Sua madre avrebbe fatto i salti di gioia. Suo padre si sarebbe congratulato con lei e poi sarebbe tornato in biblioteca. Jane l’avrebbe abbracciata tanto forte da farle mancare il respiro. Elizabeth vedeva le reazioni di tutte le persone che amava; ma non riusciva proprio ad immaginare quella del marito: Fitzwilliam Darcy era un uomo onesto e leale; l’amava sicuramente ma non era facile capire cosa pensava. Nemmeno dopo due anni di matrimonio era sicura di capire sempre il marito!
“Vi sentite bene Elizabet? Mi sembrate pallida.” le chiese nel mezzo della cena, tra la minestra ed il fagiano.
“Dovrei dirvi una cosa …” iniziò titubante.
“Avete ricevuto un’altra lettera di vostra sorella Lydia in cui chiede qualche favore per il marito?”
“Oh no! Quello che devo dirvi non riguarda Lydia e nessuno altro se non noi, ma …”
“Ma cosa?”
“Ma non so come dirvelo.”
“Usate le parole più semplici che vi vengono in mente, mia cara. Di solito è un’ottima soluzione.”
Elizabet piegò il tovagliolo come se stesse strozzando una gallina: “Saremo genitori.”
Darcy non fece niente, rimase talmente stupito che le posate precipitarono nel piatto. “Ne siete sicura?”. L’espressione indecifrabile comparve di nuovo sul volto del marito: Elizabeth sapeva che nella sua testa c’era un unico pensiero, ma non sapeva quale. Avrebbe dato tutto per scoprirlo! Lei annuì con un timido sorriso.
Risoluto, Darcy si alzò dal suo posto e si inginocchiò accanto alla moglie: anche se le visite della signora Bennet sarebbero aumentate a dismisura, nulla avrebbe potuto togliergli la gioia di quel momento. Con devozione la baciò e le accarezzò il ventre “Grazie, mia amata.” Darcy avrebbe voluto dire molte cose, ma riusciva sempre a dire la cosa meno appropriata quando doveva esprimere il suo amore a parole. |