Nightclub of Blood, Nights of Love di Lidia00love (/viewuser.php?uid=817727)
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Non avvicinarti
Thomas voleva alzarsi, voleva potersi alzare e affrontare la sua momentanea cecità, ma era come paralizzato, come se migliaia di fili lo stessero trattenendo a terra cercando di farlo sprofondare nei sotterranei più oscuri della Terra.
Cercò di sollevarsi sulle gambe che erano fragili come stuzzicadenti e provò a cercare i suoi amici, li sentiva solo tossire, boccheggiare faticosamente e non gli piaceva per niente, era come trovarsi in un ospedale mentre c'era un'epidemia.
-Teresa!-usò quella poca aria che aveva nei polmoni per pronunciare il suo nome.
Non sentì la sua risposta, nemmeno un accenno ma quando le sue gambe furono fin troppo esauste e sentì il pavimento freddo sulle sue ginocchia, qualcosa le fece il solletico, capelli, capelli bruni, scuri che profumavano di lavanda.
Teresa, lei era lì con lui, eppure non riusciva a sentirla.
Cercò di afferrare qualcosa, magari una trave, oppure addirittura lei e quando finalmente la sua mano si strinse intorno al polso ossuto della ragazza tirò un lungo sospiro di sollievo.
Cominciò a tossire per poter parlare-Stai bene?-chiese con voce roca.
La sua gola bruciava come lava incandescente, Teresa non rispose subito ma capì che ci provò-Aiutami-
Thomas guardò in basso e vide che Gally, Minho e Newt erano spariti, non c'era nessuno, erano rimasti solo loro, non sentiva li sentiva più tossire come se fossero tuoni di un temporale.
-Siediti-finalmente riuscì a riprendere il pieno controllo delle sue corde vocali, mentre invece Teresa non sembrava proprio in buone condizioni.
Le sue guance si erano colorate di un rosso intenso e i suoi occhi lacrimavano, come se stesse piangendo di fronte a lei,effettivamente riuscì a sentire un singhiozzo, che sembrava più un sussurro-Okay, devi respirare con me, respira profondamente Teresa mi hai capito bene?-
Lei però quando incrociò il suo volto voleva solo liberarsi di lui, non sapeva perché ma voleva allontanarsi-Non avvicinarti-mormora.
Thomas non si mosse di un centimetro non voleva lasciarla-No nemmeno per sogno devi respirare molto profondamente ma devi guardarmi mentre respiri-spiegò tutto molto lentamente cercando di scandire ogni sillaba dalla prima all'ultima.
-Non avvicinarti-cercò di allontanarsi liberandosi anche delle mani calde di Thomas ma lui le strinse ancora più forte intorno alle sue braccia.
-Respira con me Teresa respira e guardami-lei lo fece, guardò i suoi occhi scuri con molta intensità e cominciò a respirare, improvvisamente non sentì più quel bruciore alla gola o lo stomaco in subbuglio.
-Brava così-sembrava un madre che cerca di far mangiare degli omogenizzati al proprio piccolo-continua così-
Teresa finalmente respirò regolarmente e a riprese anche il controllo dei suoi polmoni, accarezzò con il pollice il braccio di Thomas-Grazie-.
-Grazie di avermi aiutato-ormai era l'ennesima volta che Teresa glielo diceva.
Thomas sorrise e si scosse la maglietta bagnata dal sudore causato dal nervosismo, poi si avvicinò alla ragazza-Credo che tu mi abbia ripetuto questa cosa trentotto volte-cercò di usare il tono più ironico che avesse.
Teresa sorrise mettendo in mostra una fila di denti bianchi come perle-Lo so, solo che...grazie-ripetè.
-Trentanove- disse ancora una volta ancora più divertito.
Teresa rise e si alzò, le gambe erano davvero deboli, non si era mai sentita così fragile in vita sua, forse quella era la situazione peggiore.
-Dobbiamo cercarli come hanno fatto a sparire in quel modo?-chiese allarmata guardandosi intorno, ma non c'era nessuno, la palestra era vuota.
Thomas si alzò e si mise accanto alla ragazza-Non lo so, magari sono negli spogliatoi è molto probabile che siano stati loro a provocare questo casino-
Teresa lo osservò divertita-Mi stai veramente dicendo che i tuoi amici hanno cercato di soffocarci con una sorta di petardo allucinogeno/tossico per divertirsi?-
Detta così era davvero assurda come domanda, o come situazione quindi inclinò il capo e prese il polso della ragazza trascinandola verso gli spogliatoi.
Minho era come cieco, muoveva le braccia convulsamente cercando di colpire qualcosa, afferrare qualcosa ma niente non c'era niente.
I suoi amici dov'erano, perché non erano con lui, forse erano messi peggio di lui o forse meglio ma non gli importava.
Si sentì come se fosse nello spazio, quando non hai aria e tutto si è azzerato lasciandolo come vuoto.
Newt non c'era era sparito, forse era cascato ma lui non si sprecò di pensare a cosa pensare -Gally!- urlò violentemente.
Nessuna risposta, niente di niente, la sua voce rimbombò come un eco.
Quando però i suoi occhi furono abbastanza funzionanti vide una sagoma, scura e grossa sulla parete e l'unica cosa che riuscì a dire fu-Non avvicinarti-.
Bene il secondo capitolo scritto al computer per fortuna è non ci dovrebbero essere errori come l'altra spero vi piaccia, purtroppo risulterà poco scorrevole e questa cosa devo ancora aggiustarla...bacioni
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