Il serpente la strega e l'Armadio

di Snaps
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La ragazza urlava. Vedeva la stanza lussuosa dal basso, la faccia sul tappeto costoso. Ogni fibra del suo corpo gridava, come se venisse bruciata pezzo dopo pezzo.
Poi, nel mare della sua agonia, vide i suoi occhi. Grigi, bellissimi. Pensò che fosse una cosa bella da guardare per l’ultima volta, prima di lasciare così presto il mondo.
Poi dietro quegli occhi, vide un’intenzione. L’intenzione di intervenire, di salvarla.
No. Non lo fare. No.
Guardandolo, scosse lievemente la testa. Dall’esterno poteva sembrare uno spasmo, ma il ragazzo la capì subito. La capiva sempre. Anche quando era arrabbiata e non voleva darlo a vedere. O quando era preoccupata e pensierosa. Le diede un ultimo sguardo, prima di fare un passo avanti. Puntò la bacchetta verso Bellatrix Lestrange e urlò: “Expelliarmus!”
La bacchetta volò alta, disegnando un arco.
La ragazza, in quel momento, si accasciò a terra, priva di forze. Venne trasportata indietro, in tempi più felici, quando lui l’aveva guardata sorridendo ironico e aveva detto: “E quando mai ti do retta?”
Il ragazzo la guardava, non aveva mai distolto lo sguardo da lei. La guardava mentre i suoi amici la portavano via da quella casa, approfittando del diversivo che lui aveva creato. La guardava sparire, mentre la bacchetta irosa di Bellatrix cambiava bersaglio e puntava su di lui.
Gli sembrò di vederla ancora nella stanza mentre sua madre urlava di risparmiarlo.
Per un attimo intravide i suoi occhi castani sorridergli mentre una voce urlava ‘Crucio’.
 




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