Kiss.

di Risa Lily Angelie
(/viewuser.php?uid=161886)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Note di Risa Lily:
Allora, prima di cominciare, un paio di precisazioni. Sono tutti ad Hogwarts e forse le Case che ho affibiato a tutti potranno non quadrare, ma la spiegazione la metto in fondo, così non spoilero nulla.
Ci sono un paio di riferimenti alla mia precedente OS, Slytherin (che potete trovare qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3144975&i=1)

Mmh, basta, mi sembra.
 


Kiss.


Elsa si morse le labbra, mentre si solleticava il mento con la penna d'oca, pensierosa.
Fissava con una leggera ansia la grande clessidra posta sulla cattedra del professore; non lo conosceva, era un insegnante esterno.
Era alto, aveva i baffi e gli occhi da aquila. Scrutava chiunque come un gatto che adocchia un topolino.
Elsa deglutì, tornando a guardare il suo foglio.
Aritmanzia. Una delle poche materie in cui la Serpeverde non fosse Eccezionale. Nell'ultimo compito aveva ricevuto un Accettabile, ma aveva seriamente paura di non riuscire a superare i G.U.F.O. di quella materia.
Diede un'occhiata distratta ai suoi compagni - tutte le Case erano state riunite nella Sala Grande - per poi concentrarsi su una Corvonero dai capelli lunghi e dorati, legati in maniera buffa, fermati dalla matita.
Rapunzel Corona, sua cugina. Anche lei era del quinto anno - ovviamente, altrimenti non avrebbe certo svolto i G.U.F.O. - ed era Corvonero.
Sicuramente le avrebbe dato una mano, in caso di difficoltà.
Distavano solo due banchi e se Elsa avesse voluto, avrebbe potuto chiederle di suggerirle il terzo quesito.
Peccato, però, che Arendelle fosse molto orgogliosa e Rapunzel sembrava così concentrata a scrivere che, se la Serpeverde avesse chiesto il suo aiuto, forse non l'avrebbe nemmeno ascoltata.
"Elsa, non essere stupida, chiedile aiuto!" si diceva; probabilmente Anna l'avrebbe fatto.
Ma lei non era Anna, lei era Elsa e Rapunzel si stava alzando in piedi per consegnare il compito.
Mentre Corona, dopo aver posto il compito sulla scrivania del professore e aver chiesto il permesso di tornare nella Sala Comune - permesso accordato -, usciva dalla Sala Grande, Elsa si fece prendere dallo sconforto.
"Mi bocceranno, oh se mi bocceranno!" pensò disperata la ragazza, voltandosi dall'altro lato della stanza; in uno dei primi banchi - lei, fortunatamente, era in fondo - poteva vedere Kristoff Bjorgman, Tassorosso, che con aria esasperata tamburellava le mani sul banco.
Ebbe un moto di affetto nei confronti del ragazzo; Elsa sapeva che questo avesse una cotta per la sorella, ma lei sembrava più interessata ad Hans Delle Isole del Sud, un Serpeverde come lei. Seguendo la scia dei propri pensieri, gli occhi blu di Elsa finirono proprio sul suddetto ragazzo dall'ingombrante nome, intento a scrivere.
"Cavolo, ma qui tutti scrivono ed io no?" rifletté la quindicenne, mordendosi una pellicina del pollice sinistro.
Smise subito appena sentì dolore; abbassando lo sguardo si accorse del sangue, quindi, non senza una certa vergogna, si mise il dito in bocca, con l'obiettivo di farlo smettere di sanguinare.
Sempre col pollice in bocca, Elsa controllò di nuovo la clessidra davanti a lei: mancava solo un quarto d'ora alla consegna e lei ancora doveva rispondere al terzo quesito!
Si riscosse dalle proprie elucubrazioni mentali quando sentì un foglio accartocciato colpirle la nuca; portandosi la mano destra dove era stata colpita, si guardò intorno per cercare chi era stato a prenderla in pieno.
Proprio dietro di lei, Jack Frost.
«Che c'è?» Bisbigliò frustrata; ci mancava solo lui!
Il ragazzo non le rispose ma le fece cenno di raccogliere la carta che lui le aveva precedentemente lanciato addosso. Arendelle lanciò uno sguardo nervoso alle sue spalle - il professore era di spalle, fortunatamente - e si decise ad abbassarsi ed a prendere il biglietto incriminato.
Elsa si voltò verso Frost, come a dire "E adesso che ci faccio con questo pezzo di carta?"; lui le fece cenno di aprirlo. La ragazza dai capelli biondi si decise; al suo interno vi erano tutte le risposte.
La Serpeverde spalancò gli occhi blu e gli fece il labiale della frase "Sei impazzito?"; Jack ridacchiò, le fece l'occhiolino, le mandò un bacio e sillabò "Di te, mia Regina".
A quel punto, Elsa tirò su col naso, si assicurò che il professore continuasse a non guardarla, poi sorrise a Frost e, con ben poca delicatezza, gli alzò il dito medio. Jack a quel punto ebbe seri problemi per riuscire a trattenere le risate; Arendelle si voltò in tutta fretta, tenendo le soluzioni del compito strette nella sua mano.
Sollevò lo sguardo giusto in tempo per vedere l'insegnante avvicinarsi a lei, che sudò freddo; che si fosse accorto di qualcosa?
Ma il professore andò avanti, così Elsa sospirò e lanciò l'ennesima occhiata alla clessidra.
Cinque minuti.
Arendelle deglutì e, per quanto odiasse quello che stava per fare, stando ben attenta a non farsi scoprire, prese il foglio accartocciato di Jack e lo aprì.
"Mi farai finire nei guai, Frost."

***

«Come è andata? Sei la seconda Serpeverde che esce!» Le chiese Anna, che l'aspettava fuori la Sala Grande.
Elsa sorrise appena, in imbarazzo; non voleva che sua sorella sapesse che aveva spudoratamente copiato. E, soprattutto, non voleva che collegasse la cosa a Frost, che era l'unica Serpe uscito prima di lei.
«Spero bene.» Bofonchiò quindi incerta, spostando il peso da un piede all'altro.
«Ah menomale! Sei abbastanza intelligente da- Kristoff!» Anna si interruppe e corse verso il Tasso, abbracciandolo.
Elsa rimase qualche momento perplessa a guardare quei due.
"Povero Kristoff!" pensò con un sorriso; prima o poi Anna si sarebbe accorta che il Vero Amore di cui tanto parlava e che erroneamente associava ad Hans, in realtà era il povero Bjorgman.
Ridacchiando, salutò i due ragazzi e si diresse verso la propria Sala Comune; appena però iniziò a scendere le scale che l'avrebbero portata ai sotterranei, sentì una voce vicino alle sue orecchie.
«Arendelle.» Elsa si voltò, pronta psicologicamente al peggio; dover ringraziare Jack Frost.
«Frost.»
«Sai, sei particolarmente bella quando non sai fare un compito in classe.»
La ragazza arrossì.
«Taci, Frost.» Bofonchiò, dandogli le spalle e riprendendo a camminare.
Elsa aveva terribilmente caldo; ormai era quasi finito giugno, tant'è che il giorno successivo gli alunni avrebbero dovuto abbandonare la scuola e tornare a casa.
«Ehi, Arendelle!»
La Serpeverde si bloccò nuovamente, sbuffò ed incrociò lo sguardo di Jack.
«Cosa vuoi?» Sibilò.
«Voglio un premio.» Disse Jack, sorridendole sghembo.
Elsa sollevò gli occhi al cielo - maledicendosi più volte - per poi tornare a guardare il suo compagno di Casa.
«E cosa vuoi, di grazia?»
«Voglio un bacio, Arendelle.»
La ragazza avvampò e iniziò a ridere, nervosa.
«Questo è... Ridicolo!» Disse, rossa come Jack non l'aveva mai vista. «E cosa ti fa pensare che io voglio baciarti?»
«Il fatto che tu non te ne sia ancora andata.» Le sussurrò lui, ormai vicino a lei.
Elsa deglutì a fatica, sgranando i grandi occhi blu.
«Sei un idiota, Jack Frost.» Balbettò, ormai completamente nel panico; inconsciamente faceva dei piccoli passi all'indietro e poco dopo si ritrovò spalle al muro.
«E tu, Elsa Arendelle...» Bisbigliò il ragazzo, avvicinandosi alla Serpeverde. «... sei sempre bellissima.»
«Frost, non osare o io ti-»
«... Bacio a mia volta?» Sghignazzò Jack.
«Maniaco.» Sentenziò Elsa, tirando un calcio - nemmeno troppo forte, a dir la verità - sullo stinco al ragazzo. «Non ti bacerei nemmeno per tutto l'oro del mondo.»
«Certo.» Jack arricciò il naso. «Ammettilo che muori dalla voglia di baciarmi.» Sussurrò, avvicinandosi al suo viso.
«Oh, no.» Ribatté lei, non spostandosi minimamente da dov'era in quel momento.
«"No" perché non vuoi baciarmi, o "No" perché non vuoi ammetterlo?»
«"No" nel senso che devi toglierti di mezzo, voglio andare nel mio dormitorio in santa pace.» Sbottò esasperata Elsa; ormai erano così vicini che i loro nasi quasi si sfioravano.
Jack non rispose; continuava a fissarla e lei, sentendosi osservata, si mordicchiò il labbro, come faceva sempre quando era nervosa. Lui rimase quasi incantato a guardare quel piccolo particolare e la ragazza se ne accorse.

«Allora...» Disse lui, spostando lo sguardo sugli occhi blu di Elsa. «... allora vai.»
«Volentieri, Frost.» Sbuffò la ragazza, allontanandosi immediatamente.
"Sei testarda, Arendelle." pensò Jack rimasto solo, con un leggero sorriso.
 
***

Elsa si rigirò tra le coperte; aveva troppo caldo.
Esasperata, scalciò via le lenzuola e si mise a sedere; aveva bisogno di un po' d'acqua.
Così, s'infilò le pantofole azzurre ed uscì dalla propria stanza, ben attenta a non svegliare nessuno.
Scese le scale a chiocciola poggiando delicatamente la mano sul muro; una volta arrivata alla Sala Comune, andò verso uno dei tavoli su cui vi era una bella brocca colma d'acqua.
Prese uno dei bicchieri di cristallo e lo riempì d'acqua.

«Ho una domanda: soffri per caso di insonnia?»
Elsa poggiò con forse troppa forza il bicchiere sul tavolo di mogano e lanciò un'occhiata nervosa a Jack Frost, alle sue spalle.
«Mi perseguiti.» Sentenziò, per poi bere un sorso d'acqua. «Non ti ci mando di nuovo nelle Cucine.» Aggiunse poi, voltandosi per guardarlo meglio; aveva di nuovo poggiato il delicato bicchiere sul tavolo, e si reggeva a quest'ultimo con entrambe le mani. Inoltre, era leggermente in imbarazzo; non pensando di trovare qualcuno sveglio - insomma, era notte fonda - non si era minimamente curata di mettersi la divisa, quindi aveva quella striminzita camicia da notte, che le arrivata circa a metà coscia. 
Imbarazzante.
«Stavolta sono sceso solo perché ho sentito un rumore e sono venuto a controllare; sei tu che sei sempre sveglia di notte.»
Arendelle sbuffò, cercando a tutti i costi di non notare come fosse conciato il ragazzo; era a torso nudo, scalzo e con solo un paio di pantaloni leggeri. 
«Il caldo mi dà fastidio.» Mugugnò. «Penso di avere la pressione un po' bassa.» Aggiunse poi.
«Capisco... C'è dell'acqua?»
Elsa annuì e colse l'occasione per dargli le spalle, per riempirgli un bicchiere; la presenza di Jack le faceva sempre uno strano effetto, specie dopo quella mattina. Specie se mezzo nudo come in quel momento.
Ebbe un brivido - e no, non poteva essere il freddo - quando sentì Frost dietro di lei, che le sfiorava la mano destra - quella che reggeva il bicchiere - mentre con la sinistra aveva in mano la brocca.

«C-cosa fai-?» Balbettò Elsa, arrossendo.
«Ti sto aiutando, Arendelle.» Rispose Frost, accompagnandole anche la mano sinistra - quella con la brocca - nella sua operazione di riempire il bicchiere d'acqua.
I due rimasero poi fermi; le mani di entrambi, unite, erano sul tavolo, il bicchiere e la brocca erano stati abbandonati.
Elsa poteva sentire il respiro di Jack sul suo collo e la cosa la stava facendo impazzire.
Da parte sua, Frost deglutiva, consapevole della situazione che si era venuta a creare.
«Stai bene con i capelli sciolti.» Disse lui con voce roca, dopo qualche momento di silenzio.
Elsa arrossì ancora di più.
«G-grazie.» Farfugliò; era diverso da quella mattina. 
La sua vicinanza la faceva, sì, arrossire, ma le provocava anche un continuo brivido sulla nuca. Un brivido che non poteva essere di freddo.
"Forse sono solo stanca." pensò "Devo andare a letto."
«Hai le mani fredde.» Constatò Jack sulla sua spalla.
Elsa ebbe l'ennesimo brivido.
«Dovrei andare a letto.» Disse voltandosi; pessima idea.
Si ritrovò così di fronte gli occhi di Jack. Fece un sorriso teso che lui ricambiò; piano piano quello di lei si spense e si ritrovò a guardare le labbra di Frost, mentre sul suo viso era sempre più evidente l'imbarazzo.
Strinse con forza le mani sul tavolo.
«Come ho già detto...» Soffiò il Serpeverde con un sorriso. «... non te ne sei ancora andata.»
Gli occhi di Elsa brillarono; la consapevolezza di ciò che le era accaduto la schiacciò - metaforicamente - a terra. 
C'era un motivo se non se ne era ancora andata.
Il cuore ballerino ormai le batteva fortissimo nel petto.
Si era innamorata.
Con la gola secca, emise un leggero rantolìo poi accennò un sorriso.
«Forse,» bisbigliò «non voglio andarmene.»
Jack allora sorrise apertamente, le mise una mano sulla guancia che lei non scansò, le mise l'altra mano su un fianco e la baciò.
Elsa mollò subito le mani dal tavolo e le mise intorno al collo del ragazzo, che ridacchiò sulle labbra rosee di lei.
La ragazza gli morse il labbro, lui la prese e la fece sedere sul tavolo; le loro lingue si cercavano, si rincorrevano, ed Elsa si ritrovò a darsi della stupida per aver aspettato così tanto.
Quando si staccarono, si sfiorarono le fronti.
«Era così difficile?» Le sussurrò lui; nonostante lei non lo vedesse, riusciva a capire che stesse sorridendo.
«Sì.» Rispose semplicemente Elsa, per poi baciarlo di nuovo.
"Mi hai fatta finire nei guai, Frost."












Note di Risa Lily:
Dunque *coff-coff* io non so come mi sia uscita; so solo che stavo scrivendo la mia tesina, maledetta maturità, e mi sono ritrovata con quest'idea tra le mani.
Ma passiamo alle Case:
Elsa, per me, è Serpeverde: austera, intelligente, elegante, capace di stare da sola e con grandi poteri. E per chi non la vede ambiziosa, posso sottolineare che lei ha paura dei suoi poteri perché da piccola fece del male ad Anna, non per principio, tant'è che giocava tranquillamente con la sorella, con i suoi poteri. Ce la vedevo troppo bene tra le Serpi, anche se molti la vedono Corvonero.
Jack Frost è Serpeverde nella sua essenza: sprezzante delle regole, ambizioso. E' una sorta di Malandrino (vedi: vecchia generazione di Harry Potter), ma tra i Grifondoro non ce lo vedevo proprio per niente.
Anna è Grifondoro: forte, nobile, dal cuore puro, che si sacrificherebbe per la sorella (non che Elsa non l'avrebbe fatto, ben inteso), un po' ingenua e dalla forte morale. Molti la vedrebbero meglio tra i Tassi, ma poi, diciamocelo, la contrapposizione Grifoni-Serpi era troppo bella per non metterla tra loro due.
Kristoff è Tassorosso: leale. E poi, insomma, il giallo gli dona.
Hans è Serpeverde: ambizioso, un po' "ambiguo".
Rapunzel è Corvonero: perché non avrebbe potuto essere altrimenti. Lei la vedo una specie di Luna Lovegood, quindi Corvonero, a prescindere, anche se molti la vedrebbero Tassorosso. 
E poi, nulla, mi piace troppo l'idea che Elsa ed Anna siano cugine di Rapunzel, che dovrebbe avere la stessa età di Elsa (poiché, seguendo l'head-canon secondo il quale i genitori delle due sorelle siano morti in mare mentre stavano andando al matrimonio di Punzie e Eugène, tre anni prima degli eventi di Frozen, Rapunzel aveva 18 anni. Se tre anni dopo, Elsa ne ha 21, basta fare i conti ^^).
Infine, mi piaceva il "triangolo Anna-Hans-Kristoff: io li vedo, più o meno, Hans che non si fila Anna (?), lei però è "innamorata" di lui ma molto amica con Kristoff che poverino, è stato friendzonato :') e non è detto che non scriva qualcosa su Kristoff ed Anna, per far capire com'è che sono amici.
Detto questo, spero che questa OS non faccia troppo schifo çwç
Alla prossima!

-Risa Lily.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3149651