Il pozzo

di Ilaryjames
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~~Il pozzo

Sono seduta in un angolo, rannicchiata su me stessa con la testa sulle ginocchia e le braccia intorno alle gambe. Non so dire quanto tempo sia passato, da quanto sia qua dentro. Se in realtà ci sono sempre stata e sia uscita da qui solo occasionalmente. Sarebbe buio pesto se non fosse per quel poco di luce che penetra dall'alto. Mi alzo e sollevo la testa per guardare l'apertura sopra di me da dove arriva la luce. Non è poi cosi lontana ma non vedo appigli per riuscire ad arrivare sin lassù. Eppure sono stata anche la fuori, eccome se ci sono stata! Ma spesso e volentieri mi sono ritrovata a stare nuovamente qui, sola, angosciata, spaventata, incompresa, abbandonata. La storia della mia vita, un continuo ricadere e rialzarsi, a volte più forti, altre volte solo più segnati.
La fuori esiste un'altra me. La facciata la definirei. Che sorride, ride e scherza nonostante tutto, che nasconde alla maggior parte del mondo la sua sofferenza. Mentre la vera me è qui. In fondo al pozzo. 
Ogni giorno la mia facciata deve affrontare la vita di tutti i giorni. Ed è cosi dura nei periodi in cui la vera me si trova la sotto, a guardare impotente una via d'uscita che vede ma non riesce a raggiungere.
Alzarsi la mattina è il momento più difficile della giornata. La prima cosa che faccio è guardare l'orologio nella speranza che manchi il più possibile al suono della sveglia. A volte manca anche un'ora, che vola come fosse una manciata di secondi. E arriva il terribile suono. Rimanda di cinque minuti. Ancora di altri tre. Basta devo alzarmi. Ogni mattina è la stessa storia, una lotta continua tra me, la sveglia e il mondo esterno che mi aspetta. Perché nonostante tutto mi alzo ogni giorno, qualsiasi sia l'umore e nonostante spesso e volentieri abbia dormito solo poche ore. Non posso arrendermi, penso, non posso non andare o sarebbe la fine per me. Ma potete immaginare quanto può essere duro ogni mattina questo braccio di ferro? Vorrei solo continuare a dormire.
Vorrei averti qui vicino come sempre. Come è stato per tredici lunghi anni. Era così bello vedere te come prima cosa ogni mattina. Le rare volte che mi svegliavo e tu non eri qua correvo subito a recuperarti ovunque fossi: sotto un letto o sopra con uno dei miei fratelli. Perché al risveglio dovevi essere mia. Una mattina al mio risveglio non ti trovai come capitava a volte e venni subito a cercarti. Non c'eri da nessuna parte. La mattina presto, quando la salute di mio padre ancora glielo permetteva, era abitudine che uscissi perla prima passeggiata con lui, appena realizzai che forse non eravate rientrati insieme, che ti potesse aver dimenticata in strada corsi al balcone. Eri lì sotto, che correvi da un lato all'altro del marciapiede, confusa, in cerca di qualcuno di noi. Dio solo lo sa se non ho volato giù per quelle scale! Ti ho afferrata e stretta forte a me come se ti avessi ritrovata dopo mesi, dopo anni. Scoppiai in un pianto liberatorio, misto a gioia e dolore. Grata che fosse andato tutto bene, ma con il terrore che ti avrei potuta perdere per sempre e senza sapere che fine avessi fatto. Da quel giorno sino all'ultimo tuo giorno di vita ho vissuto con questo terrore. Te ne saresti andata comunque. Ma non potevo perderti.
Neanche mi rendo conto e sono già a lavoro. La mattinata procede lenta e pesante, tutto sempre dannatamente uguale. Riesco a malapena a connettere dopo la mia tazza di latte macchiato, un rito al quale non rinuncerei mai. Quante volte mi sono fatta la stessa domanda. Si può vivere senza gioia? Si può andare avanti senza sentirsi in sintonia con se stessi? La vera me in fondo a un pozzo e la facciata fuori a far sembrare al resto del mondo che tutto va dannatamente bene.
Ho il tanto agognato posto di lavoro. Posso permettermi tutto quello che voglio, un bel televisore, un portatile nuovo, un telefono di ultimissima generazione. E viaggi soprattutto. Forse l'unica cosa che conta davvero. Eppure quando sei distaccato dalla tua vera essenza, il viaggio può essere un arma a doppio taglio. Durante ogni viaggio non facevo che pensare a come me lo sarei goduto diversamente se fossi stata diversa, se fossi realizzata della vita che faccio, se fossi anche io felice e spensierata. Non lo sono mai stata e probabilmente mai lo sarò. Sono stanca di essere questo, sto cercando me stessa come non mai. Voglio essere libera di fare tutte le cose che mi piace fare senza sentire il peso del fallimento addosso. Voglio la LIBERTA'.





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