Cap II. Salto di
qualità.
Aveva deciso di prendersi due giorni di pausa prima di tornare a
studiare.
Era arrivato da poco alla facoltà e appena preso posto in
aula aveva subito peso in mano la sua console,iniziando il nuovo gioco
che gli aveva regalato Shouyo la sera prima.
“Non sei venuto l'altra sera...” una voce familiare
dietro di lui lo immobilizzò facendo in modo che gli orchi
gli togliessero più punti vita del solito.
“Non mi piace stare nella confusione, lo sai...”
gli rispose senza alzare lo sguardo e massacrando quel dannato mostro.
Rise internamente di sé stesso.
Era così apatico e incapace di mostrare emozioni che se la
prendeva con un videogioco.
Sentì la sedia davanti al suo banco venire spostata e
strinse un poco più forte le dita sulla console portatile.
“Eppure Fujioshi mi ha detto che ogni sera che ti invitiamo,
davanti alla tua porta trova sempre un ragazzo che aspetta di entrare a
casa tua.”
Si ritenne fortunato, Kenma, di avere i capelli abbastanza lunghi da
coprire le orecchie scarlatte per l'imbarazzo.
Cercò come suo solito di non far trasparire alcuna emozione
ma la sua voce uscì più dura di quel che voleva
“ Anche io ho una vita privata Kuroo...”
Una vita in cui tu non
ne fai parte...
Avrebbe voluto continuare, ma il disgusto per se stesso era
già abbastanza senza doverci aggiungere l'ennesima bugia.
Il moro sgranò gli occhi a quella risposta scocciata per
nulla da lui.
Ne era consapevole Kenma ma era stanco di essere sempre considerato un
bambino problematico a cui badare.
Era ora che Kuroo si rendesse conto che era diventato adulto, e da un
pezzo anche.
Sapeva perfettamente che quella consapevolezza non avrebbe migliorato
le cose tra loro, ma continuare in quella staticità era
sempre più deleterio.
“Non me ne hai mai parlato...” lo sentì
mormorare.
Ormai hai iniziato su
questa linea... si disse Kozume.
"Non sono costretto a dirti tutto quello che mi riguarda, esattamente
come non lo fai tu".
Era una mezza verità questa.
Perché anche se Kuroo non gli diceva tutto quello che lo
riguardava, alla fine Kenma le veniva a sapere lo stesso, vuoi per
destino o per testardaggine.
Kuroo parve incassare il rimprovero “Posso chiederti almeno
se lo conosco?”
In quel momento Kenma alzò lo sguardo fino ad allora
incollato al display, su di lui, fissandolo sorpreso.
Aveva sentito una strana incrinazione nella voce del moro davanti a
lui, che lo portò a chiedersi perché gli
importasse tanto di chi fosse il suo presunto amante.
Avrebbe dovuto dirglielo?
Dirgli che si frequentava,per modo di dire, con Shouyo?
Decise di dargli una mezza risposta “ Lo conosci.”
Kuroo alzò lo sguardo ma quello di Kenma era di nuovo fisso
sullo schermo segno che non aveva più intenzione di dire
altro.
Il moro rimase a fissarlo. Oggi Kenma era strano.
Scosse la testa. No. Non era solo oggi ora che ci pensava.
Ormai era davvero molto tempo che il suo rapporto con Kenma si era
quasi ridotto al Buongiorno e Buonasera.
Non passavano quasi più tempo assieme se non quando si
incontravano a lezione.
Niente più uscite la sera per locali.
Niente più partite a pallavolo.
Niente più cene a casa dell'altro per farlo staccare da quei
dannati giochi che tanto gli piacevano.
Lo stava perdendo.
Senza accorgersene stava perdendo il suo migliore amico.
Si era allontanato da lui da quando frequentavano
l'università e solo ora si rese conto che Kenma lo stava
lasciando andare.
Anche lui si stava ricostruendo una vita con quel ragazzo che pareva
conoscere?
Si chiese se era qualcuno della facoltà, ma si rese conto
che Kenma non aveva legato con nessuno quindi era molto più
probabile che fosse qualcuno del liceo, ma chi?
Fece una lista lunghissima nella sua mente e continuò ad
aggiungere nomi anche durante la lezione che ascoltò a
malapena.
Alla fine in cima alla sua classifica ne erano rimasti solamente una
decina e primi tra tutti ritrovò un nome:Hinata Shouyo.
Non si stupì di questo.
Oltre a lui, Kenma si era lasciato conoscere per davvero solo da pochi
prediletti e Hinata della Karasuno era sicuramente uno di quelli.
Ricordò che avevano legato fin da subito e già da
allora si era accorto che Kenma pareva provare una vera ammirazione per
quel piccolo tornado che non stava mai fermo.
Eppure sul serio?
Hinata gli era sempre apparso come in constante adorazione di Kageyama.
Possibile che in realtà ora stesse con Kenma?
Non seppe il motivo ma sentì qualcosa di strano nella
stomaco a quel pensiero, ma lasciò perdere e si
concentrò di nuovo sul problema principale.
Improvvisamente ricordò che Kageyama da paio di anni stava
con Tooru Oikawa e che
quindi Hinata era libero.
Le possibilità che il compagno attuale di Kenma fosse Hinata
erano davvero alte.
Si chiese quando Kenma fosse cresciuto lontano da lui... sempre con
l'inizio dell'università?
No. Si rispose.
Kenma aveva iniziato ad interessarsi di più del mondo
proprio grazie ad Hinata e alla Karasuno che rendevano le loro
amichevoli sempre tanto avvincenti da portare perfino quel gatto
addormentato che era il suo migliore amico, ad entusiasmarsi.
Quindi era dannatamente e altamente probabile che l'amante di Kozuma
fosse Hinata.
Abbassò lo sguardo verso il tavolino mentre il petto gli
faceva dannatamente male.
Aspettò in silenzio che le lezioni finissero e sempre in
quel modo s'incamminò dietro Kenma,a ripreso la sua avanzata
tra i vari livelli del suo amato gioco.
Arrivarono vicino al parco che portava alla casa del più piccolo senza
rivolgersi la parola e se apparentemente a Kenma non importava... a
Kuroo la cosa lo stava facendo impazzire.
“Senti Kenma...” l'amico alzò lo sguardo
dalla console poco interessato “ stavamo organizzando un
uscita e...”
Kozume lo interruppe quasi subito “Ho un impegno.”
Quello fu il limite “Non ti ho nemmeno detto
quando!” si ritrovò ad esclamare Kuroo un po'
adirato.
Kenma alzò un sopracciglio irritato “Allora mi
appresterò a crearmi un impegno per quando ci
sarà questa uscita...”
Alla fine Kuroo sospirò rassegnato “ Odi tanto
uscire con noi?”
L'altro sgranò gli occhi non credendo alle sue orecchie
“Lo chiedi sul serio o eri ironico?”
Tetsuro allargò le braccia esasperato “ Sono
serio!”
“E' ovvio che odio uscire con voi!”
“Perché?!”
Senza che nessuno dei due se ne era accorto si ritrovarono a urlare nel
parco poco lontano dall'appartamento di Kenma.
Cosa decisamente strana visto il carattere solitamente mite di
quest'ultimo ma... probabilmente la sua sopportazione dopo tutto quello
che provava era arrivato ai livelli critici.
“Perché?! Che dovrei fare in un night club eh?!
Vedere te e gli altri che vi scopate una sconosciuta?!”
A quelle parole così volgari sulla bocca di una persona che
raramente spiccicava parola e che solitamente era si sgarbato ma mai
scurrile, Kuroo sobbalzò.
“Solo perché non ti piacciono le donne non vuol
dire che non puoi divertirti anche tu … possiamo andare in
un locale bisex... a nessuno di noi da fastidio lo sai..”
Kenma chiuse gli occhi capendo ormai che non poteva più
trattenersi: erano circa cinque anni o forse di più che
provava tutte quelle cose per e ora... ora basta! Si disse.
Kuroo stava per continuare il suo discorso senza senso quando alla fine
Kenma lo interruppe irato “ Sta zitto!”
Tetsuro spalancò gli occhi spaventato da quella reazione
anomala.
“ Tu... dio Kuroo, sei così intelligente a volte
ma così stupido sulle cose più
evidenti!”
L'altro non disse nulla, insicuro se dovesse offendersi oppure no.
Quando i suoi occhi incontrarono quelli felini del biondo mechato
tremò.
In qualche modo quello che stava accadendo o che stava per accadere non
gli piaceva per nulla. Come se da un momento all'altro ci sarebbe stata
una sincera e totale separazione.
“Kuroo... mi piaci...anzi ti amo e da un bel po' di tempo
direi.”
Lo disse come se fosse la cosa più semplice del mondo ma
dentro non era proprio tutto a posto, anzi si stava
decisamente maledicendo per la sua stupidità.
Tetsuro invece aveva il cervello completamente azzerato. Quelle parole
parevano restare qualche secondo nella parte che analizzava le cose per
poi passare immediatamente alla parte scioccata e poi tornare a quella
che le analizzava in un processo abbastanza infinito.
Quando finalmente riuscì elaborarle senza che andasse in
lobotomia, alzò lo sguardo verso il proprietario di quelle
parole e lo trovò a fissarlo negli occhi con lo sguardo del
tutto rassegnato di una persona che é già
consapevole della risposta.
“ Senti... non c'è bisogno che tu dica nulla ok?
Lo so già, solo... stammi lontano per un po', va bene? Devo
... cercare di andare avanti.”
Kuroo non riuscì a rispondere e restò bloccato
mentre lo vedeva allontanarsi.
Camminò per un bel pezzo ma non aveva voglia di tornare a
casa.
La sua mente era divisa tra il maledirsi per essersi dichiarato, il
sollievo per averlo fatto e il dolore per il rifiuto.
Aggrottò le sopracciglia confuso sui suoi sentimenti
tripartiti ma alla fine decise di non pensarci; nonostante tutto non
riuscì a concentrarsi e la cosa non era strana vista la
situazione, ma la sua mente razionale e non molto avvezza ai sentimenti
non riusciva a comprenderli del tutto.
Sentì il forte impulso di chiamare Shouyo e passare la
serata con lui e seguì il suo istinto .
******
Appoggiò un gomito sul banco, il mento sulla mano e rimase a
fissare il vuoto fuori dalla finestra con il ronzio del professore che
gli trapanava le orecchie.
Sospirò, mentre il mal di testa con cui si era svegliato
quella mattina, cresceva a dismisura portando la sua irritazione a
livelli stellari.
Sbadigliò un po' troppo platealmente probabilmente
perché la voce del professore gli arrivò un po'
troppo vicina alle orecchie per poterla continuare ad ignorarla.
“ Signor Hinata per caso la mia lezione la annoia?”
Shouyo si voltò verso di lui stropicciandosi un occhio e con
voce un po' atona gli rispose “Abbastanza,
professore...”
Quello arrossì con il sottofondo delle risatine sommesse
degli altri studenti,ma non sembrava propenso a bocciarlo o cose simili
“ Se non fosse che sono un professore non si vendica e che tu
sei uno dei miei migliori studenti... ti avrei già
bocciato.”
“Lo so professore...” detto questo tornò
a fissare lo sguardo nel cielo limpido sentendo due occhi conosciuti
che gli trapassavano la nuca.
Sorrise ricordando al primo anno, quando avevano dovuto chiedere aiuto
a Tsukishima prima e a Yachi-san poi e si paragonò a quello
che era adesso : il migliore del corso di Inglese.
C'era da dire che la sua situazione sentimentale aveva contribuito
abbastanza a farlo concentrare sullo studio.
Continuò a pensare mentre il suo collo quasi prendeva fuoco
visto che Kageyama non gli aveva staccato gli occhi di dosso per tutta
la durata della lezione. Alla fine fu costretto a lanciargli un
occhiata furiosa per farlo smettere e l'amico sgranò gli
occhi, arrossì e abbassò lo sguardo.
Shouyo emise un sospiro di sollievo.
Alle due del pomeriggio si stiracchiò sulla sedia ed
evitando abilmente il quasi placcaggio di Kageyama riuscì ad
arrivare a casa con la completa sanità mentale.
Aprì la porta di casa consapevole del fatto che Natsu non ci
sarebbe stata fino alle sei per la lezione di nuoto.
Si preparò su due piedi un piatto di pasta e qualcosa come
contorno e consumò il suo pranzo rivedendo una vecchia
partita di pallavolo delle Nazionali.
Con la coda dell'occhio avvistò una foto sul mobile del
salotto : rappresentava la Karasuno il giorno in cui avevano
vinto le Nazionali. Avevano tutti un bel sorriso... se qualcuno
l'avesse visti ora.
Erano tutti separati: Sugawara-san e il capitano essendo una coppia
avevano ricevuto una borsa di studio ed erano andati a vivere in
Inghilterra; Asahi-san si era trasferito in università di
Kyoto e Nishinoya lo aveva seguito dicendo che da solo quel bestione
sarebbe stato preso di mira dai bulletti visto il suo
carattere; Tsukishima e Yamaguchi erano stati presi in due
università diverse di Osaka.
Lui e Kageyama erano gli unici ad essere rimasti nella loro prefettura
e se il primo giorno ne era stato contento … ora rimpiangeva
di non averne scelta una fuori città.
Finì il suo pranzo e lasciò che fosse la
lavastoviglie ad occuparsi dei piatti. Decise di farsi una doccia.
Il calore dell'acqua bollente gli sciolse i muscoli e
rilassò le membra.
Uscì dalla doccia e con solo i jeans addosso
tornò in salone frizionandosi i capelli. Era inverno ma i
riscaldamenti faceva apparire la casa come una villa sulla spiaggia
delle Hawaii.
Buttò l'asciugamano sul divano irritato oltre natura. La
doccia bollente aveva rilassato il corpo ma la mente purtroppo era
rimasta alla foto sul mobile.
La prese tra le mani e fissò la figura alta e con lo sguardo
stranamente minaccioso ritratta nella foto e strinse le dita
attorno alla cornice.
Si odiava spesso per quel sentimento che non avrebbe dovuto provare.
Eppure continuava a a stargli accanto e sostenerlo, nonostante sapesse
che sarebbe stato solamente un duro autolesionismo. Ma non gli
importava. Voleva stare con l'ex alzatore, urlare, piangere, voleva
essere qualcosa di più per lui. Ma non poteva.
Era davvero paradossale che il suo primo amore fosse una storia
impossibile verso il suo migliore amico già fidanzato con il
loro più grande rivale.
Sorrise amaramente.
Non riusciva davvero più a sopportarlo e ...
Gli arrivò un messaggio da parte di Natsu che lo avvertiva
che non sarebbe tornata a dormire in quanto restava a casa di un amica
che non era Megumi.
Corrugò la fronte notando che l'ultima parte era
sottolineata e in grassetto.
I cellulari di oggi facevano un sacco di cose.
Improvvisamente il campanello suonò e Shouyo rimise a posto
la foto e scordandosi di mettersi qualcos'altro addosso andò
ad aprire a petto nudo.
Rimase impalato per qualche secondo sull'uscio quando vide chi c'era
dietro.
Lo sguardo naturalmente truce e i capelli scuri non lasciavano alcun
dubbio su chi fosse l'ospite e su quanto fosse gradito e allo stesso
tempo indesiderato.
“ Tobio...”
Si fece automaticamente da parte per farlo entrare e quando lo fece
mise sui fornelli la macchinetta del caffè e neppure gli
chiese se ne voleva una tazza, conoscendo completamente la sua
dipendenza da caffeina.
“Oikawa-san non é con te?”
Tobio corrugò le sopracciglia “ Un professore ha
voluto recuperare una lezione...”
Shouyo sospirò. Non aveva creduto neppure per un secondo che
fosse venuto da lui rinunciando al suo tempo con il
“fidanzato”.
“ Credevo che dalla nostra ultima seduta il tempo di stallo
sarebbe durato un po' di più visto che ci siamo visti circa
tre giorni fa.”
Era stato cattivo e abbastanza acido ma ormai era arrivato alla
conclusione che il suo periodo di migliore amico era terminato.
Tre anni e venti giorni.
Era un tempo abbastanza lungo ed era arrivato il momento di guardare
avanti.
“ Che diamine dici?! Sei il mio migliore amico non il mio
psichiatra!”
Aveva compiuto la sacra opera di farlo arrabbiare e non ci riusciva
dalle superiori.
Un grande record.
“ Strano mi era parso così negli ultimi tre
anni.”
Tobio sgranò gli occhi al tono tanto amaro dell'amico.
“ Non capisco... io...”
Il rumore della tazzina sbattuta sul tavolo con il caffè che
schizzò dappertutto, lo fece sobbalzare.
“Non capisci?! Kageyama quando è stata l'ultima
volta che abbiamo parlato di altro che non fosse la tua relazione con
Oikawa-san... l'ultima volta che abbiamo fatto una partitella a
pallavolo?!”
Tobio allargò le pupille ancora di più mentre
poteva quasi immaginare la sua mente che cercava tali ricordi, ma
Shouyo sapeva perfettamente che non ne avrebbe trovati.
Lo vide abbassare gli occhi colpevole.
“ Sono stanco di avere una relazione amicale a senso unico in
cui tu ti prendi tutto e io non ricevo neppure un come stai
...”
Kageyama rialzò il volto di scatto a quelle parole che
sembrano l'anticipazione di una separazione che non gli piaceva per
nulla.
“Cosa... cosa intendi?”
“Intendo che ho chiuso con te Kageyama... basta, trovati un
altro migliore amico da usare come psicologo.”
La faccia di Tobio sarebbe stata tragicomica se la situazione non fosse
stata così dolorosa.
Era sbiancato completamente mentre al sua espressione era tra il
terrorizzato e lo scioccato.
“ NO … io ...NO! Non voglio! Ho sbagliato Shouyo e
sono un idiota ma … non voglio perderti … ti
prego!”
Shouyo chiuse gli occhi per eliminare dal suo campo visivo la
figura del ragazzo in modo che il suo volto non gli facesse cambiare
idea sulla decisione appena presa.
“ Non é una cosa che puoi decidere tu. Ora per
favore esci.”
Riaprì gli occhi e sotto i suoi si avvicinò alla
porta e la spalancò facendogli segno di uscire in quanto la
sua presenza non era più gradita nella sua casa.
Tobio, capendo che non aveva scelta si alzò dalla sedia e si
diresse verso l'uscita. Poco prima di varcare la soglia però
si fermò.
“ Non mi arrendo, Shouyo. Ho fatto qualcosa di quasi
imperdonabile ma non rinuncerò mai a te …
farò tutto il possibile per riaverti."
Shouyo nonostante fosse davvero felice per quelle parole, gli rispose
in maniera ironica e anche piuttosto acida “ Attento a quello che dici Kageyama... il tuo ragazzo potrebbe
fraintendere.”
Detto questo gli voltò le spalle e si chiuse la porta dietro.
Poggiò la schiena contro il legno e scivolò fino
a terra mentre dentro gli montava la voglia di piangere.
Aveva appena chiuso i ponti con la persona più importante
della sua vita e faceva male da morire.
Si prese il volto tra le dita e cercò di smettere
completamente di pensare, cosa piuttosto impossibile senza essere
morto. Strinse le palpebre dolorosamente ma tutto questo non
bastò a fargli dimenticare almeno un po' quello che era
successo.
Ogni singola scena di quella sera continuava a vorticargli nella mente
senza decidere ad andarsene.
Il telefono squillò di nuovo e Hinata si fece forza per
prendere dalla tasca il cellulare e rispondere alla chiamata.
“ Kozume?”
La voce gli era uscita roca e tremante e da buon ascoltatore Kenma se
ne accorse.
<< E'
successo qualcosa Shouyo?>>
Hinata prese un profondo respiro prima di rispondere cercando di
calmarsi.
“ Puoi venire?”
Kenma rispose quasi subito.
<< Sto
arrivando.>>
*********
Kenma non si lamentò quando fu aggredito sulla porta e
neppure quando si ritrovò a fare sesso disperato sul letto
dell'amico.
Poteva benissimo dire che, come sempre quando si trattava di loro due,
ne aveva bisogno quel giorno tanto quanto l'altro.
A volte pensava che erano gemelli diversi separati alla nascita.
Fortuna che non lo erano o sarebbe stato incesto.
Ora, come la mattina di due giorni prima, si ritrovarono in un letto
– solo che non era quello di Kenma- nudi e completamente
depressi.
“Allora ricapitoliamo: tu hai tagliato i ponti con Kageyama
senza dichiararti e io ho quasi tagliato i ponti con Kuroo dopo essermi
dichiarato...e ora stiamo entrambi una merda e continuiamo ad andare a
letto assieme invece di annegare i dolori nell'alcool... quanto siamo
messi male?”
Shouyo ci pensò su un attimo, passando le dita tra i capelli
dell'... amante si.
“Siamo abbastanza patetici direi. Tralasciando il fatto che
non siamo alcolizzati, quello credo sia una cosa buona.”
“Bene, da idioti a patetici senza alcool...e un gran bel salto
di qualità!”
Sospirarono entrambi all'unisono mentre pensavano a che livelli di
pateticità erano riusciti a raggiungere.
Dopo un bel po' di silenzio fu Shouyo a parlare di nuovo.
“ Credo che andrò a trovare mia madre in
Inghilterra per tutte le vacanze estive.”
Diede la notizia bomba a cui aveva appena pensato come se stesse
parlando del tempo e la cosa non piacque per nulla a Kenma.
L'università di Hinata intendeva le vacanze estive come le
intendevano le scuole superiori e cioè da giugno alla fine
di agosto. Tre mesi!
“ Per tutte le vacanze? E' un bel po' di tempo,
Shouyo.”
Hinata si spostò in modo da poterlo guardare negli occhi
“ In realtà ho parlato con Natsu e …
forse lei si trasferirà da mamma per un bel po'...”
Il verso in cui stava andando quella conversazione non gli piaceva per
nulla.
“ Dimmi che non stai pensando di fare lo stesso...”
Lo sguardo di Shouyo fu abbastanza esplicito da fargli capire che era
proprio quello su cui invece stava riflettendo.
“Non so se lo farò ma credo che prenderò
una decisione alla fine delle vacanze in Inghilterra e...”
Kenma lo guardò perplesso mentre dentro il petto gli si
stringeva all'idea di una possibile partenza definitiva dell'amico.
“Ci ho pensato su Kozume... mamma mi ha chiesto se volevo
portare un amico e … volevo chiederti di passare le vacanze
con noi..”
Kenma sgranò gli occhi stupefatto. Non si aspettava una
proposta del genere ma lo rese stranamente felice.
Aveva bisogno anche lui di staccare e tra un mese sarebbe stato giugno
e quindi Hinata sarebbe partito. Prese la decisione senza pensarci.
“ Mi piacerebbe molto Shouyo.”
Il sorriso grato che ricevette fu la cosa più bella di
quella giornata.
Kenma se ne era andato da qualche ora e lui era rimasto sdraiato sul
letto senza avere voglia di fare alcunché .
Improvvisamente il cellulare squillò e Shouyo
allungò il braccio sul comodino per prenderlo e rispondere .
Sgranò gli occhi e si alzò di scatto a sedere
quando sentì la voce dall'altra parte dell'apparecchio.
“Suga-san?!”
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