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How we fell in love?
April 11th 2083 – 11:21 pm – Heart –
Wei’s House – Eva’s Room
Come sempre, in quelle notti prive di nuvole e di luna piena, le stelle
erano particolarmente luminose e facili da vedere. La via lattea era
ben visibile nel cielo, e le sue stelle brillavano orgogliose di farne
parte. Al di fuori della città, quello spettacolo era a portata di
tutti quelli che volevano osservarlo senza il fastidio delle luci dei
grattacieli, delle insegne colorate e dei lampioni.
Eva poteva godere di quella meraviglia ogni notte, quando non era
nuvoloso. Si sistemava nel davanzale della finestra della sua stanza,
alzava gli occhi al cielo e… basta. Miliardi di stelle brillavano sopra
di lei, ma per la ragazza non esistevano. O per meglio dire, lei non
esisteva. Non esisteva in quel mondo.
All’apparenza Eva si comportava come una normalissima ragazza della sua
età. Poche persone – così poche che si potevano contare sulle dita
delle mani – sapevano la sua storia.
Eva, un tempo, aveva avuto un papà e una mamma che aveva amato con
tutto il suo cuore, e loro ricambiavano il suo amore. Sua madre, Maya,
era probabilmente la più famosa pilota di Star Racers della Coalizione
Terrestre, conosciuta anche dai popoli extraterrestri degli altri
pianeti, ed era ben voluta da tutti. I suoi fan la veneravano, la sua
squadra l’adorava, suo marito l’amava. All’apice della sua carriera,
quando Eva aveva appena cinque anni, Maya fu vittima di un incidente,
durante una gara di Star Racers. Eva ricordava poco di quello che
successe nei giorni successivi. L’unica cosa che capì, era che la sua
mamma non c’era più, e il suo papà non era più lo stesso.
Il mondo di Don Wei, era crollato. Maya, la sua campionessa, l’amore
della sua vita, era scomparsa. E tutto ciò che rimaneva di lei, era la
loro unica figlia. Così simile a lei, così uguale a lei… Che non ce la
fece. Guidò per miglia, per abbandonare sua figlia in una terribile
prigione mascherata da collegio, il “prestigioso” Collegio Stern. E
sparì.
Sparì dalla vita di Eva per sempre, ma al mondo si ripresentò pochi
anni dopo, più in forma che mai, e con un nuovo campione da crescere.
Mai una chiamata, mai una visita. Tutti i suoi compagni sapevano che
era la figlia di quel famoso signore, proprietario della grande Wei
Race, e manager della star del momento, Rick Tunderbolt. Eva, per suo
padre, non esisteva più.
Eva, da dolce bambina innocente e spensierata, nel corso dei dieci anni
successivi si era trasformata in una ragazza intraprendente, audace,
ribelle alle regole, e soprattutto cocciuta e testarda, proprio come
suo padre. E con una grande passione per i motori. Fu il suo carattere
che la portò a fuggire dal collegio, il giorno del suo quindicesimo
compleanno, stufa di aspettare che suo papà l’andasse a trovare. Fu
proprio lei, a presentarsi da lui.
Ma Don Wei, invecchiato nel fisico e nel cuore, non la riconobbe.
Scambiandola inizialmente per un ragazzo, e notando la sua abilità con
la meccanica, la inserì nel suo team. Se non fosse stato per lo strano
evento che successe di li a poco, Eva sarebbe rimasta per sempre Molly,
il meccanico della Wei Race.
McMillan, il presidente della Coalizione Terrestre, si presentò lo
stesso giorno davanti all’officina di suo padre, per affidargli la più
importante delle guerre: una corsa di Star Racers, in un pianeta al
centro della galassia, dove si sarebbe deciso il destino di sedici
miliardi di vite umane.
Fu così che il viaggio di Eva – di Molly – ebbe inizio. Prima come
meccanico, poi come pilota della squadra Terrestre. Conoscendo amici,
innamorandosi, facendosi dei nemici, rischiando la vita in corsa
innumerevoli volte... Vinse. Vinse finalmente con suo padre, che la
riconobbe. Vinse la corsa. Vinse il premio finale. Fu alla fine di quel
viaggio che scoprì l’intricato progetto di Canaletto, un essere
spietato e senza scrupoli, una creatura antica di diecimila anni, il
cui unisco scopo era proprio il premio finale.
Un premio finale di nome Eva.
Fu amaro scoprire che il premio non avrebbe realizzato qualsiasi
desiderio che il vincitore avrebbe potuto rivolgere al grande Avatar.
Il premio, era proprio prendere il posto di questo, per diventare il
signore dell’universo, per i successivi diecimila anni. Canaletto, un
tempo fu Avatar, ma la sua sete di potere, aveva messo presto fine al
suo regno, dando tutti i poteri ad un’altra creatura, Satis di Adalou.
Canaletto aveva il grande potere di controllare il destino. Fu
altrettanto amaro scoprire che l’incidente a Rick Tunderbolt – che
aveva così permesso a Molly di diventare il pilota della squadra – era
stato il volere di Canaletto. E fu ancora più doloroso, capire che
anche la morte di sua madre era stata causata da lui, e non da Spirit.
Tutta la sua vita, e i secoli prima di essa, era stata controllata. Eva
non era mai stata libera. E non lo sarebbe stata neanche dopo essere
diventata Avatar, sotto il controllo di quella terribile creatura.
… Ma è proprio qui, il momento in cui le cose rimangono uguali, ma allo
stesso tempo cambiano: un ragazzo è libero, poi non lo è più.
Ma libero non lo è mai stato.
Perché innamorato di Molly.
E Molly torna ad essere Eva.
Jordan non c’è più.
Per amore di Molly.
Per amore di Eva.
Jordan Wilde, un semplice ragazzo di diciannove anni e cadetto
all’accademia militare della stessa città di Eva, con cui aveva
condiviso quei mesi su Alouas e poi su Oban, aveva infranto tutti i
propri sogni pur di vederla felice con suo padre. Le aveva confessato i
suoi sentimenti, così, a sorpresa, prima di gettarsi con le ultime
forze rimaste sulla Piramide di Luce, nel Tempio del Cuore, una gamba
fratturata e chissà quante altre ossa rotte.
– Io ti amo tanto, Molly –,
le aveva detto. Non si dimenticherà mai quando, pochi minuti dopo, le
loro labbra si erano sfiorate, per la prima ed ultima volta. Calde,
dolci, morbide e piene di promesse di una vita insieme che mai si
sarebbe avverata.
Jordan era quindi diventato il nuovo Avatar, successore di Satis, e
avrebbe governato l’universo per i successivi diecimila anni, fino a
quando avrebbe dovuto organizzare una nuova corsa di Star Racers. Non
era diventato immortale, ma avrebbe vissuto molto più di Eva.
E lei, lei avrebbe continuato a vivere la sua vita, una vita che non
avrebbe potuto vivere se non fosse stato per il sacrificio di Jordan.
Una vita con suo padre. Una vita da adolescente. Una vita senza lui.
Ogni parte di lei, era rimasta su Oban, accanto a Jordan. Soprattutto
il suo cuore, perché lui glielo aveva rubato. Ma non glielo aveva
rubato in quel bacio. No. Era già accaduto, ma non se ne era mai
accorta. Non sapeva dire neanche quando era successo. Era accaduto, ed
era questo l’importante.
Era successo che si era innamorata di Jordan, senza accorgersene. E lo
aveva capito solo una volta tornata a casa. Aveva capito che mancava
qualcosa. Qualcuno.
Jordan.
E lei.
Eva non esisteva sulla Terra.
Perché entrambi erano rimasti su Oban.
Lui, con il cuore di lei.
April 11th 2083 – 11:21 am – Oban –
Heart’s Arena
Il suo cuore sarebbe dovuto essere con lei. Il battito furioso che gli
rimbombava dentro le orecchie per la fatica dell’allenamento glielo
ricordava bene. Gli ricordava che Eva non ricambiava i suoi sentimenti.
Era riuscito a confessarle quello che provava, ma non aveva ricevuto
risposta. Perché avrebbe dovuto riceverla, dopotutto? Lo aveva capito
già da tempo che aveva avuto solo occhi per il principe Aikka, e prima
o poi avrebbe dovuto metterci una pietra sopra.
Soprattutto perché era anni–luce di distanza da lei, e mai avrebbe
potuto più rivederla.
Ma avrebbe rifatto quella scelta ogni giorno della sua vita, pur di
salvare quella di Eva.
Eva.
Era difficile non pensare a lei. Nonostante fosse passato quasi un
anno, soffriva ancora. Certo, prima o poi sarebbe diventata solo un bel
ricordo lontano, ma… non era ancora il tempo. Era troppo poco per
andare avanti, ma presto o tardi, l’avrebbe dimenticata. Questo era ciò
che si diceva. Ma sapeva che erano tutte stronzate. Non avrebbe mai
dimenticato Eva. Non lo avrebbe mai permesso. Si aggrappava al suo
ricordo ogni giorno, per non impazzire in quella nuova vita.
A volte rideva di se stesso.
Jordan Wilde, innamorato perso di una ragazza.
Si ricordava come se fosse successo ieri, la sera in cui l’aveva vista
per la prima volta. In quella stanza, dopo aver appena scoperto quando
fosse distante Alouas dalla terra.
All’accademia l’avevano preparato a questo tipo di missioni, dato che
aveva deciso di seguire i corsi da tiratore scelto. E tra i suoi
compagni era subito risultato il più capace. Non fu infatti una
sorpresa, sia per lui, che per i suoi compagni e professori, che fosse
stato scelto proprio lui. Si era immaginato il suo futuro molte volte,
in quegli anni in accademia. Nipote di un Maggiore e figlio di un
Generale, il suo unico desiderio era quello di seguire le loro
orme.
– Forte! – Gli era arrivato
alle orecchie. Una voce femminile. Di una ragazzina. Aveva alzato gli
occhi sopra di se, e l’aveva vista.
… E quel desiderio cominciò a mutare.
Senza che se ne accorgesse.
Sul momento aveva pensato che aveva un bel viso. Ma fu l’unico
pensiero, durato neanche un battito del cuore, e quell’esplosione che
gli rimbombò anche nel petto, lo fece rinsavire immediatamente. La
rincontrò poco dopo, inaspettatamente, quando Don Wei aveva scoperto
che li aveva seguiti. Clandestina, le aveva subito affibbiato il nome.
E un poco aveva colto il suo carattere. Ribelle e cocciuta. Sarebbe
stato difficile andarci d’accordo.
– Non che voglia diventare suo
amico, ovviamente – , fu il pensiero immediatamente successivo.
Non avrebbe voluto, ma fu costretto. L’incidente di Rick li lasciò
senza pilota, ma solo per qualche ora. Si sorprese ammirato, quando Eva
aveva immediatamente preso il posto del suo ex–partner.
Partner.
Compagna.
Fu quello che diventarono loro, seppur con qualche difficoltà.
L’infatuazione di Eva nei confronti del principe traditore, incrinava
ogni qualvolta che i tre erano insieme, la traballante amicizia che
Jordan aveva tentato di costruire con la ragazza. E tutto, sempre, era
per colpa sua. Di Jordan. Era ancora vivido in lui il fastidio che
provava quando Aikka e Eva erano pericolosamente vicini, o quando la
ragazza cercava di metterlo in buona luce.
Gelosia.
Lo capì quel giorno. Il giorno in cui, su Oban, il Tempio aveva toccato
per la prima volta il terreno. Eva a tutti i costi aveva voluto fare un
giro nei dintorni, e Jordan, da bravo gentiluomo militare, l’aveva
accompagnata. Tra se e se aveva ammesso che la ragazza aveva più senso
dell’avventura di lui, che era un ragazzo, e militare. E lei una
ragazza. Si accorse di non essere irritato da questa scoperta, ma
sinceramente ammirato. La passeggiata non fu tranquilla come si era
aspettato: Lord Further e la sua marmaglia aveva teso loro
un’imboscata, e quasi ci avevano rimesso la vita. Senza capire come,
forse stordito dalla paura, fortunatamente si erano salvati.
– La prossima volta che pensi di
andare a fare una passeggiata… Ci vai da sola. –
Si era messa a ridere.
Non si ricordava esattamente quando fosse successo. Era successo, e
questo era l’importante. Ma fu in quel momento che aveva finalmente
capito.
Geloso, estremamente geloso.
Innamorato, follemente innamorato.
Di Eva.
Capì che quella paura di quel giorno non era perché lui aveva paura. Ma
perché aveva paura per lei. Che potesse succederle qualcosa. Che
potessero portargliela via.
Capì che quella risata, quella bellissima, dolcissima, sincera risata
era nata per causa sua. Non di Stan, non di Koji, non di Aikka. Sua. E
Dio solo sapeva quanto gli sembrò ancora più meravigliosa quella
risata.
E rise anche lui, perché finalmente l’aveva capito.
Rise perché era geloso.
Rise perché non lo aveva messo in conto.
Rise perché l’amava.
Solo un due o tre volte aveva provato a rivelarle quello che sentiva
per lei, ma senza successo. Per colpa di Aikka, per colpa di suo padre…
Per colpa di lei. Principalmente per colpa di lei, che sembrava evitare
abilmente l’argomento, ignorando volutamente ciò che le stava
rivelando.
… Non provava i suoi stessi sentimenti. E non poteva farci
assolutamente niente. Certamente non era arrabbiato con lei, come
poteva esserlo? Non si può obbligare una persona a ricambiare il tuo
amore. Anziché rinunciare a lei, l’amò ancora di più. Ogni giorno,
quell’amore cresceva, e cresceva. Contenerlo nel cuore era sempre più
difficile, ma così bello.
E in quell’ultimo giorno, in quell’ultima corsa, compì un atto di
sincero e puro amore.
Sacrificò i suoi sogni, per quelli di Eva.
Sacrificò la sua libertà, per quella di Eva.
Sacrificò la sua vita, per quella di Eva.
E mai nessuna decisione fu migliore di quella che prese quel giorno.
Una decisione che avrebbe rifatto senza rimpianti ogni giorno della sua
vita, se ci fosse stata la necessità. E in fondo, era esattamente
quello che stava facendo: ogni giorno, si stava sacrificando per la
ragazza che aveva amato, e che non smetterà mai di amare.
____ Note ____
Ciao a tutti! Ed eccomi qui, sono tornata in questo meraviglioso
fandom. Quanto mi mancava!
Lo so, non tutti si ricorderanno di me, ma io non sono altri che
Achisama, quella pazzoide che con Bra92 aveva finalmente portato in
auge questo angolino dedicato a questo anime, anni fa, con ben 32
(ancora mi ricordo il numero :3) storie! … Ovviamente non tutte mie, ma
un po’ io e un po’ lei!
Che dire? Ovviamente i miei racconti non ci sono più, perché in un
momento d’ira ho cancellato il mio account -.-… Lo so. Ok? Picchiatemi.
In ogni caso, ho voluto ripostare questa storia, rivisitata e
sistemata. Spero che il prologo vi sia piaciuto, nonostante Eva e
Jordan raccontino un po’ quello che è successo, e che conosciamo anche
noi.
… O quasi.
Eggià! Chi è che conosce il passato di Jordan? … E chi sapeva che Eva
si era innamorata? Beh, ovviamente sono cose che mi sono inventata io,
ma avrei tanto voluto che la storia continuasse in questo modo. Quindi…
chi è che vuole seguirmi in questa nuova, pazza, folle avventura?
Ovviamente le recensioni sono più che gradite, mi farebbe piacere
sapere che cosa ne pensate, e servono anche a me per migliorarmi!
(Troverete questa storia in inglese anche su fanfiction.net,
sotto il nome sempre di “hexix”, per chi vuole leggerla in inglese.
Ovviamente anche li sono graditi commenti. Mi piace chiacchierare con
voi!)
Ci vediamo al prossimo capitolo!
Bacioni,
Hexix.
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