Buongiorno!
Come avevo accennato nella mia one-shot "Luce tra le ombre" (pubblicata
tempo fa in questo stesso fandom), arrivo a postare la long che ha come
partenza proprio quella storia (per chi, quindi, non l'avesse letta ne
consiglio la lettura).
A sostenermi in questo progetto, ovviamente, c'è la grande
passione che nutro per questa coppia, che a mio giudizio, aveva delle
buonissime potenzialità se sviluppate anche nella serie
originale.
Fatta questa piccola introduzione, vi lascio al primo capitolo e vi
chiedo, se ne avrete voglia, di farmi sapere che ne pensate. Il
confronto con i lettori è sempre fondamentale per chi si
cimenta con la scrittura, soprattutto per potersi migliorare.
PS - in fondo troverete delle note che mi farebbe piacere leggeste.
Io sono un guerriero e
troverò la forza
Lungo il tuo cammino
sarò al tuo fianco
Ti darò riparo
contro le tempeste
E ti terrò per
mano per scaldarti sempre
Attraverseremo insieme questo
regno
E attenderò con te
la fine dell'inverno
Dalla notte al giorno, da
occidente a oriente
Io sarò con te e
sarò il tuo guerriero.
"Guerriero - Marco Mengoni"
A distanza di solo
un paio d'ore dall'aver pensato che tra me e Daryl le cose sarebbero
potute andare meglio, perchè il nostro scontro sembrava
averci
avvicinato anzichè allontanato, ero già sul punto
di
dovermi ricredere.
L'occhiata,
infatti, che mi aveva appena rivolto era di quelle che non
avrei potuto fraintendere: era meglio che lasciassi perdere subito il
discorso che avevo appena intavolato se non volevo farlo incazzare
ancora di più di quanto già non lo fosse di suo.
Ma
la nuova Beth, quella che era esplosa con tanta violenza proprio
contro di lui, non aveva più intenzione di cedere il passo
alla
vecchia, cioè a quella ragazzina che ancora aveva creduto di
potersi affidare completamente agli altri pur di non affrontare la dura
realtà.
E
la realtà, era che poteva davvero essere che mia sorella
Maggie, insieme a tutti gli altri, non fossero sopravvissuti alla
caduta della prigione, ma non mi sarei arresa all'idea sino a che non
avessi avuto delle prove certe.
Fino
ad allora avevo giurato a me stessa che non avrei versato
più una lacrima, nè che mi sarei di nuovo
rinchiusa nel
mio guscio, cercando di convincermi che fosse tutto solo un brutto
sogno da cui prima o poi mi sarei risvegliata.
Ecco
cosa mi aveva spinto a parlare con lui di quello che secondo me
avremmo dovuto fare veramente: tornare alla prigione e da lì
cercare delle
tracce che ci potessero dire se anche qualcun'altro era riuscito a
mettersi in salvo come avevamo fatto noi due.
Solo
che non mi ero aspettata di ritrovarmi davanti il "vecchio" Daryl,
quello che non aveva mai mostrato nessuna considerazione per i miei
sentimenti, perciò non ero riuscita subito a controbattere
davanti al "non se ne parla nemmeno" perentorio che mi aveva sibilato
senza quasi guardarmi in faccia. Così avevo continuato a
seguirlo per altri dieci minuti nel silenzio più assoluto,
forse
illudendolo che l'argomento fosse davvero chiuso, mentre in
realtà avevo solo maturato appunto l'idea che le cose
non fossero affatto cambiate: per lui ero ancora la stupida ragazzina
che lo
intralciava e a cui, per giunta, doveva pure salvare il culo.
Perciò
dovevo averlo totalmente spiazzato a mia volta, quando lo avevo
superato di qualche passo, bloccandogli la strada. Determinata ad
andare fino in fondo, gli avevo ordinato di starmi a sentire in una
maniera che ci aveva portato al punto in cui eravamo ora, con lui che
mi stava ammonendo con lo sguardo di non dire un'altra parola.
-
Daryl, ti prego, ragiona. Dobbiamo tornare indietro, solo
così potremo sperare di sapere qualcosa degli
altri.
Okay,
dopotutto avevo pensato che provare ad avere un approccio
conciliante fosse una tattica migliore con lui, anche per ricordargli
che
solo qualche ora prima eravamo riusciti ad avere un dialogo che ci
aveva fatto fare qualche passo in avanti.
-
Sei in grado di scovare anche una piccola traccia, e non negarlo,
perchè in questi giorni ti ho visto addirittura stanare
degli
scoiattoli! Non dirmi quindi che non saresti in grado di trovare i
segni del passaggio di qualcuno di molto più grosso!
Stavo
cercando davvero di esporgli la logica del mio piano, sul quale
avevo riflettuto in quelle ore, preferendo ignorare come il suo viso si
stesse
incupendo sempre di più.
-
E lo so cosa stai pensando, perchè non sono così
stupida come credi!
Probabilmente ci sarà ancora una mandria di vaganti nei
dintorni
della prigione, ma partiamo con il vantaggio di saperlo e possiamo
perciò
avvicinarci con la massima cautela.
Mi
ero passata le mani sul viso, come a voler raccogliere ulteriormente
le idee che sentivo farsi sempre più chiare nelle mia
testa...
sentivo che quella era l'unica direzione da imboccare, l'unica che
avrebbe davvero dato un senso al fatto che eravamo riusciti a scappare.
-
Magari non ci sarà nemmeno bisogno di avvicinarsi
più
di tanto, perchè troveremo qualche pista da seguire prima.
A
quel punto, nonostante i suoi occhi mi stessero
letteralmente fulminando, io non mi ero fatta intimidire ed avevo
proseguito nella mia opera di convincimento.
-
Daryl, ascolta...
-
No, ragazzina! Adesso tu ascolti me, e anche molto attentamente,
perchè non te lo ripeterò due volte!
L'impressione
era stata quella di aver avuto davanti qualcuno che era stato
caricato come una molla, perchè con uno scatto fulmineo mi
aveva
puntato il dito indice sul petto, costringendomi ad arretrare di
qualche passo e mandandomi a sbattere contro il tronco di un albero.
-
Noi non torneremo indietro per nessuna, fottutissima ragione!
Se
anche non ci fosse stato quel dito premuto con forza contro il mio
petto, a tenermi inchiodata a quell'albero sarebbero bastati comunque i
suoi occhi, pieni di una tale determinazione, da rendere l'azzurro
delle sue iridi ancora più intenso. Pur con la faccia pesta,
la
sua espressione non aveva perso la capacità di mettermi
addosso
una tensione che non riuscivo del tutto a capire a cosa fosse dovuta:
paura o rabbia, o forse un mix delle due..
-
Credevo lo avessi capito e accettato, stanotte.
Per
un attimo, seppure brevissimo, un'emozione aveva cercato di fare
capolino nel suo sguardo gelido, ma era stata ricacciata indietro dalla
sua voce che aveva ripreso ad inveirmi contro.
-
Che non esiste più nessun "loro" a cui pensare. Siamo soli,
adesso. Siamo io e te, e basta, cazzo! Perciò ficcati in
testa
che la nostra unica priorità d'ora in avanti è
quella che
nessuno dei due debba arrivare a dire "adesso sono solo io"!
Il
modo in cui me lo aveva detto, come aveva sottolineato quel "solo
io", forse riferendosi più a me che a lui, mi aveva fatto
schizzare il cuore in gola, perchè mi aveva dato la certezza
di
come avesse preso la decisione irrevocabile che avrebbe fatto qualsiasi
cosa per non metterci più in pericolo di quanto non
lo fossimo già nel dover sopravvivere all'apocalisse che
aveva
investito le nostre vite.
-
Daryl...
-
Risparmia il fiato, Beth. Ti servirà per camminare,
perchè il nostro obiettivo non è cambiato:
finiremo di
perlustrare i dintorni e poi torneremo allo chalet prima che faccia
buio.
Mentre
lui aveva pronunciato quella sentenza come definitiva, io avevo
pensato l'esatto contrario, ossia che i nostri progetti sarebbero
dovuti cambiare, che lui lo volesse o meno. Così, sostenuta
dal
coraggio che animava la nuova me, lo avevo fissato dritto negli occhi,
mentre con un gesto deciso gli avevo allontanato il dito che ancora mi
aveva premuto sul petto.
-
Io andrò a cercare gli altri, Daryl, che tu lo voglia o
meno.
E se è vero che non vuoi che nessuno dei due debba dire
"adesso
sono solo io", dovrai venire con me.
Avevo
dovuto sollevare il viso per poterlo guardare, perchè non
aveva smesso di incombere su di me, nonostante fossi riuscita a farlo
allontare di un passo respingendo la sua mano.
-
Mi hai detto che ero solo una stupida ragazzina, e avevi ragione. Non
posso più permettermi di piangermi addosso e basta, quando
invece posso
fare molto di più: agire. Perciò non mi
darò per vinta sino a
che non avrò trovato la prova concreta che tutti gli altri
siano morti.
Ero
stata io a puntargli ora un dito contro, mostrandogli la stessa
determinazione che aveva avuto lui con me.
-
Solo allora mi arrenderò all'idea che piangermi addosso
resterà la mia unica opzione.
Daryl
aveva reagito alle mie parole facendo un ulteriore passo
indietro, abbassando le spalle come se di colpo si fosse arreso
all'idea che avrebbe dovuto assecondarmi, perciò mi ero
ritrovata completamente impreparata alla sua mossa successiva, che era
stata quella di afferrarmi per un polso, iniziando a trascinarmi dietro
di lui.
-
Ma che cosa...
-
Non mi lasci altra scelta, se la metti così. In questo
momento
non stai ragionando col cervello, perciò dovrò
farlo io
per tutti e due.
Ancora
non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero, eppure la
stretta sul mio polso era così salda che aveva iniziato a
farmi
male, anche perchè un paio di volte avevo incespicato nei
miei
stessi piedi, dal momento che stava camminando ad un passo che
faticavo a mantenere.
-
Daryl, che cavolo stai facendo! Fermati e parliamone!
Avevo
cercato di rallentarlo, ma gli era bastato strattonarmi
leggermente per farmi riprendere la sua andatura. Davvero, mi sembrava
talmente incredibile quello che stava succedendo, il fatto che si
stesse comportando in quella maniera così... così
pazzesca! Perchè non trovavo un'altra parola per definire la
reazione che aveva avuto, il modo in cui mi stava imponendo la sua
volontà!
Forse
proprio quest'ultimo pensiero, il fatto che avessi creduto
solo poche ore prima che non era affatto il "coglione bifolco" che in
apparenza sembrava e che ora invece era tornato ad essere, mi aveva
riscosso dallo sconcerto iniziale, inducendomi a puntare i piedi con
forza per opporre una vera resistenza e riuscire a fermarlo.
-
Lasciami andare, subito!
Avevo
anche cercato di liberarmi dalla sua presa, ma la mia forza
paragonata alla sua era nulla, perciò avevo provato io a
strattonarlo indietro mettendoci tutta la rabbia che mi stava montando
dentro, ma non ottenendo comunque il risultato sperato.
-
Daryl, mi stai facendo male e mi sto incazzando sul serio! Fermati e
lasciami andare! Subito!
Tutto
quello che avevo ottenuto in risposta era stato un grugnito e una
fronda che mi aveva colpito in piena faccia, perchè lui
l'aveva
scostata, ma io essendo impegnata a cercare di liberarmi non ero stata
in grado di fare altrettanto. Quella era stata la classica goccia che
aveva fatto traboccare il vaso, perchè sebbene una parte di
me
avesse intuito che dietro a quella sua reazione c'era di fondo una
paura ben precisa, cioè quella che sarebbe potuta morire
davvero
ogni speranza di trovare anche solo un altro del nostro gruppo vivo,
questo non poteva giustificare il fatto che volesse impormi la sua
volontà ad ogni costo.
-
Se non ti fermi nei prossimi cinque secondi, ti giuro
che non mi farò nessuno scrupolo a tirarti una coltellata
dritta
nella schiena!
E
se pensava che non lo avrei mai fatto, faceva male, perchè
di
colpirlo in maniera così violenta non ne sarei stata davvero
capace, ma magari aprirgli un bello squarcio sul dorso della mano con
cui mi stava stritolando il polso, ecco quello l'avrei anche potuto
fare!
-
Qualsiasi cosa succeda, stai zitta e buona! Non devi parlare, capito?
Se
credevo che Daryl fosse impazzito prima, ora che mi aveva coperto la
bocca con una mano e sbattuta di nuovo contro il tronco di un albero
premendosi con forza contro di me, cosa avrei dovuto pensare di lui?
Ma
qualcosa nel suo sguardo, una specie di muta preghiera ad obbedirgli
senza fare storie, mi aveva lasciata per un attimo incerta su come
reagire ed era stato un tempo sufficiente perchè una voce
strascicata rompesse il silenzio intorno a noi.
-
Ehi, amico, ce la fai da solo o hai bisogno di una mano per domare
quella giovane puledra?
Se
a me quella domanda aveva fatto gelare il sangue nelle vene,
perchè non mi aveva lasciato molti dubbi su cosa avesse
voluto
sottintendere, a qualcunaltro doveva essere sembrata molto divertente,
perchè c'era stato uno sghignazzare che aveva indotto Daryl
ad
irrigidirsi ancora di più, lanciandomi un'altra occhiata di
ammonimento che voleva sicuramente confermarmi che chiunque fosse stato
a parlare, costituiva per noi una minaccia reale.
Se
c'era stata una parte di me che avrebbe voluto sapere subito in chi
ci eravamo imbattuti per poterli valutare, ce n'era un'altra che lo
stava ringraziando per avermi concesso ancora la possibilità
di
rimanerne all'oscuro, dal momento che aveva fatto in modo che rimanessi
nascosta dietro di lui.
-
Ti ringrazio per l'offerta, amico,
ma per il momento preferisco che rimanga proprietà privata.
Anche
la risposta di Daryl non aveva lasciato alcun dubbio su cosa
volesse sottintendere, ma diversamente da prima, il fatto che si
riferisse a me in quei termini mi aveva solo resa certa che mi stesse
proteggendo da qualcosa a cui mi stavo imponendo di non pensare
perchè volevo essere coraggiosa come mi ero ripromessa che
sarei
stata d'ora in poi.
-
Per il momento... uhm... questo vuol dire che sei uno che si stanca
abbastanza in fretta delle sue cose?
Il
divertimento che quella voce sconosciuta conteneva nel parlare di me
come se
davvero fossi stata solo un "oggetto" da possedere, mi aveva spedito il
cuore in gola. Senza quasi rendermene conto, avevo iniziato a recitare
una muta preghiera nella speranza che il bluff di Daryl potesse essere
abbastanza convincente da indurre quei due tizi a proseguire per la
loro strada.
-
Può darsi... dipende molto da quanto saprà
soddisfarmi la bambolina qui dietro.
Daryl
aveva di nuovo parlato con un tono di voce talmente simile a
quello degli altri due, che avrebbe potuto far dubitare anche qualcuno
che
avesse saputo come stavano in realtà le cose tra me e lui.
-
Oh, bè, se la metti così... che ne dici, amico, se allora
stiamo qui e lo scopriamo in diretta insieme a te?
Davanti
a quella richiesta, il mio cuore era stato capace di martellare
ancora più forte e se non fossi stata appoggiata all'albero,
credo che mi avrebbero ceduto anche le gambe, perchè mi era
apparso chiaro che la situazione stava precipitando velocemente. Non
ero stata capace di
chiudere gli occhi, ma avevo continuato a fissare le spalle di Daryl,
vedendo così chiaramente come si fossero tese nel momento in
cui
doveva aver preso una decisione difficile.
-
Direi che potete restare e godervi lo spettacolo.
Non
avevo avuto il tempo di realizzare davvero quello che aveva appena
detto, perchè ero stata immediatamente catturata dai suoi
occhi
nel momento in cui me li aveva piantati addosso girandosi verso di me.
"Fai quello che ti dico",
questo mi stavano ordinando, non avrei potuto interpretare diversamente
lo sguardo di ghiaccio che mi stava rivolgendo, mentre facendo qualche
passo indietro, si era sfilato la balestra dalla spalla per appoggiarla
vicino ai suoi piedi.
-
Bambolina, mi hai sentito? Mostra la mercanzia anche ai nostri nuovi
amici.
Per
la prima
volta, avevo avuto anch'io la possibilità di vedere
chi ci aveva sorpreso e non ero riuscita a reprimere un gemito
strozzato quando avevo posato lo sguardo sulle armi che i due uomini
impugnavano minacciosamente.
-
Ehi, ma sei
proprio una giovane puledra! Hai avuto fortuna a trovarla, amico, sul
serio! Si trovano certi cessi in giro, di questi tempi.
I
due uomini si erano dati di gomito, mentre Daryl si era voltato per
lanciargli uno sguardo che aveva ottenuto l'effetto di farli
sghignazzare ancora di più, tanto che uno dei due aveva
mimato un gesto che mi aveva fatto
salire un fiotto di bile in gola, tanto era stato esplicito.
-
Bambolina, non ti perdere dietro a quei due e spogliati per me, invece.
Daryl
aveva richiamato la mia attenzione in maniera perentoria, e
seppure mi aveva rivolto parole terribili, io stavo comunque
ringraziando Dio per il fatto che fosse stato lì con me.
-
Sì, dai bambolina, fai come dice lui... mostraci cosa
nascondi lì sotto.
Erano
scoppiati di nuovo a ridere, chiaramente eccitati all'idea che io
non avessi altra scelta se non obbedire a ciò che mi era
appena
stato ordinato di fare.
Nonostante
dentro di me sapessi che il Daryl di fronte a me non aveva
la reale intenzione di farmi del male, rimaneva il fatto che si
aspettava che mi fidassi totalmente di lui e che lo assecondassi.
Avevo
cercato di inspirare profondamente per tentare di ritornare un
minimo lucida, ma quando avevo portato le mani sul bottone dei jeans,
quasi non ero stata in grado di afferrarlo tanto mi stavano tremando.
Avevo abbassato lo sguardo per cercare di compiere un'operazione che
normalmente avrei fatto anche ad occhi chiusi, quando la voce di Daryl
mi aveva gelato di nuovo.
-
Ah, ah... no, bambolina, preferirei iniziassi dall'alto... sai
com'è, ho sempre avuto un debole per le tette.
Si
era voltato parzialmente verso i due tizi, così avevo visto
che gli aveva strizzato l'occhio, proprio come se fossero stati amici e
stessero condividendo un bel momento assieme.
"Fai quello che ti dico", lo
sguardo che aveva riportato su di me, conteneva sempre lo stesso
messaggio e io mi ci ero di nuovo aggrappata, per cercare di trovare la
forza di spogliarmi come mi aveva appena chiesto di fare.
Togliersi
una maglietta era sicuramente più semplice che
slacciare un bottone, mi sarebbe bastato afferrarne il bordo e
sollevarla, ma nello stato in cui mi trovavo anche quell'operazione
stava richiedendo tutta la mia concetrazione.
Solo
per un attimo mi ero concessa di chiudere gli occhi, quasi per
allontanare l'inevitabile, ma era stato sufficiente perchè
uno
dei due tizi si sentisse autorizzato ad intervenire.
-
Ehi, se vuoi vengo io a darti una mano...
L'altro
aveva subito sghignazzato, ma a farmi riaprire gli occhi di
scatto, era stato il verso di insofferenza proveniente da Daryl con cui
aveva attirato la mia attenzione per lanciarmi un'altra occhiata che
non mi aveva lasciato scampo: dovevo farlo e anche in fretta.
Non
sapevo nemmeno io a cosa stessi pensando esattamente, nella mia
mente c'era solo un enorme caos, l'unica cosa di cui mi sentivo certa,
era che per la prima volta in vita mia qualcuno mi avrebbe visto nuda,
e mai avrei
immaginato che sarebbe stato proprio Daryl insieme a due perfetti
sconosciuti.
Poi
l'avevo fatto: pregando Dio di rendermi coraggiosa sino in fondo,
mi ero sfilata la maglietta, rimanendo con un reggiseno semitrasparente
che già aveva offerto una buona vista e che un paio di
fischi
soddisfatti avevano sottolineato.
Avevo
dovuto compiere uno sforzo sovrumano per non sollevare le braccia
e coprirmi, mentre ero tornata ad incrociare lo sguardo di due occhi
azzurri in cui avevo trovato ancora solo la fredda determinazione che
avevano mostrato sinora.
-
Bè, bambolina, direi che non hai deluso le mie
aspettative...
tanto che ho già voglia di fare sul serio. Direi
che puoi venire qui e metterti in ginocchio.
Davanti
a quell'ordine inequivocabile, il mio sguardo era stato
attirato dalla reazione immediata che aveva avuto uno dei due uomini,
ossia appoggiare il fucile che aveva tenuto in mano, per potersi
slacciare i pantaloni e procedere in una maniera che avevo solo
preferito immaginare, dal momento che avevo immediatamente distolto lo
sguardo per riportarlo in quello di Daryl.
"Fai quello che ti dico",
sempre quello era il messaggio, perciò avevo racimolato la
forza
di fare un passo avanti, e poi un altro ancora, sino a
trovarmi nella posizione giusta per inginocchiarmi dove si supponeva
che dovessi farlo. Era stato automatico chiudere gli occhi mentre mi
ero abbassata, perchè una parte di me era stata
comunque in grado di registrare lucidamente dove si sarebbe venuto a
trovare il
mio viso.
-
Dai, forza,
bambolina, prendi un pò di iniziativa! Non vorrai mica
rovinarci
la festa a cui siamo stati gentilmente invitati...
L'incitamento
era giunto nel momento in cui avevo percepito un
movimento vicino a me, così avevo aperto gli occhi ed avevo
visto, come in una scena al rallentatore, la mano di Daryl posarsi
sulla mia testa e scivolarmi dietro la nuca, per poi chiudersi sulla
mia coda.
-
Ah, Sam, mi sa che il nostro amico ha capito che è meglio
prendere la situazione in mano!
Io
avevo colto vagamente il doppio senso di quella battuta, come anche le
risate sguaiate dei due uomini, perchè tutta la mia
concentrazione era stata assorbita dal panico di non sapere sin dove si
sarebbe spinto Daryl. Sentivo la sua
mano tenermi ancora saldamente, ma senza che mi avesse costretta a
muovere la testa nemmeno di un millimetro.
Poi
tutto era successo nel giro di qualche secondo, come spesso avevo
visto accadere i fatti in altre situazioni estreme, dove agire in
fretta aveva rappresentato la differenza tra vivere o morire.
-
Stai giù!
Mi
aveva spinto a terra con violenza nello stesso momento in cui
me lo aveva detto, così la mia visione di ciò che
era
accaduto subito dopo era stata parziale. Lo avevo visto afferrare la
balestra mentre effettuava una mezza capriola a terra, poi avevo solo
sentito il sibilo della freccia che partiva e che doveva aver colpito
il bersaglio voluto, perchè c'era stato un verso di dolore,
seguito poi dal tonfo sordo di un corpo che cadeva a terra
-
Brutto figlio di puttana!
Il
grido di rabbia aveva preceduto uno sparo che nella mia testa era
risuonato come una condanna a morte per Daryl, che sicuramente non
aveva avuto alcuna possibilità di ricaricare la balestra.
Non
avevo sentito nessun tonfo questa volta, ma non avevo nemmeno trovato
il coraggio di sollevare la testa per riuscire a vedere la porzione di
bosco dove ero certa che avrei trovato il suo cadavere.
"Fai quello che ti dico".
Aveva cercato di
proteggermi sino alla fine, come avrei dovuto
fare anch'io con lui, invece di rimanere lì a terra, ferma e
immobile come una vigliacca. Aveva avuto sempre ragione su di me, ero
solo una stupida ragazzina a cui gli altri avevano
sempre dovuto fare da balia. Per questo motivo sarei dovuta morire
già infinite volte, almeno tante quante erano state le volte
che
avevo visto delle persone in gamba sacrificarsi per gli altri senza
doverci nemmeno pensare.
Con
gli occhi chiusi, potevo ormai attendere con sollievo qualsiasi
cosa mi sarebbe successa ora, perchè l'avrei accolta come la
giusta punizione per tutto ciò che non ero stata in grado di
essere: coraggiosa e altruista, come invece avrei dovuto essere.
-
Beth! Sei ferita? Rispondimi!
Una
mano mi aveva afferrato per una spalla, costringendomi senza tanti
riguardi a voltarmi sulla schiena, mentre i miei occhi si erano aperti
sul viso preoccupato di Daryl, inginocchiato accanto a me. La mia
reazione alla sua apparizione, era stata quella istintiva di sollevarmi
per abbracciarlo, stringendolo forte a me per sincerarmi che fosse
davvero vivo, e non fosse solo una proiezione della mia mente in
subbuglio.
-
Sei vivo... sei vivo! Dio ti ringrazio...
Senza
lasciarlo andare, avevo iniziato a piangere, completamente
sopraffatta da tutta la ridda di emozioni che avevo provato nel giro di
così poco tempo.
-
Dobbiamo andarcene da qui, subito.
Come
era sempre stato, anche ora lui sembrava invece non essere stato
minimamente scosso da tutto ciò che era appena successo.
Aveva ucciso due uomini, rischiando a sua volta di morire, ma la
sua mente era come se lo avesse già archiviato nel passato,
senza nessuna
conseguenza .
-
Beth, guardami! Sei ferita?
Solo
afferrandomi per le braccia era riuscito ad allontanarmi da
sè, fissandomi con un'intensità che mi aveva
provocato
nuove lacrime. Poi il suo sguardo si era spostato più in
basso,
inducendomi a fare lo stesso, perchè lo avevo visto
irrigidirsi.
-
Sembra solo una ferita superficiale...
Solo
in quel momento mi ero accorta del sangue che usciva da quella che
sembrava in effetti una piccola ferita appena sotto la spalla e che era
stata ben
visibile a tutti e due, dal momento che c'era stato solo il reggiseno a
coprirmi.
-
Sì, io... ma quel sangue è mio o tuo?
Avevo visto del sangue anche sulla sua maglietta, ma non mi era parso
di vedere nessuno squarcio nel tessuto.
- Tuo, io non sono ferito. Dobbiamo andarcene, perciò adesso
ti aiuto ad alzarti.
Senza
lasciarmi altra scelta, si era alzato e aveva aiutato anche me a
fare lo stesso, lasciandomi andare non appena aveva visto che le mie
gambe reggevano.
-
Daryl... io... quello che è successo...
Credo
che fosse l'inizio di un discorso molto difficile che sentivo sgorgare
dallo stesso nodo di emozioni da cui stavano fluendo anche le mie
lacrime,
ma come aveva già fatto in altre circostanze, lui
mi aveva subito interrotto.
-
Quello che
è successo qui, Beth, te lo devi dimenticare. Ti ho chiesto
di
fare qualcosa che sarebbe servito solo a sopravvivere... ed era l'unica
cosa che avrebbe fatto abbassare la guardia a quei due figli di puttana.
Lo
avevo visto
fare qualche passo avanti, dove aveva raccolto da terra
la maglietta che mi ero tolta solo qualche minuto prima, anche se a me
sembrava fossero passati anni, per poi tendermela senza quasi
guardarmi. Ero stata abbastanza certa, a questo punto, che quello fosse
stato il suo modo per cercare di rassicurarmi sul fatto che
non avrei dovuto sentirmi in imbarazzo, o peggio umiliata, da
ciò che era successo tra di noi.
-
Ora dobbiamo pensare solo a mettere più distanza possibile
tra noi e loro.
Mentre mi stavo infilando la maglietta, lo avevo visto fare un cenno
nella direzione da cui erano sbucati i due uomini che adesso giacevano
senza vita, uno con una freccia infilzata all'altezza del cuore,
l'altro con la gola aperta da quella che doveva essere stata una
coltellata inferta con ferocia.
Non riuscivo a smettere di piangere, come non riuscivo a smettere di
pensare che l'avevo lasciato solo ad affrontare il pericolo. La mia
convinzione di poter essere una nuova Beth, più coraggiosa e
matura, si era rivelata per ciò che era davvero: solo una
bugia
che avevo cercato di raccontarmi da sola. C'era una sola cosa che
potessi fare, a questo punto, e dovevo farla subito.
- Non verrò con te, Daryl.
Avrei voluto che la mia voce fosse stata meno tremante, ma date le
circostanze, forse non potevo pretendere anche questo da me stessa.
- Ci dobbiamo separare.
Le mie parole lo avevano sorpreso mentre stava gettando via i
proiettili che aveva estratto dai due fucili, immobilizzandolo come se
lo avesse colpito un sortilegio. Solo gli occhi avevano mantenuto la
loro vitalità, riempiendosi
di una rabbia che in quel momento non mi sarei aspettata di vedere.
- Sei ancora convinta che ti lascerei tornare indietro dopo quello che
è appena successo?
Indietro dove?
Non avevo subito capito a cosa si fosse riferito, mi ci
era
voluto un attimo per ricordarmi che stavamo proprio discutendo della
mia intenzione di tornare alla prigione per cercare gli altri.
- Non ha importanza dove voglio andare, ha importanza che non lo faremo
insieme.
Prima di ritrovarmelo ad incombere su di me come se fosse stato la
furia fatta persona, lo avevo visto scagliare via con violenza gli
ultimi proiettili che aveva tenuto ancora in mano.
- Noi - non - ci - separeremo.
Lo aveva scandito, parola dopo parola, come se stesse pronunciando una
sentenza irrevocabile a qualcuno che ancora faticava a capirla. Ma era
lui a non capire, questa volta.
- Non morirai per colpa mia, Daryl.
Tra le lacrime, a fatica, avevo cercato di fargli capire che non avrei
più voluto essere la causa di un episodio come quello che
avevamo appena vissuto.
- Nessuno di noi due, morirà, Beth.
- Tu non capisci....
- No, fidati, io capisco benissimo. Per questo motivo resteremo insieme.
Quella risposta di nuovo così perentoria aveva acceso una
piccola scintilla di rabbia, forse un eco di quella che mi aveva fatto
credere la notte precedente che potessi essere una ragazza
più forte rispetto a quella che era anche arrivata a
tagliarsi le vene pur di non affrontare la realtà che la
circondava.
- Non puoi decidere per me.
Avevo detto quella frase di getto, forse spinta da quella piccola
scintilla di rabbia, ma di certo non mi sarei mai aspettata che avrebbe
avuto un effetto così dirompente su di lui.
- Invece posso e sto per dimostrartelo.
Prima ancora che potessi capire cosa avesse estratto dalla tasca
posteriore dei suoi jeans, mi ero ritrovata il polso destro
imprigionato nell'acciaio di un cerchietto che corrispondeva alla
metà di un paio di manette, in cui Daryl ci aveva appena
rispettivamente imprigionato.
- Insieme, Beth, che tu lo voglia o meno, perchè io non
lascerò morire più nessun'altro. Spero che
così, ti sia più chiaro il concetto!
Sollevando i nostri polsi uniti da quelle manette che non avevo idea
possedesse, me li aveva praticamente sbattuti davanti agli occhi, a
sottolineare quello che mi aveva appena urlato contro.
Se si era aspettato da me un qualche tipo di reazione che gli
permettesse di sfogare un altro pò la rabbia che sembrava
consumarlo, sicuramente lo avevo deluso, perchè in quel
momento non ero stata capace di fare altro che accettare la sua
decisione, ma non perchè mi aveva spaventato con la sua
prova di forza, ma proprio perchè mi aveva fatto pensare che
dietro a quella sua determinazione si sentisse invece fragile e solo
quasi quanto mi sentivo io.
E se così fosse stato, allora volevo scoprirlo,
perchè sapere che anche lui aveva bisogno di me, avrebbe
potuto ridare senso ad una vita che sentivo invece scivolarmi via.
Note
Immagino che sarete abbastanza sorprese da questo Daryl così
"duro" nei confronti di una Beth che, diversamente da lui, non naconde
invece la sua fragilità e la sua difficoltà a
rapportarsi con l'idea che debba considerare tutti gli altri "perduti".
Ma, ad essere sincera, è proprio questo che mi piace di loro
due, il fatto che siano complementari senza sapere di esserlo, e che
quindi ci sia tutto un mondo in mezzo da esplorare, prima di poter
arrivare a conoscersi davvero.
Spero, quindi, che vorrete dargli una chance e continuare a leggere di
loro attraverso la mia storia.
Prima di salutarvi, ne approfitto per dirvi che cercherò di
postare un capitolo a settimana, massimo ogni dieci giorni.
Alla prossima, spero.
Laura
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