Un Intrepido non si arrende mai

di hermionegranger18
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-Intrepidi- la voce potente di Eric ci richiamò all'attenzione -Venite qui- ci invitó con la mano ad avvicinarci ad un tabellone vuoto -Ci sono due fasi di allenamento- cominció a spiegarci il nostro giovane capo-fazione -Il primo è fisico, combatterete fino allo sfinimento; il secondo è mentale, dovrete affrontare le vostre paure è sconfiggerle- poi mise una mano sul tabellone -Dopo ogni modulo gli ultimi sei diventeranno degli Esclusi- ci fu un mormorio generale -Cosa vuol dire?- chiesi sconvolta-Vuol dire, Candida, che se alla fine della prima fase non sei sopra la riga, ci dovrai abbandonare. È una regola nuova!- Eric ghignó maligno -Ma...ma dovevate dircelo prima!- ero infuriata, ero una ragazza minuta, non molto forte, e già avevo paura di come mi sarei classificata, ora c'era anche la possibilità che non arrivassi proprio alla fine-Perché? Così non avresti scelto noi?- mi domandò ironicamente, io tacqui, aveva ragione, se non mi fossi liberata da quelle paure, non sarei mai diventata un'Intrepida.

Lui probabilmente vide il cambiamento nel mio sguardo, la rinnovata convinzione di arrivare fino in fondo è vincere, e sorrise, non un ghigno, ma un vero e proprio sorriso, che sparì subito dal suo viso.

-Voi avete scelto noi- disse guardandoci tutti negli occhi -Ora noi scegliamo voi- concluse e ci lasciò con Quattro.

Iniziammo subito l'allenamento, corremmo per ore e chi si fosse fermato, avrebbe perso punti, io riuscii a non fermarmi mai.

Giorno dopo giorno ci allenavamo, correvamo, sparavamo sui bersagli e combattevamo fra noi per guadagnare punti e riuscire ad ottenere la salvezza-Candida- urlò Eric una mattina mentre stavo prendendo a pugni il mio sacco da boxe -Ultima a saltare! - chiamó un'altra ragazza -Sul ring- ero terrorizzata, avevo già visto Tris combattere contro di lei e aveva perso alla grande, non ci tenevo a replicare, ma con passo insicuro mi diressi verso il quadrato che Eric aveva chiamato "ring".

Una volta salita mi misi in posizione di difesa, alzando entrambe le braccia davanti al volto, lei cominciò a colpirmi ovunque, quando arrivai al punto di non sentire più il mio corpo -Mi arrendo- esclamai.

Quando alzai la testa vidi gli occhi di Eric, che era rimasto vicino al ring, ridursi a due fessure, poi urló -Facciamo tutti una pausa!- e uscì intimandoci di seguirlo. Ci condusse fino al Pozzo -Ti senti meglio?- mi chiese premuroso appoggiandomi una mano sulla schiena -Sì, sto bene- risposi stranita da quella preoccupazione e ancora di più dai brividi che mi aveva provocato quel contatto. Non appena finita la frase, sentii la sua mano che mi spingeva giù dal ponte che era situato su un burrone, lanciai un urlo, ma la sua mano afferrò la mia prima che io potessi precipitare e l'appoggiò sul bordo, bagnato a causa dell'umidità.





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