Stavo lavando i piatti.
La tensione di quel rigido silenzio era quasi palpabile:era
l’ennesima litigata,tenevo lo sguardo basso,ero furiosa. Ma
volevo evitare le lacrime. Bulma che piange? Neanche se me lo
chiedessero per sogno! Sentivo i miei occhi celesti inumidirsi,li
aprivo e li richiudevo con foga. Dannate lacrime! Non giocatemi brutti
scherzi! Ma ormai le ciglia ne erano colme;scendevano come perle
d’acqua,come le gocce di pioggia che colano lungo la
corteccia di un albero raggrinzito:mi sento vecchia e stanca.
“Donnaccia.”
Mi ha dato della
donnaccia.
Ma è rimasto
in cucina,su quella sedia. Non accenna ad andarsene. E’ un
agonia per me. Mi dico che almeno per una volta potrei
piangere…Se solo uscisse,se solo se ne andasse!
Così non mi vedrebbe. Le mie mani sanguinano,sono viscide e
arrossate;sono immobile,l’acqua gelida scorre dal
rubinetto,si mescola al sapone sulle mie mani rovinate. Non me ne
accorgo;fisso lo sguardo sulla finestra,in quel gelido pomeriggio
natalizio,mentre la neve immacolata scende copiosa. Con un
impercettibile rumore,con tenerezza e delicatezza di una carezza
vellutata di bambino,sento due mani forti cingermi la vita,in una presa
salda. Sussulto,tu mi stringi dolcemente,sento il tuo corpo
contro il mio fremere di emozioni;l’acqua del lavandino
scorre. Tu chiudi il rubinetto con la mano,prende le mie nella tua,le
baci,assapori il sangue,le riscaldi. Il tuo viso è
appoggiato sui miei capelli azzurri. Le lacrime calde trasudano sul mio
volto.
“Ti
amo.”un sussurro commosso,pieno di sentimento,indescrivibile.
Mi baci,le tue labbra si posano sulle mie senza violenza,senza
desiderio,per la prima volta. Per la prima volta mi baci veramente,con
amore. Hai messo da parte l’orgoglio,hai trovato il coraggio
di confessarmi il tuo amore. Inspiegabilmente io ho sempre saputo che
tu saresti stata la persona più importante della mia vita.
Mi accarezzi una guancia,mi asciughi il volto bagnato.
“Ti
amo.” Te l’ho sempre ripetuto,ora posso sentirmelo
dire anche da te. Mi stringo a te,mi inebrio del tuo calore.
Qualcuno ha aperto la
porta:nostro figlio Trunks,arrossisce,ma è pieno di gioia
nel vederci in quel momento di intimità.
“B-buon
Natale!-esclama allegramente. Com’è bello,proprio
come suo padre,con quel volto affascinante.
All’improvviso
si sente un coro di voci.
“SORPRESAAAAAAAAAA!!!!”
Oh mamma mia:una
cinquantina di persone piomba in casa nostra. Trunks si fa piccolo
piccolo. Adesso capisco il suo imbarazzo:ci ha colto nel nostro attimo
di intimità,mentre tutti gli altri ci spiavano dalla
finestra!!!! Che vergogna,ma io ti amo Vegeta. Conta solo questo.
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