Questa è la mia prima storia su
Criminal Minds e spero sia venuta bene, anche solo per il momento che
tratta.
Ammetto che era da un po' che ci pensavo
a questa fic. Forse è solo un modo per elaborare, per scendere
a patti con quella maledetta puntata.
Io non riesco ad accettare completamente
la morte di Gideon, non così all'improvviso almeno.
Speravo vivamente che Gideon e Read si
potessero incontrare e parlare un'ultima volta, un'ultima partita a
scacchi magari.
E invece non è andata così.
Questo è come immagino che Read
abbia saputo della morte di Gideon.
Tutto frutto di fantasia, ma spero
vogliate dirmi comunque la vostra.
Ora vi lascio alla lettura,
Iaele
QUELLA
LUNA IDIOTA
Una chiamata in
piena notte ti sveglia dal tuo sonno.
Quand'è che ti eri addormentato? Non stavi leggendo?
Pazienza, rispondi.
È strano che chiamino a quest'ora, ma se il caso è
particolarmente brutto non si può aspettare.
Ecco, questo è uno degli aspetti che più odi del tuo
lavoro.
Non le chiamate notturne, ma che un caso richieda una
riunione di emergenza qualsiasi sia l'ora.
A risponderti al telefono è
Hoch.
Strano.
Di solito sono JJ o Garcia a chiamare.
Non ci badi più di tanto, magari
si sono divisi le chiamate.
<< Reid... >>
ti chiama senza proseguire.
Nonostante il suo tono sembri quello di
sempre, c'è una nota strana che fai fatica ad afferrare non
avendola sentita spesso nella voce del tuo capo.
No, non è un caso.
È successo qualcosa di grave a
qualcuno.
Qualcuno in grado di scalfire anche la
corazza di Hotch.
Sei quasi sicuro che non si tratti del
piccolo Jack. In quel caso Hotch non sarebbe stato neanche in grado
di telefonare, sempre ammesso che avesse voluto telefonare a
qualcuno.
Ma allora chi?
La tua mente comincia una lista di nomi
per poi scartarli tutti quanti.
Nessuno di loro ti convince.
Poi arriva un nome al quale non pensavi
da tempo, eppure era sempre rimasto lì, pronto ad uscire fuori
alla prima occasione.
Gideon.
Da quanto tempo non pensavi a lui in
maniera così esplicita?
Tanto, troppo.
All'inizio faceva male, ma poi, con il
tempo...
Con il tempo quel dolore si è
attenuato e trasformato in comprensione per la scelta del tuo
mentore.
Ora aspettavi solo che tornasse per
finire quella partita a scacchi che ti doveva.
Dovevi solo rispettare i suoi tempi e
così stavi facendo.
Così avresti sempre fatto.
<< Si, dimmi Hotch >>
dicesti riscuotendoti dai tuoi pensieri.
Perché ora che la tua mente ha
tirato fuori dai meandri della memoria il nome di Gideon, hai una
strana sensazione?
<< Reid, non so
come dirlo... >>
<< Hotch, che è
successo? >>
Che stava succedendo? Perchè
Hotch tentennava così?
Di nuovo quella sensazione si fece più
forte, ma tu la ignori con forza.
Sei un uomo di scienza, no?
Che quello che era successo riguardasse
lui direttamente?
Era forse successo qualcosa a sua
madre?
No, o la clinica avrebbe già
chiamato. Doveva essere altro.
Di nuovo il nome di Gideon fece
capolino tra i tuoi pensieri.
Non poteva essere successo qualcosa a
lui.
Non prima che avessero avuto
l'opportunità di vedersi di nuovo.
Scacciasti questi pensieri quasi con
rabbia.
Dovevi pensare lucidamente ora.
<< Gideon è
morto. >>evidentemente
Hotch aveva optato per il metodo diretto non sapendo da dove
cominciare per comunicare la notizia.
Per comunicare la notizia a te.
Non riesci a credere a quello che hai
appena sentito.
Non puoi, non vuoi
crederci.
<< Arrivo. >> rispondi per
poi mettere giù il telefono.
Sai dove andare. E anche se non fosse
stato là, saresti comunque passare da quella casa prima o poi.
Però non ce la fai ad andare,
non trovi la forza per farlo.
Ti dici, speri, preghi, che adesso
qualcuno, un componente qualunque della squadra, chiami e dica che è
stato solo un equivoco. Un brutto equivoco.
Ma nulla, il telefono non suona.
Alla fine ti dici che devi vedere, che
devi vedere cos'è successo.
Il dolore che provi è strano.
Non è come quand'è morta
Maive, no, è diverso.
In quel caso era stato devastante,
tutto era andato in frantumi in un attimo, tutto è esploso
lasciando solo macerie e cenere.
Ora, invece...
Ora ti sembra quasi di essere in una
bolla pronta ad esplodere da un momento all'altro.
E sai benissimo quando esploderà.
Esploderà nel momento in cui
poserai gli occhi su Gideon, sul suo cadavere.
Ma per ora sei calmo, anche troppo.
Finalmente prendi le chiavi, la borsa,
il telefono e la giacca ed esci per andare a prendere l'auto.
L'ultimo viaggio verso quello che era
stato il tuo maestro, il tuo mentore, quasi un padre.
Chiudi la porta lentamente.
Non vuoi fare quel viaggio, ma ne hai
bisogno, devi farlo, lo sai.
Chiudi la porta e ti sembra quasi un
gesto simbolico.
Simbolo di cosa ancora non lo sai, ma
prima o poi lo scoprirai.
Forse anche troppo presto.
Esci in strada e, per un attimo, alzi
gli occhi sul cielo notturno.
La luna ti restituisce il sorriso di
chi non ha un problema, il sorriso degli sciocchi.
E, per la prima volta, pensi che la
luna sia idiota.
È solo un momento, poi entri in
auto e metti in moto.
Il viaggio dell'addio ha inizio sotto
il sorriso di quella luna idiota che mostra a tutti sempre la stessa
espressione.
E tu speri che quella bolla che ti
circonda esploda il più tardi possibile.
Non sapresti come affrontare il dolore
altrimenti.
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