(Questa storia non ha alcun scopo di lucro e i personaggi appartengono tutti al sensei Kishimoto!)
*Entra
in una grande sala in semi oscurità. Si siede su di una
poltrona vicino al camino acceso e guarda con un sorriso gli occhi
grandi delle piccole/i fan yaoi, raggomitolati nei loro sacchi a pelo*
<< Bene cari...per farvi addormentare vi
racconterò una bella favola....>>
"Questa è la storia del bello e la bestia.
Tanto tempo fa, viveva in un castello splendente un giovane principe di
nome Sasuke. Una gelida notte, giunse una vecchia mendicante, e gli
offrì una rosa in cambio del riparo dal freddo pungente.
-Chi siete voi?- chiese sprezzante il principe.
-Sono solo una povera vecchia…se rimanessi in mezzo a questa
tormenta rischierei di non vedere il domani. Potreste ospitarmi per
questa notte?- chiese gentilmente la mendicante. Il principe,
inorridito dalla sua bruttezza la scacciò.
-Non sia mai che nel mio palazzo entri una tale orrenda creatura!-
-Principe Sasuke, sappia che la vera bellezza risiede nel
cuore…- lui la scacciò ancora ridendo delle sue
parole. Improvvisamente, la mendicante, si trasformò in una
splendida fata e, per punire il principe, lo trasformò in
una bestia orrenda.
-Io sono la fata Ino. Nel tuo cuore non risiede alcun tipo di amore,
per questo l’aspetto che ti ho dato rispecchia perfettamente
ciò che sei!-
Infine gli diede uno specchio magico e una rosa incantata, dicendogli
che sarebbe rimasta fiorita fino al giorno del suo 21 compleanno. Per
spezzare l’incantesimo, il principe, avrebbe dovuto imparare
ad amare e a farsi amare, prima che fosse caduto l’ultimo
petalo della rosa.
Poco lontano, in un piccolo villaggio, un bellissimo ragazzo di nome
Naruto attraversava in gran fretta l’abitato.
Salutò la gente del paese ed entrò di corsa nella
bottega del libraio: la sua preferita.
-Buon giorno!-
-Buon giorno Naruto! Cosa posso fare per te?-
-Sono venuto a restituirti il libro..che c’è di
nuovo?-
-Ma sei venuto solo ieri…i libri non si scrivono
dall’oggi al domani.-
-Allora prenderò questo!-
-Ma l’hai già letto due volte!!-
-E’ il mio preferito! Posti esotici…intrepidi
duelli…incantesimi…ciotole di ramen…un
principe misterioso!!!-
Il proprietario, il suo amico Shikamaru, rise di gusto.
-Se ti piace così tanto allora te lo regalo!- Uno sguardo di
sogno illuminò il volto di Naruto.
-Ma Shikamaru…beh ti ringrazio! Ti ringrazio con tutto il
cuore!-
Naruto corse fuori e lungo la strada iniziò a leggere.
Mentre camminava, un aitante cacciatore, di nome Itachi, lo rincorse.
-Ciao Naruto! Ma come fai a leggerlo? Non ci sono figure…-
-Sai Itachi, ci sono persone che usano
l’immaginazione…-
-Naruto, sarebbe ora che ti togliessi dalla testa questi libri e ti
occupassi di cose più importanti…per esempio di
me!- Il biondo cercò di tirar diritto senza essere scortese
ma l’amico di Itachi, Kisame, li raggiunse e
cominciò ad insultare il padre del ragazzo, un inventore.
-Dai Itachi, perché corri dietro a quel
ragazzo…dicono che suo padre sia fuori come un balcone!-
-Rispondi alla mia domanda Kisame…chi è la
persona più bella in tutto il villaggio?-
-Ma Naruto ovviamente…-
-Quindi è il migliore…e io non merito forse il
meglio?- chiese minacciandolo con lo sguardo.
-Certo!- asserì immediatamente, iniziando a sudare freddo
-…ma non toglie il fatto che sia il figlio di quel pazzo di
Minato.-
-Mio padre non è pazzo…è un genio!-
Non aveva finito di dire così che udì un boato
giungere dalla sua casetta e corse via. Una volta a casa
trovò suo padre e gli confidò quello che la gente
pensava di lui.
-Papà, pensi che io sia strano?-
-Mio figlio? Strano?? Cosa te lo fa pensare?-
-Non lo so…tutti al villaggio parlano di me…il
fatto è che non riesco a trovare nessuno con cui parlare
apertamente…-
-Oh, non preoccuparti, perché grazie a
quest’invenzione potremmo cambiare completamente
vita…così dovrebbe andare!- disse dando gli
ultimi ritocchi alla sua invenzione: una macchina a vapore in grado di
spaccare la legna da sola. Non era mai riuscito a farla partire ma
quella volta funzionò. Così, il padre di Naruto,
montò sul suo cavallo, Gamabunta, e partì per la
fiera con la sua nuova invenzione. Il biondo lo salutò.
-Buon viaggio papà e buona fortuna!-
-Addio Naruto! E mi raccomando a te mentre sono via!- ma Minato perse
la strada e condusse Gamabunta in una lugubre e nebbiosa foresta. Come
si fermò per orientarsi, l’uomo vide due occhi
gialli fissarli nell’oscurità: era un lupo.
Gamabunta si impennò, e disarcionò Minato che,
terrorizzato, si diede alla fuga nella foresta con i lupi alle
calcagna. D’un tratto arrivò ad un enorme
cancello, si precipitò dentro, e lo risbattè sul
muso di un lupo, i cui denti aguzzi tentavano di azzannargli una gamba.
Ancora tremante, il padre di Naruto, si voltò e si
trovò davanti un minaccioso castello.
-E’ permesso? Si può? Mi dispiace disturbare, ma
ho perso il mio cavallo e ho bisogno di un posticino dove passare la
notte.-
-Certamente signore, lei è il benvenuto!- a sentire quella
voce Minato trasalì. Non c’era anima viva. Poi
guardò in basso e vide un orologio da caminetto con la
faccia austera e arcigna e accanto a lui, dritto in piedi, un
candelabro sorridente. L’uomo afferrò
l’orologio e lo guardò attentamente.
-Incredibile…cosa lo farà parlare…-
- Hei mi metta giù!-
-Mi scusi…- disse dispiaciuto l’uomo rimettendo
per terra l’orologio. La fata, infatti, aveva trasformato
tutti i servitori del principe in soprammobili.
-Signore, ma lei è tutto infreddolito! La prego mi
segua…-
-Dove vorresti portarlo? Se il padrone ci scopre saranno guai!-
-Che vuoi che sia!- minimizzò il candelabro. Mentre Gai,
l’orologio, protestava, Kakashi, il candelabro, fece
accomodare Minato in un salotto. Li conobbe una simpatica teiera di
nome Tsunade, e il suo bambino, una graziosa tazza da tea di nome
Konohamaru. Ad un tratto la porta si spalancò e una voce
tuonò.
-C’è un estraneo qui…-
-Padrone le posso spiegare…il signore si è perso
e così…- cominciò intimorito Kakashi.
-Che cosa ci fa qui?- chiese minaccioso.
-Mi sono perso nel bosco…-
-E non è il benvenuto!-
Minato balzò via dalla sedia. Nell’ombra si
intravedeva un’imponente e massiccia figura.
-La prego non le volevo fare del male…avevo solo bisogno di
un posticino dove passare la notte…-
-Le darò io un posto dove stare!- la bestia
afferrò l’uomo e lo scaraventò fuori
dalla stanza.
Intanto a casa, Naruto, sentì qualcuno bussare alla porta ed
aprì.
-Itachi! Ma che bella sorpresa!-
-Sai Naruto, non c’è nessuno in tutto il paese che
non vorrebbe essere nei tuoi panni…-
-Come mai?- chiese a disagio cercando di stare a distanza di sicurezza
dal moro.
-Perché presto diventerai mio sposo…su, di che mi
sposerai!-
-Mi dispiace tanto Itachi, ma vedi…io proprio non ti
merito!- e dicendo questo aprì la porta e spinse via
l’altro.
Appena uscito, il moro, inciampò e finì in una
pozzanghera.
-Allora com’è andata?- chiese Kisame. Fuori
c’erano tutti gli abitanti del villaggio ad attenderlo nella
speranza di festeggiare il suo matrimonio. E così il
sindaco, e tutti gli amici di Itachi, furono testimoni della sua
umiliazione. Quando tutti se ne furono andati, Naruto, uscì
a dare da mangiare alle galline e li trovò il cavallo di suo
padre, solo.
-Gamabunta, ma cosa ci fai qui? Dov’è
papà? Presto portami da lui!- il cavallo nitrì
irrequieto. Spaventato, il biondo, balzò in sella a
Gamabunta che lo condusse nella misteriosa foresta. Ben presto
trovarono il castello.
-Che posto è questo?- Naruto cercò di calmare il
cavallo, ma poi vide il cappello di suo padre per terra. Il ragazzo
corse nel tetro castello e cominciò a vagare per i lunghi
corridoi deserti.
-Papà sei qui? Sono io, Naruto!- nessuno rispose. Naruto
ignorava che gli oggetti incantati l’avevano visto.
Saltellando di gioia, Kakashi disse all’orologio da camino.
-Hai visto? E’ una ragazza!-
-Lo so che è una ragazza!- disse spazientito Gai.
-Ma non capisci? E’ la ragazza che stavamo aspettando!
E’ venuta a spezzare l’incantesimo!-
-A me non sembra una ragazza...- disse Konohamaru che aveva ascoltato
la conversazione dei due -…sembra un ragazzo!-
-Ancora meglio!- disse Kakashi sorridendo a 32 denti. Senza accorgersi
di loro Naruto continuò a cercare suo padre.
-Papà!- esclamò infine il ragazzo quando
trovò suo padre rinchiuso in una torre.
-N…Naruto come hai fatto a trovarmi?- chiese sconvolto
Minato.
-Non è il momento per discutere…devo tirarti
fuori da qui!- improvvisamente udì una voce
nell’oscurità.
-Che cosa ci fa lei qui?-
-Sono qui per mio padre…non vede che è malato!-
-Non sarebbe mai dovuto entrare nel mio castello e adesso non ne
uscirà mai più!- disse la voce con un ringhio
basso e minaccioso. Il ragazzo ragionò freneticamente sulle
parole di quest’ultimo.
-A…allora prenda me al suo posto!-
-Naruto! NO!!!- urlò disperato il padre.
-Lei rimarrebbe qui al posto di quel vecchio?- chiese colpita la bestia.
-Si…però prima vorrei vederla in
volto…venga sotto la luce…- la bestia
esitò ma poi fece un passo sotto il cono proiettato dalla
luna attraverso le sbarre della cella. Agli occhi di Naruto comparve
una bestia enorme e mostruosa. Le sue iridi erano più nere
della pece come del resto anche il pelo ispido e arruffato della
grottesca creatura. Lo shock fu immenso per il povero ragazzo che cadde
in ginocchio in lacrime ma, per salvare suo padre, accettò
di restare in quel castello…per sempre. La bestia
buttò Minato fuori dal castello e lo scaraventò
in un carretto che lo avrebbe condotto al villaggio. Una volta
lì, l’inventore si precipitò in una
locanda, dove c’era Itachi circondato dai suoi amici.
-Aiuto! Ho bisogno del vostro aiuto! Lo ha rinchiuso nelle segrete del
castello!- urlò disperato.
-Calmati vecchio…chi ha rinchiuso chi?- chiese freddo Itachi.
-Una bestia mostruosa ha rinchiuso Naruto nelle segrete del castello!-
Itachi sbuffò.
-E di un po’ com’era questa bestia? Aveva la bocca
piena di zanne?- chiese beffardo Deidara, uno degli amici del moro.
-Si…mi aiuterete?- chiese speranzoso il vecchio.
-Ma certo vecchio…ti aiuteremo noi!- disse ghignando Itachi
facendo segno a Kisame e Hidan di sbatterlo fuori.
-Davvero? Oh, grazie!- così detto Minato si
ritrovò con la faccia nella neve. Ma lo strano racconto di
Minato aveva dato un’idea a Itachi.
Intanto al castello, Naruto, seguiva timidamente la bestia lungo lo
scalone. Li si fermò un istante.
-Spero che le piaccia qui…il castello è casa sua
ora e può andare dove vuole, tranne che nell’ala
ovest…- disse cordialmente il mostro.
-Cosa c’è nell’ala Ovest?- chiese
curioso il biondo.
-E’ proibita!- ringhiò la bestia. Naruto si
guardò alle spalle. Accigliata, la bestia, aprì
la porta della sua stanza.
-Lei questa sera cenerà con me…e non si tratta di
un invito!- urlò poi chiudendo dentro il biondo. Naruto si
gettò sul letto e cominciò a piangere.
-Non lo vedrò mai più…e non
l’ho neanche salutato…- disse singhiozzando.
-Oh cosa c’è piccola cara?- chiese una voce
maschile alle sue spalle. Naruto trasalì. Si accorse che ad
aver parlato era stato l’armadio.
-Piacere! Io mi chiamo Jiraya e sono sicuro che troverò
molti bei vestiti nei miei cassetti per te, bella bambolina!- disse
ammiccando.
-Veramente io sono un ragazzo…- il silenziò che
seguì quelle parole fu il più imbarazzante che
avesse mai sentito.
-Accidenti questo si che è un problema…io ho solo
abiti da donna! Sai ne faccio la collezione…- disse con uno
strano luccichio negli occhi e la bava alla bocca.
-Comunque che ne dici di questo arancione? Sono sicuro che ti
starà d’incanto questa sera alla cena…-
-Io non andrò mai a cena con quel mostro…- disse
piccato Naruto.
-Ma non puoi non andare…il padrone si infurierà
moltissimo!
Naruto tenne fede a quelle parole e non scese a cena come richiesto
dalla bestia. A notte fonda però, con un buco nello stomaco,
scese di soppiatto nelle cucine. Tutti gli oggetti incantati si diedero
un gran da fare per rifocillarlo. Lo chef Ichiraku gli
preparò una scodella enorme di ramen che Naruto
divorò in un attimo. Poi Gai gli fece visitare il castello
e, arrivati d’innanzi ad uno scalone buio, il biondo chiese.
-Che cosa c’è lassù?-
-Dove lì? Nulla d’interessante nell’ala
ovest…è sporca e cade a pezzi…- ma
mentre Gai era ancora distratto Naruto scivolò via e
salì di corsa lo scalone che portava ad un lungo corridoio,
alle cui pareti vi erano degli specchi rotti. Il biondo aprì
con cautela la porta in fondo al corridoio ed entrò in una
stanza muffita e polverosa, piena di mobili rotti, tende strappate e
mucchi di ossa grigie e rosicchiate. L’unica cosa viva in
tanta desolazione era una rosa, di un colore rosa big-bubble, che
splendeva sotto una campana di vetro. Incantato, Naruto,
alzò la campana ed allungò la mano per toccare i
petali di quel fiore meraviglioso.
-Hei! Se fossi in te non ci proverei!- disse una vocina davanti a
Naruto.
-Oh, sei incantata anche tu!- disse rivolgendo un dolce sorriso al
fiore.
-Mi chiamo Sakura…e ti conviene andartene se non vuoi che il
mio adorato Sasuke ti sbrani!- disse acida.
-Sasuke???- ma in quel momento entrò la bestia.
-L’avevo avvertito di non venire qui!- ringhiò
rimettendo la cupola di vetro sopra la rosa.
-Non volevo fare niente di male!- disse mentre il mostro avanzava verso
di lui.
-Vada fuori di QUI!!!!!!!- urlò incollerito. Terrorizzato
dall’ira della bestia, il ragazzo si voltò e
fuggì. Correndo passò accanto a Kakashi e Gai.
-Dove sta andando?- chiese allarmato il candelabro.
-Mi dispiace di aver promesso ma non rimarrò qui un minuto
di più!- disse spaventato il biondo. Quando fu fuori,
balzò in sella a Gamabunta, che corse via al galoppo nella
neve fin quando non si imbatté in un branco di lupi.
Terrorizzato il cavallo s’impennò e Naruto cadde.
Quando cercò di difendere Gamabunta, i lupi si voltarono
ringhianti verso di lui. Ma all’improvviso una grossa zampa
li scaraventò lontano: era la bestia. Mentre Naruto si
rialzava faticosamente i lupi, ringhiando ferocemente, si gettarono
sull’intruso. Ma con un grido spaventoso la bestia
riuscì a mettere in fuga gli aggressori ricacciandoli nel
fitto del bosco; poi, ferita, cadde a terra. Naruto sapeva che era
l’occasione per fuggire, ma quando guardò la
bestia a terra sentì che non poteva abbandonarla.
-Ecco…si appoggi a Gamabunta! L’aiuterò
a tornare al castello…-
Nel frattempo, Itachi e Kisame, stavano architettando di far
rinchiudere Minato nel manicomio di messier Orochimaru se Naruto non
avesse acconsentito a sposare Itachi.
Al castello, Naruto, medicò le ferite della bestia e la
ringraziò per averlo salvato.
-Grazie per avermi salvato la vita…-
-Dovere…- disse dolcemente l’altro.
-Sai stavo pensando che noi non ci siamo ancora presentati come si
deve…io mi chiamo Naruto.-
-Sasuke…- disse la bestia distogliendo lo sguardo da quegli
occhi così azzurri da sembrare un cielo d’estate.
-Allora di nuovo grazie…Sasuke!-
Lentamente il clima nel castello mutò e tutto per Naruto
diventò piacevole e meraviglioso. Rimase incantato quando la
bestia gli mostrò una magnifica biblioteca. Quando vide
l’entusiasmo di Naruto, la bestia per la prima volta sorrise.
Tutto sembrava andare per il meglio e un giorno Sasuke, sotto consiglio
di Kakashi, preparò una serata speciale con tanto di ballo.
Tutti e due erano elettrizzati per ciò che sarebbe accaduto
e si chiusero nelle loro stanze a prepararsi.
-Aaaaargh! Accidenti Jiraya cosa posso mettermi?-
-Devi essere elegante e io ho il vestito che fa al caso tuo!-
-M…ma è un vestito da donna!-
-E allora? Quando mai si è visto due ragazzi che ballano
insieme…tanto vale che interpreti la parte della dama
stasera!- Naruto accettò combattuto. Mrs. Tsunade e Iruka,
il piumino di cui Kakashi era innamorato, aiutarono il biondo a
truccarsi ed acconciarsi. Sapeva di avere dei tratti molto femminei ma
acconciato in quel modo sembrava davvero una donna! I suoi biondi
capelli, che gli sfioravano dolcemente le spalle, erano stati raccolti
in un’elaborata acconciatura tenuta su da diversi fermagli
preziosi. L’abito era di un bel giallo oro tutto una balza.
Ormai era pronto…doveva solo aspettare che Sasuke lo venisse
a chiamare. Chissà che faccia avrebbe fatto vedendolo
conciato così. Intanto Sasuke era alle prese con
l’abito e l’acconciatura.
-Accidenti…sono sicuro che farò una figuraccia!
Questo aspetto è così riluttante che si
prenderà gioco di me…- disse mestamente Sasuke.
-Non deve crucciarsi così tanto, signore…e poi
Naruto non mi sembra il tipo di persona che la deriderebbe…-
disse sicuro Kakashi.
-Hai ragione! Gai, vai a chiamare Naruto! Digli che la cena
è servita…- Il piccolo orologio da camino
uscì di corsa e riferì a Naruto il messaggio
della bestia. Cenarono insieme sotto l’occhio vigile di tutti
gli oggetti incantati. Speravano tanto che Naruto e la bestia si
innamorassero. Come si era aspettato il biondo, Sasuke, non appena lo
vide vestito per quell’occasione, rimase sbalordito. Era la
cosa più bella che avesse mai visto.
-Ti va di ballare?- chiese timidamente la bestia prendendo per mano
l’altro ragazzo.
-Certo!- disse Naruto con un sorriso. Danzarono tutta la notte fino a
che, esausti, non si andarono a riposare su di un balcone.
-Sei felice qui?- chiese Sasuke rompendo l’attimo di silenzio
che si era andato a formare.
-Si…- disse il biondo sorridendo, ma subito dopo
sospirò.
-Cosa c’è?- chiese preoccupata la bestia.
-E’ per mio padre…sono preoccupato per lui, e poi
mi manca così tanto…se solo potessi rivederlo
almeno un ultima volta…- disse tristemente.
-C’è un modo…- disse portandolo nella
sua stanza nell’ala ovest. Lì la bestia porse a
Naruto lo specchio magico, che vide suo padre sperduto nel bosco e
ammalato che continuava a cercarlo.
-Papà…oh no!- di fronte allo sguardo infelice di
Naruto, Sasuke decise di lasciarlo andare, anche se ciò
significava non poter mai più ridiventare un essere umano.
Prima di partire diede a Naruto lo specchio magico.
-Portalo con te…così avrai sempre un modo per
guardare indietro…e ricordarti di me!- Naruto sorrise e
abbracciò la bestia prima di montare in sella a Gamabunta e
partire in direzione del bosco. Sasuke guardò con il cuore
infranto il biondo che si allontanava a gran velocità.
Quando Naruto trovò suo padre lo riportò a casa
per poterlo curare e farlo rimettere in forze. Erano da poco arrivati,
quando un uomo alto e magro bussò alla porta: era messer
Orochimaru. Era venuto a prendere suo padre per portarlo in manicomio.
-No! Non lo porterete via!- disse Naruto sbarrando la strada
all’uomo. Kisame aveva convinto anche tutti gli altri
abitanti del villaggio che Minato era pazzo, e lo dimostrava il fatto
che andava delirando di non so quale terribile bestia. Itachi mise un
braccio intorno a Naruto.
-Itachi tu sai che mio padre non è pazzo, devi aiutarmi!-
-Forse io potrei riuscire a chiarire questo piccolo
malinteso…se tu mi spossassi!-
-Cosa?-
-Solo un semplice sì, Naruto, non ti occorre
altro…- disse sensualmente Itachi.
-Mai!- urlò disgustato il biondo.
-Allora di addio a tuo padre!- disse Itachi infuriato. Naruto corse
dentro casa e prese lo specchio magico che gli aveva regalato Sasuke.
-Mio padre non è pazzo, e ve lo posso provare!- disse
mostrando all’intero villaggio la bestia. La folla
urlò spaventata.
-Non farebbe del male a nessuno…lo so che sembra cattivo, ma
in realtà è buono e gentile…- preso
dalla rabbia, Itachi gridò:
-Anche lui è pazzo, come quel povero vecchio! Io vi dico,
uccidiamo la bestia!- Gli abitanti rinchiusero il biondo e il padre in
cantina, e si avviarono minacciosi alla volta del castello.
Mentre gli altri erano alle prese con gli oggetti incantati, Itachi,
spinse la bestia sulla torre del castello. La bestia non opponeva
resistenza, ma egli la colpì con un bastone.
-Alzati! Che cosa ti succede, bestia? Sei troppo buono e gentile per
batterti?-
-No! Itachi, fermati!- Konohamaru aveva aiutato Naruto e Minato a
evadere dalla cantina. Quando Sasuke vide Naruto, agguantò
Itachi per la gola. Ma il suo amore per il biondo lo aveva reso troppo
umano. Lasciò andare Itachi e si voltò verso
Naruto. L’uomo allora colpì la bestia a
tradimento. Sasuke ruggì, Itachi indietreggiò, e
precipitò dalla torre.
Ferita, la mostruosa creatura guardò Naruto, prima di cadere
svenuta. Lui gli corse in contro e lo prese tra le braccia.
-No! Ti prego…ti prego non lasciarmi….io ti
amo…- sussurrò il ragazzo con voce spezzata e le
lacrime agli occhi.
Improvvisamente la pioggia cominciò a cadere lentamente, la
bestia aprì gli occhi, e con meraviglia vide che le sue
zampe si stavano trasformando in mani. Le tese verso Naruto.
-Naruto…sono io…- sorrise dolce. Il ragazzo
però esitò e lo guardò negli occhi. Vi
riconobbe Sasuke.
-Sei proprio tu…- sorrise a sua volta. Il principe lo trasse
a se, e lo baciò. Poi restarono a guardare felici Kakashi,
Gai, Konohamaru, Mrs. Tsunade e tutti gli altri servitori che
riprendevano le loro sembianze umane. Il vero amore aveva finalmente
spezzato l’incantesimo, e tutti si misero a ballare dalla
gioia."
*Smette di raccontare e vede tutte/i beatamente addormentate/i. Lieta
di aver raggiunto il suo scopo di allontana con passo felpato dalla
stanza.*
********************************************************************
Quale sarà la prossima favola?
|