Capitolo 1 : Non stare male per me.
Ho partecipato ad una guerra, ho partecipato. Ma era davvero una
guerra, come la definiva Stoick? O era soltanto uno stupido scontro tra
i due alfa che si prolungò per una notte intera? Non posso
nemmeno affermare di aver partecipato davvero, ho solo cavlcato il mio
drago e seguito gli ordini di Hiccup.
Hiccup...
Ho passato troppo tempo a prenderlo ingiro...ho passato troppo tempo ad
accorgermi chi è lui. Il signore dei draghi, no, io non la
penso davvero così. Lui non comanda i draghi, lui ci sringe
un rapporto di amicizia. Penso che "signore dei draghi" sia un termine
per una persona che li comanda. Non è giusto.
Astrid si sedette sul suo letto, portando le ginocchia al petto.
La pace è finita, devo prepararti alla guerra.
Guerra, così la definì Stoick. Ma non era davvero
una guerra.
La vera guerra sta arrivando.
Rispensò, prima di alzarsi in piedi e giungere alla
finestra, guardando la casa dove viveva Hiccup con Valka. Spesso andava
a trovarli e Hiccup e Astrid uscivano a fare giri con i draghi, quando
lui ne aveva il tempo richiesto, oppure a fare un giro di corsa dei
draghi con tutti i cavalieri.
Anche Eret aveva iniziato a vivere a Berk e a fare conoscenza con un
po' tutti gli abitanti.
In quel momento Astrid vide Hiccup uscire da casa sua e le venne subito
la voglia di raggiungerlo, ma si fermò prima di commettere
un errore. Hiccup era solo, non aveva neanche Sdentato al suo fianco,
Astrid sapeva esattamente dove sarebbe andato. Come ogni giorno a
quell'ora, Hiccup camminò fino alla statua in onore di
Stoick e si fermò lì, in ginocchio, per qualche
minuto a piangere.
Astrid continuò a guardarlo, per poi piangere anche lei,
come ogni volta che lo vedeva lì in ginocchio. Era il modo
con il quale il suo corpo comunicava di amarlo, perchè ogni
volta piangeva a vederlo star male, quando lei stava da schifo invece
non le si lucidavano nemmeno gli occhi.
Dietro ad Astrid spuntò sua zia, la quale l'aveva adottata
una volta morti i suoi genitori, l'aveva curata e cresciuta come se
fosse stata sua figlia.
" Non pensi sarebbe meglio se tu andassi da lui? " chiese,
accarezzandole una guancia.
" Probabilmente quando arriverò là da lui
sarà già andato via. "
" Almeno tu provaci. Lo sai cosa vedo nei suoi occhi? Solitudine. E' in
questi momenti che ha bisogno di te. Vai da lui. "
Astrid alzò gli occhi per guardare sua zia, annuì
e uscì dalla camera, camminando velocemente. Mentre correva
non si accorse nemmeo di aver dimenticato di chiudere la porta della
casa, ma ignorò la dimenticanza. Arrivò a un
metro da Hiccup, ma il suo corpo si bloccò, non sapendo cosa
fare. Seguì l'istinto e si sedette accanto a lui.
" A-Astrid..." sussurrò lui, senza guardarla.
" Sono qui. Sono qui con te. " disse, non riuscendo a trattenere le
lacrime, le quali presero a scenderle lungo le guance.
Hiccup alzò lo sguardo, sentendola respirare a fatica, come
una persona quando piange. Le asciugò le lacrime con il
pollice, scuotendo lentamente la testa. " Non devi preoccuparti per
me...io...io sto bene, è tutto okay. " disse, facendo un
soriso amaro.
Astrid sentì un nodo in gola e non riuscì a
smettere di piangere.
Mi hai vista Hiccup, Astrid Hofferson l'audace piange per te. Ma non
posso essere audace con te, lo sai.
" Non è okay...t-tu st-ai male, Hiccup. " disse, interrotta
dai singhiozzii, abbracciandolo.
Poi si separarono e lui guardò.
Hai ragione Astrd, ma non voglio che tu soffra per me.
Poi si alzò in piedi, tendendole una mano. Lei
l'afferrò saldamente, scattando inpiedi di fronte a lui, a
pochi millimetri di distanza, guardandolo in quegli occhi verdi foresta
che avevano il potere di catapultarla in un altro mondo, lontana da
tutti i problemi. I loro cuori battevano all'impazzata, come sempre
quando erano insieme, soprattutto quando erano vicini come in quel
momento. Hiccup si abbassò lentamente alla sua altezza,
ormai era diventato molto alto, e la baciò dolcemente.
Astrid prolungò il contatto quando lui si stava per
staccare, cercando di nuovo le sue labbra, chiudendo gli occhi,
sorridento e respirando il meraviglioso profumo che aveva. Astrid
lasciò cadere le sue braccia lungo ai fianchi, impotente di
fare qualsiasi cosa, presa dalle mille emozioni dentro di lei. Hiccup
le posò le mani sulle guance, continuando a baciarla come
mai aveva fatto. Aveva aspettato per molto tempo quel momento e
finalmente era arrivato, le aveva dimostrato quanto l'amava, baciandola
con tutto sè stesso. Non poteva immaginare un mondo senza di
lei, no...perchè lei era la sua ragione di vita.
Come farei senza di te? Non voglio neanche provare a pensarlo...
Sei più importante della mia stessa vita, della mia
reputazione, ecco perchè mostro di soffrire solo quando sto
male per te. Non mi interessa cosa pensa la gente se piango per te. Non
mi interessa.
Dopo tanto tempo si staccarono finalmente, accorgendosi solo in quel
momento della gente accanto a loro che li guardava impalati a bocca
aperta. La coppia li ignorò, andandosene mano nella mano.
Mentre camminavano spesso i loro sguardi si incontrarono,
perchè nessuno di loro era capace di non guardare l'altro
anche solo per qualche istante. Tornarono per alcuni secondi a casa di
Hiccup, dove c'era Sdentato.
" Mi concedi questo volo? " chiese. Astrid sorrise, salendo in groppa a
Sdentato dietro di lui. Subito si misero in volo per chissà
quale luogo scoperto ovviamente da Hiccup. Astrid appoggiò
la testa sulla spalla di Hiccup, cercando di capire anche minimamente
dove stessero andando. Poi ebbe una specie di illuminazione,
ricordandosi di poche settimane prima.
" Ascella che prude? " chiese lei, ridendo ancora per il nome sciocco
ma simpatico.
" Si, Milady. " rispose lui, sorridendo e respirando a fondo,
perchè avrebbe potuto prendere un infarto da un momento
all'altro per la troppa emozione.
Poco dopo atterrarono finalmente sull'isola prestabilita. Hiccup porse
una mano ad Astrid, per aiutarla a scendere da Sdentato. Lei chiuse gli
occhi per un istante, respirando l'aria fresca mentre i ricordi
raffioravano fuori nella sua mente, i ricordi di quel giorno prima
dell'inizio della guerra.
E' passato così poco tempo....eppure sembra
un'eternità.
Si distese accanto ad Hiccup sull'erba verde, guardando il cielo
azzurro e ascoltando il silenzio interrotto dal canto degli uccelli o,
a volte, dei Terribili Terrori canterini, e dallo scorrazzare in giro
di Sdentato, che si divertiva anche solo con un tronco di un albero a
fare scarabocchi a terra sul fango.
Rimasero lì, fermi a guardare il cielo.
ANGOLO AUTRICE PAZZOIDE E ANCHE UN PO' SCHIZZOFRENETICA [...] :
Ciaooooo!!! Si, sono tornata con una nuova fanfiction e mi sono
sforzata di fare un capitolo il più lungo possibile.
Allora...questa sarà una storia basata principalmente sui
pensieri dei personaggi, l'ho iniziata per caso senza nemmeno saperne
la trama...
Ditemi se è un po' noiosa o va bene. OoOOoooovviamente non
mancherà la parte d'azione; l'unico spoiler che vi do
è che ci sarà una guerra, una vera guerra. Morti,
armi, veri nemci...robe così. Eh già...apparte
che quando ho scritto sto capitolo mi stavo per mettere a piangere. Non
sopporto vedere Hiccup piangere..T_T T_T Sono come la Astrid della mia
ff io!
Passiamo alla domanda di oggi : con quanto pensate che esca dagli
esami? Aiutino : le prove scritte sono tutte facili per me, ma l'orale
mi terrorizza.
Vorrei per ultima cosa citare Astrid lover, The snow queen e Heather
Filcon, che recensiscono praticamente sempre i miei capitoli.
Adios amigos :D
By cricrina01:D la pazzoide che non c'ha voglia di studiare.
:D
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