."
"Stuart non doveva chiamarti."
"Non è stato il tuo ricercatore a farlo."
Alex gli stringe il polso in una morsa d'acciaio quando l'ennesima
fitta le stritola il petto, piegandosi in avanti.
"Allora chi?"
La domanda è inutile quanto la risposta.
Aprile 2018
Natalia ha sedici anni e una struttura snella, slanciata.
Si è tinta i capelli di biondo e Barry ha come avuto un
sussulto a quell'improvviso cambiamento, uno strano senso di
déjà vu.
Il viso ha assunto contorni affilati, quasi taglienti: zigomi alti,
naso dritto, bocca piena.
Solo gli occhi rimangono sempre gli stessi, una sfumatura di castano
che gli ricorda l'autunno - la terra morbida dei campi dietro Raccoon
City.
"Il BSAA." ripete Barry, i capelli stanno cominciando a diradarsi sulla
fronte "Vorresti far parte del BSAA?"
"No." ride Natalia, al collo perle nere come lacrime di tenebra "Vorrei
solo conoscerlo un po' meglio. Sai, i suoi meccanismi, le sue regole.
Chris ne fa parte, no?"
"È uno dei fondatori." conferma Barry, sistemandosi gli
occhiali sul naso.
"Come lo era Jill Valentine."
Un lampo di dolore sul viso di Barry, fugace come un'ombra.
"Sì."
"Un peccato che se ne sia andata."
"Già." dice solo Burton, abbassando lo sguardo.
Mio fratello ha sempre avuto la brutta abitudine di prendere le cose
migliori e spogliarle d'ogni epica, pestandole poi come un bambino
capriccioso, trasformandole nella versione peggiore di loro stesse.
"Credo che un tour guidato si possa organizzare." aggiunge poi "Domani
chiamerò Chris."
Natalia sorride, alzandosi per abbracciarlo.
"Grazie, Barry."
Il serpente è come velluto tra i suoi pensieri.
My love was punished long ago.
Si muove lentamente tra le sue cosce, contro i suoi fianchi.
Alex s'inarca all'indietro, esponendosi ulteriormente alle sue
attenzioni.
C'è del sangue sulla loro pelle, tra i loro denti.
C'è l'umido di un orgasmo da poco raggiunto sulle loro
labbra, tra le loro gambe.
Albert le sfiora il collo con la punta delle dita e segue il percorso
delle sue pulsazioni come incantato, scivolando su di lei - in lei -
con un abbandono quasi selvaggio.
Non c'è ordine nei suoi movimenti, non c'è
controllo; morde, bacia, lecca senza schema alcuno, gemendo tra i suoi
capelli e stringendole il seno al ritmo delle sue spinte.
Alexandra socchiude la bocca e si lascia sfuggire un solo lamento, un
suono che si spegne poi contro il suo petto.
"Albert." lo chiama, e lui viene - sempre.
La loro risata ha lo stesso suono del sibilo dei serpenti.
Novembre 2019
Ha incontrato tutto ciò che rimane della sua progenie Alex,
un ragazzo che possiede i suoi occhi e il suo odore.
Ha ventisette anni ora Jake e le ricorda Albert con una precisione
così dolorosa da essere sale su di una ferita ancora aperta.
Le ricorda le infinite notti passate a sorvegliare i suoi fratelli e le
sue sorelle, a osservarli morire e impazzire - a osservare il suo
stesso futuro.
Le ricorda una famiglia costruita sull'inganno e sulla violenza,
bambini strappati alle loro madri e accolti dall'utero putrescente
dell'Umbrella.
Le ricorda tutto e niente - possibilità, scelte, frammenti
di vita che non ha mai avuto.
"Jake, giusto?" gli domanda, e il ragazzo la fissa in tralice.
"Chi vuole saperlo?" replica, inclinando la testa di lato e alzando un
sopracciglio.
"Natalia." si presenta Alex "Natalia Burton."
"Ah, la nuova ragazzina del vecchio."
Alex ride, la sua voce un timbro liquido e con un leggero accento
europeo.
"Sei qui per il compleanno di Sherry?"
Jake indugia un attimo sulla risposta, annuendo poi.
"La figlia di Birkin, giusto?"
Jake sorride di sbieco ed è come tornare indietro di
quarant'anni.
"Sì." le dice, alzando il bicchiere nella sua direzione
"Vino?"
"Sono minorenne." ribatte Alex, fingendosi offesa e portandosi una mano
sul cuore.
Jake amplia il sorriso, porgendole il suo.
"Mi piaci, ragazzina. Forse non sei poi così noiosa come il
tuo vecchio."
Alex ne beve un sorso, beandosi nel suo sapore dolce contro il palato.
"Così mi lusinghi."
Gli occhi di Jake sono freddi come il ghiaccio - come lo erano i suoi -
eppure brillano d'una scintilla sinceramente divertita.
"Un giorno dovrai parlarmi di quell'isola." aggiunge poi, interrompendo
il corso dei suoi pensieri "Di Alex Wesker e di tutto il resto; il
virus, il suo piano, la sua fine."
Alex s'irrigidisce leggermente, nascondendo l'apprensione dietro un
altro sorso di vino.
"Non conosco bene la storia."
Jake s'inclina in avanti, intrecciando le dita tra loro.
"Chissà perché non credo che tu mi stia dicendo
tutta la verità."
Alex sorride, una piega ironica e che sembra spogliarlo d'ogni segreto.
"Un giorno." concorda, stornando lo sguardo e cercando il cielo
invernale "Un giorno ti racconterò tutto quello che so.
Quando sarà il momento." Quando noi Wesker non dovremo
più temere il nostro retaggio.
Jake annuisce, posando lo sguardo su Sherry.
"Un giorno."
Alex giura a se stessa che Jake non sarà mai un sacrificio
necessario.
If you still care, don't ever let me know.
C'è una lettera sepolta sotto le altre.
Ha il suo nome scritto sopra, in quella grafia elegante e spigolosa,
quasi mordesse la carta invece che semplicemente usarla.
Alex si passa ripetutamente le mani sul viso, la pelle secca di sangue
e lacrime.
È scesa nel ventre dell'Inferno e si nasconde sotto un
ritratto di Amore e Psiche, le gambe incrociate su di un tappeto
schifosamente costoso.
Il camino brucia tutto ciò che non può
più sopportare, ma quella lettera le rimane saldamente
stretta tra le mani, incapace d'aprirla, impreparata a quello che le
racconterà.
Albert, che cosa hai fatto?
Le unghie si sono spezzate contro le ossa degli infetti e lo smalto
nero è diventato una sfumatura appiccicosa e sporca.
Lascia scorrere il pollice lungo il bordo della busta, spezzando poi il
sigillo che la chiude.
Sospira, cominciando a leggere le prime righe.
Alex non si accorge di piangere fino a quando l'inchiostro non si
mischia alle sue lacrime.
Luglio 2020
Alex è stanca.
Si fissa nello specchio e vorrebbe strapparsi quella faccia
ridicolmente innocente.
Assomiglia più alla vecchia se stessa ora, ma non
è la stessa cosa: non lo sarà mai.
Socchiude gli occhi Alex e il Progenitore ruggisce nelle sue vene,
lungo le gambe, nelle tempie.
"Natalia!" la chiama Moira, facendo capolino da dietro la porta del
bagno "Sei pronta?"
"Un attimo." le risponde, sistemandosi i capelli "Non voglio venire
male nella foto del diploma."
Moira ride, comparendole alle spalle.
"Sei bellissima, Natalia."
Alex sorride a quelle parole senza alcuna allegria.
So if you love me, let me go.
Alex tossisce, osservando Natalia sprofondare nelle viscere del
laboratorio.
Sotto al trucco la pelle ha assunto una preoccupante sfumatura
grigiastra e in bocca l'unico sapore che riesce a percepire
è quello della bile e del sangue.
La porta di sicurezza alle sue spalle si apre con un huff leggero come
i suoi pensieri - pesante come il suo cuore.
"Sei l'Overseer?" le chiede Claire, pistola alzata e occhi sospettosi.
"Siete venute fino a qui solo per salutarmi?" le prende in giro "Sono
commossa."
Soffoca un conato Alex, giù per gola l'acido della sconfitta
e della decadenza.
"Fottiti." replica Moira, movimenti tesi e voce isterica.
Alex raddrizza le spalle, perché alla Morte vuole
consegnarsi con ancora la sua dignità intatta, non come la
patetica caricatura di se stessa.
La pistola è pesante tra le sue dita e quasi le sfugge di
mano.
Qualcuno le stringe il polso in una presa rassicurante, sostenendole il
gomito.
Claire abbassa l'arma, lo sguardo perso - confuso.
È freddo il metallo contro la tempia, ma sono calde le mani
di Albert tra i suoi capelli, dita forti e che sciolgono i nodi di
un'esistenza vissuta tra le pagine di un esperimento e i deliri di un
vecchio illuso.
Moira arretra, Claire avanza.
Puoi farcela. le sussurra all'orecchio Ci sono io con te.
Alex preme il grilletto senza alcuna esitazione.
Ottobre 2021
Halloween è giunto in fretta quest'anno.
Barry l'ha chiamata a casa per festeggiare con Polly e Moira, ma
Natalia ha rifiutato, adducendo una qualche scusa riguardante
l'università.
"Biotecnologie e Ingegneria genetica sono corsi interessanti."
sottolinea Barry, il sospetto un ratto che se lo sta mangiando vivo
"Come ti trovi con i professori?"
"Benissimo." replica Alex "Sono una fonte d'ispirazione continua."
Sanno la metà di quello che conosco io. Potrebbero benissimo
licenziarli. Sono una manica d'incompetenti.
Barry sospira dall'altra parte del telefono, Alex si passa la lingua
sulle labbra e controlla il rossetto.
"Torni per Natale?"
Alex vorrebbe ridere ai patetici tentativi di Barry, ma non lo fa.
"Certo." lo rassicura invece "Salutami Polly e Moira. Mi mancate."
Vi odio. Dio, quanto vi odio. Mi viene da vomitare solo a pensarvi.
Barry ridacchia e Alex lo immagina mentre si stringe la radice del naso
tra il pollice e l'indice, un gesto che fa sempre quando è
nervoso.
"A presto, Natalia. Ti voglio bene."
"Anche io, Barry. Anche io."
Ti ucciderò. Ti ucciderò e sarai l'ultimo a
morire. Avrai l'onore di vedere tutto ciò che conoscevi
cadere ai tuoi piedi e marcire - macerie su altre macerie. E solo dopo,
quando avrai conosciuto la vera disperazione, ti
strapperò il cuore dal petto e lo offrirò a un
uomo già morto: a una storia troppo viva per non fare ancora
male.
Barry riattacca, Alex ne segue l'esempio.
Il silenzio viene riempito dalla sua voce.
My heart is just too dark to care.
Torna indietro.
Torna indietro a quando hai saputo della sua morte.
Torna indietro a quando l'hai baciato per l'ultima volta.
Torna indietro a quando hai riso con lui per uno stupido gioco di
parole.
Torna indietro a quando avete fatto l'amore per la prima volta, a
quando ha ucciso Spencer, a quando l'hai studiato da dietro uno schermo
asettico, a quando sei arrivata sull'isola, a quando hai capito che
l'immortalità della carne era impossibile, a quando era
morto sui monti Arklay, a quando...
"Torna indietro, Alexandra."
"Non posso. Vorrei, ma non posso."
Il cuore si spacca, fiorisce sulla pelle e si apre in una corolla di
sangue e carne - una brutta copia della Stairway of the Sun.
Torna indietro.
Torna indietro a quando Spencer aveva ordinato la tua esecuzione, a
quando ti avevano iniettato il Progenitore, a quando Nadia ti aveva
picchiato per una sciocchezza, a quando...
"Torna indietro, Alexandra."
Il primo respiro è vetro, il secondo fuoco.
Torna indietro.
Torna indietro a quando avevi visto quel bambino ridere nella sala
d'aspetto della dottoressa, a quando gli avevi invidiato il cioccolato
che stringeva tra le mani, a quando avevi capito che Nadia non era tua
madre, a quando...
"Torna indietro, Alexandra."
La Vita è uno scoppio di colori così forte da
accecarti.
Torna indietro.
Torna indietro a quando avevi perso il tuo orsacchiotto, a quando la
solitudine era stata la tua l'unica compagna, a quando ti avevano
affidato a Nadia, a quando...
"Torna indietro, Alexandra."
Torna indietro, Alex, e guarda.
Guarda una nursey maledetta, condannata.
Guarda tredici neonati che non avranno mai speranza - che sono
già morti e non lo sanno.
Guarda un po' più a sinistra, là, dove due mani
minuscole si cercano già - dove il destino ha già
tessuto il suo primo filo.
"Albert."
"Torna indietro, Alexandra."
"Non posso. Non voglio."
"Sì che puoi."
"Non senza di te."
Il futuro è solo un passato già vissuto.
Come away with innocence, and leave me with my sins. - Agosto 2022
Natalia è diventata una donna bellissima e impenetrabile,
questo Chris potrebbe dirlo anche senza parlarle.
La morbidezza dell'infanzia ha lasciato spazio a lineamenti duri come
la pietra e occhi che sembrano sfregarti via la pelle a ogni sguardo.
Si allunga sul lettino e rotola sulla pancia, offrendo la schiena al
sole d'agosto.
"È cresciuta." dice Claire, orgogliosa.
Chris annuisce, bevendo un sorso della sua spremuta.
"Anche troppo in fretta." s'intromette Barry "È sempre stata
una bambina silenziosa, contemplativa quasi. Non è poi
cambiata molto con l'adolescenza e l'età adulta. Mai un
problema a scuola, mai una ribellione, mai neppure un ragazzo per cui
preoccuparmi."
Chris lo ascolta a metà, cercando di capire con chi rida
Natalia, a chi rivolga quell'espressione così aperta -
così vulnerabile.
"Sono contento che siate riusciti a venire." continua Barry, passando
un dito sul bordo della lattina di birra "La famiglia è una
cosa importante."
Claire sorride, sottolineando il suo pensiero con un awww pieno
d'affetto.
Moira rotea gli occhi al cielo, Polly una sagoma lontana che galleggia
a pelo d'acqua.
Natalia ride più forte, dondolando i piedi nell'aria.
Chris si alza e decide di andare a salutarla.
"Ti sei fatta bionda." è la prima cosa che le dice,
sedendosi sui talloni "Ti dona."
Alex inclina il viso nella sua direzione, accarezzando il Progenitore
con pensieri di morte e vendetta.
"Grazie." dice, cercando il bicchiere d'aranciata che ha nascosto sotto
il lettino "Il castano mi sbatteva troppo."
Chris annuisce, anche se non ne capisce molto - persino con Claire e i
suoi pochi vezzi femminili è sempre stato un disastro.
"L'università ti piace?"
"Non è male."
"Immagino che le tue scelte siano un modo di sublimare quello che hai
vissuto."
Alex smette di bere, regalandogli un'occhiata sospettosa.
"Ovviamente."
"Ovviamente." ripete Chris, scegliendo una posizione più
comoda e sedendosi nell'erba.
Per alcuni istanti cala il silenzio e Alex si rilassa sull'asciugamano,
chiudendo gli occhi.
"Con chi stavi parlando?"
Alex rimane immobile, una statua d'ambra e d'oro.
"Con nessuno."
Chris la studia per qualche altro minuto, indeciso - sospettoso.
"Sai che per qualsiasi problema c'è Claire, vero?"
Albert si muove inquieto, continuando ad accarezzarle il fianco
scoperto.
"Lo so."
"Bene. Certi eventi possono essere difficili da superare e non importa
quanto tempo sia passato; diavolo, non importa mai."
"La memoria è proprio una stronza, eh?" aggiunge Alex,
sollevandosi dal lettino e cominciando a sbucciarsi una mela.
Chris abbozza un sorriso, annuendo.
Il coltello scivola sulla buccia senza fretta, tac tac tac, un
movimento che quasi lo ipnotizza - un movimento che il suo inconscio ha
già visto ed elaborato.
"Vincerò io questo gioco, Chris."
Silenzio.
"Come?" il tempo rallenta, la paura gli scioglie le viscere.
"Il gioco, Chris." ripete Alex, lentamente, come se stesse parlando a
un bambino "Moira vuole organizzare una partita di tennis e io,
modestamente, ho un rovescio niente male."
Chris serra le labbra, ingoia il dubbio - l'istinto.
Alex lo ignora, continuando a tagliare la mela in pezzi piccoli e
perfettamente uguali.
"Di cosa pensavi stessi parlando?"
Chris deglutisce, scuote la testa - scrolla i pensieri.
"Niente, Natalia." risponde - gracchia "Ho solo avuto un
déjà vu."
Le labbra di Albert le sfiorano la nuca e Alex reprime una risata
velenosa come la sua bocca.
Il primo morso è sempre il più dolce.
"Davvero?" sussurra, baciandogli la punta delle dita.
Albert annuisce, gli occhi incredibilmente nudi senza le sue lenti
scure.
"Non è mai stato un tipo molto perspicace."
"Mai." conferma Albert, appoggiando la testa sul suo addome.
Alex sospira, affondando le dita nei suoi capelli.
"Un giorno questa farsa finirà. Un giorno saremo liberi."
"Era stata una mia promessa, Alexandra, non tua."
Alex alza un sopracciglio, gli occhi ancora chiusi.
"Un giorno saremo liberi." ripete con più convinzione "Un
giorno il mondo tremerà sotto il nostro nome."
Albert annuisce contro la sua pelle, Alex rafforza la presa tra i suoi
capelli, quasi avesse paura di vederlo scomparire all'improvviso (di
vederlo morire un'altra volta e infinite volte)
Sotto un cielo senza nubi, due serpenti che non hanno mai smesso di
cercare il calore l'uno dell'altro: un Uroboros fattosi di carne e
sangue.
Note dell'autrice: Albert Wesker e Alex Wesker non sono fratello e
sorella. Non hanno nessun legame di sangue e non sono stati cresciuti
nella stessa famiglia come tali (ne hanno avute due ben diverse e
distinte) per cui non ritengo che questa storia richieda l'avvertimento
incest. Appartengono allo stesso progetto scientifico di selezione
genetica (Project W.) e per questo si definiscono "fratello" e
"sorella" e possiedono lo stesso cognome (in onore del creatore del
progetto), ma nei fatti non lo sono e non hanno mai avuto l'occasione
di comportarsi come tali. Secondo la legge italiana non sono né discendenti
né ascendenti, e neppure affini in linea retta, per cui il
reato d'incesto non sussiste.
La canzone utilizzata per i paragrafi sul passato di Alex è
"Snuff", degli Slipknot.
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