Stardust (prima parte)
Bring me to life
Bring me the starlight
Bring me the sun and
moon
Release the stars
tonight.
(“Stardust”- Delain)
Pietro Maximoff era molto
emozionato all’idea di poter incontrare di persona il famigerato Soldato
d’Inverno, che era stato per tanti anni il braccio armato dell’Hydra. Pur
essendo stato lui stesso, con la sorella, volontario per gli esperimenti di Von
Strucker, non aveva mai avuto modo di vedere il Soldato, anche se ne aveva
sentito parlare spesso dal Barone e dai suoi uomini.
E poi era contento di avere una
scusa per farsi portare in giro da Banner… Pietro approfittava di ogni
occasione per appiccicarsi a lui e si divertiva un mondo nel notare quanto la
cosa imbarazzasse il timido dottore.
Così, quella mattina, entrambi
erano arrivati alla Stark Tower e attendevano l’ascensore che li avrebbe
condotti al piano in cui si trovava l’appartamento di Steve Rogers.
“Sai, Doc, stavo pensando… è
strano che l’Hydra si sia comportata in modo tanto diverso con me e Wanda
rispetto a ciò che hanno fatto a Barnes” disse, come soprappensiero, Pietro a
Banner. “Non che per noi sia stata una passeggiata, ma… accidenti! Ho visto i
filmati sulle prove a cui veniva sottoposto il Soldato d’Inverno e facevano
venire i brividi!”
Infatti, la sera precedente,
Maximoff si era premurato di visionare tutti i filmati sugli esperimenti
compiuti dall’Hydra su Bucky, compresi quelli più atroci che Stark aveva
mostrato agli amici un paio di mesi prima.
“Quindi sai che Barnes ha
sofferto molto” gli ricordò Banner, “inoltre adesso è ammalato. Potrebbe non
aver voglia di parlare con te e tu avresti fatto un viaggio a vuoto.”
Pietro si strinse nelle spalle.
“Non sarà comunque un viaggio a
vuoto” rispose con un sorrisetto furbo, “perché sono venuto qua con te!”
Come al solito, il ragazzo aveva
trovato il modo di mettere in crisi il povero Banner!
“Non capirò mai perché ci tieni
tanto a stare in mia compagnia” provò a dire, confuso.
Divertito dal suo imbarazzo,
Pietro gli circondò le spalle con un braccio e lo attirò a sé.
“Perché mi piaci, Doc, e mi piace
stare con te. Ti sorprende?”
Banner, spaventosamente a
disagio, si chiese quanto ci avrebbe messo l’ascensore ad arrivare… Pietro,
però, sapeva essere molto insistente e si fece ancora più vicino, costringendolo
a guardarlo in faccia.
“Tu mi hai salvato la vita, Doc”
disse, improvvisamente serio, “e non è cosa da poco.”
Banner, arrossendo sempre di più,
cercò inutilmente di sfuggire a quello sguardo limpido.
“Anche tu hai salvato la vita a
Clint, se è per questo…” si schermì.
Le porte dell’ascensore si
aprirono e Banner ne approfittò per affrettarsi a entrare, ma era impossibile
sfuggire a Maximoff che, in una frazione di secondo, gli fu di nuovo
vicinissimo. Per di più, l’ascensore rappresentava uno spazio ancora più
esiguo…
“Non mi sto riferendo
semplicemente al fatto che hai curato le mie ferite e fermato le emorragie”
precisò Pietro. “Ma non vuoi capire o fai solo finta? Io ero… come dire…
spaventato, mi sentivo perduto in un’oscurità di dolore, paura e confusione e
tu eri lì con me!”
Rievocando quei momenti, il
ragazzo strinse ancora di più a sé Banner.
“C’era la tua voce a
incoraggiarmi e confortarmi e la tua mano che stringeva la mia, per tutto il
tempo” continuò. “E’ stato quello a impedirmi di… lasciarmi andare. Mi sono
aggrappato alla tua mano e alla tua voce affettuosa per restare in vita,
sentivo che, fino a quando mi fossi stato vicino, niente avrebbe potuto farmi
del male e questo è ciò che penso anche adesso.”
“E’… una bella cosa che tu sia
così riconoscente, ma non dovresti confondere la gratitudine con… altre cose”
replicò il dottore, chiedendosi perché mai quell’accidenti di ascensore salisse
così lentamente.
“Mi sa che sei tu a fare
confusione” sorrise Pietro. “E ora stai un po’ zitto, ok?”
Con grande stupore e
sconvolgimento di Banner, Maximoff lo strinse più forte e lo baciò, un attimo
prima che le porte dell’ascensore si aprissero.
“Beh? Siamo arrivati, no?
Andiamo, Doc!” lo incalzò poi Pietro, come se non fosse successo niente.
Banner andò a suonare
all’appartamento di Steve Rogers in preda a un attacco di tachicardia… era
veramente impossibile star dietro a quel ragazzo. Lo aveva davvero baciato? Era stato tutto talmente veloce
che Banner poteva anche fingere di esserselo immaginato.
Chissà poi perché dovrei immaginarmi una cosa del genere… e, tra
l’altro, perché Pietro mi chiama sempre Doc? Nessun altro lo fa…
Il motivo era proprio quello:
Pietro aveva scelto di dare un nomignolo a Banner che nessun altro dei suoi
amici usava, appunto per creare con lui una sorta di legame speciale e diverso
da qualsiasi altro.
E, naturalmente, Banner lo sapeva
benissimo, sebbene preferisse fingere che non fosse così!
Steve accolse i due ospiti con un
grande sorriso: Bucky aveva riposato bene, reagiva positivamente ai medicinali,
non aveva quasi più febbre e si era potuto alzare dal letto per sistemarsi nel
divano del soggiorno.
“Buongiorno, Bruce. Ciao, Pietro.
Mi fa piacere che siate venuti” disse. “Venite, Bucky è in soggiorno. Come va,
Pietro, tutto bene? Come ti trovi tra gli Avengers?”
“Oh, alla perfezione, meglio di
quanto potessi immaginare. Vero, Doc?” rispose allegro il ragazzo, scoccando
un’occhiata d’intesa a Banner, che mormorò qualcosa di inintelligibile e si
affrettò a seguire Steve verso la stanza che aveva indicato loro.
“Mi fa piacere che ti sia
ambientato così in fretta e che tu vada tanto d’accordo con Banner” continuò
Rogers, rivolgendosi ancora al giovane Maximoff.
“Sì, in effetti, siamo molto uniti!”
Steve lanciò un rapido sguardo al
viso soddisfatto e sbarazzino di Pietro e all’espressione totalmente sconvolta
di Banner e trasse le sue conclusioni.
Dunque era questo che intendeva Tony: Banner e Pietro sono innamorati!
Beh, tanto meglio per entrambi: Maximoff ha trovato una figura di riferimento
in questa realtà per lui nuova e Banner… si merita di avere finalmente qualcuno
al suo fianco dopo tante umiliazioni e sofferenze. Nessuno può capirli meglio
di me…
Steve fece accomodare in
soggiorno Banner e Maximoff, mentre Bucky si limitò a osservarli con uno
sguardo penetrante. Il modo di fare del Soldato non era dei più educati e
Rogers si affrettò a fare le presentazioni.
“Bucky, questo è il dottor Bruce
Banner che ti ha curato ieri” disse, con un sorriso che sperava compensasse la
scortesia del compagno, “e lui è Pietro Maximoff.”
Il giovane annuì, continuando a
fissare in silenzio prima l’uno e poi l’altro dei nuovi arrivati.
La situazione cominciava a
diventare imbarazzante per tutti.
“Allora, mi fa piacere rivederti,
Pietro” riprese Steve, rivolgendosi al ragazzo per trovare qualcuno che
spezzasse quell’atmosfera di disagio collettivo. “Come dicevo prima, sono
contento di vedere che stai bene e che sei diventato molto amico di Banner.”
“Molto più che amico” precisò
Pietro, con il risultato di creare un imbarazzo ancora più grande nel povero
dottore. “Mi ha salvato la vita, non solo curando le mie ferite, ma ancora di
più restandomi vicino e incoraggiandomi a non mollare… Non potrò mai
dimenticare quei momenti: da un lato ero spaventato, intontito dal dolore e dal
sangue perduto, dall’altro, però, era come se sapessi che non sarebbe successo
niente perché lui era lì.”
Infervorandosi sempre più, il
giovane Maximoff prese a raccontare a Steve e Bucky tutto quello che era
accaduto dopo che Banner si era occupato di lui. In effetti, se Steve voleva
riscaldare l’atmosfera, ci era riuscito in pieno…
Mentre erano ancora sulla portaerei dello S.H.I.E.L.D., un’anima
pietosa aveva dato a Banner una camicia, visto che la sua era ridotta a
brandelli. Il dottore era riuscito nell’impresa di infilarsela e, nello stesso
tempo, di non lasciare Pietro neanche per un secondo. Continuava a sostenerlo e
incoraggiarlo, sollecitandolo a parlare perché non perdesse i sensi.
“Tra pochi minuti saremo in ospedale e lì si prenderanno cura di te”
diceva, sempre stringendolo a sé e tenendogli la mano. “Mi stavi dicendo di
come sei legato a tua sorella, no?”
“Wanda è… tutta la mia famiglia” mormorò il ragazzo, con voce debole.
“E’ bello che siate così uniti. Da quel che ho capito, tu la proteggi,
ma anche lei si occupa di te.”
“Sì, lei è forte… spesso è lei che… Quanto manca ancora?” un lamento
sfuggì dalle labbra di Pietro, che strinse più forte la mano del dottore.
“Siamo quasi arrivati. Non mollare ora, Pietro, siamo davvero molto
vicini! Ecco, vedo già le luci dell’ospedale. Vuoi che Wanda venga con te?”
Banner diceva le prime cose che gli venivano in mente pur di tenere il ragazzo
vigile.
“Sì, ma… verrai anche tu con me?” chiese Pietro, stringendo ancora la
mano del dottore e fissandolo negli occhi.
“Certo, vengo anch’io con te, se ti fa sentire più tranquillo” rispose
Banner, leggermente intimidito dalla richiesta di Pietro ma deciso a fare
qualunque cosa pur di aiutarlo.
“Allora va bene…”
Pochi minuti dopo, Pietro e le altre persone rimaste ferite furono
sistemate su delle barelle e trasportate d’urgenza al Pronto Soccorso
dell’ospedale. Il caso del giovane Maximoff era il più grave e il primario in
persona venne a occuparsi di lui, mentre Banner e Wanda erano accanto alla sua
barella.
“Portiamolo subito in sala operatoria” disse il primario agli
infermieri che lo accompagnavano. Poi si rivolse a Banner: “Lei è un medico,
vero? Ha fatto veramente un miracolo, questo ragazzo è vivo grazie a lei.”
“Mio fratello ce la farà, vero?” domandò Wanda, in tono ansioso.
“Faremo tutto quello che potremo, comunque ci sono buone speranze,
signorina, deve ringraziare il dottore, qui, che l’ha assistito finora.”
Gli infermieri stavano per portare via la barella ma Pietro, con un
enorme sforzo, si aggrappò di nuovo alla mano di Banner.
“Non mi lasciare…lo hai promesso, non lasciarmi…” disse,
inaspettatamente.
Gli occhi chiari del ragazzo lasciavano trasparire un tale sgomento che
spezzò il cuore di Bruce Banner. L’uomo gli prese affettuosamente la mano tra
le sue e cercò di rassicurarlo.
“Io non ti lascio, Pietro” dichiarò, deciso. “Non mi è permesso venire
con te in sala operatoria, ma sarò qui ad aspettarti. Sarò vicinissimo e,
quando ti risveglierai, mi troverai accanto a te.”
“Lo prometti?”
“Lo prometto” rispose Bruce, senza capire cosa fosse quello strano
calore che gli si diffondeva dentro. Forse una diversa manifestazione di Hulk?
Ne dubitava fortemente…
Le parole di Bruce avevano tranquillizzato Maximoff, che si lasciò
condurre in sala operatoria senza altre obiezioni.
Quando Pietro ebbe finito di
raccontare, Steve era commosso e partecipe, sapendo che avrebbe fatto lo stesso per il suo Bucky; Bruce Banner
era più a disagio di prima, rosso in viso e confuso; Bucky continuava a fissare
il ragazzo, sempre più interessato a lui e alla sua vicenda. A questo punto era
contento che fosse venuto, riteneva
di avere anche lui diversi argomenti di cui parlare con il più recente prodotto dell’Hydra.
Fine prima parte