La sentinella

di mamie
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LA SENTINELLA
 
Sei tornato…
Volevo salutarvi, principessa.
Mi tratti ancora così?
Non potrei fare in un altro modo.
Mi dispiace tanto, Saiki.
Non dovete, principessa. Era il mio desiderio.
Non ho potuto fare nulla. Posso solo sognare, ma non posso cambiare il destino.
L’ho sempre saputo.
Ti ho mandato a morire. Mi hai odiato per questo, Saiki? Mi odi ancora?
No. Non avrei mai potuto odiarvi, principessa. Mai.

***

Nessuno ha mai badato molto a te, eh, Saiki Daisuke? Dopotutto non eri che un maestro del vento. Non potevi competere con i draghi del cielo né con i draghi della terra. Non eri tormentato da una scelta impossibile, il tuo scopo era molto semplice: amavi, e quindi proteggevi. Non avevi bisogno di schierarti, sapevi già da che parte stare. Non avevi bisogno di prendere decisioni, ne avevi già presa una, quella definitiva, quando avevi tredici anni. Eppure, della tua breve esistenza, è rimasta anche per te una scia di lacrime.

Cosa si chiede all’amore? Nulla. Nulla si chiede all’amore. Di stare in silenzio, perché l’amore non ha bisogno di tante parole. Di stare vicino, con l’anima e col cuore. Di essere felice.

È stata lei il tuo ultimo pensiero? I suoi occhi che non ti hanno mai visto, ma che tu in qualche modo sapevi che ti guardavano? Li hai visti quegli occhi, un’ultima volta, mentre già scivolavi nel buio?

Riposa in pace, Saiki, il tuo compito è finito. Non è la sentinella che cade a guardia delle mura meno degna di lode del grande campione dalla lucida armatura. E i sogni vanno al di là della morte.

***

“Daisuke mi ha costretto a fargli una promessa: se fosse morto non avrei dovuto piangere”.
Ma a te, principessa, non ha mai fatto promettere nulla, e puoi lasciarle sgorgare dai tuoi occhi ciechi, tutte le tue lacrime.
 




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