=Indecisione=
Plichi ordinatamente sparsi per la stanza
soleggiata formano un percorso bianco sul pavimento piastrellato. Al
centro,
seduto alla scrivania, sta l’allenatore della squadra,
immerso e sperduto nel
punto vuoto del caos cartaceo tutt’intorno.
La follia lo vizia, il disordine lo
tramortisce, lasciandolo imbambolato a fissarsi nello specchio opaco
dei suoi
occhiali.
Si sente pieno di deboli timori, mentre sfoglia distrattamente le
schede di
adesione al club, riportanti dati anagrafici e risultati scolastici ed
extrascolastici di ogni membro della squadra di calcio che ha
richiesto. Sono
fogli comuni, niente di troppo ufficiale, eppure al solo contatto viene
colto
da sentimenti angoscianti.
Era molto tempo che non rispolverava tali emozioni:
negli ultimi anni si era concentrato solo sugli studi, allenando mente
e corpo
a ritmi diversi… Il suo animo era asciutto.
Ora viene travolto dall’alta
marea, senza preavviso né supporto: l’acqua si era
ritirata da anni, Kidou non
immaginava che sarebbe potuta tornare così repentinamente.
Una scheda in particolare gli passa in mano, una scintilla trema negli
occhi
cremisi.
“Vieni da me, domani…”
Le parole con le quali ha invogliato il
capitano Shindou a presentarsi da lui, per continuare un discorso
incominciato
una sera in un fortuito incontro per strada, si ripresentano ora con un
eco
diverso alle sue orecchie, più spaventoso e più
maligno di quanto avrebbe
sperato di ricordare. La paura, il senso di sfiducia che la
squadra di Endou ha riservato al loro
primo incontro lo ha ferito più di quanto avrebbe pensato.
Non vuole che il suo
nome, il suo titolo, la sua fama siano specchio del suo comportamento:
non sarà
così.
Guarda di nuovo il nome di Shindou riportato sui documenti, accarezza
con dita
raffreddate la foto allegata e quasi gli sembra di udire dei passi nel
corridoio, ma è solo suggestione.
Quante potenzialità vede in quel ragazzo, quanto talento
armonioso… Ma
soprattutto, in Shindou invidia – ma di un’invidia
distaccata e nostalgica – la
libertà che brilla nei suoi occhi. Takuto non è
influenzato da nessuno al di
fuori di se stesso e della sua autostima: i suoi occhi ne sono una
chiara
testimonianza. Così forti, capaci di illuminarsi e brillare
di tenacia, ma
altresì dediti al pianto, alla riflessione… Gli
occhi dell’allenatore non sono
mai stati così, ne è consapevole.
Il suo animo tediato da una rabbia quieta gli ha fatto rivolgere a
Shindou
parole oscure ed ora con lo stesso stato d’animo spera che il
giovane giunga il
prima possibile.
“Voglio dirti che non mi occuperò di te, ragazzo.
Vorrei poterti parlare, elargirti consigli, mostrarti gli schemi dai
quali io
appresi, giovane atleta per diletto.
Vorrei poter essere accolto nella tua
casa, osservare i tuoi balzi d’umore adolescenziali, udire la
tua musica e scacciare
i tuoi dubbi fino a quando, pronto e teso quanto basta
dall’eccitazione della
sfida, scenderai in campo e vincerai, maestro dei tuoi ritmi e guida
della tua
squadra.
Vorrei tutto questo e so che potrei ottenerlo ma, se è vero
che ho dovuto
subirla, questo non vuol dire che meschinamente io ripeterei la mia
vita in te.
Non sarebbe altro che un riflesso opaco, non sarebbe altro che un eco
distorto.
Non lo farò, non preserverò in un sbaglio che
ferirebbe entrambi.
Vieni da me, voglio dirti che non mi occuperò di te,
ragazzo.”
La porta si apre, la corrente improvvisa smuove i fogli che perdono
senso, in
quell’ordinata confusione che conduceva in un sentiero di
carte e pensieri.
Kidou alza lo sguardo, un sorriso crespo dipinto sulle labbra.
-Buongiorno.-
-Buongiorno, mister.-
E
già sembra che è tutto finito: stranamente,
all’allenatore non dispiace
affatto.
Ohayo!
Come da anteprima di lettura, questa fanfic è dedicata a
Lady Dragon: tanti
auguri carissima, alla fine ce l’ho fatta a scrivere su Kidou
e Shindou, visto?
<3 Spero che sia stata di tuo gradimento!
Alcune spiegazioni generali: io li shippo, ovviuz, ma non potevo
esordire con
qualcosa di esagerato - ergo mi sono
trattenuta, avrei potuto ideare qualcosa di molto peggio *^*
Spero di aver reso Kidou maturo e sensibile come me lo immagino: del
suo lato
complessato e depresso sono stanchina, sinceramente. Ho voluto svelare
l’indole
a farsi domande e cercare le soluzioni migliori, che è
comunque propria del
personaggio; sul finale, la dimostrazione che ora sa prendere decisioni
non
solamente per il proprio tornaconto ma soprattutto per il bene dei suoi
ragazzi. Se Kidou è sembrato in balia dei suoi pensieri
confusi è perlopiù dovuto al
fatto che ho tratto ispirazione da una precedente fanfic di Lady
Dragon:
prendetevela con lei, dunque. (Sai che ti voglio bene, cara <3)
Grazie a tutti per la lettura: se vi è piaciuta lasciatemi
un commento… Per il
resto yay, ci si risente prossimamente!
ys.
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