I palmi delle mani e le ginocchia le si
erano graffiati sbattendo sull'asfalto e le faceva male un polso,
aprì piano gli occhi ispirando l'odore di gas di scarico,
senza sapere cosa aspettarsi.
Due fari la abbagliarono, ma non fece
in tempo a gridare che qualcosa la afferrò e la sollevò
per poi farla di nuovo atterrare bruscamente a terra.
Stavolta non era poi così sicura
di voler aprire di nuovo gli occhi, ma due mani la scossero per le
spalle: “Ora mi spieghi perché te ne stavi di notte
sdraiata per strada?”
A parlarle non era altro che un
ragazzino dai capelli neri quasi quanto gli occhi, allo stesso tempo
pallidissimo che avrebbe potuto diventare invisibile alla luce del
sole.
“Non...non l'avevo programmato in
realtà...” balbettò lei.
Lui alzò un sopracciglio.
“Vedi, in realtà è
un po' complicato da spiegare...”
“Tranquilla, risparmia pure il
fiato, tanto non mi interessa davvero.”
“Okay...”
“Ora vado, vedi di non fare altre
cose idiote.” la salutò lui voltandosi.
“Aspetta!”
“Sì?”
“In...in...cioè...”
“Insomma vuoi sapere qualcosa o
no?”
Lei indispettita strinse gli occhi: “In
che città siamo?”
Lui strabuzzò gli occhi
passandosi una mano tra i capelli: “New York...ovvio...”
Lei emise un gemito e inspirò
profondamente subito dopo come a cercare di non piangere.
“Hai bisogno di aiuto?”
chiese lui, quella ragazza stava cominciando a incuriosirlo: come si
faceva a non sapere in che città erano?
“Forse sì.” rispose
lei cercando di nascondere il tono implorante.
“Come ti chiami?” disse
allora lui stringendole la mano come quando ci si presenta.
Lei sorrise: “Hermione.”
“Io Raphael, sono un vampiro.”
“Eh?..” la ragazza fece per
allontanarsi ma inciampò nei suoi stessi piedi.
“S...scherzavo tranquilla.”
non era il caso effettivamente.
“Okay, che sciocca che sono.”
Lui annuì vistosamente.
* * *
“Dove diamine ti è venuta
in mente di lanciare quella dannata freccia?”
“Jace può succedere! Come
te la prendi per niente!”
“Alec, sei tu quello con la mira
pessima.”
“E questo cosa centra?”
“Tu hai lanciato la freccia
chissà dove e io ti sto gentilmente accompagnando a
riprenderla, non mi sembra di meritare i tuoi rimproveri.”
Alec alzò gli occhi al cielo e
seguì Jace nel parco.
Stava guardando dietro alcuni cespugli
quando strabuzzò gli occhi e chiamò il suo parabatai.
“Deve essere stato qualche
demone...guarda come è ridotto...”
Si inginocchiarono accanto al
ritrovamento, che non era una freccia, ma un ragazzo pallido dai
capelli di un biondo chiarissimo.
Non mi sembra un Cacciatore...non ha
nessuna runa...” fece notare Alec.
“Guarda questo disegno sul
braccio sinistro...” indicò Jace.
Era un serpente con un teschio.
“Non mi sembra una runa, forse è
solo un tatuaggio di cattivo gusto.” disse Alec.
“Dobbiamo portarlo da qualcuno.”
disse Jace
“Da Magnus?” propose Alec.
“Sì, mi sembra l'unica.”
alzò le spalle Jace.
* * *
“Cosa hai fatto??”
“Nulla di terribile. Staranno
bene.”
“No, no...cos'hai fatto?...Dove
sono?” il viso di Fred era segnato da lacrime che non riusciva
più a trattenere.
La donna davanti a lui rise facendogli
venire i brividi.
“Non puoi raggiungerli, mi
dispiace.” quella voce carezzevole gli fece improvvisamente
venire un'ondata di nausea.
Stavolta il ragazzo non disse nulla.
“Di' a Potter che questo era il
primo avvertimento. Sapete cosa vuole il Signore Oscuro, non
fateglielo ripetere due volte.” Bellatrix assaporò la
minaccia appena detta, dopodiché rilanciò a Fred la sua
bacchetta e si smaterializzò.
Fred cadde in ginocchio tremando:
doveva andarsene da lì e informare l'Ordine di quanto era
accaduto.
Doveva solo riuscire a stare in piedi.
Vi
prego non pensiate che io sia pazza! Qualunque commento o consiglio
vogliate fare lo accoglierò a braccia aperte, ma per favore
non lanciatemi troppi pomodori ahah
Alla
prossima, baci
emily
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