Elatio
Tintinnare di campanelle…
lui è qui. Sono stanco e sudato,
questa stupida calzamaglia gialla non mi permette di respirare. La
cattedrale
abbandonata è vuota e tetra. Avanzo di qualche passo,
incerto. Uno strano suono
richiama la mia attenzione. TLAK,
TLAK, TLAK. Un rumore come di molle, sembra quasi che
scandisca il
tempo. Il rumore viene da dietro una delle tante colonne gotiche.
L’inconfondibile suono dei campanelli subentra
momentaneamente a quegli scatti
meccanici. «Ci rivediamo dunque» dico con voce
atona. «Ti stavo aspettando…
dov’è Topin?» . Il Buffone alza la testa
dal cubo di Rubik a cui sta lavorando.
«Mi sta aspettando in macchina qui fuori, questa questione
riguarda solo noi
due…». Il Buffone fa cadere il cubo di Rubik
«Al diavolo! Non riuscirò mai a
risolvere questo maledetto giochino». Un nero riccioluto e
con dei grossi
occhiali si avvicina timoroso «Chris Garner signore, sono
sicuro che se mi da
una possibilità…». Il Buffone lo
fulmina con gli occhi, l’uomo si allontana
silenziosamente. Rifletto. Perché quando lo faccio
Piccettino non c’è mai?!?
Almeno smetterebbe di dirmi che non so usare la testa! «Mi
sono sempre chiesto
una cosa –il Buffone mi scruta sospettoso, come se si
aspettasse chissà che
domanda- perché fai tutto questo, non hai nessun
amico?». Il Buffone sogghigna,
i campanelli tintinnano argentini nel silenzio vuoto della cattedrale.
«Amici?
Molta gente vuol far credermi di essere mia amica e di volermi bene, ma
io non
credo a nessuno. Purtroppo, per essere coerente, dovevo distribuire a
dritta e
a manca ipocriti inchini e sorrisi di gioiosa credulità. Ma
chi può credere in
un mondo dove l’ipocrisia è ormai divenuta una
regola basilare? Dove il tuo
“migliore amico” nell’abbracciarti ti sta
piantando una lama tra le scapole? Come
si può? Per questi miei pensieri molti mi definiscono
caparbio, paranoico,
pazzo, SUPERBO. –il Buffone fece una pausa per ridacchiare
tra se e se- La
superbia… se in genere è da considerarsi uno dei
peggiori vizi del genere
umano, l’opposto dell’umiltà, sono
convinto, e giorno dopo giorno mi convinco
sempre più, che essa sia necessaria e ammirevole. Vuoi un
esempio? Se boccheggi
per fame ed un ricco ti butta un tozzo di pane come se tu non fossi uno
stupido
bastardino randagio, tu devi addentare il pane… e
sputarglielo sulla sua
stupida faccia incipriata; morirai lo stesso, vai a morire
più in là,
dignitosamente». Sono confuso, e questa sensazione a me
familiare mi
tranquillizza, ma voglio capire cosa intende dire il Buffone con quel
fiume di
parole che, con la loro disperata intensità, mi avevano
travolto come un fiume
in piena. «Non capisco» (PLING). «Non
capisci?!? Ovvio che non capisci, nessuno
lo può capire fino a quando non lo prova sulla sua pelle, ma
non ti preoccupare
Rat-Man, a questo si può rimediare anche subito»
Scorgo un movimento alle mie
spalle con la coda dell’occhio: Topin! «Topin! Ti
avevo detto di aspettarmi in
macchina! Avevo anche lasciato il finestrino semi aperto e la radio
accesa,
cos’altro vuoi?» Topin non mi dice niente, sorride
e basta. La pausa dura un
secondo, il tempo che ci mette una campanella a tintinnare, poi
è l’inferno. Il
Buffone e Topin mi aggrediscono facendomi rotolare per terra. Tento di
rialzarmi ma i due mascalzoni mi puntano addosso le pistole. Illusi,
credono di
fermarmi con armi da fuoco! I monaci Tibetani mi hanno insegnato a
fermare le
pallottole con il corpo… L’ultimo è
morto due mesi fa, peccato perché
distillava un’ottima grappa. Sono in due, armati, cosa posso
fare? Lentamente
alzo le mani. Capisco cosa voleva dire il Buffone; “Ma chi
può credere in un
mondo dove l’ipocrisia è ormai divenuta una regola
basilare? Dove il tuo
“migliore amico” nell’abbracciarti ti sta
piantando una lama tra le scapole?”
Guardo Topin con compassione. Sento tintinnare le campanelle, poi tutto
diventa
buio.
Spazio
dell’autore: Questa
FanFiction è dedicata al mio amico Caesar, incredibile
scrittore
e ottimo amico. Dopo che Leo mi ha detto in una recensione che gli
ricordavo il
maestro di Rat-Man ho cercato di creare una storia che avesse come
protagonista
proprio il Ratto. Delle recensioni sarebbero auspicabili, e non
preoccupatevi
di essere spietati
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