Okey! Molti voi non hanno ancora
compreso chi io sia, giusto?
Ebbene sono una vecchia
conoscenza del sito. Il mio nick rende l'idea vero? Anche se ho
un nuovo account, sono ritornata. La vecchia Adelhait è rinata ;)
Beh, dopo anni di assenza
mi son decisa a tornare a scrivere. Chiedo perdono, ma c'è un motivo
valido per la mia assenza.
Primo: devo chiedere scusa
a tutto il sito per aver commesso un errore. Un grave errore, quello di
scrivere una fan fiction ispirata a una nota opera "L'amante" di
Marguerite Duras. Ho commesso un plagio punibile con il blocco
dell'account per un periodo breve sul sito. Chiedo mille volte perdono,
giuro che non accadrà mai più.
Secondo: purtroppo i guai
vengono sempre in coppia. Ahimè, ho avuto un grave problema con
la mia vecchia mail e quindi non riesco più a riattivare il mio vecchio
account. Me tapina!
So che alcune gic sono
incomplete e chiedo scusa nuovamente, anche per questo, ma
alcune rimarranno così, incomplete, eccetto una. "The
awakening of the soul lost" il seguito di un'altra mia fic, "Presenze",
disponibile sul mio vecchio account.
Non temete presto la
rimetterò sul sito completa per gli utenti rimasti delusi
dall'interruzione.
Per ora vi presento un
nuovo volo fantasioso. Una mia idea ipotetica dell'inizio del
manga.
Non sarà il solito incontro
del Gran Generale e Izayoi, ma con la sua prima compagna, la Madre di
Sesshoumaru.
Spero che sia di vostro
gradimento.
Un bacio e buona lettura.
INU YOUKAI
MONOGATARI
(Racconti
dello Spirito dei Cani)
***
1
Ritorno
Correva nella pioggia.
Lui l'aveva richiamato a
corte.
Una missiva urgente che
imponeva la sua presenza a palazzo. Ignorava il perché, ma doveva
accorrere.
L'anziano Tatsuo lo
rivoleva in quell'enorme maniero sospeso nelle nebbie delle Terre
dell'Ovest.
Mentalmente sorrise, mentre
la pioggia accarezzava il suo manto candido. Un odore familiare invase
le sue narici.
"Sono a casa".
Pensò, intanto i suoi
muscoli erano tesi. Frementi.
Sì, era tornato dopo anni
di lungo peregrinare nelle vaste terre, per ampliare la sua forza.
Assottigliò lo sguardo. Il
grande palazzo si ergeva tra le vaste nebbie di fronte a lui.
Sorrise era arrivato.
Poggiò le zampe sulla grande scalinata in pietra, mentre riprendeva le
sue sembianze antropomorfiche.
Cominciò a salire
velocemente, doveva sapere il motivo. Comprendere il perché di quella
chiamata urgente.
Camminò con passo spedito
nei lunghi corridoi, intanto le guardie s' inchinavano al suo
passaggio, come anche le ancelle. Alcune di loro sorridevano
imbarazzate. Lui il bel Principe delle Terre dell'Ovest.
"Bentornato Taisho-sama".
Lui si fermò di botto, di
voltò e sorrise nel vederla chinata in segno di rispetto.
"Chie".
Sussurrò. Lei alzò il capo
e gli sorrise. Un sorriso materno, di colei che lo aveva visto nascere
e divenire adulto.
Un fruscio lento di seta
rimbombò nel lungo corridoio. Si era alzata.
"Sono lieta che non vi
siete dimenticato di me". Sorrise."Dell'anziana Chie".
Taisho sorrise di fronte a
quell'affermazione. Mai l'avrebbe dimenticata. Mai avrebbe cancellato
dalla mente il volto materno di colei, che devozione l'aveva allattato
e cresciuto come un figlio.
Scosse il capo facendo
ondeggiare i lunghi capelli albini intrisi di pioggia.
"Tu sei un punto cardine
della mia vita, Chie. Mai dimenticherò il tuo volto".
Le afferrò la mano rugosa e
le pose un leggero bacio in segno di rispetto. L'anziana yasha sorrise
e con l'altra mano accatezzò il capo, bagnato, del giovane. Del suo
giovane.
"Bentornato a casa, Figlio
mio".
Rimasero per qualche
istante a guardarsi. Erano anni che erano divisi. Lei era invecchiata.
I lunghi capelli neri erano divenuti grigi. I suoi occhi azzurri, un
tempo limpidi e forti, ora erano attraversati da un velo di stanca
tristezza. Presto la Nera Signora l'avrebbe portata via con sé.
Taisho sorrise tristemente,
sapendo che presto l'anziana amica lo avrebbe lasciato solo. No, non
doveva pensare a questo ora. Doveva andare da chi lo aveva richiamato a
palazzo.
"Figlio mio lui ti attende".
Chie lentamente si
allontanò da lui. Taisho annuì e si diresse verso le sue stanze. Ormai
erano anni che si era rintanato lì dentro.
Dentro le grandi stanze del
kyuden.
Arrivò di fronte le sue
porte. Fece un cenno con il capo alla guardia di farlo passare. Lui
lesto le aprì. Sospirò a pieno. Era tempo di sapere il perché della sua
chiamata.
Di quella missiva così
urgente...
Continua....
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