Capitolo 1 - La ragazza col cane nero
“Rebecca e Felpato" - Disegno di
Elisa/Mirwen
La ragazza col cane
nero
“La
ragazza col cane nero”.
Era
così che gli abitanti di Castleblack chiamavano la loro
concittadina
Rebecca Scott, una giovane infermiera di 25 anni che viveva in una
piccola casa con giardino insieme a Felpato, il suo grosso cane dal
folto pelo nero e dagli occhi chiari.
Felpato
con la sua mole attirava gli sguardi di tutti, soprattutto dei
bambini, e stuzzicava la curiosità di Miss
Swayne, la
vicina di casa,
che
riteneva
che il rapporto di Rebecca
con
il suo animale domestico non
fosse normale.
Spesso
Miss Swayne, affacciandosi
alla finestra, vedeva Felpato accucciato nel prato accanto a Rebecca
che, sdraiata sull’erba,
teneva la testa appoggiata al corpo del suo cane, quasi fosse un
cuscino.
Poteva
vedere chiaramente Rebecca parlare con il suo cane, e anche se non
riusciva a sentire cosa gli dicesse era logico che parlava con lui, e
sembrava che lui la capisse e che, in qualche modo, le rispondesse.
Certo
non era l’unica persona al mondo a comportarsi in modo
affettuoso
con il proprio animale domestico, ma c’era qualcosa di
diverso nel
rapporto tra Rebecca e Felpato, qualcosa di strano… qualcosa
di…magico…
E
poi spesso quello strano cane spariva.
Dove
andava era un mistero, però tornava sempre.
E
c’erano anche i gufi, comparsi all’improvviso e
senza una
ragione, che sembravano avere fatto il nido sul tetto della casa di
Rebecca e che andavano e venivano a loro piacimento.
Quando
poi Rebecca era rimasta incinta la curiosità di Miss Swayne
era
salita alle stelle, anche perché Rebecca e il suo compagno
non
vivevano insieme stabilmente.
Rebecca
le aveva raccontato che il padre di suo figlio viveva e lavorava a
Londra e che
spesso si recava in America per affari, e Miss Swayne l'aveva
intravisto soltanto un paio di volte, perchè era sempre
Rebecca che
si recava a Londra da lui.
Era
un giovane alto, con lunghi capelli neri... Miss
Swayne intuiva che doveva esserci sotto qualcosa, forse quel tipo era
un
poco di buono, oppure era un uomo sposato, e per quel motivo Rebecca
non viveva con lui alla luce del sole.
Un
giorno Miss Swayne incrociò Rebecca, in avanzato stato di
gravidanza, con la borsa
della
spesa in mano e l’inseparabile Felpato al suo fianco che le
girava
intorno piuttosto ansioso ed irrequieto.
“Stai
tranquillo, non è pesante ce la faccio!” gli
diceva Rebecca
divertita.
“Ma come si preoccupa il suo cane
per il suo stato!
Sembra quasi che sia lui il padre del bambino!” aveva
ironizzato
Miss Swayne, beccandosi come risposta un ringhio minaccioso da parte
di Felpato che l'aveva spaventata a morte spingendola a rifugiarsi in
fretta e furia in casa sua, mentre Rebecca era scoppiata a ridere.
“Dai,
amore, andiamo a casa!”
Amore?
Ma
aveva sentito bene?
No,
quella ragazza aveva decisamente tutte le rotelle fuori posto!
E
poi quel cane era troppo pericoloso, un giorno o l'altro avrebbe
finito col ferire seriamente qualcuno!
Alla
fine di giugno Rebecca ebbe
un bambino e,
dopo nemmeno un mese, lasciò Castleblack
per andare a vivere a Londra
con il suo compagno.
Miss
Swayne si era ormai convinta che
non l'avrebbe più rivista e invece,
subito
dopo Natale, Rebecca
tornò a casa insieme a suo figlio
dicendo
che suo marito era rimasto a Londra per finire di sbrigare alcuni
affari e che presto l'avrebbe raggiunta.
Miss
Swayne era sempre più convinta che Rebecca fosse la classica
ragazza
sedotta e abbandonata che mentiva
per salvare le apparenze, e
alla
storia del marito
non credeva neanche un po'.
E
poi un
giorno Miss Swayne la vide seduta in
giardino
con accanto il suo bambino che giocava, e si spaventò.
Rebecca
era magra, pallida, spenta, senza vita... Solo quando guardava il suo
bambino sul suo volto appariva l’ombra di un sorriso, ma per
il
resto aveva l’aspetto di una persona che si obbligava a
vivere
perché non aveva altra scelta.
Qualcosa
di molto grave doveva essere successo, era evidente, e così
Miss
Swayne si recò da lei, decisa a saperne di più.
“Buongiorno
Rebecca, come sta? Ma com’è cresciuto il suo
bambino! Le
somiglia!” disse Miss Swyane che, oltre ad essere come al
solito
incuriosita, era anche sinceramente preoccupata per lei.
Rebecca
le rivolse un sorriso triste e si girò a guardare suo
figlio, un
bellissimo bambino di un anno, coi i capelli biondi come quelli della
madre e con due bellissimi occhi grigi, tutto concentrato nello
sforzo di alzarsi in piedi e muovere i primi passi.
“Non assomiglia a me... è come suo
padre...” rispose Rebecca con voce
spezzata da un dolore troppo grande da sopportare.
Miss
Swyane
provò una grande compassione per Rebecca e per quello che le
era
successo... era
così ovvio!
Quel
disgraziato
l'aveva
piantata in asso con un figlio da mantenere, e
quella sciocca ne era ancora innamorata!
“E
il suo cane che fine ha fatto?" chiese Miss Swayne intenzionata a
prendere il discorso alla lontana per arrivare, infine, a scopire
qualcosa di più sul padre del bambino.
Rebecca
iniziò a piangere, la guardò con il volto rigato
di lacrime e
disperata rispose: “È morto il mio
Felpato!”, poi
prese in braccio suo figlio ed
entrò in casa.
Miss
Swayne scosse la testa.
Quella
ragazza era proprio svitata, non c’erano dubbi.
Era
convinta che fosse preoccupata per il
suo futuro e per
suo figlio e invece... Ma
era il caso di mettersi a piangere così?
Gli
era affezionata, e
su questo non c'erano dubbi,
ma… caspita!
Dopotutto…
era
solo un cane!
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