L'amore
fa strani giri
“Un
uomo può pescare con il verme che ha mangiato un re
e
mangiare il pesce che ha
mangiato quel verme.”
(William
Shakespeare)
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L'unica
costante della sua vita germogliava nel seme dell'incostanza.
In un giorno okay la sua casa era pulita, armoniosa ed ordinata.
Il parquet del dojo* passato faticosamente a lucido profumava di cera
d'api e la rifletteva come uno specchio bronzato.
Gli
altri non se ne curavano, forse credevano che fosse l'effetto di una misteriosa magia. In realtà, solo lei sapeva che era opera dei suoi sforzi.
Aveva sempre avuto il pallino per le pulizie e i
risultati erano evidenti a chiunque:
“La
nostra proprietà è un sogno”
le ricordava,
quando era in vena di lusinghe implicite suo padre.
Un sogno
di breve durata, pensava sovente Kasumi. Considerando
che allo scadere delle canoniche ventiquattr'ore sarebbe tornato
tutto alla normalità! Alla sporca, acerrima
normalità,
di cui tuttavia sentiva il bisogno.
Quel giorno,
non faceva eccezione.
Le
tegole del tetto si aprivano in crateri frastagliati, grossi come cannonate.
Tipico
del maestro Happosai...
Sparse lungo le pareti dell'abitazione
si trovavano numerose piccole crepe circolari, impronte di pugni ancora fresche e tangibili.
Chissà
se il signorino Ryoga è passato per di qua... Si domandò dubbiosa.
All'ingresso del dojo, uno dei
pannelli del fusuma* i cui brandelli di carta ondeggiavano al vento,
lasciava scoperta una parte dell'intelaiatura emaciata. Pareva
divorata da una serie di tagli ad intervalli paralleli.
Forse,
Mousse...
Il tanfo di piedi misto a segatura permeava la palestra,
tanto che dovette tappare naso e bocca con la mancina per entrarvi.
I
danni materiali non rappresentavano un problema, ma uno stimolo, una
scossa alla sua altrimenti noiosa routine aumentata di mole negli
ultimi due anni. Che fossero mansioni da muratore o casalinga faceva
lo stesso.
Aggiustava ogni cosa con sapienza e nei casi limite, le piaceva ricorrere alla fantasia, prima di chiedere aiuto a
Nabiki.
Poteva
sempre rattoppare i buchi di troppo con i quadri lasciati a marcire
in soffitta.
“Chi-chi-chi-chi-chi-chi!”
Dal giardino si moltiplicava il frinire delle cicale.
Rimboccandosi
le maniche fino ai gomiti affondò la cazzuola nella melma
color sabbia, estraendone la giusta dose dal secchiello.
Si
stupiva lei per prima, della sua incapacità di
macchiarsi.
Impegnata a chiudere le cavità più
evidenti non si accorse dell'uomo, che le arrivò alle
spalle,
finché non udì la sua voce farsi squillante.
- Ka-Ka-Kasumi!
Posando dentro al secchio l'arnese, si volse
verso di lui, ritoccandosi il nastro che le stringeva i capelli.
- Dottor Tofu! Mi perdoni! Mi ero completamente dimenticata che... – L'ortopedico infatti, aveva avuto l'accortezza d'avvisarla telefonicamente di quella visita.
Una
conversazione difficile da seguire, date anche le numerose interruzioni della linea.
Per un attimo, sullo sguardo del nuovo venuto calò
un ombra.
Il pacchetto di cartone, di media grandezza che
reggeva, catturò poi l'interesse di Kasumi.
- Oh, dottore! Se ne è ricordato?
- I-Incredibile! No-non dimostri affatto sedici anni!
La giovane donna sorrise divertita.
- Ha sempre voglia di scherzare! Non sono più una ragazzina, sa...
- Eh, eh... sembra ieri che ti vidi entrare nel mio studio,
co-con le tue sorelle e il signor Soun...
La festeggiata arrossì mentre batteva la mani sulla gonna.
- Che misera accoglienza le
sto dando! Ma non stiamocene qui la prego, si accomodi in salotto!
Nel frattempo posso prepararle un tè...
Le pulizie potevano aspettarla, lui no.
In salotto suo padre e il signor
Genma erano talmente assorti in una partita a shogi* che dovette
richiamare la loro attenzione, per far sì che salutassero,
seppur distrattamente, l'ortopedico.
Non restò sorpresa quando poi Tofu la seguì in cucina. Gironzolò con fare agitato attorno ai fornelli e alla dispensa, come alla disperata ricerca di qualche utensile nuovo.
Sorridendogli
Kasumi accese la piastra elettrica e mise a bollire dell'acqua.
Alla fine il suo ospire si stabilì vicino all'acquaio.
- Prodigioso il canto delle cicale, non trovate? Insetti così piccoli, dai polmoni così forti! Sapete, quando ero poco più che un moccioso, mio padre retino alla mano, mi portò alla ricerca d'insetti! Ah, quanti ricordi! - prese fiato e conficcando la punta
delle dita sul regalo -cosa di cui non sembrò accorgersi-
continuò:
-
Mio padre adorava osservare lo sviluppo delle tenaglie dentate dei lucanus cervus, mi capisce? No, forse no, è un termine troppo... Bah! Ad ogno modo, intendevo dire che sono gruppi di coleotteri comunemente chiamati cervi volanti... io prediligevo le cavallette, ma ero così goffo che riuscivo ad acciuffare soltanto larve e coccinelle! - da sotto le lenti, le iridi nocciola brillarono.
Il dottore aveva una parlantina animata che le infondeva entusiasmo. Non dibatteva mai di argomenti rituali di certi uomini quali il meteo, la politica, o l'economia, ne dispensava consigli superflui. Era una ventata d'aria fresca, ristoratrice.
L'avrebbe ascoltato persa, per ore.
- Io e le mie sorelle non ci curavamo delle cavallette, ma ognuna di noi aveva il suo modo per svagarsi
nelle ore di gioco... pensi che raramente giocavamo assieme!
Avrebbe
voluto dire che ognuna di loro, aveva un carattere forte, ben definito e delle ambizioni differenti già dall'infanzia, ma il dottore riprese con fervore il suo racconto.
- Una volta, ah, ah! Una volta dicevo, mio padre mi comprò una cavalletta! La legai con un fil di lana sottile e me la portai a spasso come si fa con un cagnolino! Anche i figli del vicino allevano coleotteri! E' bello
sapere che certe tradizioni non vengono meno nel tempo...- mentre parlava dal pacchetto, ora macchiato da una salsa giallognola partì un crepitio secco.
L'involucro
di cartone si contraeva come una fisarmonica, tra gli scatti frenetici delle sue dita.
Confusa, Kasumi si fece avanti.- Cosa c'è in quel pacco?
L'uomo distolse lo sguardo da lei,
portandolo sul regalo. L'osservò come se non l'avesse mai
visto prima.
- Ma cosa ho fatto?! La mamma mi ha raccomandato di
portarvi i suoi shogayaki* caldi e io, da perfetto stupido non sono nemmeno riuscito a consegnarveli! - Inconsolabile depose l'informe involucro sopra l'acquaio.
Sfilando uno scottex dal rotolo, la ragazza iniziò a passarlo sulle sue mani unte.
- Non è successo niente! Dirò a sua madre che le
abbiamo mangiate... però non posso restituirle il suo bel piatto! - stropicciò bene i rudi palmi dell'uomo – Ecco
fatto!
Una volta concluso Kasumi alzò la testa compromettendo la pace
ritrovata del suo ospite.
Era
desiderio quello che obbligava a stringere le palpebre in modo così pressante, al dottore? Peccato che le lenti si appannassero proprio mentre se lo chiedeva.
Una scia di nebbia salì calda imbucandosi nello stretto spazio che li separava.
Sospettosa tornò svelta sui suoi passi.
Non è nebbia! - Oh, cielo! Il nostro tè!
Il coperchio del bollitore fremeva ancora,
ma le fiammelle erano già state soffocate dal rigetto
dell'ebollizione. Raggiunta la manopola, col cuore a mille spense il gas.
- Onessan!* Ho comprato la torta, contenta? Cosa ci prepari
di buono per cena?
La fusuma* si aprì lasciando spuntare
la testa di Nabiki Tendo nel regno della sorellona.
Lei
e Tofu si scambiarono una rapida occhiata.
- Ora è meglio che... che vada, vi ho già fatto sprecare tanto tempo – asserì quest'ultimo perdendo ogni baldanza.
- Ops! - si lasciò sfuggire Nabiki indietreggiando in stile gambero, verso il salotto.
Senza farselo chiedere due volte Kasumi accompagnò
fuori l'ospite.
Il giardino era dominato da zone d'ombra
proiettate dalle mura di cinta, ma la temperatura era gradevole e vi si sostava piuttosto bene.
- Le auguro una
buonasera dottore – non appena tacque sentì una
scomoda intrusione posarsi sul labbro inferiore, e si ritrovò a dover tendere i lineamenti del collo per non tremare.
Anche l'ortopedico di famiglia le sembrò indeciso, quando con voce impastata le ingiunse di restare immobile.
Allungò con delicatezza il braccio, afferrando tra l'indice e il pollice quella “piccolissima cosa” dal suo labbro permettendole di rilassarsi di nuovo.
L'esserino
intrappolato nascose le zampette dentro al guscio purpureo, segnato
da minuscole lentiggini scure.
- E'... è una coccinella! -
esclamò Kasumi con voce stridula, rompendo la tensione in
quella sua risata leggera.
Il dottore rosso in volto, mise
l'animaletto nell'ampia tasca dei pantaloni.
- Non saprei dire chi delle due è la più fortunata... -
sussurrò chinando il capo a mo' di saluto, prima di darle le spalle.
L'altra aspettò immobile per circa dieci secondi, poi si
affacciò sulla strada.
Ad un tiro di sasso da lei, il dottore estrasse
dalla tasca la coccinella e la baciò, prima di renderle la
libertà con un soffio.
Meravigliata, Kasumi portò
la punta di due dita sulle labbra appena dischiuse.
“Un
uomo può pescare con il verme che ha mangiato un re e
mangiare
il pesce che ha mangiato quel verme.” (William Shakespeare)
...L'angolo
dell'autrice...
*dojo:
palestra.
*fusuma:
tipica porta scorrevole. Un anta è costituita da un telaio
di
legno su cui vengono applicati due strati di carta, successivamente,
su ambo i lati si aggiunge un altro strato di carta -decorativa
questa- e s'incornicia per chiudere.
*shogi:
gioco da tavolo simile agli scacchi.
*Shogayaki:
primo piatto giapponese a base di striscette di maiale, salsa di soia
ed altro...
*Onessan:
sorella.
Cover della Fanfiction:
Note
d' approfondimento:
1-
Ho voluto “leggere” la frase di Shakespeare, in
chiave
positiva (Wow! c'è un re nello stomaco di un
pescatore!)
e non morbosa o cinica, inserendola nel contorto rapporto tra
Tofu e Kasumi, perché trovavo che cadesse a pennello, da qui
anche il titolo.
2-
In Giappone è possibile trovare in vendita nei negozi
d'animali, cicale, cavallette e cervi volanti. Sono animali da
compagnia che molti bambini adorano. I cervi volanti più
sono
grossi, più costano! Inoltre è vero che i bambini
vanno
in giro col retino ad acciuffare gli insetti!
3-
Se vi stupisce di vedere Tofu così tranquillo nel sfiorare
le
labbra di Kasumi, vi ricordo che era concentrato sulla coccinella
(perciò non ha dato in escandescenza nel compiere quel gesto
XD)
In
attesa di qualche commento, critica, curiosità o altro,
risponderò sul forum
N di
nibunnoichi.
Un
saluto a tutti, alla prox!
Laila
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