Broken

di Tigre Rossa
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Broken
 
 
 




 
 















Che rumore fa un cuore che si spezza?
 
 
Questo ti domandi, mentre osservi Thorin, il tuo Thorin, aggirarsi come un’anima dannata in questi saloni ricolmi di traditrice luce dorata, ombra, o forse pallido spettro, di quello che era una volta.
 
Lo guardi, i tuoi occhi acuti e feriti come non mai, e dentro di te puoi avvertire distintamente il tuo cuore spezzarsi in tanti minuscoli frammenti.
 
Non lo riconosci; non puoi riconoscerlo.
 
Il nano che hai davanti non è più il nano che hai seguito fino a qui, il nano a cui hai offerto i tuoi servigi, il nano a cui hai donato la tua anima.
 
Colui che prima ti leggeva dentro con un semplice sguardo ora non vede altro che oro, gemme, e tesori, con i suoi occhi ciechi e velati, senza rendersi conto di quanto velocemente stia precipitando nel baratro.
 
Colui che prima avrebbe fatto di tutto per proteggere i suoi cari e i suoi compagni adesso è qui, rinchiuso nel regno che è diventato la sua prigione, pronto a sacrificare il loro sangue per proteggere quella ricchezza assassina e senza pietà.
 
Thorin Scudodiquercia se n’è andato, ed ha lasciato il posto a un fantasma senza onore né coscienza
 
 
-Non tornerà indietro, e tu lo sai.-
 
Non è vero.
 
-Il Thorin che conoscevi non c’è più. Se n’è andato, trascinato nello sconfinato oblio, e non tornerà indietro. Non può tornare. L’oscurità e la malattia l’hanno divorato.-
 
Basta, basta!
 
 
Lo guardi, e ti sembra di vedere in lui un barlume di ciò che era e di ciò che è stato.
 
Illusione di un animo ingenuo ed incapace di accettare la realtà od intuizione di un cuore ferito ed ancora mortalmente innamorato?
 
Non lo sai, non lo vuoi sapere.
 
Vuoi solo credere che quel barlume sia reale, per quello che era, per quello che eravate.
 
E, dentro di te, desideri solo che quel barlume, che quella flebile fiammella, si trasformi in qualcosa di più grande.
 
Ma non puoi aspettare.
 
Sai che non puoi aspettare, se non vuoi che si spenga totalmente, e con essa la sua esistenza.
 
Sai che devi agire, anche se dentro di te il tuo cuore continua a rompersi in mille, fragili pezzi.
 
Sai che devi fare qualcosa, per lui, per loro, per te, per voi.
 
Ma, soprattutto, per lui.
 
 
-Stai facendo un errore, uno stupido, maledetto errore.-
 
Non è così.
 
-Pensi che tradendolo lo salverai? Pensi che il tuo gesto lo riporterà alla ragione? Pensi di risvegliare il suo cuore, quando esso è ormai la gemma che stringi in mano e che stai per consegnare al nemico?
Stolto.
L’amore può tutto solo nelle favole. E questa non è una favola, ma la realtà. E la realtà è che niente e nessuno può salvarlo.
Nemmeno tu.-
 
 
 
Che rumore fa un amore che si spezza?
 
 
Come in un incubo, il peggiore e più oscuro dei tuoi incubi, vedi i suoi occhi di ghiaccio trafiggerti con dolore, un dolore così intenso e vero da farti tremare dentro.
 
I suoi occhi sono spade, le sue parole sono pugnali, la sua voce è veleno per la tua anima spaventata, eppure reagisci, ti opponi, lotti, stringi i denti a quel dolore condiviso, perché è per lui, come è sempre stato.
 
Solo per lui.
 
Cerchi di sostenere il suo sguardo, di fargli comprendere che quello che hai fatto l’hai fatto per proteggerlo, ma la scintilla si è spenta, soffocata dal gelo della rabbia, e in esso non c’è altro che sofferenza e furia.
 
Gridi, gridi quello che ti sei tenuto dentro, e nella tua voce puoi avvertire il suono disperato di quel sentimento maledetto che non leggi più dentro di lui, non più.
 
Tenti di spiegargli, di farlo ragionare, come già hai cercato di fare tante, così tante volte, ma Thorin non ti sente più, non può più sentirti.
 
 
-Come potrebbe un fantasma sentirti, dopotutto?-
 
 
Speri, oh, speri che quella scintilla torni a brillare, ma l’unico fuoco che vedi bruciare dentro a quegli occhi feriti, all’interno dei quali tante volte ti sei smarrito, è il fuoco dell’ira.
 
Senti quell’ordine uscirgli dalle labbra con la forza e la crudeltà di una freccia tirata al cuore, e per un attimo non puoi crederci.
 
Non puoi credere che lui, il nano con cui hai condiviso tanto e per il quale hai fatto di tutto, sia disposto a farti del male, che abbia ordinato di buttarti giù da quella vetta di morte, che voglia vederti morto.
 
Semplicemente, non puoi.
 
Ma sei costretto a crederci, quando lui si scaraventa su di te e inizia a spingerti contro il parapetto con le sue stesse mani, quelle mani che verso di te sono sempre state solo gentili ed amorevoli.
 
Ansimi, terrorizzato, e cerchi di sfuggire a quella presa, crudele, furiosa, a quegli occhi incapaci di vederti veramente, e quando lui ti lascia andare, quasi bruscamente e con violenza improvvisa, scivoli per terra senza fare un rumore, portandoti le mani alla gola.
 
Mentre i tuoi occhi iniziano a bruciare assieme la tua anima, dentro di te qualcosa si spezza, irrimediabilmente, e non puoi fare a meno di pensare a quegli occhi morti che ti hanno trafitto, a quelle mani che ti hanno stretto con l’intento di strapparti da questo mondo, e soprattutto a quel dolore lacerante e crudele che si espande, malvagio e senza pietà, esattamente dal punto in cui una volta stava il tuo cuore.
 
 
Che cosa ho fatto?
 
 
Che rumore fa una vita che si spezza?
 
 
Cadi in ginocchio sul ghiaccio gelido, mentre il mondo improvvisamente scompare, lasciando solo lui al centro di tutto.
 
Lui, dal volto pallido e macchiato di sangue scarlatto.
 
Lui, con una ferita profonda che gli attraverso il petto.
 
Lui, che con gli occhi di nuovo capaci di vedere cerca il tuo volto ed invoca il tuo nome.
 
 
-Se ne sta andando, Bilbo.
Se ne sta andando, e non puoi fare nulla per impedirlo.
Sta andando in un luogo dove nemmeno tu potrai seguirlo, questa volta.-
 
Sta zitto!
 
 
Cerchi di controllare la paura e la disperazione che ti stanno avvolgendo, simili a crudeli tentatrici, nelle loro fredde spire, e ti sporgi su Thorin, tamponandogli la ferita per fermare o almeno limitare l’emorragia.
 
Ti sporchi le mani con il suo stesso sangue, nel vano tentativo di fare qualcosa, e la sensazione che ciò che ti scatena è qualcosa di pauroso e terribile.
 
Cerchi di concentrarti su di essa, imponendoti di non alzare lo sguardo, di non incontrare gli occhi stanchi e di nuovo caldi del tuo re, di non mostrargli quanto il terrore di perderlo ti stia divorando dentro, ma non ci riesci.
 
Quasi immediatamente i tuoi occhi vengono catturati dai suoi, e bevi le parole piene di rimorso e di sofferenza che escono dalle sue labbra come se fossero un elisir al terrore che senti crescere dentro.
 
Gli stringi la mano, ogni secondo che passa sempre più fredda, tra le tue, come se sperassi che quel fragile gesto possa tenerlo ancorato alla vita.
 
Gli parli per quella che –dentro di te lo sai, lo senti- sarà l’ultima volta, cercando di alleviare non tanto la sofferenza di quegli ultimi istanti di vita, ma soprattutto quel turbamento e quel rimorso che tormenta entrambi e, che ne sei già fin troppo sicuro, non riuscirai mai a cancellare dal tuo cuore morto.
 
Senti l’anima tremare mentre ascolti l’addio di Thorin, quell’addio sussurrato e sofferto che mai avresti dovuto udire, e tremi anche tu davanti a quegli occhi da te tanto amati ora finalmente sereni.
 
Quando l’ultimo respiro sfugge dalle sue labbra, e nei suoi occhi quella luce che tanto hai desiderato scorgere si spegne per sempre, ti accovacci accanto a lui e chiami il suo nome, illudendoti che ti risponderà, e che poi ti stringerà tra le sue braccia e che tutto tornerà a posto, finalmente a posto.
 
 
-Non lo farà.
Lui non è più qui.
Se n’è andato, e non tornerà mai più da te.
Mai più.-
 
 
Quando riesci a renderti conto, quasi inconsciamente, di questo pensiero, ti rannicchi su te stesso, quasi a volerti chiudere nel tuo dolore, e piangi, piangi disperato per un tempo infinito, solo sul ghiaccio, il volto nascosto nelle mani ancora coperte del suo sangue.
 
Dentro di te continui ad invocare il suo nome, ancora ed ancora, ed esso rimbomba nel vuoto che lui si è lasciato dietro, nel vuoto che ha fatto di te.
 
Mai più.
 
 
Se n’è andato, e sai che nulla potrà restituirtelo.
 
Se n’è andato, lasciando solo il nulla al suo posto.
 
Se n’è andato, lasciandoti qui, a pezzi su una terra gelida, spezzato.
 
Spezzato.
 

 
 
Che rumore fa un cuore che si spezza?

 




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