Ritorno a casa

di Tigre Rossa
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Ritorno a casa
 
 
 


Il giorno in cui venne a prenderlo fu inaspettato per il vecchio hobbit, ma non del tutto. Sapeva che sarebbe arrivato, prima o poi. Sapeva che sarebbe tornato a prenderlo per ricondurlo a casa.
Glielo aveva promesso, dopotutto.
 
 
Lui era lì, seduto sotto la grande quercia, lo sguardo fisso nel cielo azzurro senza però vederlo, in attesa come lo era da tanto, troppo tempo, quando finalmente arrivò.
 
Per prima cosa riconobbe il suo passo. Pesante, eppure in qualche modo leggero, vicino eppure lontano, regale eppure così terribilmente familiare.
Sorrise quando lo avvertì fermarsi alle sue spalle, quasi esitante, come se anche lui avesse atteso quel momento con tutto sé stesso.
 
“Sei in ritardo.” mormorò, il cuore che batteva a mille nell’avvertire la presenza del suo vero proprietario “ E’ una vita intera che ti aspetto.”
 
“Le mie scuse, mastro scassinatore.” Nel sentire di nuovo quella voce profonda e al contempo dolce, la sua voce, il suo vecchio corpo ebbe un impercettibile fremito “Ho smarrito la via due volte. Se non fosse stato per la quercia, ho paura che non ti avrei più trovato.”
 
Lo avvertì inginocchiarsi accanto a lui, lieve e senza far rumore, e poi posargli delicatamente una mano sulla spalla.
L’anziano hobbit non poté fare a meno di aggrapparsi con tutto sé stesso a quel tanto bramato contatto, e la sua fragile mano andò a coprire quella forte e calda dell’altro ed a stringerla con le poche energie rimaste nelle sue stanche membra.
 
“Ma l’hai fatto, alla fine.” disse lentamente, senza avere il coraggio di voltarsi e di incontrare il suo sguardo, lo sguardo che l’aveva tormentato per tutti quegli anni “Mi hai trovato, ora.”
 
La sua mano lo strinse con delicatezza, quasi avesse paura di spezzarlo “Si, ti ho trovato, mastro Baggins.” la sua voce era appena un sussurro, mentre l’altra mano si alzava per sfiorargli il volto segnato e per farlo voltare delicatamente verso di lui “Ti ho trovato, e non ho intenzione di lasciarti mai più.”
 
Bilbo trattenne il respiro, mentre i suoi occhi accarezzavano il volto fiero e al contempo dolce di colui che aveva atteso tanto a lungo, il suo sorriso accennato ma sincero, i suoi occhi profondi e così totalmente pieni di lui.
 
“Thorin . . .” quel nome, il suo nome, gli sfuggì dalle labbra come una preghiera, come un’invocazione trattenuta troppo a lungo, mentre dentro di sé un vuoto vecchio decenni si riempiva, finalmente.
 
Il nano gli sfiorò il mento con le dita, il rimorso e quel sentimento troppo grande da essere espresso a parole dipinti sul suo viso “Perdonami, Bilbo. Perdonami. Io . . .”
 
Lo hobbit sollevò la mano libera e posò piano due dita sulle labbra dell’altro “Non dire altro, amore mio.” gli intimò dolcemente “Non ce n’è bisogno.”
 
Egli fece scivolare la mano dal viso fino alla sua, per stringerla teneramente e per poi baciarne le nocche quasi con riverenza “Credo che tu sappia perché sono qui, Azyungel. “ mormorò dopo qualche momento di silenzio.
 
Il mezz’uomo annuì piano, senza parlare né distogliere gli occhi da quel piccolo miracolo che erano le loro dita intrecciate.
 
“Sei pronto?” domandò quasi con dolore l’altro, mentre gli accarezzava con il pollice il palmo della mano.
 
Alzò serenamente lo sguardo per incontrare il suo “Da quando te ne sei andato.”
 
Thorin gli si avvicinò e posò la fronte sulla sua, un gesto dolce che conteneva più di quanto chiunque altro potesse immaginare, un gesto che sembrava provenire da un ricordo mai dimenticato.
 
“Allora mi seguiresti un’ultima volta?”
 
Un sorriso, un vero sorriso si formò sul volto dello scassinatore, ormai senza più rughe o segni del tempo trascorso, giovane come quando l’altra metà della sua anima se n’era andata, un sorriso di quelli che aveva smarrito da tanto, troppo tempo.
 
“Sarebbe un privilegio, mio re.”
 
 
 
Quando, poche ore dopo, Frodo lo trovò lì, sotto quella quercia che tanto aveva amato, per un attimo credette che stesse solo dormendo.
Le sue mani erano strette in grembo, gli occhi blu chiusi e il volto sereno; sembrava davvero che stesse sognando i giorni passati che mai aveva dimenticato.
Ma quando il giovane hobbit vide il sorriso che c’era sulle sue labbra capì.
 
Bilbo Baggins era finalmente tornato a casa, dal suo re.


 




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