Piccola nota: parte di questo capitolo è tratta da un extra che avevo realizzato tempo addietro, opportunamente rielaborato e ampliato per adattarsi meglio alla storia. Un sentito ringraziamento a Liberty89 per avermi dato l'ispirazione! Buona lettura!
BEFORE KINGDOM PARTE XII
Nascita dal Sonno
I due Maestri rimasti soli si trovavano nella sala principale. Anche se
forse qualcosa stava per cambiare radicalmente, ed Eraqus era
determinato a fare tutto ciò che poteva per impedirlo.
“Davvero non ci vuoi ripensare, Yen? Nessuno ti biasima per
ciò che è successo. Sei stato colto di sorpresa:
sarebbe potuto accadere a chiunque di noi.”
Yen Sid scosse il capo, ormai determinato nella sua scelta. Poteva
anche essere il più mite dei tre, ma quando prendeva una
decisione, nulla lo dissuadeva, qualità che Eraqus in quel
momento stava trovando piuttosto fastidiosa. “Sarebbe potuto,
ma resta il fatto che sia successo a me. Inutile discutere di scenari
ipotetici: ho lasciato sguarnita la mia postazione, creando una breccia
e fallendo nell’impedire l’avanzata del nemico.
Devo pagarne le conseguenze.”
“Ma è proprio necessario rinunciare al tuo titolo?
Privandoti dei tuoi poteri, non aiuti di certo l’Ordine.
Perdona le mie insistenze, ma non riesco a pensare che non ci sia altro
dietro questa tua scelta.”
“Dici bene, Eraqus: confesso che in realtà ci
pensavo già da un po’. Ci ho riflettuto molto, e
dopo parecchi studi, sono giunto alla conclusione che il Keyblade
è davvero un’arma eccezionale, capace di
travalicare praticamente qualsiasi ostacolo. Potrebbe persino avere
poteri ancora ignoti a noi, ben più grandi di quanto
immaginiamo. Ma un’arma del genere va trattata con la massima
cautela, perché può portare speranza e
distruzione in egual misura in più di un Mondo. E la linea
di confine tra le due, l’unico metro di giudizio che si ha
è solo la filosofia di chi lo impugna. Questi pensieri hanno
iniziato a fare breccia nel mio cuore, riempiendomi di dubbi. E quei
dubbi hanno rallentato i miei riflessi, offuscato la mia
capacità di giudizio, rallentato il mio braccio; come vedi,
rimanendo in carica farei solo ulteriori danni, e sarei di poco
aiuto.”
Eraqus annuì di malavoglia, non del tutto convinto, ma ormai
pronto ad accettare l’inevitabile. “Il Maestro ti
ha sempre tenuto in grande considerazione. Se solo tu ti fossi mostrato
più ambizioso, non ho dubbi ci saresti tu alla guida di
questo posto, e forse sarebbe stato anche meglio. Ci mancheranno la tua
saggezza e capacità d’osservazione.”
“Tranquillo. Anche se lontano, aiuterò ancora
l’Ordine meglio che posso. Non abbandono i miei amici: in
più, se rimango nell’anonimato, può
darsi che futuri nemici non notino la mia presenza.”
Quell’ennesima, arguta osservazione fece capire a Eraqus
quanto gli sarebbe mancato il suo stratega.
“E va bene. Direi che è fatta, allora. Ti sollevo
dai tuoi incarichi a tempo indeterminato. Potrai ancora esercitare
parte dei tuoi privilegi come Maestro, ma non potrai più
interferire direttamente con i vari Mondi.”
Yen Sid chinò il capo, accettando in silenzio la
comprensione dell’amico. Eraqus proseguì:
”Ora non resta che informare Xehanort quando
tornerà. Mi chiedo come la
prenderà…”
“Eraqus? A questo proposito, vorrei parlarti.” Yen
Sid si era fatto stranamente più serio del solito.
“Che cosa?” Eraqus non riusciva a credere alle
proprie orecchie. Pensava che l’abdicazione di Yen Sid
sarebbe stata la notizia più sconvolgente della giornata. Si
sbagliava.
“Sapevo che non ti sarebbe piaciuto sentirlo”
continuava Yen Sid, “ma penso di doverti mettere in guardia
comunque: stai attento a Xehanort. Trattalo coi guanti, come faceva il
Maestro.”
Eraqus scosse la testa in segno di diniego. “Tu mi chiedi di
dubitare di un membro del nostro ordine… di un nostro
amico.”
“Non ti chiedo di dubitare, solo di rimanere vigile. Xehanort
ha sempre svolto il suo operato in modo eccellente, ma proprio per
questo ha una libertà pericolosa per uno delle sue
ambizioni. Non ti chiedi come abbia fatto a battere Chishikey?
È stato molto vago al riguardo. E mi è sembrato
fin troppo in forma per uno che ha fronteggiato
l’Oscurità abbinata ad un potere
millenario.”
Il dubbio e la validità delle affermazioni di Yen Sid
iniziarono a far breccia nel cuore di Eraqus. Ripensò a come Xehanort sembrava sempre essere una mossa avanti a tutti, come avesse sempre un asso nella manica per volgere la situazione in proprio favore… ma scacciò subito quell'idea. Non voleva nemmeno pensarci.
“Ormai ci ho fatto l’abitudine. Xehanort
è molto potente-“
“Esattamente. Eraqus, se Xehanort ora entrasse e ci
attaccasse, sei certo che potremmo fermarlo?”
L’altro non rispose.
Yen Sid si addolcì: “Probabilmente sto solo
esagerando. Nemmeno io voglio dubitare di Xehanort, al quale peraltro
devo molto. Consideralo solo un avvertimento da parte di un vecchio
paranoico.”
Eraqus rispose al suo sorriso, e gli assicurò che avrebbe
tenuto il suo parere in considerazione. Yen annuì, evitando
di rincarare la dose parlando della discutibile decisione di Eraqus di
mandare Xehanort da solo a ispezionare eventuali avamposti nemici.
Poteva solo sperare che fosse tutto nella sua testa.
O che Xehanort non trovasse niente.
Era notte fonda. La luna avrebbe dovuto risplendere alta nel cielo, ma
era offuscata dalle nubi.
Nella biblioteca di un castello diroccato, tra gli scaffali
semidistrutti pieni di tomi impolverati, un singolo individuo si
muoveva, chino sui libri alla luce di un globo di energia, sfogliando
pagine di un libro assai più vecchio di lui. Nonostante
l’ora tarda, gli occhi di Xehanort erano svegli e attenti
mentre leggeva segreti oscuri, concetti che in qualsiasi altro Mondo
sarebbero stati bollati come blasfemi e distrutti.
Aveva trovato questo Mondo ai margini estremi della galassia, dopo un
viaggio lungo e difficoltoso. E ad attenderlo una roccaforte
dimenticata da tempo, probabilmente un precedente insediamento di una
fazione di Cavalieri del Keyblade rinnegati. E il loro sapere.
Lì erano raccolti anche numerosi appunti degli esperimenti
di Chishikey. Tutto poteva tornare utile, a questo punto.
“Gli Heartless
si nutrono di cuori. Gente, animali, piante, Mondi…
qualsiasi cosa, basta che abbia un cuore.”
Eraqus non avrebbe mai permesso che simili testi rimanessero alla
portata di tutti. Forse Yen Sid li avrebbe tenuti, sigillando i tomi
proibiti. Che sciocchi! Perché rinunciare a tanta sapienza?
Perché non imparare dagli errori del passato per migliorare
il futuro?
“All’inizio
non eravamo a conoscenza della reale magnitudine degli Heartless. Fu
solo dopo la Guerra, che ci rendemmo conto di quanto fossero
onnipresenti. Ogni evento naturale indicava la loro presenza, anche i
più impensabili.”
Naturale, certo… ma perché lasciare tutto al
caso? Il Keyblade non ci è forse stato dato per correggere
gli errori di Madre Natura? E se il suo vero utilizzo fosse quello di
guidare gli Heartless, invece di distruggerli?
E invece no, tutto ciò che i suoi compagni riuscivano a
pensare era di distruggere quello che non si comprendeva, aggrappandosi
alla Luce come alle sottane di una madre. Xehanort scosse la testa.
Intanto, proseguiva con la lettura di un paragrafo che sembrava
promettente.
“Dopo vari
studi, siamo arrivati alla conclusione che gli Heartless non usano
l’Oscurità. Piuttosto, è parte
integrante del loro essere, è ciò di cui sono
composti. Tuttavia, ogni tentativo di realizzare un Heartless usando il
Keyblade si è rivelato infruttuoso.”
Già, anche Xehanort ci aveva provato. Poteva evocarli, ma
crearne uno da zero era impossibile, perfino con le sue
capacità. Dubitava ci fosse stato qualcuno talmente
più forte di lui da riuscirci. Forse stava guardando il
problema dal punto di vista sbagliato. Il Keyblade Oscurità
e Luce le incanala, non le crea. E se invece si usasse qualcosa che
proprio per sua natura attira queste energie? Come… un cuore?
I suoi pensieri vennero interrotti da un passaggio
frammentato, del quale solo poche parole erano leggibili. Ma forse era
proprio ciò che cercava.
“venne il
Recluso... intrappolato, ma non distrutto… l’ira
del Guardiano… troppo… ma… nel momento
in cui… il suo Sigillo… ma solo se il
Guardiano… ornare…”
Non si capiva altro. Semplici parole spezzate che a pochi avrebbero
detto più di qualcosa. Ma Xehanort era uno di quei pochi.
Continuò a sfogliare le pagine ingiallite, fino ad arrivare
all’ultima pagina di quel bizzarro Diario, che recava una
sola frase. Una frase che valeva più del resto dei libri
ammucchiati in quella biblioteca.
“E durante lo
scontro, il X-Blade venne spezzato nelle sue estremità,
quella di Oscurità e quella di Luce, destinate a combattersi
in eterno.”
Xehanort chiuse il libro e si appoggiò allo schienale,
soddisfatto. Certo, gli servivano altre informazioni, ma ci sarebbe
stato tempo. Aveva atteso a lungo, ma finalmente vedeva il suo piano
delinearsi. Presto la supremazia della Luce sarebbe crollata dopo
secoli di dominio, e le tenebre avrebbero di nuovo ricoperto ogni cosa.
Poi pensò ad Eraqus, a Yen Sid, e al Maestro. Poteva vedere
le loro espressioni, sentiva quasi le aspre critiche verso i suoi
progetti.
Non gli importava. Quando il Maestro lo aveva accolto alla Terra di
Partenza, lui pensava di aver trovato lo scopo della sua vita:
diventare il migliore Custode mai esistito. Questo quando ancora
credeva fermamente nella Luce e nei precetti che gli erano stati
insegnati. Ma raggiunse il suo obiettivo fin troppo presto. E peggio
ancora, non si sentiva realizzato. Desiderava di più:
più potere, più conoscenza. In quel periodo,
aveva accettato l’Oscurità dell’Universo
dentro di sé. Fu lì che sentì quella
presenza, fu lì che capì cosa doveva fare:
ristabilire l’equilibrio sia per la luce che per
l’Oscurità, e riunificare il Mondo, riportandolo
alla sua vecchia gloria. Quello era il suo scopo ultimo, e non avrebbe
permesso a nessuno di ostacolarlo.
Avrebbe tuttavia provato a convincere Eraqus e Yen Sid
un’ultima volta, prima dell’inizio della fine. Era
ancora legato ai suoi compagni, e voleva dargli
l’opportunità che capissero, che comprendessero
che ciò che sarebbe venuto sarebbe stato meglio per tutti,
alla fine. E se non avessero condiviso… lui era pronto a
fare ciò che andava fatto.
Ma il tempo stringeva. Molti erano i piani che aveva in mente, e sempre
meno il tempo a sua disposizione. Tutto doveva essere calcolato nei
minimi dettagli.
Dopo aver sigillato quel Mondo, il Maestro si avviò verso
casa, pronto a inaugurare una nuova era di Oscurità nei
Mondi.
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