E se ti
dicessi … che
ti amo?
“Yuffie, sta uscendo vapore
dalla teiera”.
“Yuffie, mi stai
ascoltando?”.
“Dannazione,
vuoi
spegnere quella maledetta
teiera?”.
La ninja scrollò la testa, si era fatta trasportare dai suoi
pensieri. Talmente
forti che avevano placidamente sovrastato il per-niente-delicato
fischio della
teiera, che a quanto pare stava infastidendo non poco il poveretto che
era
seduto con lei al tavolo della cucina, tentando di leggere un libro in
santa
pace.
“W-Waaaah, mi ero
dimenticata dell’acqua!” gridò la ninja
scattando in piedi e volando verso il fornello. Ormai la temperatura
era troppo
alta per fare un buon infuso di camomilla. Sospirò
sonoramente, per poi
svuotare la teiera nel lavandino e riempirla con nuova acqua corrente.
“Si può sapere
quanto ci vuole per preparare una camomilla?
Poi mi spiegherai perché ti ostini a non voler usare quella
nelle bustine”
commentò spazientito l’altro.
“Dai, Cloud, tanto hai
detto che non riesci a dormire, che
differenza fa dieci minuti in meno di sonno?”. Yuffie
sfoggiò uno dei suoi
migliori sorrisi, se non altro come tentativo di farsi perdonare per
l’eccessiva attesa che Cloud doveva sopportare.
L’ex-SOLDIER non riusciva a
chiudere occhio, e avendo sentito la ninja aggirarsi nei corridoi
dell’Highwind
come se fosse pieno giorno aveva pensato di uscire per avere un
po’ di
compagnia notturna. Mai aveva avuto un’idea peggiore in tutta
la sua vita. Fortunatamente
si era portato un libro, intuendo che i “pochi
secondi” che nella testa di
Yuffie ci sarebbero voluti per preparargli una camomilla sarebbero
diventati
eterni. Certe volte si chiedeva come avesse fatto in tre mesi a
sopportare la
ragazzina senza l’istinto di prenderla a schiaffoni e, beh,
tutte le volte si
era risposto che era merito della sua pazienza. Forse.
In un certo senso, la presenza della
ragazza, anche se era
decisamente troppo esuberante,
ormai
era diventato qualcosa di abituale nella sua vita. Yuffie era sempre
lì,
allegra e sorridente, con la battuta pronta, a prenderlo in giro per la
sua
serietà. A dirla tutta, era una delle poche persone che di
tanto in tanto
riusciva a strappargli una risata, e ogni volta che accadeva la ninja
ridacchiava
osservando che era una cosa da fine del mondo. Guarda caso, Meteor era
in
procinto di abbattersi sul Pianeta, ironia della sorte. Da quando si
erano
incontrati per caso (un po’ meno per caso dal punto di vista
di Yuffie) nelle
foreste vicino Junon erano sempre stati in squadra insieme,
inizialmente perché
Cloud la riteneva utile grazie alla sua agilità …
e poi perché aveva cominciato
ad affezionarsi a lei. Anche se la ragazzina era il suo esatto opposto,
il
fatto che riuscisse sempre a tirarlo su di morale l’aveva
fatta diventare una
persona importante.
Yuffie, dal canto suo, era piuttosto
dipendente da Cloud.
Era la persona a cui era più legata nel gruppo degli
Avengers, come aveva
ironicamente chiamato i compagni, e si divertiva immensamente a
punzecchiarlo.
Il fatto che certe volte il ragazzo le rispondesse piccato la
stuzzicava, le
piaceva un sacco fargli perdere le staffe. Oltre ad essere il suo
“passatempo”,
Cloud le era stato vicino dopo la morte di Aeris, che le aveva lasciato
un peso
enorme sulle spalle dato che era sempre stata così gentile
con lei. Quando era
scoppiata a piangere, Cloud non aveva esitato a stringerla e carezzarle
la
testa, cercando di farla calmare, e anche quando dopo le tornava in
mente
l’amica Cloud faceva di tutto per tentare goffamente di farla
ridere.
Stranamente, c’era sempre riuscito, e anche lui si chiedeva
come fosse
possibile. Quando poi c’era stato l’incidente del
Northern Crater, che aveva
costretto Cloud in stato comatoso, Yuffie aveva trattenuto a fatica le
lacrime.
Più di una volta aveva chiesto a Tifa di poter rimanere con
lei, ma la barista,
per evitare che la ragazzina vedesse il SOLDIER in quella condizione e
avesse
un crollo psicologico, le aveva sempre detto di no. Solo una volta, fra
suppliche e preghiere, era riuscita a convincerla a passare un giorno
all’ospedale: aveva dato tutta se stessa per prendersi cura
di Cloud. La cosa
strana è che, per un qualche motivo, lui se ne ricordava.
Un mese dopo si ritrovavano nella
cucina dell’Highwind,
entrambi svegli all’una di notte, a preparare camomilla su
consiglio di Yuffie.
Inutile dire che come al suo solito, Yuffie era chiassosissima e,
soprattutto,
imbranata. Nel riportare la teiera sul fuoco, per poco non inciampava
nel
tappetino del lavandino, poi giratasi andò a sbattere su un
pensile rimasto
aperto … Cloud cominciò seriamente a preoccuparsi
della sua incolumità.
“Sai, non sarebbe male
tornare a letto viva”.
“Oh, questo non
è niente. Una volta sono caduta da un
albero. Di testa. E ho giurato vendetta all’albero. No,
aspetta, fai finta che
io non abbia detto l’ultima parte, è stato davvero
imbarazzante. Però ancora mi
ricordo dov’era l’albero”.
L’entusiasmo e la velocità con cui Yuffie parlava
erano invidiabili. Sembrava una mitraglietta caricata a piombini che
aveva
perso il controllo e non la smetteva più di sparare.
“Ti prego, già
ho l’insonnia, non farmi venire pure
l’emicrania” commentò sconsolato Cloud
poggiando la testa sul tavolo.
“Lo sai Cloudy, hanno
inventato della pasticche di roba che
si chiama valeriana. Va-le-ria-na. Fa bene per dormire, davvero, le
dovresti
provare”. Ormai il ragazzo si era abituato a sentirsi
chiamare in quel modo, e
anche se le prime volte si era dimostrato insofferente, ormai si era
quasi
affezionato a quel nomignolo. Insieme a tutti gli altri che la ninja
gli aveva
affibbiato: fra i tanti figuravano “testa a punta”
e “Spikes”. Se proprio
doveva scegliere, Cloudy era il meno peggio.
Dopo dieci minuti e fortunatamente un
solo tentativo, la
camomilla era pronta. Yuffie prese le due tazze che aveva preparato e,
guardando minuziosamente che sul suo tragitto non ci fossero ostacoli
per
terra, si diresse verso il tavolo. Preso posto di fronte al ragazzo,
gli
allungò la sua tazza, aspettando orgogliosa di sentirsi dire
che, dopotutto,
era stata brava.
“Allora sai cucinare. Lo
sai che non farebbe male aiutare
Tifa ogni tanto, sai?” commentò Cloud sorseggiando
con gusto la bevanda.
“Pff, lo sai che sono
pigra. E pasticciona. E che Teef non
mi vuole in cucina per paura che potrei dare fuoco ai pensili di legno.
Che poi
a dirla tutta, quando Cid ha progettato
quest’idrovolante-che-sempre-sia-dannato non ha pensato a dei
pensili che non
fossero di legno?” rispose Yuffie quasi d’un fiato.
“Si vede che Cid non ti
aveva contemplato nei suoi piani. È
difficile immaginare una combinaguai come te che gira per
l’Highwind” ridacchiò
il biondo. Yuffie sorrise e lanciò un pugno in aria
soddisfatta.
“Non a caso sono una
maestra in questo!”. Cloud le avrebbe
volentieri risposto che non c’era da vantarsene, ma si disse
che in fondo
andava bene così. Vederla così entusiasta lo
aveva messo di buonumore. Forse
seguirla non era stata poi una cattiva idea. I due continuarono a
chiacchierare
per una buona mezz’ora, quando finalmente il sonno
cominciò a giungere. Yuffie
voleva tentare di lavare i piatti;
il
SOLDIER la guardò contrariato, avevano già fatto
abbastanza rumore e voleva
evitare che Yuffie si facesse una doccia in cucina, soprattutto sapendo
che
sarebbe toccato a lui portarla in camera se avesse cominciato a
lamentarsi come
al suo solito. Le mise le mani sulle spalle, spingendola delicatamente
fuori
dalla cucina. La ninja aveva messo su una goffa faccia di disappunto,
gonfiando
le guance e guardando Cloud come se fosse arrabbiata.
Puntellò i piedi a terra
e si girò verso di lui, sbraitando sul fatto che, per una
volta, voleva
rendersi utile. Cloud la osservò e sbattè un paio
di volte le palpebre. Gli
occhi dei due si erano incontrati, azzurro-verdastri da una parte,
viola
dall’altra. Pochi istanti dopo, Yuffie spalancò
gli occhi e velocemente
distolse lo sguardo, diventando vagamente rossa in viso. La spadaccino,
invece,
aveva timidamente abbassato la linea del suo sguardo …
cominciando a fissare le
labbra della ninja, che si sentiva tremendamente a disagio.
Specialmente perché
era lui che la stava fissando con
uno
sguardo da ebete. Con la coda dell’occhio lo
guardò in volto: a occhio e croce
era più rosso di lei.
Il cuore pompava a più non
posso, come se volesse uscire dal
petto. Per la prima volta in vita sua, si sentiva terribilmente
imbarazzata.
Anche se non aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo a se stessa, nel
profondo sapeva benissimo che per lei Cloud non era solo
l’amico che l’aveva
sempre sorretta. E in quel momento erano loro due, da soli, con Cloud
che le
fissava con sguardo perso le labbra. Se nei cinque secondi a seguire
non fosse
svenuta per il vortice di emozioni che sentiva, probabilmente avrebbe
fatto
qualcosa di avventato. E non si sarebbe limitata al bacio sulla guancia
che
aveva dato allo spadaccino di cui sopra quando erano usciti insieme al
Gold
Saucer, guarda caso una notte in cui nessuno dei due riusciva a
dormire. La
situazione era fin troppo familiare e, al contempo, decisamente
più
emotivamente instabile.
Sentì qualcosa che le
sfiorava la mano. In un istante si
sentì avvampare, mentre le lunghe dita affusolate del
ragazzo, che finalmente
aveva distolto lo sguardo da lei cominciando a fissare il pavimento, le
avvolgevano la piccola mano. Per un attimo, presa dal furore della
situazione,
aveva dimenticato di quanto Cloud fosse timido, e che non avrebbe mai
preso
l’iniziativa … Non per fare qualcosa come baciare
una ragazza senza preavviso.
La sua mano quasi tremava; era la prima volta che Yuffie riusciva a
sentire la
sua pelle sfiorarla senza avere i guanti neri ad intralciarlo. Lei gli
strinse
la mano di rimando, intrecciando le candide dita con quelle del
SOLDIER. Aveva
spento il cervello. Puf, vedeva nero. Non un pizzico di buonsenso. Non
un
pizzico di razionalità. Si fece coraggio e alzò
lo sguardo, cercando gli occhi
azzurri che fuggevolmente cercavano riparo. Il divario fra la sua
altezza e
quella del ragazzo le sembrava più grande del solito: si
mise in punta di
piedi, cercando istintivamente le sue labbra. Ormai, tutto
ciò che voleva era
lasciare liberi quei sentimenti che aveva represso nei tre messi che
aveva
passato con lui. I loro occhi si incontrarono di nuovo, le loro mani si
strinsero più forti. Come due magneti, le loro labbra si
toccarono. Un bacio
dolce, pieno di timidezza, che durò pochi istanti. Cloud
rimase come
paralizzato: non sapeva più che cosa fare, che cosa dire
…
“Sei terribile”.
Cloud la guardò sbigottito. Voleva quasi
risponderle, urlarle contro come avrebbe forse fatto in un qualunque
altro
momento, ma le parole gli erano morte in gola. Riusciva solo a
balbettare, un
po’ per l’emozione e un po’ per la
repentinità dei fatti.
“C-Che ho fatto?”.
“Baci davvero male.
Seriamente, non ho parole. E dire che mi
aspettavo qualcosa di gran lunga migliore …”.
Mentre lei parlava, lui la
chiamava sommessamente, cercando di farla smettere. Quando finalmente
attirò la
sua attenzione, sussurrò qualcosa che non riuscì
a giungere alle orecchie di
Yuffie. Quando gli chiese di ripetere, lui sbottò.
“Era il mio primo bacio,
dannazione! Sempre a lamentarti, a
fare l’acida, mai una volta che ci sia qualcosa che ti va
bene! Finiscila di
comportarti come una principessina vi…”. Quando si
rese conto che Yuffie lo
stava guardando decisamente confusa smise di gridare.
“P-Primo …
bacio? COME SAREBBE A DIRE PRIMO?!”. Il biondo si
gettò a tapparle la bocca prima che svegliasse tutti gli
altri.
“Cosa
c’è di strano? Era il primo anche per te,
no?” domandò
preoccupato. In quel momento si sentì come se avesse avuto
paura di non averla
più potuta avere per sé.
…
Per sé?
“Cloud, hai 21 anni, come
potevo pensare che non avessi mai
baciato una ragazza, seriamente?”. Non c’era niente
da fare, a quel punto
l’unica cosa che lo spadaccino poteva fare era arrossire.
Dalla testa ai piedi.
Per un po’ fra i due ci fu
il silenzio totale. Ormai
l’orologio segnava le due meno un quarto. Entrambi si
sentivano troppo
imbarazzati per parlare. Si erano baciati, e per entrambi era stato il
primo
bacio. Per di più, e questo lo aveva dovuto ammettere con
amarezza anche Cloud,
nonostante l’atmosfera fosse decisamente romantica, il bacio
in quanto tale non
era stato esattamente memorabile. E anche Yuffie ci aveva messo la sua
parte.
Finalmente si decisero a parlare. Solo che esordirono con un
“senti” sincronizzato.
Entrambi si misero a ridere imbarazzati, finchè Yuffie si
gettò fra le braccia
di Cloud, che dopo un attimo di esitazione la cinse timidamente.
“Ma allora, quella
camomilla ha fatto effetto o no?” chiese
lei ridacchiando.
“Hm, forse. Sarà
che sono quasi le due, ma ho un sonno
tremendo”.
***
La luce che entrava dalle persiane
della finestra andò a
piazzarsi sui suoi occhi, inevitabilmente sulla traiettoria dei raggi
solari.
Aprì le palpebre a fatica, per poi accorgersi del braccio
che la stringeva.
Alzò lo sguardo, vedendo il volto angelico del ragazzo che
amava ancora
addormentato. Sorrise dolcemente al pensiero di aver dormito con lui.
La notte
che aveva vissuto non l’avrebbe mai dimenticata. Quella
notte, si era
innamorata ancora di più.
“Che fai, già
sei sveglia?”.
“Hnn … Ho il
sole negli occhi” fece Yuffie stringendosi nel
petto di Cloud.
“Vedi di dormire, stanotte
abbiamo fatto le ore piccole”
commentò Cloud stringendola.
“Ehi Cloud … E
se ti dicessi … che ti amo?”. Lui la
baciò
sulla fronte.
“Ti risponderei che ti amo
anch’io”.
Angolo dell'autrice: Devo
ammetterlo, dopo così tanto tempo di assenza da EFP
cominciavo quasi a sentire nostalgia dei tempi in cui scrivevo fanfic,
forse per il fatto che mi sono fatta una stupenda sessione
full-immersion di cose più... "importanti" (aka scuola,
esami d'inglese, tentare di imparare un minimo a gestire RPG Maker e
cimentarmi in qualcosa di un tantiiino più complesso delle
fanfiction). Perciò, ho deciso di rientrare, ovviamente non
a tempo pieno perchè ho anche una vita sociale (lol), se non
altro per pubblicare qualche one-shot e magari portare a termine
(meglio dire continuare dato che il mio piano era di farla bella
lunghetta-) la mia altra fanfic Clouffie...
Ma passiamo al vero angolo, basta convenevoli! Ho finalmente deciso di
scrivere una one-shot in cui giungo a quella che per me è
l'essenza della Clouffie: la dolcezza. Non me ne vogliano i fan della
CloTi e della Clerith, ma sono convinta e sempre lo sarò che
questa coppia ha molte più cose da dare di quanto non si
possa credere. Che Yuffie sia innamorata di Cloud è PALESE,
che lui ricambi un po' meno, anche se qualche piccolo hint
c'è e a me piace vederne ovunque... *coffcoff* E niente,
spero vi sia piaciuta la fanfic, l'ho scritta abbastanza di getto,
è venuta da sè e sinceramente sono abbastanza
soddisfatta! Recensite numerosi e magari seguitemi che ho anche altre
cose in serbo *^* *coffcoff RinLen e HaruTaka coffcoff*
Ah, non mi sembra necessario dire che il titolo sia il nome latino
della camomilla, che alla fine è l'incipit di tutto (?) u.u
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